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Aforismi, frasi e citazioni di Mario Andrea Rigoni

Selezione dei migliori aforismi e delle frasi più significative di Mario Andrea Rigoni (Asiago 1948), scrittore, saggista, traduttore e aforista italiano. Nell'attività letteraria di Mario Andrea Rigoni, la scrittura aforistica ha sicuramente un posto di rilievo: "Ho incominciato a scrivere aforismi, io credo, in conseguenza di un fallimento interiore - di un vuoto che si era aperto nella mia conoscenza non meno che nella mia vita. L'avvenimento capitale della mia adolescenza era stata la perdita di ogni certezza e di ogni fede: innanzitutto di quella religiosa, nella quale ero stato educato. Esso non si svolse senza contrasto e senza angoscia, anzi: senza un sentimento di panico, che mi avrebbe segnato a lungo". [Autoritratto di un aforista, in Teoria e storia dell'aforisma © Bruno Mondadori 2004].

Amico di Emil Cioran e curatore delle sue opere, Mario Andrea Rigoni è a sua volta un noto scrittore di aforismi. Nel 1993 pubblica con la Rizzoli Variazioni sull'Impossibile (ripubblicato in una nuova edizione nel 2006 da Il notes magico, con prefazione di Tim Parks), definito da Cioran "Un libro acuto e profondo" dopo averlo letto nell'edizione francese. Nel 2010, Rigoni pubblica un secondo libro di aforismi con l'editore Aragno, intitolato Vanità.

Parlando di sé stesso, ha scritto Mario Andrea Rigoni: "Tutta la mia morale è in una frase di Chamfort: «Godi e fai godere, senza nuocere né agli altri né a te stesso ». Tutta la mia metafisica in una di Madame du Deffand: «Non sono fatta per questo mondo; non so se ce ne sia un altro; se sì, quale che possa essere, lo temo»".
Non mentiamo a noi stessi, abbiamo tutti bisogno di perseguire qualche scopo
nella vita, fosse pure quello, assai raro, di non avere nessuno scopo.
(Mario Andrea Rigoni)
Variazioni sull'impossibile
© Rizzoli - Il Notes Magico 1993 - Selezione Aforismario

Adoro il caos, ma detesto l'imprecisione.

Bellezza delle piante − i soli esseri viventi in questo universo che non producono rumore né rifiuti.

Che si siano sempre pregati gli dèi è umano, ma ciò non depone, a dire il vero, in favore della nostra eleganza. Meno che mai della loro.

Convivere con gli altri è un'arte la cui difficoltà è superata soltanto da quella di convivere con se stessi.

Dove c'è anima c'è sporcizia. 

Essere generosi può essere un'imprudenza, esserlo troppo è sicuramente un errore. Gli altri non solo non te ne saranno grati, ma addirittura te ne vorranno. Disabituati all'idea stessa del disinteresse, si sentiranno vittime di una forma larvata di superiorità, di orgoglio, di sfida e finiranno col nutrire nei tuoi confronti un' avversione tanto più profonda quanto meno il tuo comportamento avrà dato loro motivo e occasione di manifestarla.

lo non so se vi sia un altro mondo; so tuttavia che la semplice esistenza di questo è un prodigio tale che ormai dobbiamo aspettarci qualsiasi cosa, che non possiamo più escludere nessuna ipotesi, che la stessa distinzione fra il naturale e il soprannaturale è inane...

La conoscenza è l'artificio che la vita ha inventato per dimenticare ciò che essa è: una vertigine immane.

La violenza non è in noi: la violenza è nel divenire. Quando qualcosa si muove, siamo già in presenza di una catastrofe.

La volgarità di un'idea si misura dal suo bisogno di proselitismo.

Nel reale si rischia di soffocare, nell'irreale di perdersi.

Non mentiamo a noi stessi, abbiamo tutti bisogno di perseguire qualche scopo nella vita, fosse pure quello, assai raro, di non avere nessuno scopo.

Non per il numero degli imbecilli e dei folli, che sarà rimasto pressoché invariato, ma per il credito intellettuale e sociale che ha loro accordato, il nostro tempo passerà alla storia.

Per capire il successo, altrimenti inspiegabile, di certi individui, bisogna sapere che esiste un tipo del tutto particolare di genio: il genio della mediocrità.

Possiamo rinunciare al necessario − purché ci sia garantito il superfluo!

Propagare la vita è propagare il terrore. 

Se l'accadere fosse riconducibile alla logica, sarebbe logico che non accadesse più nulla.

Si impara di più da una visita a un mattatoio che da venticinque secoli di esperienza filosofica.

Soltanto quando siamo maturi per morire intravediamo come avremmo dovuto vivere.

Sono un volterriano, sì − un volterriano roso dal mistero.

Tutta la ricchezza dell'uomo è in ciò che gli manca.

Vanità
Metafisica della vanità 
© Aragno 2010 - Selezione Aforismario

Cicerone lamentava che tutti i posti della celebrità fossero già stati occupati: duemila anni fa.

Ciò che non si ottiene dalla generosità degli uomini spesso si ottiene dalla loro vanità.

Come la verità è nuda, così la vanità è sempre vestita, anzi larvata: giacché, se fosse nuda, che cosa avrebbe da mostrare?

È vero che alcuni amano starsene appartati e inosservati: allo scopo di essere, per questo, finalmente notati.

Ho trovato la definizione della mia vita: un capolavoro di imperfezione. Ma non ci sarà, perfino nella più sincera constatazione delle proprie sconfitte, un'ultima rivincita della vanità?

La festa prima della fine, l'orchestra che suona e non smette di suonare, mentre il Titanic affonda, è più che l'immagine di un'epoca: è una metafora della storia, della vita stessa, di ciascuno e di tutti.

La nostra nullità dovrebbe moderare la nostra ambizione; d'altronde questa nasce proprio da quella.

«Non importa che se ne parli male, purché se ne parli», si sente dire a proposito di un libro, di uno spettacolo o di qualsiasi iniziativa. Un vizio comune e antico, già denunciato da Montaigne: «Ci curiamo più che si parli di noi che di come se ne parla; e ci basta che il nostro nome corra sulla bocca degli uomini, in qualsiasi modo ciò avvenga». Mai, tuttavia, questa stupida ambizione aveva raggiunto la forma parossistica con la quale imperversa nella nostra società.

Se non proprio col respiro, la vanità nasce con la stazione eretta...

Se vuoi rendere inoffensivo il tuo nemico più acre non hai che da lodarlo. È probabile che non solo smetta di nuocerti, ma che si trasformi in un amico.

Libro di Rigoni consigliato da Aforismario
Variazioni sull'Impossibile
Prefazione: Tim Parks
Editore: Il Notes Magico, 2006

Un narratore di Beckett commenta ironico: «Qui non c'è futuro». «Ahimè, sì». Il lettore che reagisce a questa battuta di Beckett con un sorriso saprà apprezzare le Variazioni sull'Impossibile. Per coloro che non colgono l'umorismo non ci saranno spiegazioni. Lo scrittore di aforismi non si sforza di convincerci, non ci aiuterà a capire. Il brivido che suscita nel lettore entusiasta dipende da un lampo di riconoscimento dalla parte di quest'ultimo. «Esiste una geografia del pensiero», afferma Rigoni, «vi sono le zone miti e temperate, le più affollate; le calde e le fredde, già molto meno abitate; infine le zone dell' equatore e delle nevi permanenti, dei soli e dei ghiacci intollerabili, dove soltanto pochi, e per breve tempo, si avventurano». Portandoci qualche fuggevole notizia da quelle zone più desolate, lo scrittore di aforismi verrà «capito» da coloro che, anche se non si sono mai spinti così in là, hanno comunque avvistato in lontananza questi aspri territori. Così, in un certo senso, ma forse questo vale per tutta l'alta letteratura, l'aforisma è scritto per gli iniziati; si rivolge alla comunità di chi ha sperimentato "l'impossibilità" della vita, ma senza prefiggersi lo scopo di incrementare quella comunità. E poi, che bisogno mai ce ne sarebbe? Prima o poi saremo tutti iniziati alla delusione, e per arrivare a quel passaggio non c'è mai fretta. Così chi vive ancora nella beata ingenuità non deve aver paura di un libro come questo. Semplicemente, non lo capirà. O come dice Rigoni con più ironia: «La volgarità di un'idea si misura dal suo bisogno di proselitismo».