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Aforismi e pensieri di Joseph Joubert

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Joseph Joubert (Montignac 1754 Villeneuve-sur-Yonne 1824), pensatore, moralista e aforista francese. Joubert inizia i propri studi presso un collegio religioso di Tolosa, dove in seguito insegnerà egli stesso fino al 1776. Due anni dopo si trasferisce a Parigi, dove conosce alcuni dei maggiori intellettuali dell'epoca, come: D'Alembert, Diderot e Chateaubriand.
Nel 1774, all'età di vent'anni, comincia a scrivere appunti e riflessioni sparse su vari argomenti, più come esigenza interiore che in previsione di realizzare un'opera sistematica: "Questi pensieri più che la base della mia opera sono la mia vita stessa". 
Questa esigenza di scrivere i propri pensieri si fa con gli anni sempre più forte, e dal 1786 comincia a redigere il primo dei suoi quaderni [carnets], che, seppure parzialmente, saranno pubblicati postumi per la prima volta nel 1838, con il titolo di Recueil des pensées de M. Joubert, grazie all'interessamento dell'amico Chateaubriand. Successivamente sono state pubblicate edizioni più complete dei suoi carnets (che in genere portano il titolo di Pensées [Pensieri], e gran parte della sua corrispondenza. 
Joubert ha fatto dell'aforisma, della massima e della scrittura discontinua il proprio stile letterario: "Conosco un uomo tormentato dalla maledetta ambizione di mettere tutto un libro in una pagina, tutta una pagina in una frase e tutta una frase in una parola; sono io".
Concludiamo queste brevi note biografiche di Joubert con un suo breve ritratto lasciatoci da Chateaubriand: 
«La sua grande pretesa era la tranquillità e nessuno era turbato come lui: si sorvegliava per arrestare le emozioni dell'anima che credeva nocive alla salute, e sempre i suoi amici venivano a disturbare le precauzioni ch'egli aveva preso per stare bene, perché non poteva impedirsi di essere commosso dalla loro tristezza o dalla loro gioia: era un egoista che non si occupava che degli altri. Per recuperare un po' di forze, si credeva spesso obbligato a chiudere gli occhi e a non parlare durante ore intere. Dio sa che rumore e che movimento avvenivano dentro di lui durante il silenzio e il riposo che s'imponeva. Joubert mutava dieta e regime ogni momento, vivendo un giorno di latte, un altro giorno di carne tritata, facendosi sballottare al trotto sui sentieri più aspri, o trainare lentamente nei viali più piani. Quando leggeva, strappava dai suoi libri le pagine che gli dispiacevano avendo, in tal modo, una biblioteca a suo uso, composta di opere mutilate, contenute entro copertine troppo ampie. Profondo metafisico, la sua filosofia, attraverso un'elaborazione che gli era propria, diventava pittura e poesia; Platone dal cuore di La Fontaine, s'era fatta l'idea di una perfezione che gli impediva di finire qualsiasi cosa».
Immagine di Joseph Joubert
Non si può trovare poesia da nessuna parte quando non se ne porta in sé. (Joseph Joubert)

Pensieri
Pensées, 1838 (postumo) - Selezione Aforismario

A rendere compiuto il senso della vera felicità occorre la coscienza di averla meritata.

Amare soltanto le donne belle e sopportare i cattivi libri: segno di decadenza.

Anche l'autunno della vita ha le sue luci, quelle luci che non hanno le altre stagioni.

Bisogna non solo coltivare i propri amici, ma coltivare in sé le proprie amicizie. Bisogna conservarle con cura, curarle, innaffiarle

Bisogna scegliere per moglie soltanto una donna che, se fosse un uomo, si sceglierebbe per amico.

Bisogna sempre avere in testa un angolo aperto e libero per farvi posto alle opinioni dei nostri amici e lì collocarle temporaneamente. Bisogna infine aver un cuore e una mente ospitali. Diventa davvero insopportabile conversare con uomini che non hanno nel cervello se non scomparti in cui tutto è occupato.

Bisogna trattare le nostre vite come trattiamo i nostri scritti, mettere in accordo, in armonia il mezzo, la fine e l’inizio. Abbiamo bisogno, per ottenere questo, di farvi molte cancellature.

C'è gente che ha solo una pezza di morale. È una stoffa con la quale non si fa mai abiti.

Chiudi gli occhi e vedrai.

Ci sono spiriti che vanno verso l'errore attraverso tutte le verità; ce n'è di più fortunati che vanno verso le grandi verità attraverso tutti gli errori.

Ciò che non rapisce non può essere poesia.

Conoscere è saper vedere in noi stessi.

Di coloro cui il mondo non basta: i santi, i conquistatori, i poeti e tutti gli amanti dei libri. 

Dimostrare agli uomini, come Socrate, che nulla essi sanno, è un volerseli fare nemici.

È giustissima l'osservazione di uno scrittore cinese il quale dice che noi abbiamo tre occhi e tre orecchie. Perché la somma sia esatta bisogna infatti aggiungere ai due occhi e alle due orecchie del corpo l'orecchio dell'anima, e l'invisibile occhio dello spirito.

È più bello desiderare che possedere la gloria.

È stato giustamente osservato che la follia dell'amore è di credersi eterno.

...ed improvviso ecco l'anno in cui ci sentiamo invecchiare.

Educare è un modo di amare.

Gli esempi, per i bambini, sono più utili dei rimproveri.

Gli esseri spirituali hanno per gli aspetti pratici della vita il medesimo atteggiamento degli ignoranti per i libri: non ne capiscono niente.

Gli spiriti fuori del comune sono per natura nemici di tutti gli altri: per il solo fatto che ne differiscono.

I poeti hanno cento volte più buon senso dei filosofi. Cercando il bello, essi incontrano più verità di quante i filosofi non ne trovino cercando il vero.

Il bene è meglio del meglio.

Il cielo è per coloro che vi pensano.

Il genio dà inizio alle opere belle, ma soltanto il lavoro le compie.

Il grande inconveniente dei nuovi libri è d'impedirci di rileggere i vecchi. 

Il grande problema dell'uomo è la vita, il grande problema della vita è la morte.

In poesia, in eloquenza, in musica, in pittura, in scultura, anche nel ragionamento, niente è bello quanto quel che esce dall'anima o dalle viscere. Le viscere, dopo l'anima, è ciò che c'è in noi di più intimo.

In realtà fanno più paura le anime che i corpi: perché si teme più il giudizio che il braccio degli uomini.

In religione bisogna esser semplici come tanti fanciulli. Ecco perché in religione i libri più ingenui sono i libri migliori. 

Inconsapevolmente noi andiamo cercando nei libri le parole che ci aiutino a esprimere i nostri pensieri.

Insegnare significa imparare due volte.

L'amicizia è una pianta che deve saper superare la siccità.

L'illusione è una parte integrante della realtà, le attiene essenzialmente come l'effetto attiene alla causa.

La carta è paziente, ma il lettore non lo è.

La fantasia è l'occhio dell'anima.

La memoria è lo specchio in cui noi rivediamo gli assenti.

La musica ha sette lettere; la scrittura ha venticinque note.

La paura alimenta l'immaginazione.

La pena di coloro che hanno troppo amato le donne è d'esser costretti ad amarle per sempre. 

La preghiera, anche se non muta il nostro destino, modifica tuttavia i sentimenti: vantaggio, questo, non minore dell'altro.

La realtà del pensiero è identica a quella di una palla di cannone.

La virtù è la salute dell'anima.

La vita è un dovere che, come tutti i doveri, dobbiamo sforzarci a far divenire un piacere.

La vita intera è impiegata ad occuparsi degli altri. Ne passiamo una metà ad amarli, l'altra metà a dirne male.

La storia ha bisogno di lontananza come la prospettiva. I fatti e gli avvenimenti troppo attestati hanno, in qualche modo, cessato d'essere malleabili.

Le parole sono come vetri che oscurano tutto ciò che non aiutano a vedere meglio.

Le preghiere più belle sono le preghiere disinteressate: preghiere che partecipano della sola adorazione. 

Le rivoluzioni sono tempi in cui il povero non è sicuro della sua probità, il ricco della sua fortuna e l'innocente della sua vita.

Libri dai quali ci viene il piacere di sentirci dire che abbiamo ragione.

Lo spazio è la statura di Dio.

Lo stile è il pensiero.

Lo stile oratorio ha spesso gli inconvenienti di quelle opere la cui musica impedisce di sentire le parole: qui le parole impediscono di vedere i pensieri.

Niente è peggio al mondo di un'opera mediocre, che fa finta di essere eccellente.

Niente fa tanto onore ad una donna quanto la sua pazienza e niente le fa così poco onore quanto la pazienza di suo marito.

Non è felice chi non vuole esserlo.

Non si può trovare poesia da nessuna parte quando non se ne porta in sé.

Non tagliate mai quello che potete sciogliere.

Nulla di più bello di un bel libro, nel mondo. 

Ogni eccesso è un difetto.

Parlare a voce più bassa per farsi ascoltare meglio da un pubblico sordo.

Pensare quel che non si sente è mentire a se stessi, come si mente agli altri quando si dice loro quel che non si pensa. Tutto quel che si pensa, bisogna pensarlo con tutto il proprio essere, anima e corpo.

Per pensare a Dio non occorre lavorar di cervello. 

Per scrivere un bel libro sono necessarie tre cosa: il talento, l'arte e il mestiere; cioè la natura, l'operosità e l'abitudine.

Piaceri che avvertiamo come tali quando più non possiamo goderli.

Quando la forma è tale che se ne è più occupati del contenuto, si crede che il pensiero è venuto per la frase, il fatto per il racconto, il biasimo per l'epigramma, l'elogio per il madrigale, e il giudizio per la battuta.

Quando non ci saranno più biblioteche e pochi libri saranno in certo modo salvati, si nasconderanno probabilmente i più piccoli, quelli che conterranno al contempo il massimo di dottrina e il minimo di parole, così come in un incendio, in un saccheggio, in una fuga si portano con sé innanzi tutto i diamanti.

Quando si parla, si scrive nell'aria ciò che si dice.

Quando si scrive con facilità, si crede sempre di avere più talento di quanto se ne ha. Per scrivere bene, ci vuole una facilità naturale e una difficoltà acquisita.

Senza idea di Dio non si può avere idea esatta della virtù. 

Tutte le belle parole sono nella lingua. Bisogna sapervele trovare.

Tutto ciò che è esatto è breve.

Un pensiero è una cosa altrettanto reale di una palla di cannone.

Una metà di me si fa beffe dell’altra.

Uomini dritti come canne. Ovvero pronti a piegarsi al minimo vento.

Vi è un'altra germinazione: quella delle idee. Quattro sono i regni della natura, non tre: il regno del pensiero è quello che tutti oggi trascuriamo.

Vi sono cose abbastanza belle per essere vedute, non abbastanza per essere sognate.