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Frasi e citazioni di Giorgio de Chirico

Selezione di frasi e citazioni di Giorgio de Chirico (Volo, 1888 - Roma, 1978), pittore, scultore e scrittore italiano, principale esponente della corrente artistica della pittura metafisica:
"Ogni oggetto presenta due aspetti: l'aspetto comune, che è quello che generalmente si scorge, e che tutti scorgono, e l'aspetto spirituale e metafisico, che solo pochi individui riescono a vedere, in momenti di chiaroveggenza o di meditazione metafisica. L'opera d'arte deve richiamare un aspetto che non si manifesta nella forma visibile dell'oggetto rappresentato".
Foto di Giorgio de Chirico
Perché un'opera d'arte sia veramente immortale bisogna che essa esca completamente
dai limiti dell'umano: il buon senso e la logica le faranno difetto. (Giorgio de Chirico)

Memorie della mia vita
© Astrolabio, 1945 - Rizzoli, 1962 - Selezione Aforismario

Ci si affacciava alla soglia del XX secolo, di questo nostro secolo che vive sotto i segni nefandi e deleteri della pederastia, dell’isteria, dell’impotenza plastica e in genere creativa, dell’invidia, dello snobismo, del meccanicismo, dell’agitazione, della stupidità, della crudeltà, della mancanza assoluta di temperamento e dell’integrale scemenza.

Sono un uomo eccezionale, che tutto sente e capisce cento volte più fortemente degli altri.

Quasi sempre i grandi uomini non hanno quanto si meritano, ma quasi sempre hanno almeno una parte di quello che si meritano.

È la qualità della materia che dà la misura del grado di perfezione in un’opera d’arte, soprattutto in pittura, e questa qualità è la cosa più difficile a capire; per questo oggi i cosiddetti “intelligenti”, con a capo i cosiddetti “pittori”, preferiscono girare al largo da tale questione e rifugiarsi comodamente nella cosiddetta “spiritualità”.

Penso a quanto tempo ci è voluto perché io arrivassi a capire la grandezza, la bellezza, il mistero, la gioia della grande Pittura e penso che quasi tutti vedono la grande Pittura durante tutta la loro vita, anche se campano cent’anni, così come io la vedevo allora, e se poi, con l’educazione e l’istruzione, essi imparano a esprimere rispetto e ammirazione per le opere dei grandi artisti del passato, questo rispetto e questa ammirazione sono un fatto puramente meccanico e non corrispondono a nessun sentimento sincero, né a nessuna vera e profonda comprensione e convinzione.

L’unica causa della decadenza in cui si dibatte oggi la pittura è la perdita totale del mestiere, della tecnica. Le parole mestiere e tecnica, oggi, per via delle attività dei modernisti, hanno assunto un significato di cose di poco conto, anzi di cui addirittura non è decente parlare. 

La tecnica è tutto nella creazione dell’arte. 

Nel vasto campo della tecnica, campo in cui oggi lavorano in ordine sparso pochi, anzi pochissimi artisti, e sono loro, solo loro che tengono ancora alta la fiaccola dell’arte. Gli altri invece, gli odiosi e nefandi modernisti che, non contenti di trascinare l’arte nel fango, si adoprano con ignobile zelo ad annebbiare e oscurare sempre più la mente dei loro contemporanei con il perfido scopo di renderli prede sempre più facili a conquistare e poter affibbiare loro con sempre maggior facilità e in cambio di buona valuta, le indecenti cialtronerie della loro produzione pseudo-artistica.

Non bisogna dimenticare che la parola tecnica viene dal greco Téchne, che vuol dire Arte.

La tecnica della pittura è intimamente legata al grado di intelligenza per l’arte del dipingere che possiede un individuo. 

La pittura è un tessuto, è un intreccio, è una sapiente sovrapposizione di tinte che si potrebbe paragonare a quegli antichi tappeti orientali, tanto belli e tanto pregiati, che non erano fatti a macchina ma pazientemente tessuti da abili artigiani.

Tutte quelle tendenze, quei cosiddetti ismi, cominciando dall’impressionismo fino alle più recenti manifestazioni dell’astrattismo, il quale però, non bisogna dimenticare, è vecchio di mezzo secolo, sono la conseguenza di questa perdita del mestiere, di questa incapacità di ben lavorare, di creare la vera opera d’arte

Ogni pittore che fa una pittura degna di questo nome trova sempre, prima o dopo, chi gliela compra.

Quello che può insegnare a ben dipingere, a ben disegnare e a progredire sempre, sono le opere dei maestri.

È normale e utile che si lavori dal vero, che si studi la natura, ma questo studio deve essere accompagnato da uno studio ancor più costante e sistematico delle opere dei grandi maestri.

Anelare verso la perfezione è come anelare verso la felicità, verso la suprema felicità, che è un miraggio, come un miraggio è la perfezione, almeno in questa nostra avventura della vita.

Ogni artista degno di questo nome è teso sempre con tutte le sue forze verso il progresso, cioè verso la perfezione. La perfezione, meta suprema, ideale irraggiungibile, che brilla come un faro sui mari procellosi dell’arte e che spinge il vero artista a operare sempre meglio, a essere sempre più soddisfatto della sua opera, per essere più felice.

In fatto di scrittore mancato, come anche di artista mancato bisogna avere sempre ben presente che io per mancato non intendo ignoto, o poco noto, come pure non alludo a mancanza di successo economico; uno scrittore, come anche un artista, può essere molto noto e guadagnare bene, e può lo stesso essere un mancato, e in questo caso egli sente che quello che fa non vale e che non merita quello che riceve e così egli non può mai essere un uomo sereno, felice e sincero nei suoi giudizi. 

Oggi gli artisti, e quelli che si dicono tali, contrariamente a quello che avveniva prima e fino a quasi tutto l’Ottocento, oggi mai parlano d’arte quando stanno insieme, e i temi delle loro conversazioni sono sempre pettegolezzi e malignità

Più qualcosa vale, più lo mettono in ombra e invece sostengono e consigliano all’editore tutto quello che è mediocre, privo di vero valore, noioso e che si conforma ai luoghi comuni, agli andazzi e ai cosiddetti “gusti” del pubblico, gusti che però esistono solo in teoria. 

I maggiori responsabili del collasso che subisce oggi l’arte sono protetti, sostenuti, incoraggiati, anzitutto dai grossi funzionari del Ministero della Pubblica Istruzione, i quali agiscono in perfetto accordo con direttori e direttrici di Musei, professori di storia dell’arte, critici e altre persone, più o meno definite, che per un motivo o per un altro hanno piacere, o interesse, a pescare nelle torbide acque dell’arte modernista e della cosiddetta “nuova cultura”!

Osservando con occhio clinico lo spettacolo che ci offre oggi l’umanità del nostro Paese, come sul resto del globo, si rimane stupiti dall’enorme quantità di cose fatte male, di discorsi inutili, oppure tendenti a deformare la verità dalla enorme dose di conformismo, di indifferenza e soprattutto di stupidità di cui dà oggi prova il pubblico di ogni Paese.

In Italia tutto comincerà ad andare meglio in ogni campo, ma soprattutto in arte e in politica, il giorno in cui gli italiani avranno deciso, una buona volta per sempre, di smetterla di fare le scimmie, le serve e i provinciali e di smetterla d’inginocchiarsi davanti a tutto quello che viene da fuori.

Per non pensare a tante amoralità e stupidità come a tanti orrori io sempre più cerco rifugio nel lavoro e in quel sacro tempio ove due dee si tengono per mano: la vera Poesia e la vera Pittura.

Scritti e interviste
1910-1978

Perché un'opera d'arte sia veramente immortale bisogna che essa esca completamente dai limiti dell'umano: il buon senso e la logica le faranno difetto. − In questo modo si avvicinerà al sogno e alla mentalità infantile.

Ci sono più enigmi nell'ombra di un uomo che cammina sotto il sole che in tutte le religioni passate, presenti e future.

Ecco chi sarà l'artista dell'avvenire; uno che rinuncia tutti i giorni a qualcosa; la cui personalità diviene di giorno in giorno più pura e innocente. Perché anche senza seguire le tracce di un altro, finché si subisce l'influsso diretto di qualcosa che anche un altro sa, di qualcosa che si legge in un libro o si incontra in un museo, non si è un artista creatore come lo intendo io.

Un buon artista cerca di lavorare bene, sia col fascio che con la stella rossa, con la repubblica o con la monarchia. Nell'arte si esprimono solo il valore e il temperamento dell'individuo.

Ahimè, tutto ciò che gli uomini hanno fatto e continuano a fare, non è che un pugno di fango che si secca con un raggio di sole, che vola via con un soffio di vento.

Note
Leggi anche le citazioni dei pittori italiani: Umberto BoccioniAlberto Savinio - Mario Sironi

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