Aforismi, frasi e citazioni di Maura Del Serra
Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Maura Del Serra (Pistoia 1948), poetessa, traduttrice, aforista e critica letteraria italiana. Per la sua attività letteraria, Maura Del Serra ha ricevuto numerosi riconoscimenti nazionali ed internazionali, fra i quali: il premio "Montale" per la poesia, il premio "Flaiano" per il teatro e il premio "Betocchi" per la traduzione. Nell'anno 2000 le è stato assegnato il premio della Cultura della Presidenza del Consiglio dei ministri.
Prima di poter volare, l'anima deve fare un bagno di polvere, come gli uccelli. (Maura Del Serra) |
© Ocra gialla 1995 - Selezione Aforismario
Leggere il giornale - e certi libri - è un esercizio zen: insegna che il pieno è uguale al vuoto.
Chiedere all'arte di avere peso mondano è chiedere al sorriso di far rumore.
Come i polmoni l'aria, l'anima respira il divino, senza vederlo né conoscerlo: ma a quel respiro lo specchio del mondo si appanna, e le permette di tracciarvi i suoi segni (di lode, di domanda, di contraddizione).
Dio ha creato il corpo umano coi ritagli dello spazio, lo spazio coi ritagli del tempo, il tempo coi ritagli dell' eternità, l'eternità coi ritagli di sé.
Il vero altro è se stesso. Quando si urta contro un altro, si chiede scusa; quando si urta contro se stessi si chiede pace.
Facile e domestico simbolismo esistenziale delle posate: il cucchiaio-infanzia che mescola e raccoglie
indiscriminatamente il reale; la forchetta-maturità, che lo infilza decisa e selettiva; il coltello-vecchiaia, che taglia via il superfluo e rende piccolo e assimilabile il grande.
Prima di poter volare, l'anima deve fare un bagno di polvere, come gli uccelli.
L'incomprensione, l'indifferenza del mondo verso la propria arte: l'alibi della debolezza, dell'autocompassione. Il fiore non aspetta il consenso dei suoi compagni di prato: gli basta quello del sole e della terra, per vivere l'imperativo di far primavera.
Non possiamo leggere la nostra vita, perché siamo il palmo stesso della mano divina.
Non si è padroni di se stessi, se non si è servi (sorridenti, cioè amici) della verità.
La pazienza è la capacità di sofferire, di interiorizzare i pesi e le ferite sopportandoli, portando li sotto la coscienza. "Perdere la pazienza" è quindi perdere tempo e presa sul reale, è cadere nell'impazienza, che non sopprime le notti oscure, ma le abbaglia con innumeri astri elettrici, con l'angoscia stridente di una piccola morte anonima.
Tempo: illusoria sostanza delle forme create.
La differenza fra spirito scientifico e spirito religioso è quella fra continuità infinita ed eterno presente.
La più nobile letteratura è specchio della poesia, la più nobile poesia specchio della verità, la pi nobile verità è specchio dell'amore.
La poesia è il corpo astrale del poeta.
Si può affrontare la lacerazione, si può affondarvi o contemplarla, ma non si può insediarvisi, a prezzo della vita e della verità interiore: si diviene parassiti del cosmo.
Fare dell'arte un'opera di vita.
Non il dolore è il nemico, ma l'illusione. Il nesso fra dolore e conoscenza (to pathei màthosi è che il primo spezza e spazza, con l'io, le ombre-illusioni, rende scabri i gradini lucidi della scala, taglia insieme alla carne l'anima, i nodi dipinti che la imprigionano, ci rompe in mano il bicchiere di liquore e ci costringe a tendere le mani verso l'acqua.
Niente garantisce al chicco la sua rinascita, se non il desiderio della luce.
Quando uno specchio è puro, chi vi si guarda lo dimentica e vi contempla la fedeltà del proprio apparire e quello del mondo circostante ri-suscitato. Non altro è il compito dell'artista: farsi trans-parente: apparire, a chi legge nella sua opera il proprio esistere, come un parente, suo congenere e prossimo che è, evangelicamente, "come se stesso". Si "crea" per poter essere-amare, per poter essere conosciuti-amati; per potersi amare. Come un assetato che non può bere se prima non ha passato l'acqua dal cavo delle proprie mani in quelle di chi lo circonda; non può bere se non quando quelle sue mani gli ritornano, vuote.
Santo è chi parla con Dio degli degli uomini e con gli uomini di Dio.
Il sensibile e l'intellettuale: due lenti diversamente colorate, in rosso e azzurro, filtri che tentano di accogliere la trasparenza: dalla loro fusione deriva il violetto dell'anima.
Trasformare continuamente il mondo in sogno e il sogno in mondo, guardare in alto e in basso, come fa chi cammina in sintonia con la mèta.
Una società che crede a fondo perduto nelle immagini non è più una casa comune, ma una camera degli specchi.
Venire a contatto con le verità più alte, e immunizzarsene per non esserne trasformati: è il peccato più grande, quello che converte l'oro in piombo: il peccato dei mediocri ("E gli uomini preferirono le tenebre alla luce"). Fra loro molti letterati, che sono, appunto, i fedeli della lettera.
Libro di Maura Del Serra
Aforismi
Nota al testo: Margherita Pieracci Harwell
Editore: Via del Vento, Pistoia, 1995
Nella vasta produzione di Maura Del Serra − che si articola nei "generi" del saggio, della poesia, del dramma − l'aforisma offre l'evidenza che da un'unica fonte limpida e ardente derivano gli innumeri filoni di un'opera in sommo grado differenziata. Ultima essenza poesia/agape, ("la più nobile che è specchio della verità", quando l'artista ha la generosità di "farsi trans-parente": apparire a chi legge nella sua opera il proprio esistere, come un parente, suo congenere e prossimo che è evangelicamente, "come se stesso"») gli Aforismi - come gemme tagliate da un maestro di grande talento - catturano nelle loro faccette la luce, e la moltiplicano finché essa ri-susciti il mondo.
Note
Vedi anche: Aforisti Contemporanei