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Aforismi, frasi e citazioni di Francesco Chiari

Selezione delle migliori citazioni e delle frasi più significative di Francesco Chiari (Pisa 1668 - Venezia 1750), abate italiano. I seguenti aforismi sono per lo più consigli su come mantenersi sani e su come risolvere qualche problema di salute, che rispecchiano, ovviamente, le conoscenze mediche del tempo. Tra l'altro, come nota Gino Ruozzi: "Gli aforismi di Chiari non sono gli aforismi di un medico (come quelli di Fioravanti, Santorio, Macoppe) ma di un uomo colto, che ricava dalle letture e dall'esperienza il modo migliore per mantenersi in salute. Il suo rapporto con la medicina non è d'autore ma da paziente e lettore". [Scrittori italiani di aforismi, volume 1, Mondadori, 1994].
Non usare alcun medicamento bene spesso è l'ottima sorta di medicamento.
(Francesco Chiari)
Cento aforismi fisico-medici
La medicina statica di Santorio Santorio, 1743 - Selezione Aforismario

A chi dorme in una stanza imbiancata di fresco, se quella sia chiusa, n'è male; se vi si aggiunga del fuoco, n'è peggio. 

Alcune cose sono velenose alle creature umane, e alle bestie no: altre tutto al contrario.

Alcune malattie trascurate talvolta ne vanno al meno di per sé.

Aprir la vena talor è necessario, sovente utile, non sempre però n'è proficuo.

Che il latte sia portato alle poppe da' vasi chiliferi per una strada più breve, di quella del circolo del sangue, forse sarà tempo, in cui si crederà per cosa certa, e sicura.

Che il miele, ed il zucchero, o le cose fatte con essi producano i vermi, è falso.

Che le femmine giovanette si ripurghino su la Luna nuova, le più attempate su la Luna vecchia, fu un falso detto degli antichi.

Che si levi sangue col salasso ad una donna gravida, purché ve ne sia la moderazione, talor è necessario, ne porta pericolo dell'aborto.

Che una persona sana possa vivere senza mangiare né bere per molti giorni supera la natura dell'uomo; la malattia poi non è così.

Ciocche n'è senza di un vicendevole riposo non è durevole, senza il necessario dormire gli animali non posson vivere.

Colui che beve vin puro in copia, bisogna che mangi meno: un astemio può cibarsi con alimento più copiofo.

Colui che sta lungo tempo nel numero degli studenti, non sta troppo nel numero dei viventi.

Composizioni di troppa spesa, se avete senno, schivatele, per esser dannose alla borsa de' poveri infermi.

Con la quiete e con l'astinenza si discacciano gagliardissimi mali.

Con sudor moderato vi potete liberare da molti incomodi.

De i cibi che sono nell'uso comune degli uomini, a titolo di salute non ne schivate alcuno, né a quello troppo siatene dietro; in tal guisa tutt'i cibi vi gioveranno, niuno saravvi nocevole

De' veleni altri si prendono per bocca, o per di fuori s'introducono nel corpo: altri si generano nel corpo stesso.

De' veleni altri son corrosivi: altri troppo scioglierti, o coagolanti la massa del sangue: altri vaporosi, che particolarmente ne vanno alla testa.

Dormire col corpo affatto nudo sebbene siano caldi grandi, si è nocevole

Dormire colla testa e anche bocca coperta di modo che possa impedirsi la respirazione, si è cosa pessima.

Dormire dove sia stato un fuoco gagliardo non è cosa buona.

Dormire in un'aria odorosa non è bene: se gli odori sono buoni si è male; se sono cattivi, peggio.

Far notomia degli uomini vivi si è crudeltà, farla de' bruti per apprenderne la filosofia, è di necessità.

I medicamenti soavi crediate certo esser migliori dei disgustevoli.

I medicinali che muovono nausea agl'infermi si tralascino, stanteche possono portar del pericolo .

I purganti gagliardi anno in sé del velenoso, e della malignità; perciò convien astenersene quanto è possibile.

I purganti offendono lo stomaco; perciò se la necessità non vi stringe non vi curate di prenderli.

I residui degli alimenti simili al fermento della pasta, e i sughi acidi, espressi dalle ghiandole del ventricolo, ne fanno la digestione nello stomaco.

II vino è cordiale, contro veleni, rallegra e nutrisce, e quanto è più puro tanto maggiormente; l'acqua tutto al contrario.

Il dormire in un luogo da ogni parte ferrato con del fuoco non è senza pericolo: e quanto più è gagliardo il calore, tanto si è peggio.

Il polso talvolta testifica la verità, talvolta però è fallace.

Il sangue si è il tesoro della vita; però non è da dissiparsi temerariamente.

Il sudor impedito, o l'impedita traspirazione reca disastri non leggeri.

Il Tabacco masticato senza giusto motivo non giova alla sanità, cerne forse neppur a' denti.

Il the, ed il caffè ha l'uso suo profittevole; ha però ancora l'abuso suo. L'uso moderato in tutte le cose n'è buono; conforme una cosa può giovare, può ancor nuocere.

Il vino generoso ribatte la forza purgante: onde si è molto utile negli scioglimenti di ventre.

Il vino puro, principalmente generoso preso per medicina a più cose si è giovevole.

Il visitare gli escrementi degli ammalati una volta fu creduta cosa necessaria, dappoi superstiziosa; e se si fa troppo spesso, ridicola.

Il zucchero è un veleno per gl'infetti: sarebbe ancor per l'uomo qualor se ne facesse l'abuso con la quantità.

Ingoiata qualche cosa cattiva, o veleno immantinente fate ricorso al vomito.

Ingoiato il veleno, o cosa nociva, cosa opportuna si è far ricorso al vin generoso,

La cioccolata presentemente n'è presso di noi fra le delizie, non è spogliata de' suoi giovamenti: ma dall'abuso, e dal beverne troppa convien guardarsi.

La medicina moltiplice appena pochi ne conduce su la soglia della vecchiaia.

La prima digestione del cibo si fa nella bocca per mezzo della masticazione con l'opera della saliva.

La virtù medicinale sta nelle erbe, ne' legni, nelle pietre, ne' minerali, negli animali. Voi se il vostro male sarà leggiero; senza molta difficoltà vi potrete medicare da per voi.

L'aria n'è il primo nutrimento dell'uomo, degli animali, delle piante.

L'aria rinchiusa nelle viscere della terra n'è velenosa, e che all'improvviso può soffocare: lo stesso dite de' sepolcri.

Le bevande molto fredde sono cattive: le gelate, pessime.

Le ingiurie dell'aria fuggitele quasi fossero di un nemico sdegnatissimo.

Le medicine semplici sono sempre migliori delle composte.

Le stanze non esposte ad un'aria che trapassi fuggitele come la peste.

L'esofago e la bocca n'è la strada più corta per cacciar fuora quante può nuocere con la sua malignità.

Se la natura vostra v'inclina ricorrete ai vomitivi; se non avete altro, olio, e vino puro bevuta in copia doverebbe sanarvi. 

L'orina che si fa dopo di aver bevuto del vin generoso in breve spazio di tempo da indizio, che la tessitura delle parti di un vivo, siano molto differenti da quello che n'appariscono in un morto.

L'oro, e le gemme di gran prezzo lasciatele alle femmine, e ai gioiellieri, non le usate per medicamenti.

L'uso continuato delle cose dolci non e giovevole.

L'uso del Tabacco applicato ai nervi dell'odorato senza cagione alcuna è abuso, e con la sua velenosità nuoce a' medesimi nervi, e al cervello.

Mangiare, o bere l'oro e le pietre preziose si è piuttosto pompa da ricco che di chi brami alimento.

Né il dormir supino, né boccone è buon dormire, sì l'uno che l'altro è pericoloso, e nocivo alla respirazione.

Nei mali di soffocazione, o di oppressione improvvisa, l'apertura della vena si è necessaria.

Nei mali dubbiosi, se direte che l'infermo certamente morirà, vi renderete un indovino ridicolo.

Nei vecchi le cartilagini s'induriscono quasi come ossi perciò i movimenti dei vecchi si rendon più pigri.

Nel salassare l'andar osservando i Segni del Zodiaco, i giorni della Luna, e altre simili cose con curiosità, son fantasie inutili.

Nell'aprir delle vene non siate troppo superstizioso: stante che dato il circolo del sangue da ogni vena, sgorga il sangue della stessa natura.

Nelle infermità da curarsi, qualor bastano cose semplici, astenetevi da cose composte.

Niun purgante cava un'umore dal corpo per elezione; e dir questo ha del favoloso.

Niun'aria si è peggiore di quella che ha prodotta la malattia.

Non usare alcun medicamento bene spesso è l'ottima sorta di medicamento.

Ogn'infermità per lo più trae la sua origine o da troppo vuotamento, o da troppa ripienezza.

Per mezzo dei sogni può venirsi nella cognizione degli umori che peccano, o abbondano nel corpo; non già possono presagirsi le cose future.

Purgarsi col vomito moderato n'è al sommo giovevole tanto nella ripienezza di un sano, come in molte malattie. Quei mali dunque che furono cagionati dalla ripienezza siano curati con l'evacuazione, e al contrario.

Respirare un'aria aperta, e sventolata, è cosa sanissima.

Se alcuno si ciba giornalmente di un’oncia di più del bisogno, a lungo tempo o bisognerà che muoia alla fine, o almeno che si ammali.

Se bevete acqua sia ella della più leggera, pura, non troppo fredda ancora nei caldi grandi.

Se dopo il cibo asciutto ne viene il singhiozzo, bevete: se viene dopo di aver copiosamente bevuto, mangiate.

Se dormendo supino provate difficoltà di respiro, o vi paia d'aver sul petto una pietra; non vi prendete paura di spiriti maligni, atteso che altro non è che la circolazione del sangue ritardata.

Se in dormendo v'intrigano la mente sogni spaventevoli sono effetti naturali del temperamento, oppur della respirazione impedita.

Se la vostra mente sia in perturbazione, e non possiate prender sonno, temete di cadere o in una malattia frenetica, o in pazzia: pertanto con qualche medicamento conciliatevi il sonno.

Se lo stomaco sarà stato travagliato da vomito, l'uso moderato del vin puro si prova molto giovevole.

Se nel medicare non potete con sicurezza recar giovamento, siate almeno cauto di non inferir nocumento.

Se oggi banchettate, domani astenetevi; se oggi avete digiunato, domani prendete alimento più copioso, e così starete sano.

Se siete sano, e proviate  convulsioni, siate attinente nel mangiare sinattantoche ne svanisca la convulsione: stante che la sua cagione n'è la ripienezza.

Se starete lungi dall'ozio, e da Venere, starete lontano anche dal letto.

Se state bene non usate i rimedi degl'infermi.

Se state sano abbiatevi cara a fine di non ammalarvi; se poi siete gravemente infermo datevi a curare all'altrui parere: atteso che la vostra mente n'è altresì inferma.

Se taluno ogni giorno prenda un'oncia meno del bisogno di alimento, in progresso di tempo per necessità ne morrà dalla fame.

Senza sangue non si vive, né questo può fermarsi affatto senza che ne venga la morte.

Sudar conviene non troppo, atteso che nel moto un umidore della cute si è meglio assai che il sudor abbondante.

Un moto moderato non solamente si è giovevole, ma necessario per la sanità.

Note
Le preposizione troncate ne', a' , ecc. sono state tradotte in italiano moderno: nei, ai, ecc.