Significato di Frasi e Citazioni dalla A alla H
In questa pagina è riportato il significato di frasi e citazioni che cominciano con le lettere che vanno dalla A alla F. Le citazioni sono elencate in ordine alfabetico, e man mano che nuove frasi vengono segnalate ad Aforismario, saranno aggiunte. In fondo alla pagina trovi il link all'elenco completo delle frasi.
Significato di frasi e citazioni - Spiegazioni semplici e brevi da Aforismario |
A volte un sigaro è solo un sigaro.
Questa citazione è attribuita al grande psicoanalista Sigmund Freud, ma non è sicuro che l'abbia veramente detta. Per capire questa frase bisogna sapere che Freud pensava che alcuni oggetti, (specialmente quando si sogna), potessero fare riferimento "simbolicamente" a qualcos'altro. Gli oggetti allungati (come il sigaro), potrebbero, per esempio, richiamare il genitale maschile. Pertanto, quando qualcuno, secondo un aneddoto non verificato, chiese a Freud se il sigaro che portava quasi sempre in bocca avesse un qualche significato psicologico, Freud avrebbe risposto con la frase: "A volte un sigaro è solo un sigaro". (Per approfondimenti su questa frase, vedi anche "Citazioni errate" o la pagina dedicata a Freud su Aforismario).
Ah, signora! Quella che lei crede una gobba è l’astuccio delle mie ali.
Ah, signora! Quella che lei crede una gobba è l’astuccio delle mie ali.
Questa frase, il cui autore è sconosciuto, è attribuita erroneamente a Giacomo Leopardi, al quale, comunque, si adatta molto bene sia per la sua forma poetica sia perché, com'è noto, egli soffrì effettivamente per una deviazione della spina dorsale che gli procurò una doppia gobba (anteriore e posteriore). La frase è un bell'esempio di come anche il peggiore dei difetti fisici, se vissuto senza autocommiserazione o vergogna, ma con ironia e intelligenza, oltre a pesare meno a sé stessi, possa essere mostrato agli altri in una prospettiva migliore, diversa dal solito. In questo caso, una gobba è vista non come una deformità, ma come un'astuccio in cui sono raccolte le ali di un angelo. La frase, inoltre, può essere considerata un invito a cercare il lato positivo in ogni cosa, anche dove sembrerebbe impossibile trovarlo; in poche parole, a scovare il bello persino nel brutto.
Ama chi ti ama non amare chi ti sfugge.
La frase completa è: "Ama chi ti ama, non amare chi ti sfugge. Ama quel cuore che per te si strugge". Questa citazione è molto spesso attribuita a William Shakespeare, ma si tratta di una semplice facezia di un autore sconosciuto. Tuttavia nell'opera del grande drammaturgo inglese Le allegre comari di Windsor, esiste una frase molto simile citata da Shakespeare come adagio: "L'amore fugge come un'ombra l'amore reale che l'insegue, inseguendo chi lo fugge, fuggendo chi l'insegue". Il significato di questa frase è che spesso si tende a desiderare maggiormente una persona difficile da conquistare rispetto a chi è innamorato di noi e che per questo sappiamo di poter avere facilmente. La frase consiglia di lasciar perdere chi si mostrano poco interessate a noi, e di amare chi, invece, mostra di amarci sinceramente. Ciò, in molti casi, fa risparmiare tempo e sofferenza.
Ama chi ti ama non amare chi ti sfugge.
La frase completa è: "Ama chi ti ama, non amare chi ti sfugge. Ama quel cuore che per te si strugge". Questa citazione è molto spesso attribuita a William Shakespeare, ma si tratta di una semplice facezia di un autore sconosciuto. Tuttavia nell'opera del grande drammaturgo inglese Le allegre comari di Windsor, esiste una frase molto simile citata da Shakespeare come adagio: "L'amore fugge come un'ombra l'amore reale che l'insegue, inseguendo chi lo fugge, fuggendo chi l'insegue". Il significato di questa frase è che spesso si tende a desiderare maggiormente una persona difficile da conquistare rispetto a chi è innamorato di noi e che per questo sappiamo di poter avere facilmente. La frase consiglia di lasciar perdere chi si mostrano poco interessate a noi, e di amare chi, invece, mostra di amarci sinceramente. Ciò, in molti casi, fa risparmiare tempo e sofferenza.
Amor, ch'a nullo amato amar perdona.
Questo verso è uno dei più celebri della Divina Commedia (1304-1321) di Dante Alighieri; si trova nel canto V dell'Inferno ed è pronunciato da Francesca da Rimini, amante di Paolo Malatesta. La terzina completa è: "Amor, ch’a nullo amato amar perdona, / mi prese del costui piacer sì forte, / che, come vedi, ancor non m’abbandona". Il verso esalta la forza dell'amore, che è tale da far sì che chi è amato non possa evitare di contraccambiare, amando a sua volta. Per avere qualche opinione in più su questo verso, riportiamo la spiegazione che ne ha data Roberto Benigni durante il suo commento alla Divina Commedia trasmesso su Rai 1 nel 2007 [la trascrizione è approssimativa]: "Amor, ch'a nullo amato amar perdona: questo è un verso che uno si vergogna pure di spiegarlo perché è talmente famoso... Lo conoscono anche i sassi della Corea, è uno dei versi più famosi di tutto il mondo, che tra l'altro anche se non si capisce cosa vuol dire, "Amor, ch'a nullo amato amar perdona": non mi dire niente, va bene così, Dante, [...] perché è un verso di tale straordinarietà... Il concetto è che non si può legare un'analisi a un'estasi, questa è un'estasi. Però se lo vogliamo dire: Amore, che a nessuno che è amato permette il non riamare, è una legge, è scritto nel firmamento che se si ama, qualcuno o qualcosa, quell'amore ci verrà restituito in egual misura. È una legge come la legge di gravitazione universale". In conclusione, diciamo pure che la maggior parte delle persone quando apprendono per la prima volta il significato di questo verso, rimangono un po' perplesse, notando come esso sia spesso contraddetto da ciò che accade in realtà. Tuttavia, la bellezza del verso e la grandezza dell'amore che esso esprime, sono tali da indurci a volerlo credere.
Chi dice che è impossibile non dovrebbe disturbare chi ce la sta facendo.
Questa citazione di autore anonimo (che di solito è attribuita ad Albert Einstein o a George Bernard Shaw) è conosciuta anche in altre varianti, per esempio: "Chi dice che una cosa non si può fare non dovrebbe mai interrompere chi la sta facendo". Il significato della frase è che i pessimisti, una volta che hanno stabilito che qualcosa è irrealizzabile (un sogno, un progetto, la soluzione di un problema, ecc.), e che pertanto sono rimasti con le mani in mano, non dovrebbero poi ostacolare o infastidire con la loro negatività quelli che, grazie al loro ottimismo, si sono dati da fare dimostrando che ciò che sembrava impossibile, era in realtà realizzabile grazie alla forza di volontà e alla creatività.
Amor odit inertes.
Si tratta di un detto latino che deriva da un verso de L'arte amatoria (Ars amatoria, I sec.) del poeta latino Ovidio: Amor odit inertes: si rota defuerit, tu pede carpe viam. "Amor odit inertes" può essere tradotto in italiano con: "L’amore odia i pigri" o "L’amore detesta gli indolenti". Il significato di questo verso è che, secondo Ovidio, per conquistare una persona da cui si è attratti bisogna essere intraprendenti, cogliere tutte le occasioni che si presentano e non rimanere inerti, cioè inattivi per pavidità o pigrizia, perché altrimenti l'amore ci sfugge. Per comprendere ancora meglio il senso di questo verso, riportiamo il passo in cui esso è inserito.
Dalla traduzione di Cesare Vivaldi (Newton Compton, 1996): "A notte, dopo un banchetto, se ne ritorna a casa? / Mettiti tu al suo fianco se reclama uno schiavo / che l’accompagni. E in villa e ti dice d’andare? / L’amore detesta i pigri, fattela tutta a piedi / se non hai la vettura. Non deve ritardarti, / né il tempo cattivo né l’assetata canicola / né la via fatta bianca dalla neve fittissima. / L’amore è come un servizio militare: chiedete congedo / voi pigri, gli imbelli non sanno difendere queste bandiere. / Nei campi dell’amore si trovano tutte le prove, / la notte, l’inverno, le strade lunghe, i feroci dolori".
Dalla traduzione di Ettore Barelli (Rizzoli, 1958): "Amore sdegna i pigri; se non hai / carro per te, e tu còrrici a piedi! / Non ti faccia indugiare il brutto tempo / o sitibonda in cielo la Canicola / né per la neve candide le strade. / L’amore è una milizia: via di qui, / o gente fiacca, ché le sue bandiere / non impugni la mano di chi è vile! / La notte, la tempesta, il lungo andare, / il più crudo dolore, ogni fatica, / attendono chi vuol questa battaglia".
Chi dice che è impossibile non dovrebbe disturbare chi ce la sta facendo.
Questa citazione di autore anonimo (che di solito è attribuita ad Albert Einstein o a George Bernard Shaw) è conosciuta anche in altre varianti, per esempio: "Chi dice che una cosa non si può fare non dovrebbe mai interrompere chi la sta facendo". Il significato della frase è che i pessimisti, una volta che hanno stabilito che qualcosa è irrealizzabile (un sogno, un progetto, la soluzione di un problema, ecc.), e che pertanto sono rimasti con le mani in mano, non dovrebbero poi ostacolare o infastidire con la loro negatività quelli che, grazie al loro ottimismo, si sono dati da fare dimostrando che ciò che sembrava impossibile, era in realtà realizzabile grazie alla forza di volontà e alla creatività.
Chi dimentica è complice.
Questo motto è di solito citato con riferimento a eventi negativi, per lo più di grande portata (stragi terroristiche o di mafia, genocidi, crimini di guerra, ecc.), per sottolineare l'importanza della memoria collettiva, affinché, mantenendo vivo il ricordo nelle varie generazioni, certe cose non debbano più ripetersi. Pertanto, chi tende a far cadere nell'oblio certi fatti, diventa, anche se indirettamente, complice di coloro che li hanno commessi, perché dimenticarli è un modo di occultarli e, in qualche modo, di assolvere i loro autori.
Chi ha il coraggio di ridere è padrone del mondo.
Si tratta di un'affermazione di Giacomo Leopardi che chiude un sua lunga riflessione sul riso riportata in Pensieri (1845 - postumo): "Chi ha coraggio di ridere, è padrone del mondo, poco altrimenti di chi è preparato a morire". Il significato della frase è che chi riesce a ridere anche in situazioni difficili, mostra di possedere un coraggio fuori dal comune e, soprattutto, la capacità di non prendere troppo sul serio né sé stesso né le cose del mondo, caratteristica, questa, che gli consente di affrontare senza timore e con maggior serenità tutte quelle circostanze negative dell'esistenza che abbattono, invece, gli animi più deboli.
Chi ha il coraggio di ridere è padrone del mondo.
Si tratta di un'affermazione di Giacomo Leopardi che chiude un sua lunga riflessione sul riso riportata in Pensieri (1845 - postumo): "Chi ha coraggio di ridere, è padrone del mondo, poco altrimenti di chi è preparato a morire". Il significato della frase è che chi riesce a ridere anche in situazioni difficili, mostra di possedere un coraggio fuori dal comune e, soprattutto, la capacità di non prendere troppo sul serio né sé stesso né le cose del mondo, caratteristica, questa, che gli consente di affrontare senza timore e con maggior serenità tutte quelle circostanze negative dell'esistenza che abbattono, invece, gli animi più deboli.
Chi non dimostra ciò che sente, perde ciò che ama.
Questa frase è molto diffusa sul web, specie in lingua spagnola (Quien no demuestra lo que siente, pierde lo que quiere), ma il suo autore è sconosciuto. Il significato della frase è che chi, per orgoglio o timidezza, non manifesta i propri veri sentimenti alla persona che ama, prima o poi la perde. La frase può riferirsi sia a chi è innamorato di qualcuno, ma non ha il coraggio di rivelare il proprio amore, e dunque rischia per questo di perdere la persona che ama; sia a chi sta già insieme a un'altra persona, ma rischia di perderla ugualmente perché questa, non ricevendo manifestazioni di affetto, può non sentirsi amata davvero. In conclusione, la morale della frase è che, quando si ama, è sempre meglio mostrare ciò che si prova.
Chi non ride mai non è una persona seria.
Questa frase, che di solito è attribuito a Frédéric Chopin o a Charlie Chaplin, ma che in realtà è dello scrittore e umorista Alphonse Allais (Aforismi, 1902), vuole significare che la serietà di una persona non è data dal fatto di non ridere mai e, dunque, dal non lasciarsi mai andare, che sarebbe piuttosto indizio di seriosità o incapacità di entrare in sintonia con gli altri, ma dalla capacità di mantenere il giusto equilibrio tra la sobrietà che è giusto mantenere in certe occasioni e l'ilarità che ci si può concedere senza vergogna in altre.
Chi non ti apprezza oggi ti rimpiange domani.
Questa frase, di autore sconosciuto e molto diffusa su internet, è una tipica frase consolatoria cui molti fanno ricorso quando sono respinti da qualcuno. Per esempio, quando una persona innamorata non è corrisposta dalla persona che desidera, può reagire all'insopportabile rifiuto pensando che quella stessa persona che oggi mostra di non apprezzare le nostre qualità, un giorno si pentirà amaramente di averci detto di no. Ma allora sarà troppo tardi e non potrà che rimpiangerci. (Poco importa se quella persona, poi, continuerà per la sua strada senza interessarsi più a noi, ciò che conta è crederci!).
Chi non ride mai non è una persona seria.
Questa frase, che di solito è attribuito a Frédéric Chopin o a Charlie Chaplin, ma che in realtà è dello scrittore e umorista Alphonse Allais (Aforismi, 1902), vuole significare che la serietà di una persona non è data dal fatto di non ridere mai e, dunque, dal non lasciarsi mai andare, che sarebbe piuttosto indizio di seriosità o incapacità di entrare in sintonia con gli altri, ma dalla capacità di mantenere il giusto equilibrio tra la sobrietà che è giusto mantenere in certe occasioni e l'ilarità che ci si può concedere senza vergogna in altre.
Chi non ti apprezza oggi ti rimpiange domani.
Questa frase, di autore sconosciuto e molto diffusa su internet, è una tipica frase consolatoria cui molti fanno ricorso quando sono respinti da qualcuno. Per esempio, quando una persona innamorata non è corrisposta dalla persona che desidera, può reagire all'insopportabile rifiuto pensando che quella stessa persona che oggi mostra di non apprezzare le nostre qualità, un giorno si pentirà amaramente di averci detto di no. Ma allora sarà troppo tardi e non potrà che rimpiangerci. (Poco importa se quella persona, poi, continuerà per la sua strada senza interessarsi più a noi, ciò che conta è crederci!).
Chi segue gli altri non arriva mai primo. |
Chi segue gli altri non arriva mai primo.
Il significato di questa frase di autore anonimo è abbastanza chiaro: chi, in qualsiasi campo, si accoda agli altri, percorre le strade già battute e si conforma al sentire comune, non avrà mai il merito di scoprire qualcosa di nuovo, né potrà mai provare la gioia di essere stato il primo a superare un traguardo. Tutto ciò, infatti, è riservato a chi ha il coraggio di prendere iniziative nuove e a dirigersi da solo verso luoghi inesplorati.
Chi ti perde oggi ti rimpiange domani.
Chi ti perde oggi ti rimpiange domani.
Il significato di questa frase è molto simile a quella riportata sopra: "Chi non ti apprezza oggi ti rimpiange domani", per cui basta leggere la spiegazione di quella per capire questa.
Ci sono persone che sanno tutto e, purtroppo, è tutto quello che sanno.
Questa citazione è generalmente attribuita a Oscar Wilde, ma non risulta in nessuna delle sue opere. Come per la maggior parte delle frasi paradossali, non è di facile interpretazione, e sembra mirare più all'effetto che è capace di suscitare nel lettore a causa del suo controsenso, che a comunicare una qualche saggezza. Tuttavia, volendo dare una spiegazione, la frase potrebbe riferirsi a quelle persone che, pur possedendo una grande conoscenza "libresca" o nozionistica, nella pratica mostrano di mancare di quel sapere fondamentale che nasce dall'esperienza, che è poi quello che si mostra più utile nella vita di tutti i giorni e nei rapporti con gli altri. Secondo un'altra interpretazione, la frase potrebbe fare riferimento a quelle persone che, presumendo di sapere tutto, mostrano di non conoscere il fondamentale insegnamento socratico relativo alla sapienza, che è quello di "sapere di non sapere".
"Ciao", disse, mentendo.
"Ciao", disse, mentendo.
Dal numero di richieste sul suo significato, questa battuta di Robert Maxwell è davvero poco compresa. Con un umorismo molto sottile, essa vuole sottolineare come in alcuni casi certe persone possano rivelarsi false non appena aprono bocca. Attenendoci all'esempio della battuta, già il tono della voce e l'espressione facciale con cui ci viene rivolto un semplice saluto, possono essere sufficienti a farci capire quanto quel saluto sia "sincero" e quanto, invece, serva a dissimulare antipatia o ostilità nei nostri confronti.
Questa frase, spesso attribuita erroneamente a Friedrich Nietzsche, è in realtà un detto latino: "Quod me nutrit me destruit". Questo detto è diventato molto popolare da quando la famosa attrice Angelina Jolie se l'è fatto tatuare sul corpo. Lei stessa, durante un'intervista, ha dato una spiegazione del significato di questa frase: "Niente è in grado di distruggerti se non quello che desideri". Ma noi non ci accontentiamo di questa spiegazione, che è soltanto parziale, e ci chiediamo: "Perché ciò che ci nutre dovrebbe anche distruggerci?". La riposta è che ciò verso cui ci conduce la nostra passione, ciò in cui siamo maggiormente coinvolti e da cui traiamo le maggiori soddisfazioni della nostra vita, sostenendoci e dandoci la forza di andare avanti, nello stesso tempo è ciò che più consuma le nostre energie, ciò da cui nascono le nostre preoccupazioni più grandi e ciò che più di ogni altra cosa ci rende vulnerabili, per quanto ne siamo dipendenti. Volendo fare un paragone, potremmo fare l'esempio del fuoco, che si alimenta di ciò che alla fine, consumandosi, lo annienta.
Conta i fiori del tuo giardino, mai le foglie che cadono.
Questa citazione è tratta dal libro Alle porte della vita (1996) dello scrittore Romano Battaglia. Il significato della frase è abbastanza evidente: si tratta di un invito a guardare il lato positivo delle cose e mai quello negativo. Per cui, invece di contare il numero delle foglie che cadono tristemente nel nostro giardino (cioè le cose negative che ci accadono nella vita), è preferibile contare i bei fiori che vi crescono (cioè valorizzare le cose positive).
Dietro ogni problema c'è un'opportunità.
Questa frase, conosciuta anche nella variante: "Dietro ogni problema si nasconde un'opportunità", è spesso attribuita a Galileo Galilei e a Robert Kiyosaki, ma l'autore è sconosciuto. Ciò che essa vuole significare è che quando ci troviamo di fronte a un problema non dobbiamo vederlo soltanto come un fatto negativo, o peggio ancora come qualcosa contro il quale rassegnarci, ma considerarlo come un'occasione per migliorarci, per rimparare qualcosa di utile e per cercare nuove strade lungo le quali continuare il nostro cammino con maggiore esperienza. Insomma, come recita un altro noto aforisma di Ralph Waldo Emerson, fare di "ogni muro una porta", cioè trasformare un ostacolo in una via d'uscita.
Dove non puoi amare, non soffermarti.
Dove non puoi amare, non soffermarti.
Questa frase è attribuita alla pittrice messicana Frida Kahlo (1907-1954), ma Aforismario, per ora, non è riuscito ad accertarne l'autenticità. Non conoscendo la fonte originale di questo pensiero, non è facile comprendere a cosa si riferisca di preciso, possiamo soltanto darne un'interpretazione. Esso, probabilmente, intende dire che quando il nostro amore non è corrisposto (e quindi non possiamo amare chi desidereremmo) è inutile insistere; significherebbe soltanto soffrire e perdere del tempo. La frase, dunque, è anche un consiglio: quello di "soffermarsi" soltanto quando si trova la persona giusta, quella con la quale è possibile realizzare un amore reciproco.
Fai in modo che la felicità sia il tuo unico vizio.
Questa è una delle tante frasi che circolano sul web attribuite a Marilyn Monroe, ma senza alcun riscontro. La frase è un consiglio volto all'ottimismo, che sottintende una credenza abbastanza comune, e cioè, che la tendenza alla felicità sia una sorta di abitudine che è possibile prendere con la forza di volontà. Pertanto, invece di cedere ai soliti "vizi" negativi, che in questo caso possono comprendere anche la rassegnazione, la demoralizzazione, il lamentarsi, ecc., la frase suggerisce di provare a invertire questa tendenza autodistruttiva, e a vedere il mondo in maniera più positiva, e di continuare a farlo fin quando ciò non diventa un qualcosa di abituale, il nostro "unico vizio", appunto, ma un vizio positivo.
Follia è fare sempre la stessa cosa e aspettarsi risultati diversi.
Questa frase (attribuita ad Albert Einstein, Benjamin Franklin e Rita Mae Brown, ma il cui vero autore è sconosciuto) dice una cosa apparentemente ovvia, e cioè che ripetendo una stessa operazione, non potremo che ottenere sempre lo stesso risultato. Pensare il contrario sarebbe da folli, e forse anche da stupidi. Tuttavia, se considerata in maniera più estesa, la frase ci dice qualcosa di più, e cioè che non possiamo aspettarci che la nostra vita possa cambiare fin quando continuiamo ad assumere sempre gli stessi atteggiamenti.
Note
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