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Aforismi, frasi e pensieri di Umberto Boccioni

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Umberto Boccioni (Reggio Calabria 1882 - Verona 1916), pittore e scultore italiano, esponente di spicco del futurismo. L'idea di Umberto Boccioni di rappresentare visivamente il movimento e la sua ricerca sui rapporti tra oggetto e spazio hanno influenzato la pittura e la scultura del XX secolo.
Chi sa guidare, orientare il proprio carattere, è padrone del proprio destino.
(Umberto Boccioni)
Taccuini
1907-1908 - Selezione Aforismario

Mi sembra che oggi mentre l’analisi scientifica ci fa vedere meravigliosamente l’universo, l’arte debba farsi interprete del risorgere poderoso, fatale d’un nuovo idealismo positivo. Mi sembra che l’arte e gli artisti siano oggi in conflitto con la scienza... C’è un malinteso. È vero questo che dico o mi sbaglio?

Chi sa guidare, orientare il proprio carattere, è padrone del proprio destino. 

Se si vuol trovare oggi qualche amore nelle cose bisogna cercarlo oltre che in qualche pittore di quadri, in qualche decoratore od ornatista. E quel che mi sembra più sbagliato è che l’idea decorativa vada disgiunta dal quadro, ed è più mostruoso ancora che l’una sia inferiore all'altro. 

Mi sembra che la caricatura resterà come espressione dell’epoca fino ad oggi ma d’un’epoca che ha innalzato ad Arte l’ironia frutto dello sconforto. La fede non è ironica. 

Ho veduto volare un piccione, e come sempre mi è venuta l’idea che nell'arte moderna si sia obliata la poesia che io chiamerei dell’attimo.

L’Arte imita la Natura, la Natura è Dio. L’imitazione di Dio è aspirazione al perfetto è religione. L’arte è religiosa. 

Oh! Ideale tu tu solo esisti! Non ricordo di chi sia questo grido ma ora è il mio.

Manifesto della scultura futurista
1912 - Selezione Aforismario

La scultura nei monumenti e nelle esposizioni di tutte le città d’Europa offre uno spettacolo così compassionevole di barbarie, di goffaggine e di monotona imitazione, che il mio occhio futurista se ne ritrae con profondo disgusto!

Nella scultura d’ogni paese domina l’imitazione cieca e balorda delle formule ereditate dal passato, imitazione che viene incoraggiata dalla doppia vigliaccheria della tradizione e della facilità.

Bisogna che gli scultori si convincano di questa verità assoluta: costruire ancora e voler creare con gli elementi egizi, greci o michelangioleschi è come voler attingere acqua con una secchia senza fondo in una cisterna disseccata!

Non v’è né pittura, ne scultura, ne musica, ne poesia, non v’è che creazione!

È quasi inspiegabile come le migliaia di scultori che continuano di generazione in generazione a costruire fantocci non si siano ancora chiesti perché le sale di scultura siano frequentate con noia ed orrore quando non siano assolutamente deserte, e perché i monumenti si inaugurino sulle piazze di tutto il mondo tra l’incomprensione o l’ilarità generale. Questo non accade per la pittura, a causa del suo rinnovamento continuo, che, per quanto lento, è la più chiara condanna dell’opera plagiaria e sterile di tutti gli scultori della nostra epoca!

Non vi può essere rinnovamento alcuno in un’arte se non ne viene rinnovata l’essenza, cioè la visione e la concezione della linea e delle masse che formano l’arabesco.

Non è solo riproducendo gli aspetti esteriori della vita contemporanea che l’arte diventa espressione del proprio tempo, e perciò la scultura come è stata intesa fino ad oggi dagli artisti del secolo passato e del presente è un mostruoso anacronismo!

La scultura deve far vivere gli oggetti rendendo sensibile, sistematico e plastico il loro prolungamento nello spazio.

In scultura come in pittura non si può rinnovare se non cercando LO STILE DEL MOVIMENTO, cioè rendendo sistematico e definitivo come sintesi quello che l’impressionismo ha dato come frammentario, accidentale, quindi analitico.

Una composizione scultoria futurista avrà in sé i meravigliosi elementi matematici e geometrici che compongono gli oggetti del nostro tempo. 

Un insieme scultorio, come un quadro, non può assomigliare che a sé stesso, poiché la figura e le cose devono vivere in arte al di fuori della logica fisionomica.

Nella scultura l’artista non deve indietreggiare davanti a nessun mezzo pur di ottenere una REALTÀ. 

Bisogna distruggere il nudo sistematico, il concetto tradizionale della statua e del monumento!

Nessuna paura è più stupida di quella che ci fa temere di uscire dall'arte che esercitiamo. 

La scultura si prefigge la ricostruzione astratta dei piani e dei volumi che determinano le forme, non il loro valore figurativo.

Fonte sconosciuta
Non sorridete [...] quando vedete un artista che tenta una nuova espressione. Pensate che chi cerca il nuovo soffre, soffre intensamente, prova delle emozioni dolorosissime. Sappiate ammirare un tentativo anche se è rimasto tale, perché profondamente degno di rispetto chi cerca di aprirvi il suo cuore e dirvi la sua emozione con una parola nuova, anche se non riesce completamente ad esprimersi