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Aforismi, frasi e citazioni di Domenico Giuliotti

Selezione di aforismi, frasi e pensieri di Domenico Giuliotti (San Casciano in Val di Pesa 1877 - Greve in Chianti 1956), scrittore italiano. Domenico Giuliotti condusse una vita appartata, pregando, studiando, scrivendo libri polemicamente violenti, cristianamente amorosi e misticamente infuocati. Sulla sua casa si legge questa epigrafe dettata da Giovanni Papini: "Domenico Giuliotti - amoroso e animoso cavaliere di Dio - poeta illuminato, prosatore potente - meditò scrisse soffrì si spense - in questa casa".

Tra le sue opere, possiamo ricordare: Ombre di un'ombra (1910); Dizionario dell'omo salvatico (in collaborazione con Giovanni Papini, 1923); Tizzi e fiamme (1925); Polvere dell'esilio (1929); Poesie (1932); Le due luci (1933); Il merlo sulla forca (1934); Raccontini rossi e neri (1937); Jacopone da Todi (1939); Penne, pennelli e scalpelli (1942); Calendottobre (1951).
Le seguenti citazioni di Domenico Giuliotti sono tratte da Pensieri di un malpensante (1936).  Per chi non conosce Giuliotti, il titolo del libro potrebbe far pensare a una raccolta di aforismi cinici o pessimistici, in realtà si tratta di pensieri caratterizzati da una rigorosa e intransigente fede cristiana.
Cos'è la morte per lo scettico? Forse "il gran forse".
Ma la morte del cristiano: un tornare a casa. (Domenico Giuliotti)
Pensieri di un malpensante
1936 - Selezione Aforismario

A Dio si va per "la via stretta"; ma tu, più largo, non vi passi. Ti ha gonfiato l'orgoglio? Ti ha fatto enfiare la scienza? Torna umile, ignorante, magro (cioè cristiano) e passerai.

Cos'è la morte per lo scettico? Forse "il gran forse". Ma la morte del cristiano: un tornare a casa.

Credo: intendo. Non credo: tutto m'è oscuro, intricato, inestricabile, esasperante. La fede non ha bisogno della Filosofia; ma la filosofia, senza la bussola della Fede, è un incomprensibile, noioso, vischioso gergo.

"Ego": pronome-pavone; sulla bocca dell'uomo, odioso. Dio solo può dire: Io. ("Ego sum qui sum", "Ego sum Dominus Deus tuus").

Essere in Cristo non significa avervi trovato un rifugio e starvi dentro inerti; ma camminarvi, crescervi, attirarvi le anime, non cessare dall'ararvi, dal seminarvi, dall'edificarvi, affinché tutto sia pieno della sua stessa vita.

Idealismo germanico: Un'aquila, ubriaca di birra, con ali di pipistrello.

Il fango è infinitamente più prezioso dell'oro, se Dio, per rifarlo a sua immagine, si fece fango.

Innesta all'Intelligenza la fede: sarà come quando smuore la luna e nasce il sole.

La sapienza del cristiano è un non sapere e un consapere: un non sapere, e cioè un ignorare la sapienza dei sapienti: un consapere, e cioè un sapere con l'onnisapiente Cristo.

Lavorare a lungo, alla nostra opera, con gioia e con pena. Farla uscire dal nostro io più intimo. Non ridire ciò che dicono gli altri, ma dire ciò che abbiamo da dire noi.

Le cose, secondo che in questo o quel modo ne usiamo, o sono uncini che ci afferrano e ci trascinano lontani da Dio, o sono scalini che c'innalzano e ci portano verso Dio.

Libri? Che farsene? Un Crocifisso, una zolla di terra: ecco i libri. L'uno e l'altra (posso scegliere ugualmente bene l'uno o l'altra) mi ricordano l'Incarnazione; vale a dire la somma specola d'onde tutto si vede e s'intende.

L'uomo illustre: che spocchia! Ma guardalo con la lente del Vangelo: che miseranda miseria!

Non contentarsi del poco o del molto: voler tutto, voler Lui. Non volere la grandezza degli "eroi" (piccola), ma quella dei santi (massima) alla quale Lui, sempre, da tutte le parti, ci chiama.

Non molte chiese, ma due: quella triplice e una di Cristo, quella molteplice e una dell'Anticristo. E non varie guerre, ma una: tra l'Anticristo e Cristo.

Pochi amano direttamente Iddio; molti lo amano, senza saperlo, nelle sue creature. L'artista lo ama, in generale, nella natura; l'amante, in particolare, nella persona amata. L'uno e l'altro, non amano la luce di Dio in sé (che non vedono) ma i riflessi visibili, nel creato, di quella invisibile e lassù perfetta, e quaggiù imperfettissima luce.

Senza Cristo (senza l'apparizione dell'Uomo-Dio) come Dio, per noi, dopo la caduta, sarebbe stato arcano e lontano! Ma Dio (l'Amore) si abbassa, in Cristo, fino a noi, e poi si rialza, con noi in Lui, fino a se stesso.

Umile, da humus: terra. L'umile sa d'esser terra e resta aderente alla terra, sebbene col desiderio del cielo. Non si appiccica le ali, ma chiede, pregando, che Dio le faccia spuntare alla sua anima. E allora, il Creatore del cielo e della terra, ne fa un amore volante fino a sé.

Un giro, due giri, tre giri sul palcoscenico del mondo; e poi di nuovo tra le quinte, dove ci afferra la morte. Ma a questa - a questa portiera di Dio - non resta in mano che un vestito; e lo dovrà rendere.

Uno solo, quaggiù, il Papa, porta spiritualmente, su di sé, tutta la Chiesa visibile. Che giogo! E, nondimeno, soave, purché lo porti insieme con l'invisibile Cristo.

Vo lordo, legato, schiavo; torno via mondo, sciolto, libero. Tale la Confessione, se vuoi provarla. 

Nuovi pensieri di un malpensante
1947 - Selezione Aforismario

Quando si dice comunemente: cielo e terra, par che si voglia intendere: Quaggiù terra, lassù cielo. Ma non c'è né un quaggiù, né un lassù; né un basso, né un alto; c'è soltanto l'interminato spazio e, in esso, innumerevoli moscai di mondi. Giunto a questo punto, il pensiero, che (indipendentemente dalla fede) vorrebbe ancora proseguire, è già sulla soglia del manicomio; né può retrocedere. Ancora un altro passo al di là, e il tuo cervello, strano mulino a vento, macinerà il nulla. 

Libro di Domenico Giuliotti consigliato
Pensieri di un malpensante
Curatore: Massimo Baldini
Editore: Logos, 1984

Domenico Giuliotti è senza alcun dubbio un autore «scomodo», scomodo non solo perché i suoi lettori si trovano sovente di fronte a pagine di «catechismo brutale e assoluto», o perché i suoi pensieri scarniti sono «ossi» che sempre rimangono in gola ai troppi dottor Pangloss ancor oggi in circolazione, ma soprattutto perché è stato un testimone esemplarmente coerente, un testimone che scelse la via della solitudine cercando solo di «fare i conti» con Dio; spesso perciò può a taluni di primo acchito apparire come una specie di reazionario, un integralista, un intollerante e forse anche peggio, ma a chi ascolta il tuono o la brezza che scorrono dietro le sue parole, «a chi ascolta e scava nella solitudine di questo adirante omo salvatico, di questo contadino visionario e follemente arcaico, nudo entro i suoi fustagni davanti a Dio e agli uomini nel vivere la propria avventura come uno dei più appassionati poveri cristiani del nostro secolo, alla fine è sicuramente riservata una grazia: la lezione della fedeltà nella libertà».