Cerca Autori o Argomenti in Aforismario

Aforismi, frasi e citazioni di Alberto Savinio

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Alberto Savinio, pseudonimo di Andrea de Chirico (Atene 1891 - Roma 1952), scrittore, pittore e compositore italiano, fratello del grande pittore Giorgio de Chirico.
Se vuoi combattere i dittatori, comincia col primo dittatore: Dio.
(Alberto Savinio)
Hermaphrodito
© Libreria della Voce 1918

Quello che chiamiamo la modernizzazione della vita, non è che una continua e sempre più grande complicazione demoniaca.  

Infanzia di Nivasio Dolcemare
© Mondadori 1941

Si domandava perché la nascita di un bimbo è chiamata "lieto evento", ma non riusciva a trovare una risposta che lo convincesse. 

Le tre virtù cardinali del perfetto uomo di mondo, e cioè la bruttezza decorativa, la stupidità dolce, l'ignoranza sicura. 

Casa "La Vita"
© Bompiani 1943

Amare è dare altrui la propria anima, è animare altrui con la propria anima, è illuderci di dare altrui una vita felice e profonda che altrimenti gli mancherebbe.

Chiarire un mistero è indelicato verso il mistero stesso.

Non vi lagnate, uomini, della Monotonia: è la nostra amica migliore. 

Non c'è posto nell'amore per due anime. E quando si dice che due, amandosi, compongono un'anima sola, si vuole dire che una sola di queste due anime opera amorosamente, mentre l'altra si sta in dolce e grata inazione.

Nulla riesce altrettanto perfetto, quanto ciò che è organizzato dalla logica dorata dell'amore.

Ascolto il tuo cuore, città
© Bompiani 1944

Il progresso della civiltà si misura dalla vittoria del superfluo sul necessario.

È con le occasioni mancate che a poco a poco noi ci costituiamo un patrimonio di felicità. Quando il desiderio è soddisfatto, non resta che morire.

La nostra anima
© Documento 1944

Le cose più importanti sono anonime.

La scarpa è lo specchio dell'anima. Diffidate della scarpa troppo lustra. Essa denota egoismo, crudeltà, volontà di ridurre a propria vittima la creatura più debole e soprattutto la donna.

Se vuoi combattere i dittatori, comincia col primo dittatore: Dio.

Sorte dell'Europa
© Bompiani 1945

Gridano agitati e agitatori contro la borghesia, e non sanno che, nel caso migliore, il loro agitarsi si concluderà nella creazione di una nuova borghesia.

Inno al piede
1949

È nei piedi la nostra coscienza.

Scritti dispersi
1943-1952  

Il presente, che è nel tempo quello che la facciata è nello spazio, impedisce di vedere le cose in profondità.

L'amore profondo vuol superare la pelle della gioventù e della bellezza, questi «ostacoli» all'amore.

L'uomo ineducato è pieno di bisogni, e a tutti obbedisce; l'uomo educato ha appena i bisogni necessari alla vita, l'uomo educatissimo non ha bisogni. 

L'infanzia è una anticipata e lunga agonia. Un lungo anelito. Un'aspirazione che sembra senza fine. Una attesa che non mostra di dover avere mai termine. L'infanzia è la disperata lotta (agonia) per uscire dall'infanzia.

Entriamo nel sonno per un atto di egoismo giornaliero: nella morte per un egoismo definitivo. 

Nuova enciclopedia
© Adelphi 1977

Enciclopedia significa «saper tutto», ossia scienza "circolare", scienza "conchiusa". Enciclopedia significa scienza composta di tutte le cognizioni e di cognizioni omogenee − "spiritualmente" omogenee. È in questo senso che l’Enciclopedia è un’arma, un’arma polemica. Si capisce così l’enciclopedismo dei rinascimentisti, si capisce l’enciclopedismo degli enciclopedisti francesi: non si capisce la ragione di una enciclopedia compilata oggi, meno che come guida di notizie pratiche, ossia che tradisce la propria natura e manca al proprio scopo.

La Grammatica è un fatto a posteriori, e tanto basta a screditarla.

La cultura ha principalmente lo scopo di far conoscere molte cose. Più cose si conoscono, meno importanza si dà a ciascuna cosa: meno fede, meno fede assoluta. Conoscere molte cose significa giudicarle più liberamente e dunque meglio. Meno cose si conoscono, più si crede che soltanto quelle esistono, soltanto quelle contano, soltanto quelle hanno importanza. Si arriva così al fanatismo, ossia a conoscere una sola cosa e dunque a credere, ad avere fede soltanto in quella.

La nostra solitudine è la nostra nobiltà. La nostra solitudine è la nostra gioia.

Oggi non c’è possibilità di enciclopedia. Oggi non c’è possibilità di saper tutto. Oggi non c’è possibilità di una scienza circolare, di una scienza conchiusa. Oggi non c’è omogeneità di cognizioni. Oggi non c’è affinità spirituale tra le cognizioni. Oggi non c’è comune tendenza delle conoscenze. Oggi c’è profondo squilibrio tra le conoscenze. Questa la ragione [della] "crisi della civiltà".

L'europeismo è una civiltà di carattere non teocratico ma essenzialmente umano, e dunque suscettibile di progresso e di perfezionamento. L'europeismo è una forma di civiltà prettamente umana, e così prettamente umana che ogni intromissione del divino nell'europeismo, ogni tentativo di teocrazia in Europa è un ostacolo all'europeismo, un arresto della civiltà.

Adamo. Nome del primo uomo. Per meglio dire, nome di un uomo che non è mai esistito. Ulisse disse a Polifemo che si chiamava Nessuno: poteva dirgli che si chiamava Adamo, e sarebbe stato lo stesso.

Sempre gli uomini hanno tentato di conciliare ciò che si crede per fede con ciò che si crede per esperimento d’indagine, ossia conciliare l’inconciliabile. Grave errore. Fede e ricerca scientifica sono due valori distinti del patrimonio ideale dell’umanità. Conviene lasciare a ciascuno il suo valore intatto e pensare che la ricchezza del mondo è tale, perché sono tante le verità.

Libro di Alberto Savinio consigliato
Nuova enciclopedia 
Editore Adelphi, 1977

«Sono così scontento delle enciclopedie, che mi sono fatto questa enciclopedia mia propria e per mio uso personale. Arturo Schopenhauer era così scontento delle storie della filosofia, che si fece una storia della filosofia sua propria e per suo uso personale». Con questa lapidaria dichiarazione Alberto Savinio ci introduce a questa sua Nuova enciclopedia, a cui lavorò negli anni quaranta e che appare qui per la prima volta. Fin dalle prime pagine, si ha l’impressione di trovarsi di fronte all'opera che, proprio per l’irriverente paradossalità della sua forma, più di ogni altra è adatta a rappresentare la ‘totalità Savinio’, questo intricato coacervo di talenti che nascondeva uno dei rari grandi scrittori italiani di questo secolo. E se ormai tanti, in Italia e fuori d’Italia, concordano nel riconoscere il magistero del pittore e del narratore visionario, non altrettanta attenzione si è fatta finora a un lato di Savinio che si manifesta allo stato puro in queste pagine: la sua strepitosa ‘intelligenza’, l’acutezza di un pensiero senza Umori, capace di passare agilmente dal ridicolo quotidiano al ridicolo universale, dalla metafisica ai segreti dello stile, dai lapsus alla cronaca nera, da Apollo a Joséphine Baker, dal commento alle frasi del portiere a un frammento dei Presocratici. Animata in ogni voce da una stupefacente mobilità di spirito, questa enciclopedia così irriducibilmente ‘personale’ ci si presenta come un perfetto autoritratto, ma anche come un ritratto della nostra civiltà, giunta a quel punto di saggezza disperata in cui deve riconoscere che il suo sapere non può più appellarsi al sigillo di un’unità, mentre l’unica possibilità ancora intentata è quella di disperdersi amorosamente nei più disparati e divergenti meandri, senza fingere una coerenza da lungo tempo abbandonata.