Aforismi e autoschediasmi di Antonio La Penna

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Antonio La Penna (Bisaccia 1925), latinista e aforista italiano. Antonio La Penna è stato professore di Letteratura latina presso le Università degli Studi di Pisa e di Firenze. Dal 2002 è socio nazionale dell'Accademia dei Lincei.
I seguenti pensieri di Antonio La Penna sono tratti da Aforismi e autoschediasmi. Riflessioni sparse su cultura e politica degli ultimi cinquant'anni (1958-2004), pubblicato dalla Società Editrice Fiorentina nel 2005. (Detto tra parentisi, il termine "autoschediasmo", cui fa riferimento il titolo del libro, indica uno scritto o un discorso estemporaneo, improvvisato).
Abbiamo, come molti altri paesi, una gran copia di politicanti,
ma forse nessun uomo politico. (Antonio La Penna)
Aforismi e autoschediasmi
Riflessioni sparse su cultura e politica degli ultimi cinquant'anni
(1958-2004) Società Editrice Fiorentina 2005 - Selezione Aforismario

Abbiamo, come molti altri paesi, una gran copia di politicanti, ma forse nessun uomo politico.

Abbastanza facilmente suscitano ripugnanza gl'intellettuali servili e fanatici di regime. Ma non sono i peggiori: più ripugnanti sono gl'intellettuali che, impegnandosi solo fino a un certo punto, sono adatti a vivere, comodamente, nuovi Aristippi, all'ombra di qualsiasi regime.

Ars longa, vita brevis. Giusto e nobile, certamente, questo aforisma degli antichi ippocratici; ma la preoccupazione che esprime, rischia di soffocare la vita, di renderla, in fin dei conti, più angusta e più breve.

Ci sono state, e ci sono, molte buone ragioni per liberarsi dello storicismo; ma è illusorio ogni tentativo di liberarsi della storia. 

Con l'avanzare della vecchiaia è quasi impossibile sfuggire al rimorso per il tempo sprecato. Quanti testi importanti non letti, o letti male! O forse, dovrei provare rimorso per il troppo tempo sprecato a leggere libri.

Dal verminaio della spiaggia mi rifugio nella pineta. Fin dall'infanzia ho amato molto i boschi; da quando ho conosciuto le pinete lungo il mare, ne sono affascinato. Ma i frequentatori delle spiagge ne hanno fatto, letteralmente, dei cessi. Turandomi il naso, torno a riflettere sulla contraddizione ecologica, che è, insieme con la fame del Terzo mondo, tra i peggiori mali dei nostri tempi: la corsa in massa all'evasione ha fatto di ogni luogo di vacanza un verminaio e un cesso. Il progresso si è strozzato da sé, coprendosi di merda.

È difficile scrivere una buona opera; ma molto più difficile trovare chi sappia capirla a fondo e valutarla adeguatamente. 

È facile essere coerenti, quando si hanno poche idee; ancora più facile, se non se ne ha nessuna. 

Generalmente gli uomini di poche parole, o taciturni, talvolta cupamente silenziosi, godono di alta stima: si è inclini a credere che essi siano o pensatori profondi o energici e fattivi; ma non si pensa che, non di rado, hanno poco o niente da dire.

Governare, cioè gestire l'esistente, cioè rimescolare l'immutabile fogna.

I partiti sono sapròfiti: nutrendosi di materia corrotta, tendono ad accrescere la corruzione per nutrirsi meglio.

Il mio tempo non è moneta. Per fortuna! Quindi non sto a lamentarmi di averlo sprecato.

Il pluralismo serve ad annegare l'opposizione.

L'eros nella sua integrità è una delle pochissime esperienze che possono tentare un ateo a forme di panteismo o di misticismo.

L'inerzia politica o la merda: non quella che offende l'olfatto o sporca le mani, ma quella che copre la testa: l'alternativa dei nostri tempi. Tutto considerato, meglio l'inerzia politica, specialmente se al di fuori della politica si trova qualche cosa di utile o di piacevole di cui occuparsi.

La flessibilità, come tutti sanno, è uno degli slogan più diffusi alla fine del millennio: una ricetta miracolosa per risolvere molti problemi, a cominciare da quello della disoccupazione. Il migliore modello di flessibilità sono i nostri politici.

Molto istruttivo, lo zapping: sulla minor parte dei canali trovi spettacoli per lo più futili o disgustanti; sulla maggior parte trovi pubblicità. Così puoi capire fino a che punto il nostro mondo sia mercificato: per questo lo zapping è più istruttivo di molti libri di sociologia.

Non è facile scoprire la cultura che sta dietro la cultura: per questo compito occorre la buona filologia, che non è poi ricchezza tanto comune; ma molto più difficile è scoprire le cose che stanno dietro la cultura: questo compito l'affrontano in pochi, e tra questi pochi i più l'affrontano male.

Non è veramente eretico chi vuol esserlo (magari per desiderio di celebrità, per esibizionismo), ma chi è costretto ad esserlo. 

Per dovere si possono fare molte cose che non piacciono; ma per dovere non si può penetrare una donna. Verità elementare, ma di cui la morale coniugale (non solo quella cristiana) tiene poco o nessun conto. 

Scrivere, persino pensare diventa un lusso, quando si affrontano i problemi più gravi della vita. Il pensiero, se così lo si può ancora chiamare, si riduce a poche idee ossessive. Si vorrebbe essere pietrificati, o lasciarsi portare, come un pezzo di legno fradicio, dalle acque schiumose e fangose del torrente.

Televideor, ergo sum: se non compari in televisione, non esisti. Se ne deduce che neppure agli uomini è necessario pensare per essere.

Se fossi nato in riva al mare, non avrei saputo staccarmene per vivere in una città dell'interno; se da ragazzo avessi conosciuto e coltivato la musica, non mi sarei dedicato ad altre discipline. Non mi è toccata nessuna delle due fortune.

Libro di La Penna consigliato da Aforismario
Aforismi e autoschediasmi
Riflessioni sparse su cultura e politica degli ultimi cinquant'anni (1958-2004) 
Presentazione: Massimo Mugnai
Editore: Società Editrice Fiorentina, Firenze, 2005 

Nella grande varietà di queste riflessioni sparse, vivamente connesse con avvenimenti e dibattiti dell'ultimo secolo, è possibile rintracciare alcuni orientamenti di fondo. Nelle riflessioni riguardanti problemi filosofici si può avvertire il distacco da filosofie sistematiche totalizzanti. Rilevante l'attenzione al dibattito politico, specialmente nell'ambito della sinistra. Nelle riflessioni degli ultimi due o tre decenni emergono interessi verso orientamenti della cultura e del costume: il culto della leggerezza, il gusto dei paradossi futili, l'istrionismo, l'ossessione dell'audience, l'adeguamento ai gusti deteriori della massa e le ragioni della cultura d'élite, l'invadenza televisiva dei cattolici, la superstizione della professionalità, ecc. Da tutto emerge l'auspicio di un risveglio della cultura laica nel solco del pensiero moderno.

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