Citazioni Errate - U
Elenco di frasi false, citazioni errate o di dubbia attribuzione che circolano sul web, che cominciano con la lettera U. Se hai qualche precisazione da fare per migliorare questa sezione, oppure desideri segnalare una citazione che hai trovato sul web e sulla cui autenticità hai dei dubbi, contatta pure Aforismario.
Qualunque frase priva di fonti bibliografiche certe, su internet la potrete trovare
attribuita nel 99% dei casi a: Oscar Wilde, Jim Morrison o Albert Einstein
e per il restante 1% a un altro autore sbagliato. (Aforismario)
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Un cretino è un cretino. Due cretini sono due cretini. Diecimila cretini sono un partito politico.
In tedesco: Ein Idiot ist ein Idiot. Zwei Idioten sind zwei Idioten. Zehntausend Idioten sind eine politische Partei.
Questa frase si trova sul web (specie in lingua italiana) attribuita a Franz Kafka, ma esaminando le sue opere e i suoi taccuini pubblicati postumi, essa non risulta. Secondo quanto riportato ne Il dizionario degli aneddoti di Fernando Palazzi (Vallardi / Garzanti, 1993): "Un giorno Franz Kafka disse scherzando all'amico Max Brod: "Un cretino è un cretino. Due cretini sono due cretini. Diecimila cretini sono un partito politico". Dunque la frase sarebbe stata attribuita a Kafka da Max Brod, ma Palazzi purtroppo non indica la fonte da cui avrebbe tratto l'aneddoto. Non avendo la possibilità di consultare i due libri che Max Brod ha dedicato a Kafka (Franz Kafka, eine Biographie, 1937 e Franz Kafkas Glauben und Lehre, 1948), abbiamo provato a fare una ricerca sul web in lingua tedesca, ma la frase è citata in pochi siti (e stranamente non prima del 2008) senza che nessuno di essi riporti una qualche fonte bibliografica. L'unica fonte certa di questa frase, almeno per ora, è quella che conduce al nostro Leo Longanesi, che in Parliamo dell'elefante (Longanesi, 1947) in data 15 dicembre 1938 scrive un aforisma molto simile a quello attribuito a Kafka: "Fanfare, bandiere, parate. Uno stupido è uno stupido. Due stupidi sono due stupidi. Diecimila stupidi sono una forza storica". Coincidenza? Plagio? Se qualcuno avesse qualche notizia in più non ha che da segnalarla ad Aforismario.
Un diplomatico è un uomo che si ricorda sempre del compleanno di una donna ma non si ricorda mai della sua età.
Questa frase si trova sul web (specie in lingua italiana) attribuita a Franz Kafka, ma esaminando le sue opere e i suoi taccuini pubblicati postumi, essa non risulta. Secondo quanto riportato ne Il dizionario degli aneddoti di Fernando Palazzi (Vallardi / Garzanti, 1993): "Un giorno Franz Kafka disse scherzando all'amico Max Brod: "Un cretino è un cretino. Due cretini sono due cretini. Diecimila cretini sono un partito politico". Dunque la frase sarebbe stata attribuita a Kafka da Max Brod, ma Palazzi purtroppo non indica la fonte da cui avrebbe tratto l'aneddoto. Non avendo la possibilità di consultare i due libri che Max Brod ha dedicato a Kafka (Franz Kafka, eine Biographie, 1937 e Franz Kafkas Glauben und Lehre, 1948), abbiamo provato a fare una ricerca sul web in lingua tedesca, ma la frase è citata in pochi siti (e stranamente non prima del 2008) senza che nessuno di essi riporti una qualche fonte bibliografica. L'unica fonte certa di questa frase, almeno per ora, è quella che conduce al nostro Leo Longanesi, che in Parliamo dell'elefante (Longanesi, 1947) in data 15 dicembre 1938 scrive un aforisma molto simile a quello attribuito a Kafka: "Fanfare, bandiere, parate. Uno stupido è uno stupido. Due stupidi sono due stupidi. Diecimila stupidi sono una forza storica". Coincidenza? Plagio? Se qualcuno avesse qualche notizia in più non ha che da segnalarla ad Aforismario.
Un diplomatico è un uomo che si ricorda sempre del compleanno di una donna ma non si ricorda mai della sua età.
In inglese: A diplomat is a man who always remembers a woman's birthday but never remembers her age.
Questa battuta è spesso attribuita a Robert Frost (tra gli autori cui viene attribuita la paternità del maggior numero di frasi di origine incerta), ma non vi è, a oggi, alcuna prova che possa attestarlo.
Un filosofo è un uomo cieco, in una stanza buia, che cerca un gatto nero che non c’è. Un teologo è l’uomo che riesce a trovare quel gatto.
Questa citazione, specie in lingua italiana, è attribuita frequentemente a Bertrand Russell, il quale l'avrebbe scritta in Perché non sono cristiano; ma la frase in questo libro non esiste. In lingua inglese la citazione è attribuita invece a Henry Louis Mencken: "A philosopher is a blind man in a dark room looking for a black cat that isn't there. A theologian is the man who finds it". In ogni caso, non si conosce l'opera dalla quale è tratta. La citazione ne riprende comunque un'altra ancora più nota attribuita a Charles Bowen: "Metafisico: un uomo cieco che in una stanza buia cerca un cappello nero. E il cappello non c'è" (Metaphysician: a blind man looking for a black hat in a dark room, the hat in question not being there).
Un gentiluomo è uno che non ferisce mai involontariamente i sentimenti altrui.
In inglese: A gentleman is one who never hurts anyone's feelings unintentionally.
Questa frase è spesso attribuita al "solito" Oscar Wilde, ma non si trova in nessuna delle sue opere. È molto più probabile sia invece dello scrittore e illustratore inglese Oliver Herford (1860-1935), anche perché la frase comincia a essere citata in vari testi soltanto nei primi decenni del XX secolo, mentre Oscar Wilde è morto nel 1900.
Un giorno senza sorriso è un giorno perso.
In inglese: A day without laughter is a day wasted.
Questa citazione, molto diffusa su internet in diverse lingue, è di solito attribuita a Charlie Chaplin, ma si tratta della variazione di un aforisma che risale a circa un secolo prima che Chaplin nascesse, quando il moralista francese Nicolas de Chamfort lo scrive nella sua raccolta di Massime e pensieri (postumo 1795): "La più perduta di tutte le giornate è quella in cui non si è riso"; in lingua originale: "La plus perdue de toutes les journées est celle où l'on n'a pas ri".
Un intellettuale è una persona che ha scoperto qualcosa di più interessante del sesso.
In inglese: The intellectual is someone who has found something more interesting than sex.
Questa citazione è attribuita in egual misura sia ad Aldous Huxley sia a Edgar Wallace, ma non esiste alcuna fonte che consenta di accertarne il vero autore.
Un matrimonio felice è l'unione di un uomo sordo con una donna cieca.
Questa divertente battuta è attribuita, a volte, ad Anton Čechov, più spesso a Samuel Taylor Coleridge, il quale, in effetti, la cita così: "Il matrimonio più felice che io possa immaginare per me stesso sarebbe l'unione di un uomo sordo con una donna cieca" ("The most happy marriage I can imagine to myself would be the union of a deaf man to a blind woman", in Thomas Allsop, Letters, Conversations, and Recollections of S. T. Coleridge, 1836). Tuttavia, Coleridge, molto probabilmente, ricordava un passo dai Saggi di Michel de Montaigne, al quale andrebbe dunque la paternità della frase, anche se questi, a sua volta, accenna a un altro autore ancora o forse a un vecchio detto: "Se ne intendeva, mi pare, colui che disse che un buon matrimonio si compone di una moglie cieca e di un marito sordo" (Celui-là s'y entendoit, ce me semble, qui dit, qu'un bon Mariage se drestòit d'une femme aveugle avec un mari sourd).
Un piede avanti l'altro, un passo alla volta, non ha importanza quante volte cadi, quello che è importante e che ti rialzi una volta in più. Se non credi in te stesso non pensare che gli altri lo facciano per te. Le prove a cui sopravviviamo ci rendono più forti.
Questa frase, che circola su internet dal 2012, è attribuita a Friedrich Nietzsche, e la segnaliamo soltanto per mostrare fin dove arriva la malafede e l'ignoranza di alcuni "citazionari". A prima vista si tratta di tre frasette unite assieme, della quale soltanto l'ultima richiama un celebre aforisma di Nietzsche (celebre per chi, Nietzsche, l'ha letto): "Dalla scuola di guerra della vita. − Quel che non mi uccide, mi rende più forte. (Crepuscolo degli idoli, 1888).
Un politico guarda alle prossime elezioni. Uno statista guarda alla prossima generazione.
La frase è spesso attribuita ad Alcide De Gasperi, ma molto probabilmente egli la riprese dal predicatore statunitense James Freeman Clarke (1810-1888): "Un politico pensa alle prossime elezioni, uno statista alla prossima generazione. Un politico cerca il successo del suo partito; uno statista quello del Paese" (A politician thinks of the next election; a statesman of the next generation. A politician looks for the success of his party; a statesman for that of the country), Daily Gazette, 1870.
Un sorriso non costa nulla, / ma vale molto. / Arricchisce chi lo riceve, / senza rendere più povero chi lo dà. / Non dura che un istante, / ma il suo ricordo può durare per sempre.
Quelli riportati sopra, sono alcuni versi tratti da una poesia assai popolare su internet intitolata: "Il valore di un sorriso". Tale poesia è spesso attribuita a un non meglio specificato padre Faber, intendendo fare riferimento, forse, al teologo e poeta inglese Frederick William Faber (1814-1863). In altri casi la poesia è attribuita a un certo John Faber (che era un incisore olandese del XVII secolo e non un poeta), e persino a Padre Pio o a Madre Teresa di Calcutta. In realtà l'autore di questa poesia è a tutt'oggi sconosciuto.
Un uomo può fallire molte volte, ma non diventa un fallito finché non comincia a dare la colpa a qualcun altro.
Questa citazione è attribuita a diversi autori, ma i più frequenti, in Italia, sono gli scrittori statunitensi Edgar Rice Burroughs (1875-1950) e William Burroughs (1914-1997); mentre in lingua inglese la frase è più spesso attribuita al saggista e naturalista americano John Burroughs (1837-1921): "A man can fail many times, but he isn't a failure until he begins to blame somebody else". Tuttavia non vi è alcun autore al quale la frase possa essere attribuita con certezza, tant'è che in alcuni libri è citata come anonima, altri fanno riferimento a una battuta pubblicata negli anni '30 dal quotidiano Buffalo News. Vista l'incertezza che aleggia su questa citazione, finché non si avranno notizie più certe preferiamo considerarla di autore sconosciuto.
Una buona madre vale cento maestri.
In inglese: One good mother is worth a hundred schoolmasters.
Questa citazione è attribuita a George Herbert, papa Giovanni XXIII e Victor Hugo. Si tratta in realtà di un antico detto di origine inglese. Esso si trova, ma con la parola "padre" al posto di quella di "madre", nella celebre raccolta di proverbi Jacula Prudentum (1651) di George Herbert, e come tutti i proverbi non ha un autore preciso: "One father is more than a hundred schoole-masters" (Un padre vale più di cento maestri).
Una donna ha bisogno di quattro animali nella sua vita: una Jaguar in garage, una tigre nel letto, un visone sulla pelle e un asino che paghi.
In inglese: Every woman should have four pets in her life. A mink in her closet, a jaguar in her garage, a tiger in her bed, and a jackass who pays for everything.
Innanzitutto bisogna dire che una traduzione di questa frase più fedele all'originale rispetto a quella che circola in lingua italiana, è la seguente: "Ogni donna dovrebbe avere quattro animali nella sua vita. Un visone nell'armadio, una Jaguar in garage, una tigre nel letto, e un asino che paghi per ogni cosa". Detto questo, la citazione in oggetto è generalmente attribuita a Zsa Zsa Gabor e, in misura minore, a Mae West, ma purtroppo non esistono fonti sicure che possano attestare con certezza chi ne sia il vero autore o la vera autrice. Da segnalare, infine, che negli ultimi anni la frase, perlomeno nei paesi anglosassoni, è sempre più spesso attribuita alla modella Paris Hilton [sic!], la quale, quando questa citazione era in circolazione, doveva ancora nascere. Ciò la dice lunga sull'affidabilità di certi siti web di citazioni e non.
Una donna il cui umore migliora con un libro, una poesia, una canzone o una tazza di caffè non sarà sconfitta da nessuno; anche la vita perde con lei.
Questa citazione, di dubbio valore, è attribuita a Kahlil Gibran, ma non vi è alcuna conferma al riguardo. È molto probabile che si tratti dell'ennesima frase di autore anonimo attribuita a un autore celebre per darle maggior diffusione.
Una giuria consiste di dodici persone scelte per decidere chi ha l'avvocato migliore.
In inglese: A jury consists of twelve persons chosen to decide who has the better lawyer.
Questa battuta è spesso attribuita a Robert Frost e, a volte, a Herbert Spencer, ma non vi è, a oggi, alcuna prova certa sul vero autore. Una versione più completa della frase è: "Una giuria è un gruppo di dodici persone d'ignoranza media, riunite attraverso sorteggio per decidere chi, dell'accusato o della vittima, abbia il migliore avvocato".
Una madre impiega vent'anni per fare del proprio figlio un uomo, e un'altra donna in venti minuti ne fa un idiota.
In inglese: A mother takes twenty years to make a man of her boy, and another woman makes a fool of him in twenty minutes.
Anche questa battute, come molte altre (vedi sopra), è spesso attribuita a Robert Frost, più raramente (e specie in lingua italiana) a Charles Dickens. Ma, come al solito, non vi è alcuna certezza sul vero autore.
Una nave nel porto è al sicuro, ma non è per questo che le navi sono state costruite.
In inglese: A ship in harbor is safe, but that is not what ships are built for.
Questa frase è spesso attribuita (almeno in lingua italiana) a Benazir Bhutto (1953- 2007), che può averla citata in qualche suo discorso, ma il vero autore è lo scrittore statunitense John Augustus Shedd, e si trova in Salt from My Attic (1928).
Una scrivania ordinata è sintomo di una mente malata.
In inglese: A clean desk is a sign of a sick mind.
La frase è spesso attribuita a Oscar Wilde o Albert Einstein, ma in realtà si tratterebbe di un detto anonimo che ricorda un'altra citazione attribuita sempre allo stesso Einstein: "Se una scrivania ingombra è segno di una mente disordinata, di cosa sarà segno allora una scrivania vuota?” [vedi citazione].
La frase è spesso attribuita a Oscar Wilde o Albert Einstein, ma in realtà si tratterebbe di un detto anonimo che ricorda un'altra citazione attribuita sempre allo stesso Einstein: "Se una scrivania ingombra è segno di una mente disordinata, di cosa sarà segno allora una scrivania vuota?” [vedi citazione].
Una spugna per cancellare il passato, una rosa per addolcire il presente e un bacio per salutare il futuro.
In francese:Une éponge pour effacer le passé , une rose pour adoucir le présent et un baiser pour saluer le futur.
Frase attribuita spesso a Guy de Maupassant, ma senza alcun riscontro.
Una stanza senza libri è come un corpo senz'anima.
Questa frase (anche nella variante: "Una casa senza libreria è come un corpo senz'anima") è generalmente attribuita a Cicerone, ma non esistono prove in proposito. In lingua inglese, questa citazione è attribuita anche a Gilbert K. Chesterton: "A room without books is like a body without a soul"; secondo alcuni, Chesterton avrebbe semplicemente citato Cicerone. Non è da escludere che questa frase sia nient'altro che un detto di origine anonima al quale, come spesso accade, si è data la firma di un autore celebre per dargli maggior autorevolezza. A tal proposito, non si può non ricordare un proverbio abbastanza simile: "Una casa senza libri è come una stanza senza finestre".
Una volta provata l’ebbrezza del volo, quando sarai di nuovo coi piedi per terra, continuerai a guardare il cielo.
Questa citazione, attribuita a Leonardo da Vinci (1452-1519), è molto diffusa sul web, dove si trova anche in altre varianti: "Una volta provato il volo, quando sarai di nuovo a terra continuerai a guardare il cielo"; oppure: "Quando camminerete sulla terra dopo aver volato, guarderete il cielo perché là siete stati e là vorrete tornare".
In realtà questa frase non si trova in nessuno scritto di Leonardo da Vinci, ma è tratta da un film del 1965 a lui dedicato dal titolo: I, Leonardo da Vinci (Io, Leonardo da Vinci): "Once you have tasted flight, you will forever walk the earth with your eyes turned skyward, for there you have been, and there you will always long to return". (Una volta che avrai provato il volo, camminerai per sempre sulla terra con gli occhi rivolti al cielo, perché lì sei stato e lì desidererai sempre tornare".
Questa citazione andrebbe quindi attribuita allo sceneggiatore del film, cioè John H. Secondari, che ha interpretato il pensiero di Leonardo sul volo, al quale, com'è noto, ha dedicato molti studi.
Questa citazione è l'ennesimo esempio di come i vari siti, e in particolare quelli di citazioni, si copino l'un l'altro senza fare la benché minima verifica sulle frasi che pubblicano.
Comunque, per concludere degnamente questa breve disanima, riportiamo un pensiero autentico di Leonardo da Vinci, in cui immaginava che un giorno l'umano sarebbe riuscito in qualche modo a volare: "Piglierà il primo volo il grande uccello sopra del dosso del suo magno Cecero, empiendo l'universo di stupore, empiendo di sua fama tutte le scritture, e groria eterna al nido dove nacque".