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Aforismi, frasi e citazioni di Slavoj Žižek

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Slavoj Žižek (Lubiana 1949), filosofo e psicoanalista sloveno. La maggior parte delle seguenti riflessioni di Slavoj Žižek sono tratte dai libri: In difesa delle cause perse (In Defense of Lost Causes, 2008), Vivere alla fine dei tempi (Living in the End Times, 2010), Benvenuti in tempi interessanti (2012).
Sono d'accordo con Sofocle: la più grande fortuna è non essere mai nati;
tuttavia, come dice anche la battuta, pochissime persone
sono riuscite nell'impresa. (Slavoj Žižek)
Il Grande Altro
Nazionalismo, godimento, cultura di massa, 1999

[Occorre] inventare nuove forme di pratica politica contenenti una dimensione di universalità al di là del capitale.

La profonda identificazione che "tiene insieme" i membri della comunità non è tanto l'identificazione con la legge che domina il corso quotidiano, "normale" della sua vita, quanto l'identificazione alla forma comune, specifica della trasgressione della Legge (in termini psicanalitici, con la forma di godimento caratteristica della comunità).

Il fragile assoluto
Krhki absolut, 2000

Che cos'è l'Assoluto? Qualcosa che troviamo nelle fugaci esperienze, come il sorriso di una bella donna o persino il sorriso di una persona che fino a poco tempo fa ci era sembrata bruta e repellente. È in questi miracolosi, ma estremamente fragili momenti che viene alla luce, attraverso la nostra realtà, un'altra dimensione. L'Assoluto come tale può facilmente disgregarsi, può troppo facilmente sfuggirci tra le mani, dobbiamo maneggiarlo con cautela, come una fragile farfalla.

In difesa delle cause perse
In Defense of Lost Causes, 2008

Nell'infinita complessità del mondo contemporaneo, in cui le cose, la maggior parte delle volte, si mostrano come l'opposto di quello che sono - intolleranza come tolleranza, religione come senso comune razionale, e così via - la tentazione di tagliar corto, con un violento gesto del tipo: «Basta stronzate!», è grande.

Ai giorni nostri, in effetti, il dire stronzate si estende a macchia d'olio.

Siamo nel mezzo di un processo di corruzione morale: coloro che detengono il potere stanno letteralmente cercando di spezzare una parte della nostra ossatura etica, di attenuare e dissolvere ciò che rappresenta probabilmente la più grande acquisizione della civiltà, la crescita della nostra sensibilità morale spontanea.

Tale è il dominio naturale dell'abitudine, che conserviamo le convenzioni più arbitrarie, e talvolta le stesse istituzioni più difettose, come la regola più assoluta del vero e del falso, del giusto e dell'ingiusto. Non pensiamo neppure al fatto che la maggior parte è dovuta ancora necessariamente ai pregiudizi di cui il dispotismo ci ha nutrito.

La lezione degli ultimi decenni, se ce n'è una, è l'indistruttibilità del capitalismo. Il paragone che (già) Marx opera con il vampiro ci deve riportare alla mente l'aspetto di morto vivente dei vampiri: essi si risollevano sempre, dopo essere stati colpiti a morte.

In una delle sue vecchie canzoni, Wolf Biermann poneva la domanda: «C'è una vita prima della morte?», un rovesciamento materialista perfetto della domanda idealista tradizionale: «C'è una vita dopo la morte?» Ciò che preoccupa un materialista è: sono veramente vivo, qui e ora, o sto solo vegetando, come un mero animale umano piegato alla sopravvivenza?

L'umorismo può essere estremamente crudele e denigratorio. Si prenda un esempio estremo: il famigerato «Arbeit macht frei!» sopra i cancelli di Auschwitz non rappresenta un argomento contro la dignità del lavoro. Il lavoro ci rende veramente liberi, come Hegel afferma nel famoso passaggio della Fenomenologia dello spirito sul signore e il servo; ciò che i nazisti hanno compiuto scrivendo il motto sui cancelli di Auschwitz è semplicemente un atto di derisione crudele, analogo a stuprare qualcuno indossando una maglietta con la scritta «Il sesso è piacere!».

Vivere alla fine dei tempi
Living in the End Times, 2010

Perché tanti problemi sono oggi considerati problemi di intolleranza, invece che problemi di disuguaglianza, sfruttamento o ingiustizia? Perché è la tolleranza che si propone come rimedio, invece che l’emancipazione, la lotta politica, o magari la lotta armata?

Com’è che si diventa veramente adulti? Sapendo quando possiamo violare la regola esplicita nel cui rispetto ci siamo impegnati.

La sola prova del gusto è la capacità di apprezzare occasionalmente cose che non sono all’altezza del buon gusto; chi persegue troppo rigidamente il buon gusto mostra solo la sua totale mancanza di gusto.

La politica deve essere interamente purificata da ideali morali ed essere resa «realistica», deve prendere l’essere umano per quello che è, deve far conto sulla sua vera natura, non su prediche morali.

Il modo di liberarci dei nostri padroni non sta nel far diventare il genere umano stesso il padrone collettivo della natura, ma nel riconoscere l'impostura nella nozione stessa di padrone.

Benvenuti in tempi interessanti
2012

Dopo decenni di Stato sociale, in cui i tagli finanziari erano limitati a brevi periodi ed erano sostenuti dalla promessa che le cose sarebbero ben presto tornate alla normalità, stiamo entrando in un nuovo periodo in cui la crisi economica è diventata permanente, è ormai un semplice modo di vita. 

La «società amministrata» dell'Occidente è pura barbarie celata sotto le spoglie di civiltà.

Questa è la vita nell'era postpolitica dell'economia naturalizzata: le decisioni politiche sono di norma presentate come questioni di pura necessità economica; quando vengo imposte misure di austerità ci sentiamo ripetere che questo è semplicemente ciò che deve essere fatto.

Se i capitalisti più dinamici oggi sono i comunisti al potere in Cina, non è questo il segnale finale del trionfo globale del capitalismo?

Nella sfera depoliticizzata dell'amministrazione postideologica, il solo modo di mobilitare l'elettorato è suscitare paura (degli immigrati, del prossimo).

Fascismo e stalinismo non sono forse stati i mostri gemelli del ventesimo secolo, il primo uscito dai disperati tentativi del vecchio mondo di sopravvivere, il secondo da uno sforzo mal concepito di costruirne uno nuovo?

Fonte sconosciuta
Sono d'accordo con Sofocle: la più grande fortuna è non essere mai nati – tuttavia, come dice anche la battuta, pochissime persone sono riuscite nell'impresa.

Libro di Slavoj Žižek consigliato
In difesa delle cause perse
Traduttore C. Arruzza 
Editore Ponte alle Grazie, 2013

La rivoluzione globale è una causa persa? I valori universali sono reliquie di un'età perduta o di un'epoca superata? Per paura dell'orrore totalitario che abbiamo alle spalle, siamo costretti a rassegnarci a una misera terza via fatta di liberismo in economia e di pura amministrazione dell'esistente in politica? Slavoj Žižek mira all'ideologia regnante, sostenendo che dobbiamo invece riappropriarci di numerose "cause perse" e cercare un nocciolo di verità nelle politiche totalitarie della modernità.