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Aforismi, frasi e citazioni di Manlio Cecovini

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Manlio Cecovini (Trieste 1914 - 2010), politico, saggista e aforista italiano. Manlio Cecovini è stato prima magistrato e poi avvocato. Ideatore del movimento autonomista «Lista del Melone", che insegnò a tanti distratti che la sovranità appartiene ai cittadini e non ai politici. Dal 1993 si è occupato soltanto di cultura e scrittura. Le sue principali opere sono: Ponte Perati: la Julia in Grecia (1954), Discorso di un triestino agli i

taliani (1968), Straniero in paradiso (1970), Un'ipotesi per Barbara (1982), Trieste ribelle (1985), Testimone del caos (1990), Escursioni in Elicona (1990), Dare e avere per Trieste (1991-1994), Nottole ad Atene (1994), Refoli (1996), Assieme all'albero che deve morire (1997), Un seme per il corvo e Zadig (1998).

Le seguenti riflessioni di Manlio Cecovini sono tratte da Dizionarietto di filosofia quotidiana (Edizioni Mediterranee, 2002), una raccolta di aforismi e pensieri.
Solo una cosa è veramente importante:
capire che nulla è veramente importante. (Manlio Cecovini)
Dizionarietto di filosofia quotidiana
2002 - Selezione Aforismario

Che l'uomo sia stato in origine un quadrupede (se non proprio un asino) è dimostrato geneticamente da come camminando muove le braccia. Camminano anch'esse, sia pure sospese nell'aria, e con l'esatto ritmo del passo del quadrupede, secondo il principio delle diagonali alternate, braccio destro col piede sinistro e viceversa. E con la stessa alternanza si dispongono i pesi, quando il camminatore si ferma.

Forse invecchio senza avere completato il mio tempio (metafora massonica). Forse resterà incompiuto. Ma non è questa la condizione fisiologica del genere umano?

Il meglio di Pirandello è nei suoi titoli. Il meglio dei titoli di Pirandello è in Shakespeare.

La corruzione, nelle sue molteplici applicazioni, è da sempre la spina dorsale della politica e chi non la pratica è considerato un elemento di disturbo, da eliminare alla prima occasione.

La democrazia non ha la pretesa di rendere ricchi i poveri, ma dovrebbe almeno evitare di rendere poveri i ricchi. Chi creerebbe nuovi posti di lavoro atti a restringere l'area della povertà?

La favilla che muove il progresso non è della folla ma dei leader, guide, pastori d'anime, condottieri illuminati. Il moto dell'umanità è insomma regolato dal principio aristocratico. Persino nel comunismo.

L'alcol è un veleno che uccide lentamente. Gli alcolizzati lo sanno, ma non hanno fretta. Chi ha fretta prende la droga. 

L'uomo vorrebbe fare un percorso piano, nella presunzione arrogante di poter controllare gli eventi. In realtà non controlla niente. Panta rei e ruit hora: ecco le sole implacabili leggi della vita.

Mi piacerebbe poter leggere ancora mille libri, scriverne altri dieci. Ma devo accontentarmi di sognarlo. Sono alla fine della corsa. Li leggerà per me qualcun altro, qualcun altro li scriverà.

Nelle sue molteplici applicazioni, la corruzione è da sempre la spina dorsale della politica e chi non la pratica è considerato un elemento di disturbo, da eliminare alla prima occasione.

Non c'è immortalità, c'è solo una memoria un po' più lunga.

Non esistono problemi. Esiste solo l'ignoranza con cui si affrontano le questioni.

Nulla esiste al mondo di più importante del rapporto intersessuale. Esso è l'origine di tutto ciò che può accadere.

Perché corri come un forsennato? Completarsi, realizzarsi, raggiungere il successo!. .. Non capisci che stai correndo verso la morte?

Scrivere è un modo di essere soli.

Se devi acquistare qualcosa su misura, e non conosci, o non ricordi la misura, prendi la taglia abbondante. Nel più sta il meno e non viceversa.

Servì sempre gli altri più che se stesso. Fu un generoso oppure un fesso?

Solo una cosa è veramente importante: capire che nulla è veramente importante.

Strutturalmente il corpo è un edificio. Dinamicamente è una macchina. Sotto entrambi gli aspetti, se vuole durare in stato d'uso, ha bisogno di una continua manutenzione e di quando in quando di appropriati restauri.

Tecnico è uno che fa; politico, uno che parla.

Tolkien. Fiabe per bambini ritardati e per adulti rimbambiti. Divertenti per entrambi.

Un buon libro non deve contenere nessun errore. Un capolavoro può permettersene qualcuno, perché il capolavoro è fuori dalle regole.

Una buona conferenza dev'essere come l'abito d'una signora elegante: sufficiente a coprire, ma non tanto da scoraggiare la fantasia.

I dizionari definiscono l'aforisma come una breve massima che esprime in succinto una regola di vita o una sentenza filosofica. E portano ad esempio la frase "parlare per aforismi", a significare un parlare sentenzioso, da saggio oda persona che si atteggi a saggio. lo non mi sono mai dato l'aria del saggio, anche se in questi ultimi anni, confrontandomi con la diffusissima stupidità che sembra dominare il mondo, mi è venuto il sospetto di essere il portatore d'una piccola saggezza personale. Dicevano gli antichi: "Quam parva sapientia regit mundum"; intendendo affermare che il mondo è retto dagli sciocchi. Non so se sia vero, ma i fatti tendono piuttosto a confermare che a contrastare l'esattezza di questo aforisma. Su queste basi mi pare di poter definire l'aforisma come la forma abbreviata di espressione, propria del pensatore pigro o frettoloso, spesso apodittica e superficiale, ma, insieme, suggestiva e accattivante. Tutti, anche purtroppo gli sciocchi, di tanto in tanto infilano nel discorso degli aforismi, considerandoli lecite scorciatoie in un discorso che altrimenti richiederebbe più tempo e maggiore capacità espressiva. In tali casi 1'aforisma si riduce generalmente a un luogo comune, una frase fatta, priva di qualsiasi pregio di originalità. Negli altri casi può apparire come un preziosismo.

Libro di Cecovini consigliato da Aforismario
Dizionarietto di filosofia quotidiana
Editore: Edizioni Mediterranee, 2002

Manlio Cecovini, narratore e saggi sta in quel filone triestino che prende [O le mosse da Svevo e Siataper, e tuttora si distingue nella letteratura italiana, è un singolare testimone della seconda metà del Ventesimo secolo, con la quale si è concluso senza entusiasmi il secondo millennio dell'era cristiana. Con questo suo Dizionarietto di filosofia quotidiana, sorridente ma affilato come un rasoio, tra miti in disfacimento e quesiti irrisolti, e probabilmente irresolubili, egli consegna, come diceva Stendhal, «tothe happy few», cioè ai posteri, un documento senza ipocrisie, su quella che egli chiama «la muffa umana che imbratta la superficie terrestre». Questa sorta di manuale in 120 voci è dedicato a tutti quelli che non si accontentano dei luoghi comuni e, non volendosi fermare alla superficie delle cose, vogliono approfondire argomenti, temi, concetti, senza cadere nel tedio, solleticati con acume e ironia. E di ironia - caratteristica degli scrittori di frontiera, primo fra tutti Italo Svevo, concittadino dell'Autore - è permeata questa raccolta di sagge riflessioni, scritte nell'arco di molti anni, che alla fine racconta il mondo interiore di Cecovini, la sua vita di grande impegno professionale, politico e artistico, sostanzialmente la sua filosofia - in senso lato - quotidiana, spicciola. Un'opera senza dubbio originale, che oscilila con disinvoltura tra saggistica e narrativa, in uno stile rapido, chiaro ad ogni lettore e divertente.