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Citazioni Errate - D

Elenco di citazioni attribuite in maniera dubbia, di frasi false e vere e proprie "bufale" che circolano su internet, la cui iniziale comincia con la lettera D. Se hai qualche precisazione da fare per migliorare questa sezione, oppure desideri segnalare una citazione che hai trovato sul web e sulla cui autenticità hai dei dubbi, contatta pure Aforismario attraverso il form nel menu a destra. Se, inoltre, sei interessato alla spiegazione di alcune frasi, cerca la pagina "Significato di frasi e citazioni" attraverso l'apposita casella qui a destra.
Dubium sapientiae initium - Il dubbio è il principio della sapienza.
(René Descartes, Aristotele o Archimede Pitagorico?)

Dai alla gente più di quanto si aspetta e fallo con amore...
Questa massima è la prima di una serie di consigli per vivere saggiamente la propria vita, che circolano in maniera anonima sul web, ma che sono tratte in gran parte da un noto libriccino di H. Jackson Brown Jr.Vita: istruzioni per l'uso (Life's little instruction book, 1991) Da questo stesso libro sono tratte, tra l'altro, le massime che, sempre su internet, circolano col titolo: Istruzioni per la vita e che vengono attribuite erroneamente al Dalai Lama.

Devi sempre proporti un obiettivo non perseguito da altri. Cerca una strada nuova e non aver paura di percorrerla.
Questa frase è attribuita unanimemente al giornalista Giampaolo Pansa  (1935-2020), e in effetti si trova nel suo libro: Sangue, sesso e soldi (2013), che riprende un suo articolo pubblicato su Libero; ma se si legge il brano integrale di Pansa, ci si accorge che il giornalista cita un pensiero non sua: "Ricordo il consiglio che mi offrì nel 1955, quando ero uno studente ventenne, uno dei miei docenti all'università di Torino, Luigi Firpo. Eccolo: «Caro Pansa, devi sempre proporti un obiettivo non perseguito da altri. Cerca una strada nuova e non aver paura di percorrerla. Datti il coraggio di osare. Scoprirai che, al di là dei risultati, è un buon sistema per non annoiarsi. Un po' come succede quando si corteggia una donna», aggiunse sornione". La paternità della frase, dunque, è da attribuire a Luigi Firpo.

Di tutto restano tre cose: la certezza che stiamo sempre iniziando, la certezza che abbiamo bisogno di continuare, la certezza che saremo interrotti prima di finire. Pertanto, dobbiamo fare: dell’interruzione, un nuovo cammino, della caduta un passo di danza, della paura una scala, del sogno un ponte, del bisogno un incontro.
Questo brano circola sul web, ma solo in lingua italiana, attribuito allo scrittore portoghese Fernando Pessoa, ma in realtà si tratta di un testo dello scrittore e giornalista brasiliano Fernando Sabino tratto da una delle sue opere più note: O encontro marcado (1956): "De tudo, ficaram três coisas: a certeza de que ele estava sempre começando, a certeza de que era preciso continuar e a certeza de que seria interrompido antes de terminar. Fazer da interrupção um caminho novo. Fazer da queda um passo de dança, do medo uma escada, do sono uma ponte, da procura um encontro".

Dietro ogni problema c'è un'opportunità.
Questa frase (anche nella forma: "Dietro ogni problema si cela un'opportunità") è attribuita (solo in Italia) a Galileo Galilei, ma c'è da dubitarne, visto che pur avendo esaminato tutte le sue opere più importanti e le sue lettere, essa non risulta. È probabile che si tratti della solita falsa attribuzione di una frase per darle maggiore autorevolezza (in questa raccolta di citazioni errate se ne trovano parecchie). Molti ci cascano, visto che (quasi) nessuno si preoccupa mai di verificare le fonti. Naturalmente se qualcuno ha prove che certifichino che l'autore di questo pensiero sia davvero Galileo, saremo lieti di rettificare quanto affermato.

Dietro quel seno, quelle labbra da baciare al sapore di pesca, si chiudeva a chiave e si portava dentro una piccola dispettosa bambina di cinque anni, lei che non voleva crescere, che non aspettava altro che le rimboccassero le coperte calde. Lei era magia incompresa, ma io l'avevo capita.
Questo passo è attribuito (in lingua italiana) a Charles Bukowski. A chi ha letto i suoi libri, non può non sorgere più di un dubbio che una frase simile sia stata scritta da Bukowski: non è nel suo stile. Di certo la frase non si trova in nessuno dei suoi racconti e in nessuno dei suoi romanzi più noti.

Dio è morto, Marx è morto, e anch'io non mi sento tanto bene.
In inglese: God is dead, Marx is dead, and I'm not feeling that good myself.
In francese: Dieu est mort, Marx est mort, et moi-même je ne me sens pas très bien.
Questa celebre battuta è di solito attribuita a Woody Allen (1935), ma non risulta sia stata mai pronunciata in qualche suo film, né si trova scritta nei suoi libri. Persino esaminando qualche suo vecchio monologo degli anni '60 la battuta non è presente. Secondo Wikiquote Italia, che insieme ad Aforismario può essere considerato il sito di citazioni più affidabile esistente in Italia, la battuta si troverebbe nel film di Woody Allen Io e Annie, in quanto così indicato nel libro di Franco Fontanini, Piccola antologia del pensiero breve (Liguori Editore, 2007), ma basta leggere la sceneggiatura del film per accorgersi che non è così. Da una ricerca di Aforismario su internet in lingua inglese, pare che la battuta sia attribuibile al drammaturgo e saggista francese di origine rumena Eugène Ionesco (1909-1994), come citato anche in Jules Chametzky, Jewish American Literature: A Norton Anthology, 2000; ma sappiamo ormai per esperienza quanto siano poco affidabili anche le citazioni sui libri che non indicano la fonte originale. Tra l'altro, facendo una ricerca della frase in lingua francese, essa è attribuita di solito a Woody Allen piuttosto che a Ionesco. Altra possibilità, secondo quanto riportato in alcuni testi, è che si tratterebbe del graffito di uno sconosciuto risalente ai moti studenteschi del '68. Secondo quanto riportato da altri, potrebbe trattarsi, infine, di una battuta di George Bernard Shaw (assai improbabile) o dell'umorista francese Pierre Dac. Insomma, l'incertezza è tanta, e finché non si avranno notizie certe su questa battuta, per Aforismario essa è di autore anonimo. Tra parentesi, un altro mistero su questa battuta: il "Marx" citato è il filosofo Karl Marx o il comico Groucho Marx?

Disapprovo ciò che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo
In inglese: I disapprove of what you say, but I will defend to the death your right to say it.
Questa celebre frase, diventata emblema della tolleranza, è attribuita molto comunemente a Voltaire. In realtà si tratta di una frase scritta da Stephen G. Tallentyre (pseudonimo della scrittrice Evelyn Beatrice Hall) in The Friends of Voltaire (Gli amici di Voltaire), biografia del filosofo pubblicata nel 1906: "Disapprovo ciò che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo" (I disapprove of what you say, but I will defend to the death your right to say it). Tra l'altro, questa traduzione è la più corretta rispetto alle tante frasi che circolano in lingua italiana, come a esempio:
  • Non condivido le tue idee, ma sono disposto a morire perché tu possa professarle.
  • Non condivido le tue idee, ma mi batterò fino alla morte affinché tu possa esprimerle. 
  • Non condivido ciò che dici ma morirei perché tu possa dirlo.
  • Non sono d'accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu possa dirlo.
Dobbiamo abituarci all'idea: ai più importanti bivi della vita, non c'è segnaletica.
Questa citazione è diffusa su internet in lingua italiana con firma di Ernest Hemingway. Ma considerando che di questa frase non v'è traccia su internet in lingua inglese, né in diverse sue opere (49 racconti, Addio alle armi, Avere e non avere, Il sole sorge ancora, Il vecchio e il mare, Per chi suona la campana) non si può escludere che si tratti della solita frase di un autore sconosciuto diffusa su internet e attribuita a un grande autore per darle autorevolezza e diffusione.

Dove c'è una grande volontà non possono esserci grandi difficoltà.
Questa affermazione è attribuita a Niccolò Machiavelli, e così viene diffusa dai siti di aforismi italiani più seguiti, ma pur esaminando diverse opere di Machiavelli, tale frase non risulta. Non si può escludere, almeno fino a prova contraria, che gli sia stata attribuita in maniera arbitraria. Se qualcuno dovesse conoscere la fonte originale di questa citazione, può segnalarla ad Aforismario.

Dubium sapientiae initium.
In italiano: Il dubbio è il principio della sapienza.
In francese: Le doute est le commencement de la sagesse.
In inglese: Doubt is the origin of wisdom.
In spagnolo: La duda es el principio de la sabiduría.
Questa celebre frase è generalmente attribuita a René Descartes (Cartesio 1596-1650). Tale attribuzione è ritenuta così "indubitabile" da trovarsi in centinaia di libri in diverse lingue. Inutile dire che con tale attribuzione è diffusa anche su quasi tutti i siti di aforismi, italiani e no. Anzi, molti (compresa Wikipedia) indicano pure la fonte (cosa assai rara), che sarebbe Meditazioni metafisiche sulla filosofia prima (1641). A nessuno, però, è venuto il "dubbio" di andare a verificare, perché se lo avesse fatto si sarebbe accorto che la frase in quel libro non esiste. Ma non solo: esaminando tutte le opere filosofiche di René Descartes (UTET - De Agostini 2013), ci si accorge che in nessuna di esse si trova scritto che "Il dubbio è l'inizio della sapienza", né in italiano né in latino. Provando a fare una ricerca su internet in lingua francese, ci si aspetterebbe di trovare qualche informazione più precisa, e invece ci si accorge che la maggior parte dei siti nella lingua di Descartes attribuiscono la citazione ad Aristotele! Ciò è probabilmente dovuto all'influenza autorevole di Voltaire, che nella Dissertazione sulla morte di Enrico IV (1789) scrive: "Aristotele ha ragione quando dice che il dubbio è l'inizio della saggezza". Aristotele, dunque, è in il secondo autore cui, oltre Descartes, è attribuito il celebre motto. Ma anche in questo caso, esaminando le opere di Aristotele (UTET - De Agostini 2013) la frase non risulta. A questo punto ci sorge il "dubbio" che la citazione in questione sia in realtà un vecchio detto, forse di origine latina; e in effetti in diversi testi è riportato come proverbio: "Il dubbio è padre della sapienza". A questo punto, però, ci sorge un altro "dubbio", e cioè che il detto derivi, come spesso accade, da quella che è la madre di tante piccole e grandi saggezze che circolano nel mondo, e cioè la Bibbia, dove è scritto più volte che "Il timore di Dio è il principio della sapienza" (Libro dei Proverbi), o "Principio della saggezza è il timore del Signore" (Salmi). Insomma, non deve essere stato difficile per uno lettore scettico della Bibbia modificare il proverbio "Il timore di Dio è il principio della sapienza" con "Il dubbio è il principio della sapienza". Detto questo, speriamo che questa piccola precisazione possa, se non altro, aver generato qualche "dubbio" sull'effettiva paternità della frase, e che qualche erudito riesca a darci qualche informazione in più.

Due mani che si cercano sono l'essenza di tutto il domani.
Questa frase è attribuita ad André Breton, ma si tratta probabilmente di un'errata traduzione di un suo verso poetico tratto da Signe ascendant (1942). Il testo originale in francese è: "Deux mains qui se cherchent, c'est assez pour le toit de demain"; tradotto in italiano dovrebbe essere: "Due mani che si cercano, sono abbastanza per il tetto di domani". In pratica, la parola "assez" (abbastanza) è stata tradotta con "essenza", che in francese si dice "essence", mentre la parola "toit" (tetto) è stata tradotta con "tutto", che in francese si scrive "tout".