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Aforismi e principi matematici di Isaac Newton

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Isaac Newton (Woolsthorpe-by-Colsterworth 1642 - Londra 1727), matematico, fisico, filosofo, astronomo e teologo inglese. Gran parte dei seguenti pensieri di Isaac Newton sono tratti da Principi matematici della filosofia naturale (Philosophiae Naturalis Principia Mathematica), opera in tre volumi pubblicata il 5 luglio 1687, unanimemente riconosciuta come una delle più importanti opere del pensiero scientifico. In essa Newton enunciò le leggi della dinamica e la legge di gravitazione universale.
Nessuna grande scoperta è stata mai fatta senza un'ipotesi audace.
(Isaac Newton)
Principi matematici della filosofia naturale
Philosophiae Naturalis Principia Mathematica, 1687 - Selezione Aforismario

Non so come io appaia al mondo, ma per quel che mi riguarda, mi sembra d'essere stato soltanto come un fanciullo sulla spiaggia che si diverte nel trovare qua e là una pietra più liscia delle altre o una conchiglia più graziosa, mentre il grande oceano della verità giace del tutto inesplorato davanti a me.  

Questa elegantissima compagine del Sole, dei pianeti e delle comete non poté nascere senza il disegno e la potenza di un ente intelligente e potente.

Gli errori non stanno nell'arte ma negli artefici. 

In verità non sono riuscito a scoprire la causa della gravità dai fenomeni, e non avanzo ipotesi.

La cieca necessità metafisica, certamente la stessa sempre e dovunque, non potrebbe produrre la varietà delle cose. Tutta quella diversità delle cose nella natura, che troviamo adatte a tempi e luoghi differenti non può derivare da altro che dalle idee e dalla volontà di un Essere che esiste necessariamente.

Tutta la difficoltà della filosofia sembra consistere in questo: investigare le forze della natura dai fenomeni di moto e quindi dimostrare da queste forze altri fenomeni.

Non definisco tempo, spazio, luogo e moto, in quanto notissimi a tutti. Va notato tuttavia, come comunemente non si concepiscano queste quantità che in relazione a cose sensibili. Di qui nascono i vari pregiudizi, per eliminare i quali conviene distinguere le medesime quantità in assolute e relative, vere e apparenti, matematiche e volgari.

Regola I. Delle cose naturali non devono essere ammesse cause più numerose di quelle che sono vere e bastano a spiegare i fenomeni. Come dicono i filosofi: La natura non fa nulla invano, e inutilmente viene fatto con molte cose ciò che può essere fatto con poche. La natura, infatti, è semplice e non sovrabbonda in cause superflue delle cose.

Regola II. Finché può essere fatto, le medesime cause vanno attribuite ad effetti naturali dello stesso genere. Come alla respirazione nell'uomo e nell'animale, alla caduta delle pietre in Europa e in America; alla luce nel fuoco domestico e nel Sole; alla riflessione della luce sulla Terra e sui pianeti.

Regola III. Le proprietà dei corpi che non possono essere aumentate e diminuite, e quelle che appartengono a tutti i corpi sui quali è possibile impiantare esperimenti, devono essere ritenute qualità di tutti i corpi.

Le qualità dei corpi non si conoscono altrimenti che per mezzo di esperimenti, e perciò devono essere giudicate generali tutte quelle che, in generale, concordano con gli esperimenti.

Contro il progresso continuo degli esperimenti non devono essere inventati sconsideratamente dei sogni, né ci si deve allontanare dall'analogia della natura, dato che essa suole essere semplice e sempre conforme a sé. 

L'estensione, la durezza, l'impenetrabilità, la mobilita e la forza d'inerzia del tutto nasce dall'estensione, dalla durezza, dalla impenetrabilità, dalla mobilita e dalle forze d'inerzia delle parti; di qui concludiamo che tutte le minime parti di tutti i corpi sono estese e dure, impenetrabili, mobili, e dotate di forze d'inerzia. E questo è il fondamento dell'intera filosofia. 

Tutti i corpi gravitano vicendevolmente l'uno verso l'altro. 

Regola IV. Nella filosofia sperimentale, le proposizioni ricavate per induzione dai fenomeni, devono, nonostante le ipotesi contrarie, essere considerate vere o rigorosamente o quanto più possibile, finché non interverranno altri fenomeni, mediante i quali o sono rese più esatte o vengono assoggettate ad eccezioni. Questo deve essere fatto affinché l'argomento dell'induzione non sia eliminato mediante ipotesi. 

Io non invento ipotesi.
[Hypotheses non fingo]. 

Qualunque cosa non deducibile dai fenomeni va chiamata ipotesi; e nella filosofia sperimentale non trovano posto le ipotesi sia metafisiche, sia fisiche, sia delle qualità occulte, sia meccaniche.

I legge del moto: Ogni corpo persevera nel suo stato di quiete o di moto uniforme in linea retta, a meno che non sia costretto a mutare il proprio stato da forze impresse.

II legge del moto: Il mutamento di moto è proporzionale alla forza motrice impressa, e avviene nella direzione della linea retta in cui quella forza è impressa. 

III legge del moto: A un'azione corrisponde sempre una reazione uguale e contraria: ossia, le azioni reciproche di due corpi sono sempre uguali e dirette in senso contrario.

Gli antichi fondarono una duplice meccanica: la razionale, che procede mediante accuratissime dimostrazioni, e la pratica. Tutte le arti manuali appartengono alla parte pratica, dalle quali, peraltro, la meccanica prese il nome. Poiché infatti gli artigiani sogliono operare con poca cura, ciò fece che tutta la meccanica sia stata distinta dalla geometria, in modo che tutto ciò che è rigoroso sia riferito alla geometria, e tutto ciò che è meno rigoroso alla meccanica. Gli errori, però, non sono dell'arte, ma degli artefici. Colui che lavora con minore cura è un meccanico imperfetto, e se qualcuno potesse lavorare in modo accuratissimo, questo sarebbe un meccanico perfettissimo fra tutti. Infatti, anche le descrizioni delle linee rette e dei cerchi, sulle quali la geometria è fondata, appartengono alla meccanica. La geometria non insegna a descrivere queste linee, ma le postula.

La meccanica razionale sarà la scienza dei moti che risultano da forze qualsiasi, e delle forze richieste da moti qualsiasi, esattamente esposta e dimostrata. Questa parte della meccanica fu elaborata dagli antichi, che considerarono la gravità (che non è una potenza manuale) soltanto nei pesi che dovevano essere mossi da quelle potenze, nelle cinque potenze spettanti alle arti manuali. Noi invece esaminiamo non le arti ma la filosofia, e scriviamo non sulle potenze manuali ma su quelle naturali, e trattiamo soprattutto quelle cose che riguardano la gravità, la leggerezza, la forza elastica, la resistenza dei fluidi e le forze di ogni genere sia attrattive che repulsive.
Se ho visto più lontano, è perché stavo sulle spalle di giganti. (Isaac Newton)
Foto: Newton ritratto da William Blake come il "Divin Geometra", 1795
Trattato sull'Apocalisse
Rules for Methodizing the Apocalypse, XVIII sec. (manoscritto postumo)

La verità si ritrova sempre nella semplicità, e non nella complessità e confusione delle cose.
[Truth is ever to be found in simplicity, and not in the multiplicity and confusion of things].

Corrispondenza

Non credo che l'universo si possa spiegare solo con cause naturali, e sono costretto a imputarlo alla saggezza e all'ingegnosità di un essere intelligente.

Se ho visto più lontano, è perché stavo sulle spalle di giganti.
[If I have seen further, it is by standing on the shoulders of giants].
Il grande oceano della verità giace del tutto inesplorato davanti a me.
(Isaac Newton)
Fonte sconosciuta
Selezione Aforismario

Ciò che sappiamo è una goccia, ciò che ignoriamo è un oceano.

L'ateismo è così insensato e odioso per l'umanità che non ha mai avuto molti professori.

Nessuna grande scoperta è stata mai fatta senza un'ipotesi audace.
[No great discovery was ever made without a bold guess].

Posso calcolare i movimenti dei corpi celesti, ma non la pazzia della gente.
[I can calculate the motion of heavenly bodies, but not the madness of people].