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Aforismi di Renzo Sertoli Salis dal "Dizionario delle idee sbagliate"

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Renzo Sertoli Salis (Varese 1905 - Sondrio 1992), avvocato, docente di diritto e scrittore italiano. Le seguenti citazioni di Renzo Sertoli Salis sono tratte da Dizionario delle idee sbagliate, pubblicato dall'editore Ceschina nel 1955. Per lo stile ironico, e tratti cinico, questo dizionario ne richiama altri più celebri, come il Dizionario del Diavolo di Ambrose Bierce e il Dizionario antiballistico di Pitigrilli.
Martiri. Un tempo lo si diceva dei cristiani;
oggi lo si dice dei mariti. (Renzo Sertoli Salis)
Dizionario delle idee sbagliate
© Ceschina 1955 - Selezione Aforismario

Adamo. È ormai chiaro che il peccato del primo uomo − ammesso che un "primo" uomo sia mai esistito − è stato quello di generarne degli altri.

Antipatia. Sentimento spesse volte irragionevole, ma necessario per limitare i danni della socievolezza umana.

Appuntamento. Di solito è quello d'affari oppure col dentista o con un altro medico; quelli galanti si chiamavano un tempo rendez-vous e oggi impegno urgente. Elegante la frase « appuntamento con la morte». È il solo che non manca mai.

Attenti. Parola che quasi sempre dà inizio a una frase stupida. Attenti al cane!, e il più delle volte il cane non c'è; attenti, caduta sassi!, e vorrei proprio sapere come si fa ad evitarli.

Audacia. La fortuna aiuta gli audaci, la fortuna e l'ardire van spesso insieme, e così via. Ma per un colpo che riesce, quante sono mai le teste rotte?

Bambini. I bambini dei vostri ospiti - specialmente se voi siete gli ospitati - sono sempre belli e intelligenti. Poiché è difficile distinguere quando son molto piccini - fra un bambino e una bambina, un arguto scrittore suggerisce di dire «Oh, che caro angioletto!». Per una singolare fatalità, i bambini piacciono sempre agli scapoli e alle nubili: «Sarebbe un così buon papà, una così brava mamma!».

Bilancio. Quello dello Stato è sempre in deficit, ma sempre sulla via del pareggio.

Brutta. È tanto buona, ha così bei capelli ed è così affezionata alla mamma. Ieri sonava benissimo il pianoforte, oggi conosce perfettamente le lingue moderne.

Buona fede. Secondo il codice civile, è sempre presunta (perché non si può mai provare).

Cattivi. Tutti quelli che non agiscono come noi vorremmo,

Causa. Dicono che l'effetto segue sempre la causa. A parte il luogo comune, è il caso di osservare con l'Anonimo che c'è ad ogni modo un'eccezione: quando un medico segue il funerale d'un cliente è la causa che segue l'effetto.

Censura. Dire che è contraria ai principi della libertà, ma pur necessaria. Serve ad avvicinare il pubblico a un'opera invece che ad allontanarlo.

Diritto. Sempre troppo forte coi deboli e troppo debole coi forti (proprio come le tasse); antica massima dei filosofi che fa bell'effetto ripetere in società. Certo, il dritto è stato chiamato così perché dovrebbe drizzare i torti; ma chi ci crede?

Dogma. Uno dei più certi miracoli della fede è quello di far credere nei dogmi.

Egoismo. Spaventoso difetto − quello degli altri − contro il quale ci si scaglia continuamente.

Elisir di lunga vita. Lo ricercavano gli alchimisti ieri, lo cercano i chimici e i fisiologhi oggi, lo ricercheranno gli scienziati più o meno atomici domani.

Fedeltà. Sentimento inventato per poter far gli elogi del cane e della propria moglie. Negli uomini - quando esiste - è causata o dalla pigrizia o dalla prudenza o dall'abitudine o dall'avarizia; nelle donne - eccetto, come si è detto, per la propria moglie - non esiste.

Fesseria. Voce napoletana rapidamente nazionalizzatasi: nel senso di inezia oppure in quella di sbaglio: la maggior parte delle azioni dell'uomo.

Gioco d'azzardo. Atto di fede nella fortuna, lusinga l'uomo comune e lascia indifferente il filosofo.

Hic sunt leones. Qui abitano i leoni, dicevano le antiche carte geografiche per indicare le regioni ignote dell'Africa. Oggi i leoni sono finiti altrove - magari sui cartelloni pubblicitari - ma l'ignoranza umana è rimasta.

Ideologia. S'impadronisce n un corto momento di un cervello, ne assorbe tutte le idee, impedisce ogni libertà di scelta e di critica.

Iena. Bestia che mangia i cadaveri e che perciò l'uomo disprezza: probabilmente perché li mangia crudi anziché cotti come lui.

Infermità mentale. Dichiarazione medica dovuta a un buon avvocato.

Inferno. Se non ci fosse, bisognerebbe inventarlo. Ritrovo per l'eternità di tutte le belle donne.

Innamorato. Gli innamorati compiangono chi non è innamorato; e chi non è innamorato compatisce gli innamorati.

Legge. È uguale per tutti i gonzi. Tre sono le categorie di persone che si fanno beffe della legge: gli uomini di Stato, gli zingari e i banditi.

Letto matrimoniale. Difficile farsene un'idea esatta. C'è quel tale che vi dice: - Quando i coniugi fanno due letti, non sono lontani dal farne tre. - E quell'altro invece sostiene che il dormire nello stesso letto non è meno sciocco che il mangiare nella stessa scodella o il sedersi sulla medesima seggiola.

Martiri. Un tempo lo si diceva dei cristiani, voglio dire i cristiani primitivi; oggi lo si dice dei mariti.

Neutralità. Di neutrale non c'è che la Svizzera.

Moda. Vocabolo che potrebbe entrare nel dizionario della stupidità umana soltanto ove quest'ultimo non andasse per mani di donne.

Noia. Ripetere che una persona intelligente non sa che cosa sia la noia. Quanto a coloro che affermano essere la noia una nostra superiorità sugli animali, hanno mai osservato la sonnolenza dei cani e gli sbadigli dei gatti?

Orgia. Passatempo dei mariti rimasti in città mentre le mogli sono in villeggiatura.

Parenti. Sempre troppo numerosi.

Pulizia. Si dice della casa, del corpo, degli indumenti ecc.; quando si tratti della società umana, allora
- per riguardo a quest'ultima - si cambia una vocale e si parla di polizia.

Quadrifoglio. Qui il simbolo del talismano - di tradizione piuttosto recente - è in funzione della sua rarità. Certo, un quadrifoglio - perché porti ventura - occorre trovarlo per caso e non cercarlo, sebbene la pazienza sia: già di per sé una fortuna (anzi la giusta via del genio, secondo la concezione del Buffon). Ma la fortuna sta soprattutto nell'avere una vista così acuta in un campo di trifoglio.

Ragion di Stato. È quasi sempre il torto dei sudditi.

Scrivere. Dire che bisogna scrivere come si parla. Certamente, ma a patto di parlar bene.

Sedia. Come si chiamavano i sedentari quando le sedie non erano ancora state inventate?

Signorina. Nome riservato alle vergini e alle prostitute.

Tassa. Le tasse sono sempre troppo gravose per i contribuenti e troppo leggere per lo Stato.

Tassa sugli imbecilli. Così fu chiamato il lotto.

Terremoto. A terremoto avvenuto, si scopre sempre qualche sismografo che l'aveva previsto.

Umanista. Ogni persona colta che non capisce la matematica.

Viaggio. Il maggior piacere del viaggio comincia di solito quando il viaggio è finito: quando cioè si ricorda e se ne parla con gli amici. Secondo molti, consiste addirittura o nel progettarlo o nel tornare a casa.

Volontà. Consiste nel fare ciò che vogliono gli altri e nel credere che facciamo ciò che vogliamo noi.

Xenoglossia. Forma di medianità in cui i medium parlano o scrivono in lingue da essi totalmente ignorate. Il meccanismo di teletrasmissione ci è finora ignoto, però è da osservare che tali lingue sono spesso conosciute da uno dei presenti: nel qual caso si tratta di semplice trasmissione di pensiero.

Zolfo. Minerale utile all'agricoltura e indispensabile al diavolo per avvertire della propria presenza.

Libro di Renzo Sertoli Salis consigliato
Dizionario delle idee sbagliate
Editore: Ceschina, Milano, 1955

"Dizionario delle idee sbagliate": così, dopo mature riflessioni, abbiamo intitolato questo volume. Ma una prima "idea sbagliata" potrebbe essere anche quella del titolo, ché di dizionario vero e proprio − cioè di una opera di consultazione − non si tratta, ma piuttosto d'un'opera letteraria e moraleggiante, e poi perché, oltre alle idee sbagliate (principali superstizioni, errori, pregiudizi), vi si contengono molti luoghi comuni, i quali idee sbagliate non sono, ma piuttosto idee scadenti, di poco valore. Ma... e come lo si doveva intitolare? Farse "dizionario dei poveri di spirito" o "dizionario delle anime candide"? Oppure "sciocchezzaio", ovvero ancora "dizionario della stupidità umana"? Infinita − come la bontà di Dio e la malizia delle donne − è la stupidità umana e nemmeno la piramide di Cheope basterebbe a contenerlo tutto, un dizionario delle sciocchezze; e così abbiamo preferito il titolo di idee sbagliate: per le persone colte e intelligenti, infatti, anche i luoghi comuni sono dopotutto idee sbagliate in quanto idee sciocche, dacché − secondo la frase dello Chamfort − sono convenute alla maggior parte degli uomini.