Aforismi, frasi e pensieri di Nicolas d’Ailly

Selezione di aforismi, frasi e massime dell'abate Nicolas d’Ailly (?-1712), tratti da Pensieri diversi (Pensées diverses), pubblicati nel 1678.
Il massimo della saggezza è sapere di non averne. (Nicolas d’Ailly)
Pensieri diversi
Pensées diverses, 1678

C’è un’ignoranza priva di conoscenze assai meno disprezzabile dell’ignoranza piena d’errori e d’assurdità che nel mondo molto spesso è chiamata scienza.

L’amor proprio produce tutti i vizi e tutte le virtù morali, a seconda che sia bene o male inteso.
[L'amour propre fait tous les vices et toutes les vertus morales, selon qu'il est bien ou mal entendu].

La vera eloquenza è quella del buon senso, semplice e naturale. Quella che ha bisogno di figure e ornamenti è basata soltanto sul fatto che la maggior parte degli uomini ha vista molto limitata e riesce solo a intravedere le cose.

La prudenza che serve nella condotta delle azioni umane è, a ben considerare, un amor proprio circospetto e molto sensato. Gli s’oppongono la sconsideratezza e la cecità.

L’amore per il prossimo è il più saggio e il più adeguato di tutti i sentimenti. È tanto necessario nella società civile per la felicità della nostra vita quanto nel cristianesimo per la beatitudine eterna.

La vera eloquenza è quella del buon senso, semplice e naturale. Quella che ha bisogno di figure e ornamenti è basata soltanto sul fatto che la maggior parte degli uomini ha vista molto limitata e riesce
solo a intravedere le cose.

Le grandi reputazioni di essere un uomo onesto spesso sono basate sulle maniere e su una notevole abilità nell'apparire onesti piuttosto che non su un merito vero e fondato.

L’artificio e la menzogna sono segni rilevanti della debolezza e della limitatezza della mente umana, così come la moneta falsa lo è della povertà.

L’eccessiva sottomissione ai libri e alle opinioni degli antichi, come a eterne verità rivelate da Dio, guasta molte menti e produce molti pedanti.

La giusta e retta ragione è una luce dell’anima che le fa vedere le cose com’esse sono. Ma in questo mondo ci sono mille nubi che la circondano e l’oscurano.

L’amore puramente spirituale che alcuni immaginano è un’illusione e una chimera; il corpo vi occupa una parte assai superiore allo spirito.

La vita è in sé buona, e il maggior bene al mondo, ma il più maltrattato. Non dobbiamo lamentarci di essa, ma delle nostre sregolatezze.

Il massimo della saggezza è sapere di non averne.

Gli ambiziosi s’ingannano quando si ripropongono dei fini per le loro ambizioni: una volta raggiunti, tali fini divengono mezzi.

L’unanime buona reputazione, e che dura nel tempo, di rado è infondata.
[Une reputacion generale, et de longue durée, es rarement fausse].

I predicatori di virtù, nelle conversazioni, di solito sono fanfaroni e grandi ipocriti. La viva preoccupazione che ha la gente di mondo di lodare la virtù è talvolta un sintomo significativo della loro negligenza nel praticarla.

Ci sono molte persone che amano i libri come fossero dei mobili, ossia più per adornare e abbellire le loro case che non per valorizzare e arricchire la loro mente.

L’illusione degli avari è quella di considerare l’oro e l’argento come beni, mentre essi non sono altro che mezzi per ottenerli.

La verità è semplice e naturale: gran segreto è trovarla.

La maggior parte delle accuse che si rivolgono al proprio prossimo deriva dalla scarsa riflessione su sé stessi.

L’amor proprio fa sì che si considerino i beni e i piaceri che capitano nella vita come una cosa che è nostra, e ci appartiene; e i mali come estranei, e quasi un’ingiustizia della natura. Da ciò derivano le accuse contro la vita umana.

La maggior parte degli eroi è come certi quadri: per apprezzarli, non bisogna guardarli troppo da vicino.

Nei propri studi si cerca più di riempirsi la testa, per conversare e apparire in società, che non d’illuminare e coltivare la propria mente per ben giudicare le cose.

Nella vita tutto è imprevedibile, anche la nascita. Solo la morte è certa, e tuttavia ci comportiamo come se fosse l’unica cosa incerta.

Non ci si cura tanto d’aver ragione quanto di far credere d’aver ragione: ciò fa sì che si sostenga ostinatamente la propria opinione anche dopo aver riconosciuto che è errata.

Nulla è tanto utile alla felicità della vita del conoscere le cose tali quali sono. Questa conoscenza s’acquisisce mediante frequenti riflessioni su quanto accade nel mondo, ma ben poco mediante i libri.

Se il frequente pensiero della morte non riesce a farci divenire persone dabbene, esso tuttavia deve renderci più moderati, meno avari e meno ambiziosi.

Una grande reputazione è un grande onere, difficile da sostenere; una vita modesta è più naturale e più comoda.

Note
Le citazioni dell’Abbé d’Ailly riportate in questa pagina sono state tradotte dal francese da Davide Monda, in Adriano Marchetti (e altri), Moralisti francesi classici e contemporanei © Rizzoli, 2008

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