Cerca Autori o Argomenti in Aforismario

I migliori Aforismi di Nicolás Gómez Dávila

Selezione dei migliori aforismi e delle frasi più significative di Nicolás Gómez Dávila (Cajicá 1913 - Bogotá 1994) scrittore e aforista colombiano. La sua opera maggiore è la raccolta di aforismi, suddivisa in cinque volumi pubblicati tra il 1977 e il 1992, intitolata Escolios a un texto implícito (Glosse ad un testo implicito).

Franco Volpi, che ha curato l'edizione italiana dell'opera di Nicolás Gómez Dávila, scrive: "Gli Escolios sono l'opera di una vita disciplinata e metodica, un distillato di pensiero affidato a sentenze maturate nel corso degli anni, che impressionano per la loro essenzialità, il loro nitore stilistico, la trasparente evidenza delle verità che comunicano". [...] "Gómez Dävila è senz'altro uno dei più originali solitari del Novecento, che ha interpretato il ruolo del filosofo-scrittore nel mondo moderno in uno stile impareggiabile, coltivando al tempo stesso l'eredità greca e lo spirito di Chartres. Come tale egli non si sentiva né voce della sua epoca, né il proprio tempo colto in pensieri, ma un solitario di Dio, un angelo prigioniero nel tempo".

Gli aforismi riportati di seguito sono tratti dai volumi pubblicati da Adelphi col titolo di In margine a un testo implicito (2001) e Tra poche parole (2007).
L'uomo moderno non ama, si rifugia nell'amore; non spera, si rifugia
nella speranza; non crede, si rifugia in un dogma. (Nicolás Gómez Dávila)
In margine a un testo implicito
Escolios a un texto implícito, 1977-1992 © Adelphi - Selezione Aforismario

Borghesia è qualunque insieme di individui scontenti di ciò che hanno e soddisfatti di ciò che sono.

C'è una sola cosa più ripugnante del futuro che i progressisti senza volerlo preparano: il futuro che sognano.

Che certi uomini autenticamente grandi ci irritino è cosa che dobbiamo ai loro ammiratori. D'altra parte nessuno è del tutto innocente riguardo agli ammiratori che conquista.

Che il termine "abitudinario" sia oggi un insulto la dice lunga sulla nostra ignoranza nell'arte di vivere.

Chi non teme che il più banale dei suoi momenti presenti diventi in futuro un paradiso perduto?

Chi si lamenta dell'angustia dell'ambiente in cui vive pretende che siano gli avvenimenti, i vicini, i paesaggi a fornirgli la sensibilità e l'intelligenza che la natura gli ha negato.

Chi si ostina a voler capire più di quel che c'è da capire capisce meno di tutti.

Chi sopprime le segrete connivenze tra i propri amori e i propri odi diventa un fanatico che incede tra schemi.

Civiltà è ciò che è miracolosamente scampato allo zelo dei governanti.

Compito dell'immaginazione è la redenzione della realtà.

Convocare un'assemblea che proponga riforme per evitare una catastrofe è il mezzo più efficace per renderla inevitabile.

Da fuori tutto ciò che è importante è beffardo.

Da quando la religione si secolarizza, come unico testimone di Dio rimane Satana.

Dio è la condizione trascendentale del nostro schifo.

Dio è la condizione trascendentale dell'assurdità dell'universo.

Dio stesso è l'autore di certe bestemmie.

Duecento anni fa era lecito confidare nel futuro senza essere completamente stupidi. Ma oggi chi può dar credito alle attuali profezie, dato che siamo noi lo splendido avvenire di ieri?

È facile convertirsi a una teoria ascoltando il difensore della teoria contraria.

È sufficiente che la bellezza sfiori appena il nostro tedio, perché il cuore ci si laceri come seta tra le mani della vita.

Essere cristiani è trovarsi di fronte a colui cui non possiamo nasconderci, di fronte a cui non possiamo mascherarci. È assumersi il peso di dire la verità anche quando offende.

Forse il futuro prossimo porterà catastrofi inimmaginabili. Ma ciò che di sicuro minaccia il mondo non è tanto la violenza di moltitudini fameliche quanto la sazietà di masse annoiate.

Gli entusiasti sostenitori del progresso, più che a migliorare il mondo, contribuiscono ad affrettare la caducità, la fugacità, la mutevolezza delle cose.

Grande scrittore è quello che intinge in inchiostro infernale la penna che strappa dall'ala di un arcangelo.

I conflitti interiori rompono la crosta di indifferenza che l'anima oppone alle verità che l'assediano.

Idee confuse e acque torbide sembrano profonde.

Il cattolicesimo insegna quel che un uomo vorrebbe credere e non osa.

Il cattolico autentico non sta al di qua ma al di là della bestemmia. Il miscredente si stupisce che i suoi argomenti non allarmino il cattolico, dimenticando che il cattolico è un miscredente sconfitto. Le sue obiezioni sono i fondamenti della nostra fede.

Il credente non è possessore di eredità iscritte al catasto, ma comandante che avvista le coste di un continente inesplorato.

Il fine più alto che l'uomo moderno riesca a immaginare è servire i capricci anonimi dei suoi concittadini.

Il grande scrittore sembra inventare quel che dice, perché una prosa perfetta cancella il ricordo del balbettio che la precede.

Il massimo trionfo della scienza sembra consistere nella velocità crescente con cui lo stupido può trasferire la sua stupidità da un luogo a un altro.

Il moralista distingue e chiarisce quel che il sociologo confonde.

Il più grande errore moderno non è l'annuncio della morte di Dio, ma l'essersi persuasi della morte del diavolo.

Il popolo non elegge chi lo cura, ma chi lo droga.

Il popolo non si ribella mai al dispotismo ma alla cattiva alimentazione.

Il prestigio della "cultura" induce gli stupidi a mangiare senza avere fame.

Il rifiuto ci turba, l'approvazione ci confonde.

Il tempo è temibile non tanto perché uccide, quanto perché smaschera.

Il vantaggio dell'aforisma sul sistema è la facilità con cui si dimostra la sua insufficienza. Tra poche parole è difficile nascondersi come tra pochi alberi.

Il volgo ammira la confusione piuttosto che la complessità.

Il volume di applausi non misura il valore di un'idea. La teoria dominante può essere una pomposa stupidaggine. Ma tale osservazione, invero ordinaria, di solito sfugge allo spettatore intimidito.

In questo secolo bisogna augurarsi non che vinca un partito − qualunque esso sia − ma che non vinca il partito contrario.

In questo secolo di moltitudini transumanti che profanano ogni luogo illustre, l'unico omaggio che un pellegrino devoto può rendere a un santuario degno di devozione è quello di non visitarlo.

Invecchiare è una catastrofe del corpo che la nostra codardia trasforma in catastrofe dell'anima.

L'amore e l'odio non sono creatori ma rivelatori delle qualità che la nostra indifferenza rende opache.

L'amore è l'organo con cui percepiamo l'inconfondibile individualità degli esseri.

L'amore per il popolo è vocazione aristocratica. Il democratico lo ama soltanto in periodo elettorale.

L'antichità che negava il dolore, la modernità che nega il peccato si impigliano in identici sofismi.

La banalizzazione è il prezzo della comunicazione.

La bruttezza di un oggetto è la condizione preliminare del suo moltiplicarsi su scala industriale.

La carità dell'uomo moderno non consiste nell'amare il prossimo come sé stesso, ma nell'amare sé stesso nel prossimo.

La causa della stupidità democratica è la fiducia nel cittadino anonimo; e la causa dei suoi crimini è la fiducia che il cittadino anonimo ha in se stesso.

La coerenza di un discorso non è prova di verità ma solo di coerenza. La verità è la somma di evidenze incoerenti.

La crescita della popolazione preoccupa il demografo solo quando teme che ostacoli il progresso economico o renda difficile l'alimentazione delle masse. Che poi l'uomo abbia bisogno di solitudine, che la proliferazione degli uomini produca società crudeli, che si abbia bisogno di spazio tra gli uomini perché lo spirito respiri, di questo non gliene importa nulla. Non gli interessa la qualità dell'uomo.

La fede incapace di ridere di sé stessa deve dubitare della propria autenticità.

La forma sublime del disprezzo è il perdono.

La personalità di questi tempi è la somma di ciò che fa colpo sugli stupidi.

La radicale opposizione tra gli uomini si svela nel fatto che, parlando del piacere, gli uni decollano verso la metafisica e gli altri scivolano verso la fisiologia.

La ragione è una mano premuta sul petto a placare il battito del nostro cuore disordinato.

La religione non è nata dall'esigenza di assicurare solidarietà sociale, come le cattedrali non sono state edificate per incentivare il turismo.

La sincerità corrompe al tempo stesso le buone maniere e il buon gusto.

La società moderna si concede il lusso di tollerare che tutti dicano ciò che vogliono perché oggi, di fondo, tutti pensano allo stesso modo.

La stupidità lascia sorpreso lo stupido e la corruzione il corrotto. L'intelligenza e l'innocenza, invece, non si lasciano sconcertare così facilmente.

La volgarità consiste nel pretendere di essere ciò che non siamo.

Le amicizie durature hanno bisogno di goffaggini condivise.

Le civiltà muoiono per l'indifferenza verso i valori peculiari che le fondano.

Le frasi sono pietruzze che lo scrittore getta nell'animo del lettore. Il diametro delle onde concentriche che esse formano dipende dalle dimensioni dello stagno.

Le nostre aspirazioni, in bocca ad altri, ci sembrano di solito irritanti stupidaggini.

Le perfezioni di chi amiamo non sono finzioni dell'amore. Amare è, al contrario, il privilegio di accorgersi di una perfezione invisibile agli occhi degli altri.

Le verità non stanno entro la circonferenza di un cerchio il cui centro è l'uomo. Le verità si stagliano in luoghi impervi: l'uomo si aggira seguendo i meandri di un sentiero sinuoso che le rivela, le occulta, e alla fine le mostra o le nasconde.

L'individualismo moderno si riduce a reputare personali e proprie le opinioni condivise da tutti.

L'intelligenza si inventa coerenze per dormire sonni tranquilli. Fin quando non irrompe l'assurdo.

Limitato alla sua sola vita, l'individuo odierno ignora quel prolungamento della sua personalità nello spazio e nel tempo che gli derivava dalla sua appartenenza a una famiglia i cui diversi anelli si concatenavano fra loro tramite l'identità continua di un terreno patrimoniale posseduto da lunghi secoli. Nei nostro tempo l'individuo nasce più solo e muore più integralmente.

L'opera bella sussiste autonoma e solitaria; l'opera malriuscita, invece, è parte della biografia di un individuo o di una società.

Lo scrittore bene educato cerca di essere chiaro. Ma non imputiamo sempre la nostra inettitudine alla sua maleducazione. Spiegare invece di alludere presuppone sprezzo per il lettore.

Lo stupido chiama ambigue le idee espresse con una certa delicatezza.

Lo stupido, non comprendendo l'obiezione che lo confuta, si sente da essa rafforzato.

L'umanità è in pericolo quando dimentica il più solenne avvertimento della storia: la civiltà è un uomo armato di frusta tra animali famelici.

L'uomo intelligente è quello che mantiene la sua intelligenza a una temperatura indipendente dalla temperatura dell'ambiente in cui vive.

L'uomo intelligente non vive mai in ambienti mediocri. Un ambiente mediocre è quello in cui non ci sono uomini intelligenti.

L'uomo moderno non ama, si rifugia nell'amore; non spera, si rifugia nella speranza; non crede, si rifugia in un dogma.

L'uomo preferisce discolparsi con la colpa altrui piuttosto che con la propria innocenza.

Maturare non vuol dire rinunciare alle nostre aspirazioni, ma accettare che il mondo non è obbligato a soddisfarle.

Migliorare gli altri è l'ambizione di cui tutti si burlano ma che tutti coltivano.

Nel nostro secolo ogni impresa collettiva edifica prigioni. Solo l'egoismo ci impedisce di collaborare ad atti infami. Oggi a partecipare si finisce per essere complici.

Nelle dispute l'inferiore ha sempre ragione perché il superiore si è abbassato a disputare.

Nessuna città rivela la sua bellezza quando il suo torrente diurno l'attraversa. L'assenza dell'uomo è la condizione ultima della perfezione di tutte le cose.

Nessuna idea che ha bisogno d'appoggio lo merita.

Nessuno si aggrappa tanto alle proprie opinioni quanto colui che è solamente l'eco dell'epoca in cui vive.

Nichilismo, cinismo o stupidità: queste sono le alternative politiche del nostro tempo.

Noi che siamo privi di talento ci limitiamo a tradurre testi anonimi e pubblici nella lingua delle nostre preoccupazioni personali.

Non è vero che le cose hanno valore perché la vita è importante. Al contrario, la vita è importante perché le cose hanno valore.

Non riuscendo a realizzare le sue aspirazioni, il «progresso» chiama aspirazione ciò che realizza.

Pensare come i nostri contemporanei è la ricetta della prosperità e della stupidità.

Per essere protagonisti nel teatro della vita è sufficiente essere attori perfetti, indipendentemente dal ruolo interpretato. Nella vita non ci sono ruoli secondari, ma solo attori secondari.

Per trattare un argomento che conosciamo male ci serve un libro, mentre ci bastano poche frasi per quello che ci è familiare. L'ignoranza ci rende prolissi.

Perché un nuovo amore sbocci, a volte è sufficiente che ci ricordi un amore morto; a volte è sufficiente il ricordo di un amore morto a offuscare lo splendore di una n uova felicità.

Predicano le verità in cui credono o le verità in cui credono di dover credere?

Quando lo spirito si adagia per assopirsi in una «armonia più alta», il rumore del conflitto lo risveglia.

Quanto maggiore è l'importanza di un'attività intellettuale, tanto più ridicola è la pretesa di certificare la competenza di chi la esercita. Un diploma di dentista è degno di rispetto, uno di filosofo è grottesco.

Quanto più una cosa è importante, tanto meno importa il numero dei suoi difensori. Se per difendere una nazione c'è bisogno di un esercito, per difendere un'idea basta un solo uomo.

Questo secolo di pedagogia proletaria predica la dignità del lavoro, come uno schiavo che calunnia l'ozio intelligente e voluttuoso.

Respingiamo l'abominevole esortazione a rinunciare all'amicizia e all'amore per evitare la sventura. Mescoliamo piuttosto le nostre anime come intrecciamo i nostri corpi.

Se Dio non esiste tutto è permesso? No. Se Dio non esiste nulla ha importanza. I permessi sono risibili quando i significati si annullano.

Sebbene il peccato collabori alla costruzione di ogni società, la società moderna è la figlia prediletta dei peccati capitali.

Solo profani e catecumeni credono nell'importanza dell'istruzione. Ogni pedagogo è, sotto sotto, analfabeta.

Teatri, sale da conferenza, da concerto, da esposizione sono i templi dei filistei.

Tutte le dimostrazioni deludono, come tutti i sogni realizzati. L'incertezza è il clima dell'anima.

Tutto ci sembra caotico tranne il nostro disordine.

Un tempo credevamo che fosse sufficiente disprezzare le conquiste dell'uomo; oggi sappiamo di dover disprezzare anche le sue aspirazioni.

Un'evidente stupidaggine non certifica la stupidità del suo autore. E sufficiente affidarsi all'automatismo della ragione per sfociare logicamente in impavide scemenze.

Un libro che non abbia Dio, o l'assenza di Dio, come protagonista clandestino, è privo d'interesse.

Una convinzione si irrobustisce solo quando la nutriamo di obiezioni.
Tanto la mia religione quanto la mia filosofia si riducono
a confidare in Dio. (Nicolás Gómez Dávila)
Tra poche parole
Escolios a un texto implícito, 1977-1992 © Adelphi - Selezione Aforismario

A furia di sentirci ripetere che il giusto va in giro travestito da peccatore, ci siamo abituati a dimenticare che a volte si veste da giusto.

Al rimedio che cura preferiamo sempre il sollievo che aggrava.

Assistendo alla «libera espressione del pensiero cattolico», abbiamo visto che l'intolleranza della vecchia Roma pontificia fu un limes imperiale non tanto contro l'eresia quanto contro la grossolanità e la scempiaggine.

Chi oggi aspiri a distinguersi non deve essere anticonformista.

Con buon umore e pessimismo non ci si può né sbagliare, né annoiare.

Dalla terribile approvazione degli imbecilli il destino protegge solo i difensori di cause perse.

Dato che è impossibile far tacere l'imbecille, la civiltà consiste nell'obbligarlo a recitare un catechismo. Uno qualsiasi.

«Dignità dell'uomo», «grandezza dell'uomo», «diritti dell'uomo» eccetera: emorragia verbale che la semplice visione mattutina della nostra faccia allo specchio, mentre ci radiamo, dovrebbe fermare.

Dichiarare che l'uomo è «misura di tutte le cose» non equivale a proclamarne la grandezza, ma a confessarne i limiti. Sentenza da prigioniero che si vanta.

È fecondo solo il discorso balbettante di cui si appropria una voce sovrana.

Educare non consiste nel contribuire al libero sviluppo dell'individuo, ma nel fare appello a ciò che tutti hanno di buono contro ciò che tutti hanno di perverso.

Gli dèi non puniscono la ricerca della felicità, ma l'ambizione di forgiarla con le nostre mani. Ciò che è gratuito, ciò che non dipende in nessun modo da noi ci è lecito soltanto desiderarlo. Semplice impronta di un angelo che si posa per un istante sulla polvere del nostro cuore.

Grande scrittore è chi inconsapevolmente trasforma in ragioni i pregiudizi dei suoi antenati.

I naufraghi perdonano più facilmente il pilota imprudente che fa affondare la « nave » che non il passeggero intelligente che ne predice la deriva verso lo scoglio.

Il cristianesimo, nel nostro tempo, non evolve, ma «si involve». Con il rifiuto della cristologia trinitaria, l'enfatizzazione del carattere comunitario della Chiesa, la predicazione di un'escatologia immanentista, il cristianesimo odierno retrocede verso un monoteismo unitario, un tribalismo mistico, un messianismo politico. Mescolanza di giudaismo preprofetico e di giudaismo postesilio, il cristianesimo progressista tralascia soltanto il giudaismo profetico, da cui è germogliato il seme dell'albero evangelico.

Il cristiano moderno sente l'obbligo professionale di mostrarsi affabile e allegro, di sfoggiare un benevolo sorriso a trentadue denti, di ostentare cordialità ossequiosa per convincere il miscredente che il cristianesimo non è religione «ombrosa», dottrina «pessimista», morale «ascetica». Il cristiano progressista ci stringe forte la mano con ampio sorriso elettorale.

Il dubbio non vince le convinzioni profonde, ma le arricchisce.

Il mondo moderno non è una calamità definitiva. Esistono depositi clandestini di armi.

Il vero amore tace o scherza.

Il vero cattolico dissimula la propria fede. Non perché se ne vergogni, ma perché non sia la fede a vergognarsi di lui.

In questo secolo di minacce di ogni genere non vi è nulla di più frivolo che di occuparsi di cose serie.

L'amore per la povertà è da cristiani, ma l'adulazione del povero è mera tecnica di reclutamento elettorale.

L'anima volgare nasconde la sua felicità per paura dell'invidia, l'anima nobile perché ne ha compassione.

L'anonimato della città moderna è tanto insopportabile quanto la familiarità delle odierne relazioni sociali. La vita deve essere come un salotto di gente bene educata, dove tutti si conoscono ma nessuno si abbraccia.

La Chiesa impotente di oggi dimentica che solo chi è potente può dire sciocchezze senza screditarsi.

La coscienza della nostra dipendenza, della nostra impotenza, della nostra insignificanza, la coscienza, insomma, della nostra condizione creaturale, ci salva dall'angoscia e dal tedio. Per chi si prostra, il mondo fluisce in una segreta primavera.

La democrazia non ha sostenitore più fervente dello stupido in tempi di pace, né collaboratore più attivo del folle in tempi di rivoluzione.

La discussione intelligente deve limitarsi a chiarire divergenze.

La libertà dura solo fintanto che lo Stato funziona tra l'indifferenza dei cittadini. Quando il cittadino si entusiasma per o contro il governo, tira aria di dispotismo.

La messa può essere celebrata in palazzi o in capanne, ma non in quartieri residenziali.

La serenità è il frutto della rassegnazione all'incertezza.

La solitudine è insopportabile se il solitario non aderisce a evidenze trascendenti. Quando la verità muore, l'uomo anestetizza la propria angoscia col fetore della massa.

La storia contemporanea dimostra che con una modesta paga si recluta manodopera per i peggiori delitti come per le mansioni più umanitarie. In questo secolo il denaro ottiene ciò per cui sembrava necessaria la collaborazione del diavolo o di Dio.

La stupidità è l'angelo che scaccia l'uomo dai suoi momentanei paradisi.

L'azione è il rifugio delle intelligenze spaventate. 

Le pose rivoluzionarie della gioventù moderna sono prova inequivocabile di attitudine alla carriera amministrativa. Le rivoluzioni sono perfette incubatrici di burocrati.

L'illusione di essere liberi cresce con la nostra sottomissione ai mondo. Chi è schiavo di tutto quanto lo circonda proclama la sua autonomia.

L'istruzione sembra importante finché non incappiamo in stupidi istruiti.

L'oscurità di un testo non è un difetto quando quello che dice può essere detto solo in modo oscuro.

Lo stupido si scandalizza e ride quando si accorge che i filosofi si contraddicono. E difficile far capire allo stupido che la filosofia è proprio l'arte di contraddirsi reciprocamente senza annullarsi.

L'unico antidoto all'invidia, negli animi volgari, è la vanità di credere di non aver nulla da invidiare.

L'uomo a volte dispera con dignità, ma è raro che speri con intelligenza. 

L'uomo è più capace di atti eroici che di gesti dovuti.

L'uomo finirà per distruggersi se non rinuncia all'ambizione di realizzare tutto quello che può.

L'uomo intelligente ha il diritto di sbagliarsi. Soltanto lo stupido ha l'obbligo di avere ragione.

L'uomo padrone di sé non è così eroico come chi reprime l'insurrezione della sua anima.

Molti amano l'uomo solo per poter dimenticare Dio con la coscienza a posto.

Nel nostro secolo ogni impresa collettiva edifica prigioni. Solo l'egoismo ci impedisce di collaborare ad atti infami. Oggi a partecipare si finisce per essere complici.

Nella brama di ritrovare i suoi angeli perduti, l'uomo insegue ombre infernali.

Nella storia, distruzioni e ricostruzioni hanno un autore noto. Le costruzioni sono anonime.

Nelle società in cui tutti si credono uguali, l'inevitabile superiorità di pochi fa sì che gli altri si sentano dei falliti. Al contrario, nelle società in cui la disuguaglianza è norma, ciascuno si colloca nella propria differenza senza sentire il bisogno, né concepire la possibilità, di paragonarsi. Solo una struttura gerarchica è compassionevole con i mediocri e gli umili.

Ogni individuo con «ideali» è un potenziale assassino.

Ogni pace si compra con delle viltà.

Ogni soluzione è falsa.

Parlare per farsi capire dall'uditorio non significa predicargli quello che vuole sentire. Il cristianesimo liberale di ieri e il cristianesimo progressista di oggi, per convertire il mondo, anziché adottare un linguaggio comprensibile al mondo, adattano il cristianesimo al mondo.

Per distrarre il popolo mentre lo sfruttano, i dispotismi beceri scelgono combattimenti da circo, mentre il dispotismo astuto preferisce combattimenti elettorali.

Più che pratica di un'etica, o adesione a una dottrina, il cristianesimo è lealtà a una persona.

Quando oggi si sente esclamare: molto civile!, molto umano!, non c'è da dubitare: si tratta di qualche abietta porcheria.

Tanto la mia religione quanto la mia filosofia si riducono a confidare in Dio.

Una grande tradizione intellettuale è una garanzia di assennatezza per chi la eredita e un ricco repertorio di stupidaggini per chi si limita ad appropriarsene.

Uomo colto è colui per il quale nulla è privo di interesse e quasi tutto di importanza.

Vivere con lucidità una vita semplice, silenziosa, discreta, tra libri intelligenti, amando poche persone.

Libro di Nicolás Gómez Dávila consigliato
In margine a un testo implicito
Curatore: Franco Volpi 
Traduzione: Lucio Sessa 
Editore: Adelphi, 2001  

Nelle profondità dell'America Latina si celava da decenni "un territorio tenuto gelosamente nella penombra" prezioso e sorprendente: l'opera di Gómez Dávila, summa di fulminanti annotazioni in margine a un "testo implicito" che sta al lettore scoprire. Figlio di ricchi possidenti, formatesi da autodidatta nella Parigi degli anni Venti e ritornato poi a Bogotà, Gómez Dàvila si ritirò da allora nella solitudine della sua biblioteca, raccogliendovi giorno dopo giorno un impressionante corpus di sentenze, di cui è qui presentata una prima silloge. Queste schegge provviste di una "punta di diamante" incidono in noi, come altrettante evidenze, considerazioni su temi che sono i più grandi e i più quotidiani, i più antichi e i più peculiari dei nostri anni. Ciò che le tiene insieme è, come scrisse una volta Nietzsche, la «lunga logica di una sensibilità filosofica ben definita», che però Dávila si guarda dall’esplicitare troppo, forse per non discordare dal testo smisurato che commenta. Così ha preso forma inclassificabile un’opera che per la sua durezza, per l’intransigenza dei giudizi e la radicalità dei presupposti può ricordare l’inesauribile scepsi di Cioran o il pathos corrusco di Caraco, ma con l’aggiunta di qualcosa di unico: la pacatezza di un saggio insolente, le cui idee sono «un fuoco di luce secca». Da cavalleresco avversario, García Márquez ha ammesso, riferendosi a Gómez Dávila: «Se non fossi comunista, penserei in tutto e per tutto come lui». Gli aforismi di Gómez Dávila sono usciti in più volumi a Bogotá fra il 1977 e il 1992.