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Frasi e citazioni di Sigmund Freud

Grande raccolta di citazioni, pensieri e frasi celebri di Sigmund Freud (Příbor 1856 - Londra 1939), neurologo e psicoanalista austriaco, fondatore della psicoanalisi. In una lettera a Fliess del 1895, Sigmund Freud scrisse: 
"Un uomo come me non può vivere senza una mania, una passione divorante o, per dirla con Schiller, senza un tiranno. Io ho trovato il mio tiranno e, per servirlo, non conosco limiti. È la psicologia: essa è sempre stata la mia meta lontana, la più seducente".
La lettura delle seguenti citazioni di Freud costituisce una buona introduzione alla conoscenza della teoria psicoanalitica per i profani e un buon ripasso per chi ha già una certa conoscenza della psicologia del profondo. Inoltre, poiché tutte le citazioni sono accompagnate dalle fonti bibliografiche, è possibile rintracciare le opere da cui sono tratte per eventuali approfondimenti.
Foto di Sigmund Freud
L'interpretazione del sogno è la via regia che porta alla conoscenza dell'inconscio
nella vita psichica. (Sigmund Freud)

Sessualità nell'etiologia delle nevrosi
Die Sexualität in der Ätiologie der Neurosen, 1898

Attualmente, in materia di sessualità, noi siamo tutti quanti, malati e sani, nient’altro che ipocriti. Non avremmo che da guadagnare se, grazie a una generale sincerità, si potesse ottenere, nelle cose sessuali, un certo grado di tolleranza.

I medici dovrebbero abituarsi a spiegare a un impiegato che si è “affaticato” dietro una scrivania o a una casalinga per la quale le attività domestiche sono divenute troppo pesanti, che essi si sono ammalati non perché abbiano cercato di compiere doveri che in verità possono essere facilmente eseguiti da un cervello civilizzato, ma perché in tutto questo tempo hanno pericolosamente trascurato e danneggiato la propria vita sessuale.

L'interpretazione dei sogni
Die Traumdeutung, 1900 © Bollati Boringhieri - Selezione Aforismario

L'interpretazione del sogno è la via regia che porta alla conoscenza dell'inconscio nella vita psichica.
[Die Traumdeutung aber ist die Via regia zur Kenntnis des Unbewussten im Seelenleben].

I sogni cedono il posto alle impressioni di un nuovo giorno come lo splendore delle stelle cede alla luce del sole.

Tutti i sogni sono sogni di comodità, ubbidiscono all'intento di continuare il sonno, anziché quello di svegliarsi. Il sogno è il custode, non il perturbatore, del sonno.

Il sogno non si occupa mai di inezie; non permettiamo alle quisquilie di disturbarci nel sonno. I sogni apparentemente innocenti si rivelano maliziosi, quando ci si sforza di interpretarli.

Il desiderio di dormire [...] dev'essere ogni volta incluso tra i motivi della formazione del sogno e ogni sogno riuscito è un appagamento di questo desiderio.

Tutti gli oggetti allungati: bastoni, tronchi, ombrelli (per il modo di aprirli, che può essere paragonato all'erezione!) intendono rappresentare il membro maschile, così come tutte le armi lunghe e acuminate: coltelli, pugnali, picche.

Astucci, scatole, casse, armadi, stufe corrispondono al grembo femminile, come del resto caverne, navi e tutti i tipi di recipienti. Le stanze nel sogno rappresentano generalmente donne e proprio la descrizione delle loro diverse entrate e uscite conferma quest'interpretazione. 

Scale, scale a pioli, scalinate e rispettivamente il fare le scale, tanto in salita quanto in discesa, sono rappresentazioni simboliche dell'atto sessuale. 

Vorrei mettervi in guardia energicamente contro la sopravvalutazione dell'importanza dei simboli per l'interpretazione del sogno, contro l'eventuale riduzione del lavoro di traduzione del sogno a traduzione dei simboli e la rinuncia alla tecnica che utilizza le associazioni di chi sogna. Le due tecniche d'interpretazione debbono completarsi a vicenda.

Quanto più ci si occupa della soluzione dei sogni, tanto più si deve essere pronti a riconoscere che la maggior parte dei sogni di adulti tratta materiale sessuale e porta a espressione desideri erotici. 

Nessun'altra pulsione è stata tanto repressa sin dall'infanzia quanto quella sessuale nelle sue numerose componenti, di nessun'altra rimangono desideri inconsci così numerosi e così forti, che ora agiscono durante il sonno provocando dei sogni.

Ogni elemento del sogno può rappresentare, per l'interpretazione, sia sé stesso sia il proprio contrario. Non si sa mai a priori se si debba supporre l'uno o l'altro; è soltanto il contesto a decidere. 

Immagino che la critica dispregiativa: "È solo un sogno" compaia nel sogno quando la censura, che non dorme mai totalmente, si sente colta di sorpresa dal sogno già ammesso. 

Il sogno è un fenomeno psichico pienamente valido e precisamente l'appagamento di un desiderio.

È ovvio che il sogno sia l'appagamento di un desiderio, dato che nulla, all'infuori di un desiderio, è in grado di mettere in moto il nostro apparato psichico. 

Il motto di spirito e la sua relazione con l'inconscio
Der Witz und seine Beziehung zum Unbewußten, 1905
© Bollati Boringhieri - Selezione Aforismario

Quando non è fine a sé stesso, cioè non è innocente, il motto è subordinato a due sole tendenze, che a loro volta possono essere viste come unitarie: esso è o un motto ostile (al servizio dell'aggressione, della satira, della difesa) o un motto osceno (al servizio della denudazione).

Si ricorre al motto tendenzioso con speciale predilezione per poter aggredire e criticare persone altolocate che pretendono di esercitare un'autorità. In questi casi il motto è una ribellione contro questa autorità, una liberazione dall'oppressione che essa esercita.

Possiamo dire forte e chiaro ciò che questi motti sussurrano: i desideri e le brame dell'uomo hanno diritto di far sentire la loro voce accanto alle rigide pretese della morale; e ai nostri giorni si è detto, con enfasi e persuasiva, che questa morale è solo il precetto egoistico dei pochi ricchi e potenti che in ogni tempo possono soddisfare senza indugio i loro desideri.

Il bisogno dell'uomo di ricavare piacere dai suoi processi mentali ricrea sempre nuovi motti che poggiano sui nuovi interessi del giorno.

Il pensiero cerca il travestimento dell'arguzia perché in tal modo si raccomanda alla nostra attenzione, può sembrarci più significativo, più valido, ma soprattutto perché questa veste corrompe e disorienta la critica.

Ogni motto richiede un proprio pubblico, e ridere degli stessi motti è prova di una vasta concordanza psichica.

Tre saggi sulla teoria sessuale
Drei Abhandlungen zur Sexualtheorie, 1905 © Bollati Boringhieri - Selezione Aforismario

Il modo popolare di vedere circa l'istinto sessuale è meravigliosamente rappresentato nella poetica leggenda che racconta della divisione degli esseri umani originari in due metà l'uomo e la donna e come queste tendessero sempre a riunirsi nell'amore. Ecco perché ci desta grande stupore venire a sapere che ci sono degli uomini il cui oggetto sessuale è un uomo, non una donna, e delle donne il cui oggetto sessuale è ancora un'altra donna, e non un uomo.

La teoria della bisessualità è stata definita nella sua forma più cruda da un apologista degli invertiti maschili: "un cervello di donna in un corpo di uomo". Ma noi non sappiamo che cosa caratterizzi "un cervello di donna".

Le perturbazioni della pulsione sessuale nei malati non sono affatto differenti da quelle che si presentano nei sani e presso intere razze o ceti sociali. Così, si può trovare con deprecabile frequenza l'abuso sessuale dei giovinetti presso maestri di scuola e sorveglianti, semplicemente per l'opportunità che si offre loro in questo senso. Il malato di mente manifesta la stessa deviazione solo a un grado più intenso; oppure, cosa che è particolarmente interessante, la deviazione può diventare esclusiva e sostituire completamente il normale soddisfacimento sessuale.

I sintomi sono l'attività sessuale dei malati.

Chiunque, in un modo o nell'altro, sia nel campo sociale che nel campo etico, presenti delle anormalità psichiche, è invariabilmente anormale anche nella sua vita sessuale.

Anche nei processi sessuali più normali possiamo scoprire delle tendenze che, se si fossero sviluppate, avrebbero portato a deviazioni, definite come "perversioni".

Quando condanniamo le altre pratiche, che sono state in uso fin dai tempi più antichi, come perversioni, cediamo a un indubbio senso di disgusto, che ci tiene lontani dall'accettare simili scopi sessuali. I limiti per questo sentimento di disgusto sono però, spesso, soltanto convenzionali.

L'amplissima disseminazione delle perversioni ci obbliga a supporre che la disposizione alle perversioni non è poi tanto rara, ma deve far parte di ciò che va sotto il nome di costituzione normale.

Le prostitute sfruttano la stessa disposizione polimorfa, cioè infantile, ai fini della loro professione; e, considerando l'immenso numero di donne che esercitano la prostituzione o che dobbiamo supporre in possesso di una tendenza alla prostituzione, senza tuttavia esercitarla diventa impossibile non riconoscere che questa stessa disposizione a perversioni di ogni genere è una caratteristica umana generale e fondamentale.

Azioni ossessive e pratiche religiose
Zwangshandlungen und Religionsübungen, 1907 

Colui che soffre di coazioni e proibizioni si comporta come se soggiacesse a una coscienza di colpa di cui tuttavia non sa nulla, a una coscienza di colpa, dunque, che dobbiamo definire inconscia, nonostante l'apparente contraddizione di termini.

Alla coscienza di colpa del nevrotico ossessivo corrisponde la confessione da parte dei fedeli, di saper d'essere nel fondo del loro cuore malvagi peccatori; e un valore di norme difensive o protettive sembrano avere i pii esercizi (preghiere, invocazioni, ecc.) con i quali essi iniziano ogni attività giornaliera e specialmente qualunque impresa inconsueta.

Ci si potrebbe arrischiare a considerare la nevrosi ossessiva come un equivalente patologico della formazione religiosa, e a descrivere la nevrosi come una religiosità individuale e la religione come una nevrosi ossessiva universale.

Istruzione sessuale dei bambini
Zur sexuellen Aufklärung der Kinder, 1907

Se l'intenzione degli educatori è quella di soffocare nel bambino, quanto più presto possibile, la capacità di un pensiero autonomo (perché egli diventi quel ragazzo "per bene" che così tanto apprezzano), questo non può essere meglio ottenuto che mediante l'inganno nel campo sessuale e l'intimidazione in quello religioso.

Il poeta e la fantasia
Der Dichter und das Phantasieren, 1908

Il contrario del gioco non è ciò che è serio, bensì ciò che è reale.

La morale sessuale civile e il nervosismo moderno
Die "kulturelle" Sexualmoral und die moderne Nervosität, 1908

Tutti coloro che desiderano essere più nobili di quanto la loro costituzione non permetta soccombono alla nevrosi; sarebbero stati più sani se fosse stato loro possibile essere peggiori.

Un ricordo d’infanzia di Leonardo da Vinci
Eine Kindheitserinnerung des Leonardo da Vinci, 1910 

La psicoanalisi ci ha insegnato a riconoscere l’interconnessione esistente tra complesso paterno e fede in Dio, ci ha indicato che il Dio personale non è altro, psicologicamente, che un padre innalzato, e ci pone ogni giorno sotto gli occhi i casi di giovani che perdono la fede religiosa appena vien meno in loro l’autorità paterna.

Precisazioni sui due principi dell'accadere psichico
Formulierungen über die zwei Prinzipien des psychischen Geschehens, 1911

Il nevrotico si isola dalla realtà perché la trova − nel suo insieme o in una sua parte − insopportabile.

Nota sull'inconscio in psicoanalisi
A Note on the Unconscious in Psychoanalysis, 1912

L'inconscio è una fase normale e inevitabile nei processi che costituiscono il fondamento della nostra attività psichica; ogni atto psichico inizia come inconscio, e può o rimaner tale o procedere nel suo sviluppo fino alla coscienza; questo, a seconda ch'esso incontri o meno la resistenza.

Sull'universale degradazione della vita amorosa
Über die allgemeinste Erniedrigung des Liebeslebens, 1912

Vi sembrerà poco bello o persino un paradosso, ma nondimeno va detto, che diventerà veramente libero e perciò anche felice nella vita amorosa solo colui che abbia superato il rispetto dinanzi alla donna e che si sia abituato all'idea dell'incesto con la madre o con la sorella.

Totem e tabù
Totem und Tabu, 1913 © Bollati Boringhieri - Selezione Aforismario

Fondamento del tabù è un'azione proibita verso la quale esiste nell'inconscio una forte inclinazione.

Alla base del tabù c'è una corrente positiva di desiderio. Perché non c'è bisogno di proibire ciò che nessuno desidera fare, e comunque ciò che è proibito nella maniera più energica deve essere oggetto di un desiderio.

Le proibizioni più antiche e più importanti imposte dal tabù sono le due leggi fondamentali del totemismo: non uccidere l’animale totem ed evitare i rapporti sessuali con membri dello stesso totem appartenenti all'altro sesso.

Invece di dedurre, dalla proibizione legale dell'incesto, che esiste una naturale avversione all'incesto, dovremmo concludere piuttosto che c'è un istinto naturale che spinge all'incesto, e che, se la legge lo reprime così come reprime altri istinti naturali, lo fa perché gli uomini civili sono giunti alla conclusione che il soddisfacimento di questi istinti naturali è dannoso agli interessi generali della società.

Potremmo azzardarci ad affermare che l'isteria è la caricatura di una creazione artistica, che la nevrosi ossessiva è la caricatura di una religione, che il delirio paranoico è la caricatura di un sistema filosofico.

In ultima analisi il dio non è altro che un padre a livello più alto.

La nevrosi è caratterizzata dal porre la realtà psichica al di sopra della realtà effettiva, di reagire a pensieri con la stessa serietà con cui gli uomini normali reagiscono soltanto di fronte alla realtà.

L'onnipotenza dell'uomo non trova più posto nella visione scientifica del mondo, giacché egli ammette la propria piccolezza, è rassegnato alla morte ed è sottomesso a tutte le necessità della natura. Tuttavia una parte dell'originaria credenza nella propria onnipotenza sopravvive con la fiducia nella potenza dell'intelletto umano, che impugna le leggi della realtà.

Considerazioni attuali sulla guerra e la morte
Zeitgemässes über Krieg und Tod, 1915

Sopportare la vita: questo è pur sempre il primo dovere d'ogni vivente.

Proprio l'imperiosità del comando "non uccidere" ci assicura che discendiamo da una serie lunghissima di generazioni di assassini i quali avevano nel sangue, come forse ancora abbiamo noi stessi, il piacere di uccidere.

Ricordiamo il vecchio adagio: si vis pacem, para bellum: se vuoi conservare la pace preparati alla guerra. Sarebbe ora di modificare questo adagio e di dire: si vis vitam, para mortem: se vuoi poter sopportare la vita, disponiti ad accettare la morte.

La propria morte è irrappresentabile, e ogni volta che cerchiamo di farlo, possiamo costatare che in realtà continuiamo a essere presenti come spettatori. Perciò la scuola psicoanalitica ha potuto anche affermare che non c'è nessuno che in fondo creda alla propria morte, o, ciò che equivale, che nel suo inconscio ognuno di noi è convinto della propria immortalità.

Introduzione al narcisismo
Zur Einführung des Narzißmus, 1914

L'attrattiva del bambino poggia in buona parte sul suo narcisismo, sulla sua autosufficienza e inaccessibilità, al pari del fascino di alcune bestie che sembrano non occuparsi di noi, come i gatti e i grandi animali da preda. 

Nelle raffigurazioni poetiche che ne vengono date, perfino i grandi criminali e gli umoristi ci avvincono per la coerenza narcisistica con cui sanno tener lontano tutto ciò che potrebbe rimpicciolire il loro Io.

Se consideriamo l'atteggiamento dei genitori particolarmente teneri verso i loro figli, dobbiamo riconoscere che tale atteggiamento è la reviviscenza e la riproduzione del proprio narcisismo al quale i genitori stessi hanno da tempo rinunciato.

L'amore parentale, così commovente e in fondo così infantile, non è altro che il narcisismo dei genitori tornato a nuova vita; tramutato in amore oggettuale, esso rivela senza infingimenti la sua antica natura. 

Scegliendosi un ideale sessuale di tipo narcisistico che possiede le prerogative che egli sa di non poter raggiungere, il nevrotico cerca così una strada che a partire dallo sperpero libidico applicato agli oggetti, lo riporti al narcisismo.

Metapsicologia
Metapsychologie, 1915 © Bollati Boringhieri - Selezione Aforismario

Come possiamo arrivare a conoscere l'inconscio? Naturalmente lo conosciamo soltanto in una forma conscia, dopo che si è trasformato o tradotto in qualcosa di conscio.

La nostra più personale esperienza quotidiana ci fa costatare l'esistenza tanto di idee improvvise di cui non conosciamo l'origine quanto di risultati intellettuali la cui elaborazione ci è rimasta oscura. Tutti questi atti coscienti restano slegati e incomprensibili se ci ostiniamo a pretendere che ogni atto psichico che compare in noi debba essere sperimentato dalla coscienza.

Se si esige che tutto ciò che accade nella psiche debba per forza esser noto alla coscienza, si avanza in effetti una pretesa insostenibile.

Nel lutto il mondo si è impoverito e svuotato, nella melanconia impoverito e svuotato è l'Io stesso.

L'analisi della melanconia ci insegna che l'Io può uccidersi solo quando, grazie al ritorno dell'investimento oggettuale, riesce a trattare sé stesso come un oggetto.

Alcuni tipi di carattere tratti dal lavoro psicoanalitico
Einige Charaktertypen aus der psychoanalytischen Arbeit, 1916

Tutti crediamo di aver motivo di rancore verso la natura e il destino per le menomazioni congenite e infantili; tutti pretendiamo una riparazione che ci indennizzi delle precoci frustrazioni del nostro narcisismo ed egoismo.

Come possiamo costatare dal lavoro psicoanalitico, le donne si considerano danneggiate nell’infanzia, private di qualche cosa e messe in disparte senza loro colpa, e l’acredine di così tante ragazze nei confronti della madre rivela alla radice il rimprovero di averle fatte nascere donne invece che uomini.

Il tabù della verginità
Das Tabu der Virginität, 1918

La deflorazione non ha la sola conseguenza incivilita di legare durevolmente la donna all'uomo; essa scatena anche una reazione arcaica di ostilità verso l'uomo.

Al di là del principio di piacere
Jenseits des Lustprinzips, 1920

Ogni dispiacere nevrotico ha questa natura: è un piacere che non può essere avvertito come tale.

Sulla base di alcune scoperte psicoanalitiche, oggi la tesi kantiana che il tempo e lo spazio sono forme necessarie del nostro pensiero può essere messa in discussione. Abbiamo appreso che i processi psichici inconsci sono di per sé "atemporali".

La meta di tutto ciò che è vivo è la morte.

L'organismo vivente si oppone con estrema energia a eventi (pericoli) che potrebbero aiutarlo a raggiungere più in fretta lo scopo della sua vita.

Solo quei credenti che pretendono che la scienza sostituisca il catechismo a cui hanno rinunciato se la prenderanno con il ricercatore che sviluppa o addirittura muta le proprie opinioni.

Psicologia delle masse e analisi dell'Io
Massenpsychologie und Ich-Analyse, 1921 © Bollati Boringhieri - Selezione Aforismario

Nella vita psichica del singolo l'altro è regolarmente presente come modello, come oggetto, come soccorritore, come nemico, e pertanto, in quest'accezione più ampia ma indiscutibilmente legittima, la psicologia individuale è anche, fin dall'inizio, psicologia sociale.

I sentimenti della massa sono sempre semplicissimi e molto esagerati. La massa non conosce quindi né dubbi né incertezze. Corre subito agli estremi, il sospetto sfiorato si trasforma subito in evidenza inoppugnabile, un’antipatia incipiente in odio feroce.

Pur essendo incline a tutti gli estremi, la massa può venir eccitata solo da stimoli eccessivi. Chi desidera agire su essa, non ha bisogno di coerenza logica fra i propri argomenti; deve dipingere nei colori più violenti, esagerare e ripetere sempre la stessa cosa.

Le masse non hanno mai conosciuto la sete della verità. Hanno bisogno di illusioni e a queste non possono rinunciare. L’irreale ha costantemente in esse la precedenza sul reale, soggiacciono all'influsso di ciò che non è vero quasi altrettanto che a quello di ciò che è vero. Hanno l’evidente tendenza a non fare alcuna distinzione tra i due.

La massa è un gregge docile che non può vivere senza un padrone. È talmente assetata di obbedienza da sottomettersi istintivamente a chiunque se ne proclami padrone.

L'Io e l'Es
Das Ich und das Es, 1922

La distinzione dello psichico in ciò che è cosciente e ciò che è inconscio è il presupposto fondamentale della psicoanalisi.

Come il cavaliere, se non vuole essere disarcionato dal suo cavallo, è costretto spesso a ubbidirgli e a portarlo dove vuole, così anche l'Io ha l'abitudine di trasformare in azione la volontà dell'Es come se si trattasse della volontà propria.

Si può individuare in molti delinquenti, specialmente quando si tratta di giovani, un potente senso di colpa che preesisteva all'atto criminoso, e che quindi di questo atto non è l'effetto bensì la causa: come se il poter collegare il senso di colpa inconscio a qualche cosa di reale e attuale fosse avvertito da costoro come un sollievo.

È rimarchevole il fatto che l'uomo, quanto più limita la propria aggressività verso l'esterno, tanto più diventa rigoroso, ossia aggressivo, nel proprio ideale dell'Io.

Noi vediamo questo stesso Io come una povera cosa che soggiace a un triplice servaggio, e che quindi pena sotto le minacce di un triplice pericolo: il pericolo che incombe dal mondo esterno, dalla libido dell'Es e dal rigore del Super-io.
Freud accanto al lettino da psicoanalista
I nevrotici si lamentano della loro malattia ma la sfruttano a volontà, e se la si vuole
togliere loro la difendono con le unghie e con i denti. (Sigmund Freud)

Nevrosi e psicosi
Neurose und Psychose, 1923

La differenza genetica più importante tra le nevrosi e le psicosi: la nevrosi sarebbe l'effetto di un conflitto tra l'Io e il suo Es, mentre la psicosi rappresenterebbe l'analogo esito di un perturbamento simile nei rapporti tra Io e mondo esterno.

L'etiologia comune che determina lo scoppio di una psiconevrosi o di una psicosi rimane sempre la frustrazione, il mancato appagamento di uno di quegli invincibili desideri infantili che nella nostra organizzazione, filogeneticamente determinata, hanno radici così profonde.

Le incoerenze, le stravaganze e le follie degli uomini potrebbero essere viste in una luce analoga alle loro perversioni, accettando le quali gli uomini riescono a evitare le rimozioni.

Il problema economico del masochismo
Das ökonomische Problem des Masochismus, 1924

Sempre, quando esiste la prospettiva di ricevere uno schiaffo, il vero masochista porge la guancia.

La sofferenza che la nevrosi comporta è proprio ciò che rende preziosa la malattia per la tendenza masochistica.

Una nevrosi che che ha sfidato ogni sorta di sforzi terapeutici, può magari scomparire quando il soggetto incappa nella situazione penosa di un matrimonio infelice, o quando perde le proprie sostanze, o contrae una una pericolosa malattia organica. In questi casi una forma di sofferenza è stata sostituita da un'altra, e vediamo che al soggetto importava unicamente poter conservare un certo grado di sofferenza.

La perdita di realtà nelle nevrosi e nelle psicosi
Der Realitätsverlust bei Neurose und Psychose, 1924

Nevrosi e psicosi sono entrambe espressioni della ribellione dell'Es contro il mondo esterno, del suo dispiacere, o, se preferite, della sua incapacità di adattarsi alla dura realtà.

La nevrosi non rinnega la realtà e semplicemente di essa non vuole sapere nulla; la psicosi invece rinnega la realtà e cerca di rimpiazzarla.

Sia per la nevrosi sia per la psicosi si presenta non solo il problema della perdita di realtà, ma anche il problema di un suo sostituto.

Il problema dell’analisi condotta da non medici
Die Frage der Laienanalyse. Unterredungen mit einen Unparteiischen, 1926

L’importanza da noi attribuita al fattore sessuale è divenuta il più forte motivo – confessato o inconfessato – dell’ostilità verso la psicoanalisi. Dobbiamo esserne turbati? No; ciò dimostra soltanto quanto nevrotica sia l’intera nostra civiltà, posto che i cosiddetti normali non si comportano in modo molto diverso dai nevrotici.

La preparazione per un’attività analitica non è tanto facile e semplice, il lavoro è pesante e la responsabilità grave. Quegli però che si è sottoposto a questo apprendistato, che è stato egli stesso analizzato, che ha appreso la psicologia dell’inconscio o almeno quel tanto che fino a oggi se ne conosce, che si è messo al corrente con le cognizioni scientifiche sulla sessualità, che ha imparata la delicata tecnica analitica, l’arte dell’interpretazione, il modo di trattare le resistenze e di maneggiare la traslazione, quegli non è più un profano nel campo della psicoanalisi. Egli è divenuto capace di intraprendere il trattamento di disturbi nevrotici, e col tempo sarà in grado di realizzare tutto ciò che a questa terapia si può chiedere.

I nevrotici si lamentano della loro malattia ma la sfruttano a volontà, e se la si vuole togliere loro la difendono con le unghie e con i denti.

Feticismo
Fetischismus, 1927

Il feticcio è il sostituto del fallo della donna (della madre) a cui il piccino ha creduto e a cui, per i motivi che sappiamo, non vuole rinunciare.

Il feticcio è il segno di una vittoria trionfante sulla minaccia di evirazione e una protezione contro quella minaccia.

Il feticcio, non essendo riconosciuto nel suo significato dagli altri, non viene rifiutato, è facilmente accessibile e il soddisfacimento sessuale ad esso legato è comodo e disponibile. Il feticista ottiene senza alcuna difficoltà ciò cui gli altri uomini anelano con tutte le loro forze, ottenendolo solo a prezzo di sforzi e fatiche.

Il piede o la scarpa, o una parte di essi, devono la predilezione feticista ad essi rivolta al fatto che il maschietto, nella sua curiosità, ha cercato di spiare, dalle gambe in su, il genitale femminile.

L'avvenire di un'illusione
Die Zukunft einer Illusion, 1927 © Bollati Boringhieri - Selezione Aforismario

Pur riuscendo così poco a vivere nell'isolamento, gli uomini avvertono tuttavia come peso opprimente il sacrificio che viene loro richiesto dalla civiltà al fine di rendere possibile una vita in comune.

Due sono le caratteristiche umane molto diffuse cui va addebitato il fatto che gli ordinamenti civili possono essere mantenuti solo tramite una certa misura di coercizione: gli uomini non amano spontaneamente il lavoro e le argomentazioni non possono nulla contro le loro passioni.

Il compito principale della civiltà, la sua propria ragion d'essere, è di difenderci contro la natura.

Se qualcuno giunge al punto di accettare acriticamente tutte le assurdità che le dottrine religiose gli trasmettono, e perfino di ignorarne le contraddizioni vicendevoli, la sua debolezza intellettuale non deve stupirci oltremodo.

Le rappresentazioni religiose sono scaturite dallo stesso bisogno che ha generato tutte le altre acquisizioni della civiltà, ossia dalla necessità di difendersi contro lo schiacciante strapotere della natura.

Dobbiamo credere perché i nostri antenati remoti hanno creduto. Ma questi nostri avi erano di gran lunga più ignoranti di noi, hanno creduto cose che oggi ci sarebbe impossibile accettare.

Innumerevoli uomini civili, che indietreggerebbero inorriditi di fronte all'omicidio o all'incesto, se sono sicuri di rimanere impuniti, non si precludono il soddisfacimento della loro avidità, della loro smania aggressiva, delle loro bramosie sessuali, e non si astengono dal danneggiare gli altri con la menzogna, l’inganno, la calunnia; e così è certamente stato sempre, fin dagli albori della civiltà.

Le rappresentazioni religiose, che si presentano come dogmi, non sono precipitati dell'esperienza o risultati finali del pensiero, sono illusioni, appagamenti dei desideri più antichi, più forti, più pressanti dell'umanità; il segreto della loro forza è la forza di questi desideri.

Se qualcuno giunge al punto di accettare acriticamente tutte le assurdità che le dottrine religiose gli trasmettono, e perfino di ignorarne le contraddizioni vicendevoli, la sua debolezza intellettuale non deve stupirci oltremodo. 

No, la nostra scienza non è un'illusione. Sarebbe invece un'illusione credere di poter ricevere altronde ciò che essa non può darci.
Foto di Freud con la moglie Martha Bernays
Mai come quando amiamo prestiamo il fianco alla sofferenza.
(Sigmund Freud - Foto con la moglie Martha Bernays)

Il disagio della civiltà
Das Unbehagen in der Kultur, 1930 © Bollati Boringhieri - Selezione Aforismario

Una volta formatosi, nella vita psichica nulla può perire.

La domanda circa lo scopo della vita umana è stata posta innumerevoli volte; non ha ancora mai trovato una risposta soddisfacente, forse non la consente nemmeno.

La sola religione sa rispondere alla domanda circa uno scopo della vita. È difficile sbagliare concludendo che l'idea di uno scopo della vita sussiste e cade insieme con il sistema religioso.

L’uomo non è una creatura mansueta, bisognosa d’amore, capace al massimo di difendersi quando è attaccata; è vero invece che occorre attribuire al suo corredo pulsionale anche una buona dose di aggressività. 

Homo homini lupus: chi ha coraggio di contestare quest'affermazione dopo tutte le esperienze della vita e della storia?

Verrebbe voglia di mescolarsi alle schiere dei credenti per rivolgere, ai filosofi che credono di salvare il Dio della religione sostituendolo con un principio impersonale, oscuro e astratto, il monito: "Non nominare il nome di Dio invano!".

I giudizi di valore degli uomini sono guidati esclusivamente dai loro desideri di felicità, sono quindi un tentativo di argomentare le loro illusioni.

Nel piano della Creazione non è incluso l’intento che l’uomo sia “felice”. Quel che nell'accezione più stretta ha nome felicità, scaturisce dal soddisfacimento, perlopiù improvviso, di bisogni fortemente compressi e per sua natura è possibile solo in quanto fenomeno episodico.

Esistono molte strade che possono condurre alla felicità, per quanto umanamente essa è raggiungibile; tuttavia, nessuna di queste strade è sicura.

Il prezzo del progresso della civiltà si paga con la riduzione della felicità.

Se la civiltà impone sacrifici tanto grandi non solo alla sessualità ma anche all'aggressività dell’uomo, allora intendiamo meglio perché l’uomo stenti a trovare in essa la sua felicità. Di fatto l’uomo primordiale stava meglio, poiché ignorava qualsiasi restrizione pulsionale. In compenso la sua sicurezza di godere a lungo di tale felicità era molto esigua. L’uomo civile ha barattato una parte della sua possibilità di felicità per un po’ di sicurezza.

Mai come quando amiamo prestiamo il fianco alla sofferenza, mai come quando abbiamo perduto l’oggetto amato o il suo amore siamo così disperatamente infelici.

Un sentimento può essere fonte di energia solo se, in quanto tale, è l’espressione di un forte bisogno. 

Introduzione alla psicoanalisi
Vorlesungen zur Einführung in die Psychoanalyse, 1915-1932
© Bollati Boringhieri - Selezione Aforismario

Originariamente le parole erano magie e, ancor oggi, la parola ha conservato molto del suo antico potere magico. 

Nella vita psichica esistono processi e tendenze di cui il soggetto non sa assolutamente nulla, non sa nulla da lungo tempo, forse addirittura non ha mai saputo nulla.

Sono spesso le stesso persone che prima, stando con i bambini, infieriscono contro tutti i loro vizietti sessuali quelle che poi, a tavolino, ne difendono la purezza sessuale.

L'inconscio è un particolare regno della psiche con impulsi di desiderio propri, con una propria forma espressiva e con propri caratteristici meccanismi psichici che non vigono altrove.

Ogni scoperta viene fatta più di una volta e mai tutta quanta insieme; e, a parte questo, il successo non va di pari passo con il merito. L'America non ha preso il nome da Colombo.

La fede nella "bontà" dell'umana natura è una di quelle tristi illusioni da cui gli uomini si aspettano che la loro vita risulti abbellita e alleviata, mentre in realtà non provocano che danni.

La patologia ci ha sempre reso il servizio di farci distinguere, isolandole ed esagerandole, condizioni che nella normalità sarebbero rimaste nascoste.

Non credo che i nostri successi terapeutici possano competere con quelli di Lourdes; le persone che credono ai miracoli della Santa Vergine sono molto più numerose di quelle che credono all'esistenza dell'inconscio.

La religione è un'illusione che trae la sua forza dalla condiscendenza ai nostri moti pulsionali di desiderio.
Foto di Freud col sigaro
A volte un sigaro è solo un sigaro. (Sigmund Freud - attribuito)

Citazioni attribuite
Per approfondimenti, vedi "Citazioni errate" su Aforismario

A volte un sigaro è solo un sigaro.

Comincerete a prendere in seria considerazione la follia quando per la prima volta essa vi tornerà utile per risolvere i vostri problemi da persona normale.

Forse c'è qualcosa di peggio dei sogni svaniti: perdere la voglia di sognare ancora.

La religione è un narcotico con cui l'uomo controlla la sua angoscia, ma ottunde la sua mente.

Scherzando, si può dire di tutto, anche la verità.

Se uno smette di bere, fumare e fare l'amore non è che vive più a lungo, ma è la vita che gli sembra più lunga.