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Frasi e opinioni su Caravaggio

Raccolta di frasi, opinioni e giudizi critici sull'opera e sulla personalità del Caravaggio, pseudonimo di Michelangelo Merisi (Milano 1571 - Porto Ercole 1610), pittore italiano, tra i più grandi di tutti i tempi. Il nome "Caravaggio" deriva dall'omonimo paese bergamasco in cui per molto tempo si è creduto fosse nato. Caravaggio è celebre non soltanto per le sue straordinarie opere pittoriche e per il suo stile artistico, ma anche per la sua vita da artista "maledetto". Responsabile di un omicidio durante una rissa e condannato a morte, negli ultimi anni della sua esistenza dovette sempre fuggire da una città all'altra per evitare la pena capitale. 
La raccolta dei giudizi critici su Caravaggio è introdotta da un piccolo paragrafo con alcune frasi dello stesso Michelangelo Merisi. 
Ciò che inizia con l'opera di Caravaggio è molto semplicemente
la pittura moderna. (André Berne-Joffroy)
Frasi di Caravaggio
Interrogatorio, 1603

L'essercitio mio è di pittore

La parola valent'huomo appresso di me vuol dire che sappi far bene, cioè sappi far bene dell'arte sua, così in pittura valent'huomo che sappi dcpingcrc bene et imitar bene le cose naturali.

Li valent'huomini sono quelli che si intendono della pittura et giudicaranno buoni pittori quelli che ho giudicato io buoni et cattivi; ma quelli che sono cattivi pittori et ignoranti giudicaranno per buoni pittori gl'ignoranti come sono loro.

Io non so che nessun pittore lodi et habbi per buon pittore nessuno de quelli pittori che io non tengho per buoni pittori.

Prendo in prestito dei corpi e degli oggetti, li dipingo per ricordare a me stesso la magia dell'equilibrio che regola l'universo tutto. In questa magia l'anima mia risuona dell'Unico Suono che mi riporta a Dio.

Opinioni su Caravaggio
Selezione Aforismario

Il Caravaggio: il Rembrandt dell'Italia. Abusò costui del detto di quel Greco quando domandatogli che fosse il suo maestro, mostrò la moltitudine che passava per via; e tale fu la magia del suo chiaroscuro, che, quantunque egli copiasse la natura in ciò ch'ella ha di difettoso e d'ignobile ebbe quasi la forza di sedurre anche un Domenichino, ed un Guido. 
Francesco Algarotti, Saggio sopra la pittura, 1762

Michelagnolo Amerigi fu uomo satirico e altero; e usciva tal'ora a dir male di tutti li pittori passati e presenti per insigni che fossero, poiché a lui pareva d'aver solo con le sue opere avanzati tutti gli altri della sua professione.
Giovanni Baglione, Le Vite dè Pittori, Scultori et Architetti, 1642

Fu Michelagnolo, per soverchio ardimento di spiriti, un poco discolo, e tal'ora cercava occasione di fiaccarsi il collo o di mettere a sbaraglio l'altrui vita.
Giovanni Baglione, ibidem

Se Michelagnolo Amerigi non fusse morto sì presto, averia fatto gran profitto nell'arte per la buona maniera che presa avea nel colorire del naturale; benché egli nel rappresentar le cose non avesse molto giudicio di scegliere il buono e lasciare il cattivo. Nondimeno lasciò gran credito e più si pagavano le sue teste che l'altrui istorie, tanto importa l'aurea popolare, che non giudica con gli occhi ma guarda con l'orecchie.
Giovanni Baglione, Le Vite dè Pittori, Scultori et Architetti, 1642

Invaghiti dalla sua maniera [molti] l'abbracciavano volentieri, poiché senz'altro studio e fatica si facilitavano la via al copiare il naturale, seguitando li corpi volgari e senza bellezza. Così sottoposta dal Caravaggio la maestà dell'arte, ciascuno si prese licenza, e ne seguì il dispregio delle cose belle, tolta ogni autorità all'antico e a Raffaello, dove per la comodità dei modelli e di condurre una testa dal naturale, lasciando costoro l'uso dell'istorie, che sono proprie dei pittori, si diedero alle mezze figure, che avanti erano poco in uso. Allora cominciò l'imitazione delle cose vili, ricercandosi le sozzure e le deformità, come sogliono fare alcuni ansiosamente: se essi hanno a dipingere un'armatura, eleggono la più rugginosa, se un vaso, non lo fanno intero, ma sboccato e rotto. Sono gli abiti loro calze, brache e berrettoni, e così nell'imitare li corpi, si fermano con tutto lo studio sopra le rughe e i difetti della pelle e dintorni, formano le dita nodose, le membra alterate da morbi.
Giovanni Pietro Bellori, Le vite dei pittori, scultori e architetti moderni, 1672

Ciò che inizia con l'opera di Caravaggio è molto semplicemente la pittura moderna.
André Berne-Joffroy, Le Dossier Caravage, 1959

Michel Angiolo da Caravaggio, [...] è stato così diligente, ed ingegnoso imitatore della natura, che dove gli altri pittori sogliono prometter esso ha fatto.
Girolamo Borsieri, Il Supplemento della Nobiltà di Milano, 1619

Meglio dipingere e vivere come Caravaggio che vivere e dipingere come Massimo d'Azeglio.
Anselmo Bucci, Il pittore volante, 1930

Il naturalismo moderno strido sensu comincia nel modo più crudo con Michelangelo Amerighi da Caravaggio ... Il suo pensiero è di mostrare allo spettatore che i fatti sacri del principio dei tempi si erano svolti propriamente allo stesso modo che nei vicoli delle città del sud verso la fine del XVI secolo. Egli non tiene in onore che la passione, per la cui interpretazione veramente vulcanica egli possedette un grande talento. E questa passione, espressa in caratteri energici, schiettamente popolari e qualche volta altamente impressionanti, rappresenta poi il tono fondamentale della sua scuola. 
Jacob Burckhardt, Der Cicerone, 1855

[Caravaggio] tanto avea sopraffatto gli animi degl'intendenti, e dei Professori medesimi quella nuova maniera cacciata di scuri con pochi lumi, e che terminava nell'ombre, ove per lo più si perdevano quei contorni, che devono essere un chiaro esempio, per istruire, e dar norma a gli studiosi dell'arte del disegno. 
Bernardo de Dominici, Vite de' pittori, scultori ed architetti napoletani, 1742/43

A considerare l'essenza reale della pittura, che consiste nell'imitare ciò che si vede, bisogna ammettere che il Caravaggio la possedeva a fondo. 
André Félibien, Ouvrages des plus excellens Peintres Anciens et Modernes, 1725

Non c'è forse altro artista la cui opera sia di importanza paragonabile nello sviluppo dell'arte moderna, il primo artista moderno, il primo artista a procedere non per evoluzione ma per risoluzione; il primo a sfidare tradizione e autorità, il primo realista.
Roger Fry, Discourses delivered at the students of the Royal Academy, 1905

Quest'è il gran Michelangel Caravaggio, | Il gran Protopittore, | Meraviglia de l'Arte, | Stupor de la Natura, | Se ben versaglio poi di rea fortuna. 
Giulio Cesare Gigli, La Pittura Trionfante, 1615

La vita di Caravaggio è come la sua arte, una serie di lampi nella più buia delle notti. Egli è un uomo che non potrà mai essere conosciuto fino in fondo perché quasi tutto quello che ha fatto, detto e pensato si perde in un passato irrecuperabile.
Andrew Graham-Dixon, Caravaggio, 2012

Chiunque tenti una biografia di Caravaggio deve fare il detective oltre che lo storico dell'arte. Raramente i fatti sono chiari e, spesso, le intenzioni dietro di essi lo sono ancora meno.
Andrew Graham-Dixon, ibidem

L’arte di Caravaggio è fatta di buio e di luce. Le sue immagini presentano, come sotto un riflettore, momenti di esperienza umana spesso estremi e tormentati. 
Andrew Graham-Dixon, Caravaggio, 2012

Guardare [i quadri di Caravaggio] è come guardare il mondo alla luce di un fulmine.
Andrew Graham-Dixon, ibidem

Le immagini di Caravaggio congelano il tempo, ma sembrano anche librarsi sull'orlo del dissolvimento.
Andrew Graham-Dixon, Caravaggio, 2012

C’è stata l'arte prima di lui e l’arte dopo di lui, e non sono la stessa cosa.
Robert Hughes, XX sec.

Complessa è la natura di questo "stil nuovo", di questa forma unica e non riducibile ad altra, che Caravaggio inventa. Essa è insita nell'armonia dei suoi colori e nella particolare natura del suo dipingere: armonia rara e sottile, composta da una specifica scelta di toni e da una particolare maniera d'impiegarli; pittura raffinata la cui materia possiede la purità cristallina che ritroveremo più tardi, analoga se non simile, in Vermeer; con la novità e qualità della sua tavolozza egli colpì i contemporanei a tal punto che perfino i nemici ne riconobbero i meriti: in lui la tecnica stessa è poesia.
René Jullian, Caravage, 1961

L'originalità del suo genio sta nel saper porre i personaggi in uno spazio che non ha di per sé esistenza plastica, che non è né definito né limitato, ma soltanto il luogo delle possibilità plastiche, il nulla da cui nascono esseri e cose, l'informe da cui le forme emergono; dal contrasto che ne deriva tra figure aventi la rigorosa pienezza della statua e uno spazio confidato alle incertezze del chiaroscuro e a magici misteri pittorici, nasce più sorprendente e anche perciò più ricca di contenuti poetici la monumentalità della composizione caravaggesca.
René Jullian, Caravage, 1961

[Caravaggio] fece una rivoluzione prodigiosa fra i pallidi allievi della scuola eclettica dei Carracci e. rovesciò tutti i sistemi di pittura alla moda per sostituirvi lo studio vero e coscienzioso della natura.
Gabriel Laviron, Salon, 1834

Le opere [di Caravaggio] attrassero potentemente l'attenzione di tutte le classi della società, e di quelle soprattutto che sono di solito le più indifferenti al successo di un'opera d'arte. In effetti egli aveva scoperto la pittura del popolo, la pittura che può essere facilmente capita e giudicata da tutti, perché dà ad ogni cosa tutta la forza espressiva che può avere in natura, e non sacrifica mai nulla della intera verità degli oggetti.
Gabriel Laviron, Salon, 1834

Il Caravaggio scopre "la forma delle ombre": uno stile dove il lume, non più asservito, finalmente, alla definizione plastica dei corpi su cui incide, è anzi arbitro coll'ombra seguace della loro esistenza stessa. Il principio era per la prima volta immateriale; non di corpo ma di sostanza; esterno ed ambiente all'uomo, non schiavo dell'uomo.
Roberto Longhi, Quesiti caravaggeschi, "Pinacotheca", 1928-1929

Il Caravaggio pensa [...] alla vita comune, ai sentimenti semplici, all'aspetto feriale delle cose che valgono.
Roberto Longhi, Caravaggio, 1952

Anche il Caravaggio avvertiva il pericolo di ricadere nell'apologetica del corpo umano, sublimata da Raffaello o Michelangelo, o magari nel chiaroscuro melodrammatico del Tintoretto. Ma ciò che gli andava confusamente balenando era ormai non tanto il rilievo dei corpi quanto la forma delle tenebre che li interrompono.
Roberto Longhi, Caravaggio, 1952

[Caravaggio] non esegue un solo tratto senza farlo direttamente dal modello vivo. E questa non è una cattiva via per giungere a buon fine, perché dipingere servendosi di disegni (anche se tratti dal vero) non è così sicuro come tenersi il vero davanti e seguire la natura in tutta la varietà dei suoi colori; ma bisogna anzitutto che il pittore adotti il criterio di scegliere dal bello le cose più belle.
Karel van Mander, Het Leven der Moderne oft dees- tijtsche doorluchtighe Italiaensche Schilders, 1603

C'è un tale Michelangelo da Caravaggio che a Roma fa cose notevoli [...] costui s'è conquistato con le sue opere fama, onore e rinomanza. [...] egli è uno che non tiene in gran conto le opere di alcun maestro, senza d'altronde lodare apertamente le proprie. [...] Ora egli è un misto di grano e di pula; infatti non si consacra di continuo allo studio, ma quando ha lavorato un paio di settimane, se ne va a spasso per un mese o due con lo spadone al fianco e un servo di dietro, e gira da un gioco di palla all'altro, molto incline a duellare e a far baruffe, cosicché è raro che lo si possa frequentare.
Karel van Mander, Het Schilderboek, Haarlem, 1604

Caravaggio [...], come è noto, immerge le sue scene nell'oscurità, investendole di un getto violento di luce radente, in modo che alcune parti soltanto affiorino dalle tenebre nella luce. Questa, creduta fino ad oggi, e forse dagli stessi suoi seguaci, una trovata realistica fu, caso mai, una concessione alla fantasia – come pare la interpretasse lo stesso Rembrandt –, ma soprattutto una ricerca di unità e di stile: un mezzo a mettere in valore certe parti e linee essenziali delle cose, facendole affiorare nella luce e ad eliminarne nelle tenebre altre secondarie, inutili o dannose ad una concisa rappresentazione.
Matteo Marangoni, Il Caravaggio, 1922

Per il primo Michelangiolo aveva decisamente spezzato la secolare uniformità degli schemi compositivi a linee e piani paralleli "al quadro", e aveva mostrato quante maggiori risorse di movimento e di energia offrisse l'impostatura, diciamo, in tralice di certe sue figure; risorsa che il Tintoretto aveva spinto al colmo, limitandola però anche lui troppo a singole figure isolate. Era riserbato al Caravaggio di coronare la geniale iniziativa dei suoi precursori estendendo questo stesso sistema costruttivo a tutta quanta la compagine della composizione, in modo da ottenere in un sol tratto, con sintesi insuperata, il massimo risultato di senso plastico e dinamico.
Matteo Marangoni, Il Caravaggio, 1922

Nelle pitture di Caravaggio ci sono effetti di luce. L'interruttore non so dov'è.
Bruno Munari, Occhio alla luce, 1990

Il pittore Casorati che pure ha tante doti sue, mi diceva: - In che consiste l'originalità del Tintoretro o del Caravaggio? In quelli che i loro contemporanei chiamavano difetti. - Giusto, ma in parte, ché quei presunti difetti fiorivano da un solido tronco; e adesso ai nostri bei difettosi manca il tronco.
Ugo Ojetti, Sessanta, 1937

Nessuna forma tipica del barocchismo si ritrova in Caravaggio. Egli ha uno svolgimento in profondità e in chiarezza che lo riporta piuttosto presso agli artisti del Quattrocento che ai contemporanei. C'è in lui una profondità epica, una umanità, una volontà apostolica, lontanissime dall'atteggiamento barocco: la sua formazione raccolta, approfondita tutta in un senso, costituisce la sua solitudine storica nel barocchismo ed oltre. 
Carlo Ludovico Ragghianti, Cultura artistica e arte barocca, 1933

Il pittore che diede inizio al movimento doveva quasi per necessità naturale essere un uomo incolto, privo d'interessi per un passato culturale che non conosceva. Ma, ciononostante, un genio che seppe portare con sé anche la cultura attraverso i modi con cui attuò le proprie personalissime intenzioni. Questi sono appunto i tratti dell'iniziatore: Michelangelo da Caravaggio. Un uomo incolto ma un genio. 
Alois Riegl, Die Entstehung der Barockkunst in Rom, 1907

[Caravaggio] senza maestri, senza precetti, tanto egli fece ed ardì; che dir non si saprebbe dove potea giungere, se fosse vissuto un secolo innanzi.
Giovanni Rosini, Storia della pittura italiana, 1839-1847

Non è l'assenza di ogni difetto, ma la presenza d'eminenti qualità, che costituisce un temperamento e perfino un genio. Certi uomini, capaci di una foga indomabile, non possono rassegnarsi all'impeccabile saggezza della mediocrità. Tra questi, Caravaggio.
Victor Schoelcher, su Revue de Paris, 1835

Il Caravaggio fu in Italia uno dei più illustri propagatori del sistema che prevalse poi nella scuola olandese, sistema che consiste nel trasformare in bellezza d'arte, ciò che è schifoso nella natura. L'elevatezza del pensiero non è il suo fine; sì invece l'imitazione d'ogni naturale qual ch'esso sia. 
Pietro Selvatico, Storia estetico-critica delle arti del disegno, 1856

Perché Caravaggio è così grande? Perché si stenta a credere che le sue idee siano state concepite quattro secoli fa. Tutto, nei suoi dipinti, dalla luce al taglio della composizione, fa pensare a un’arte che riconosciamo, a un calco di sensibilità ed esperienze che non sono quelle del Seicento ma quelle di ogni secolo in cui sia stato presente e centrale l’uomo; la si può chiamare pittura della realtà, e a questo deve la sua incessante attualità.
Vittorio Sgarbi, Il punto di vista del cavallo, 2014

Davanti a un quadro di Caravaggio è come se fossimo aggrediti dalla realtà, è come se la realtà ci venisse incontro e lui la riproducesse in maniera totalmente mimetica. Stabilendo per ciò stesso un formidabile anticipo, perché si può dire, in senso oggettivo, che Caravaggio sia l’inventore della fotografia.
Vittorio Sgarbi, Il punto di vista del cavallo, 2014

Caravaggio osserva e riproduce la realtà esattamente com'è, esattamente come la vediamo in una buona fotografia. Di più: non è fotografia nell'accezione di ritratto posato, è fotografia alla ricerca di una realtà che ci coglie come di sorpresa, dell’“attimo decisivo” cui fa riferimento un grande fotografo come Henri Cartier-Bresson: fotografia come attesa e cattura del momento in cui la realtà si sta determinando.
Vittorio Sgarbi, Il punto di vista del cavallo, 2014

Con Caravaggio, per la prima volta, il valore dell’arte consiste non più nel rispettare la nobiltà e il decoro del contenuto bensì nella capacità tecnica e intellettuale di riprodurre le cose per quello che sono. La realtà non è più qualcosa da abbellire, da migliorare, da superare poiché volgare nella sua apparenza: diventa piuttosto l’unico punto di riferimento possibile per l’artista, anche sul piano morale.
Vittorio Sgarbi, Il punto di vista del cavallo, 2014

Qual è lo schema che Caravaggio fa saltare? Il Manierismo. La sua pittura della realtà si contrappone alla pittura di maniera.
Vittorio Sgarbi, ibidem

Caravaggio sarà l’unico pittore capace di guardare in faccia il male, la malattia e la morte. Nessun pittore prima di lui è stato in grado di rappresentare questi tre soggetti negativi, e nessuno riuscirà a farlo meglio di lui, prescindendo da qualunque idealità, da qualunque valore simbolico.
Vittorio Sgarbi, Il punto di vista del cavallo, 2014

Caravaggio non dipinge temi istruttivi, edificanti, che servano a dare un’indicazione morale, e anzi rappresenta spesso scene di bari, zingare che fingendo di leggere la mano sfilano un anello, canaglie che cercano di turlupinare il sempliciotto di turno.
Vittorio Sgarbi, Il punto di vista del cavallo, 2014

Per l'orrore ch'egli sentiva dell'ideale sciocco, il Caravaggio non correggeva nessuno dei difetti dei modelli ch'egli fermava nella strada per farli posare. Ho veduto a Berlino alcuni suoi quadri che furono rifiutati dalle persone che li avevano ordinati perché troppo brutti. Il regno del brutto non era ancora arrivato. 
Stendhal, Rome, 1806

[Caravaggio] cancella il valore disegnativo dato alla forma dai fiorentini, rifugge dai partiti decorativi, semplifica la visione degli oggetti per mezzo di un taglio, nitido, notturno, tra luce e ombra; approfondisce e semplifica la composizione.
Adolfo Venturi, Disegno storico dell'arte italiana, 1924

Dalle opere giovanili, composte ad armonia di chiari colori, sotto luci bionde e velari leggieri di ombre trasparenti, alle ultime, cupe e notturne, schiarate da luci crude e costrette, l'arte del Caravaggio sempre più afferma i suoi principi fondamentali plastico-luminosi, che fanno di lui il precursore dei massimi geni del Seicento europeo.
Adolfo Venturi, Disegno storico dell'arte italiana, 1924

Ci sono stati in tutti i tempi dei pittori realisti, che sono stati grandi artisti. Non perché abbiano riprodotto la realtà empirica in modo illusorio, ma perché l'hanno interpretata, e cioè veduta e sentita, a seconda della loro fantasia. E la loro differenza dai pittori della 'idea' è che questi evadono fantasticamente dalla realtà, mentre i 'naturalisti' interpretano la realtà e ne danno ciò che a loro sembra l'essenza. Giotto e Masaccio sono realisti come il Caravaggio, con questa differenza, ch'essi sono realisti senza un preciso programma, e il Caravaggio dovette farsi un programma per liberare polemicamente la propria fantasia da un groviglio di regole e di pregiudizi che il manierismo voleva imporgli.
Lionello Venturi, Il Caravaggio, 1951

[Caravaggio] ha dipinto con uguale elevatezza ritratti, scene sacre e di genere, fiori e frutti. Naturalista sempre, le sue pitture hanno uno straordinario plasticismo e spesso una suggestiva grandezza che fa perdonare al loro autore ogni mancanza di distinzione nella scelta delle forme, l'esagerazione dei gesti e le tinte scure senza trasparenza. 
Frédéric Villot, Notice des Tableaux du Musée National du Louvre, 1852

Quanto al grande genio del realismo, Michelangelo da Caravaggio, le sue figure sono (come in tutti i grandi inventori visivi) archetipi universali, che non scendono mai alla specificazione in senso regionale; il Caravaggio ha mostrato come si dipinge l'uomo, e non ha mai diluito i suoi tipi sulla falsariga della vita quotidiana, né secondo il repertorio fisionomico o di costume di Roma, di Napoli o di Malta.
Federico Zeri, La percezione visiva dell'Italia e degli italiani, 1989

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