Cerca Autori o Argomenti in Aforismario

Frasi e opinioni su Leonardo da Vinci

Raccolta di frasi, opinioni e giudizi su Leonardo da Vinci da parte di autori e di personaggi più o meno noti. Leonardo, nato a Vinci nel 1452 e morto nel Castello di Clos-Lucé ad Amboise nel 1519, è stato un grande artista e scienziato italiano, ed è considerato unanimemente uno dei più grandi geni di sempre, "le cui frontiere" come afferma Jacob Burckhard, "si possono soltanto intuire, non mai stabilire con esattezza". Su Aforismario trovi anche una grande raccolta di aforismi di Leonardo da Vinci e citazioni sulla Gioconda.
Veduto Leonardo non si pensa più alla possibilità di fare molti progressi.
(Paul Klee)
Superbi tempi, quando Leonardo poteva scrivere a Ludovico il Moro una lettera per offrirgli la propria opera, promettendogli mirabilia di architettura, scultura, ingegneria, pittura (“Ho modi... ho modi...”) Oggi si farebbe invitare in TV ai “Cervelloni”.
Gesualdo Bufalino, Bluff di parole, 1994

Buonissimo l’occhio di Eisenstein nell’Alexander Nevskij, ma preferisco un occhio più antico: “Farai alcun cavallo stracinare morto il suo signiore, e dirieto a quello lasciare fra la polvere e il fango il segnio dello stracinato corpo...” (Leonardo, Modo di figurare una battaglia).
Gesualdo Bufalino, Bluff di parole, 1994

Leonardo si prefiggeva così tante mete che rimase libero da esse. Poteva intraprendere tutto, poiché nulla gli sottraeva qualcosa. In lui la vista non era scissa dalla visione. Le forme naturali potevano essere importanti per lui, poiché non possedevano ancora la loro piena vitalità. Della tradizione non prese nulla; o ciò che prese divenne per lui nuovo, per il fatto stesso che lui lo prendeva. In lui la cosa che colpisce di più è la spiritualità: è la freccia che indica la via del nostro declino. Le nostre disperse aspirazioni sono raccolte ancora tutte in lui; ma non per questo sono meno disperse. La sua fede nella natura è fredda e terribile; è una fede in un nuovo tipo di dominio. Egli ne vede bene le conseguenze per gli altri, ma lui stesso non ha paura di nulla. Proprio questa mancanza di paura è passata poi in tutti noi; la tecnica è il suo prodotto.
Elias Canetti, La provincia dell'uomo, 1973

L’accostamento fra macchina e organismo in Leonardo è il fatto più inquietante della storia dello spirito.
Elias Canetti, La provincia dell'uomo, 1973

«E se tu avrai amore a tal cosa (l'anatomia) tu sarai forse impedito dallo stomaco» diceva Leonardo, ma in lui l'amore a tal cosa vinceva lo stomaco.
Guido Ceronetti, Il silenzio del corpo, 1979

[Leonardo] pare fosse indifferente alla morte di uomini come alla fine degli Stati, ma non alla prigionia di un uccellino.
Guido Ceronetti, Il silenzio del corpo, 1979

Il ritratto a sanguigna di Torino rivelerebbe depressione profonda, come nelle grandi sindromi timopatiche (Dalma, Tendenze fanatiche in Leonardo) ma non è piuttosto una sfinitezza d'occhi interiore, dopo tanta pazienza a vegliare e scrutare il finito? Si sentiva colpevole per aver rivelato troppe cose al miserabile uomo, indegno di conoscere i segreti della vita? La sanguigna di Torino è un impressionante Deus Absconditus. È il fumo di due roghi moribondi: la conoscenza che ha toccato la perfezione più dolorosa, la vicinanza del rimpatrio platonico, il cui prezzo è la perdita dell'essere, perché l'anima vogliosa di rimpatriare « desidera la sua disfazione».
Guido Ceronetti, Il silenzio del corpo, 1979

Sapere vegetariani Leonardo e Kafka, sopratutto, mi dà frescura: si muovono, nel mondo contaminato, incontaminati, portando una luce non mescolata alle candele piene di lamento, alle lampadine fosche del mattatoio e della stalla sacrificale.
Guido Ceronetti, Il silenzio del corpo, 1979

Nell'autoritratto di Torino, di Leonardo, si legge anche come una pena di se stesso per essersi fatto sfuggire l’unità del pensiero, per aver frantumato la mente lanciandola in troppe direzioni e in un eccesso di movimenti speculativi, e questa pena di diviso dà al volto la sua unità, il suo raccoglimento finale nella grandezza di un rimorso.
Guido Ceronetti, Pensieri del tè, 1987

Ha un senso spirituale dubitare che l’Autoritratto della Biblioteca Reale di Torino sia lo stesso Leonardo. Più che essere, in una sanguigna sovrumana di mano angelica, il ritratto di un esemplare unico di uomo, quel disegno rivela il tormento sublime dell’Anima (dell’Essenza, della Vergine di Luce) nell'esilio del mondo.
Guido Ceronetti, Insetti senza frontiere, 2009

Chi era Leonardo da Vinci?" "Un aeroporto" rispose la candidata numero 18 all'elezione di Miss Universo. Nessuna delle altre miss, però, si mise a ridere.
Luciano De Crescenzo, I pensieri di Bellavista, 2005

Non si ama né si odia più veramente, quando si è pervenuti alla conoscenza; si rimane al di là del bene e del male. Si è indagato anziché amare. E forse per questo la vita di Leonardo è stata tanto più povera d’amore di quella di altri grandi uomini e di altri artisti. Le passioni tempestose di natura esaltante e struggente, che sono state per altri uomini le esperienze più ricche, non sembrano averlo toccato.
Sigmund Freud, Un ricordo d’infanzia di Leonardo da Vinci, 1910

Dopo un periodo infantile di curiosità al servizio di interessi sessuali, Leonardo sarebbe riuscito a sublimare la maggior parte della sua libido in una spinta alla ricerca: ciò costituirebbe il nucleo e il segreto del suo essere. È vero però che non è facile provarlo.
Sigmund Freud, Un ricordo d’infanzia di Leonardo da Vinci, 1910

Chi crea artisticamente prova, di certo, un sentimento paterno rispetto alla propria opera. Per le creazioni pittoriche di Leonardo l’identificazione col padre ebbe una conseguenza fatale. Una volta create, egli non si occupava più delle sue opere, come suo padre non si era occupato di lui.
Sigmund Freud, Un ricordo d’infanzia di Leonardo da Vinci, 1910

Il grande Leonardo, a ben vedere, rimase tutta la vita per più versi infantile; si dice che tutti i grandi uomini siano destinati a conservare qualcosa di infantile. Continuò a giocare ancora in età adulta e anche per questo apparve talora inquietante e incomprensibile agli occhi dei suoi contemporanei.
Sigmund Freud, Un ricordo d’infanzia di Leonardo da Vinci, 1910

Se tutto è cultura niente è cultura. Difatti uno sgorbio vale quanto un disegno di Leonardo.
Fausto Gianfranceschi, Aforismi del dissenso, 2012

Veduto Leonardo non si pensa più alla possibilità di fare molti progressi. 
Paul Klee, Diari, XX sec. [1]

Non conosco niente di più falso e, allo stesso tempo, di più significativo di quel motto di Leonardo da Vinci, secondo cui non si può amare o odiare una cosa se non dopo averla compresa.
Fernando Pessoa, Il libro dell'inquietudine, 1982 (postumo)

Sarebbe un grave errore immaginare che Leonardo sia stato un inventore come quelli del nostro tempo, che hanno come scopo la pubblicità e il guadagno. Cessava di interessarsi ai suoi progetti appena portavano a risultati tangibili.
George Sarton, XX sec. (fonte sconosciuta - segnalala ad Aforismario)

Vasari: “Spesso passando da i luoghi dove si vendevano uccelli, di sua mano cavandoli di gabbia e pagatogli a chi li vendeva il prezzo che n’era chiesto, li lasciava in aria a volo, restituendoli la perduta libertà”. Quando si ricorda la grandezza di Leonardo, non ci si dimentichi di questo gesto.
Giovanni Soriano, Finché c'è vita non c'è speranza, 2010

Leonardo − uomo semplicissimo − si riduce a questo − che egli ha trattato le cose viventi e le arti da ingegnere − ossia con la cura delle quantità, dei funzionamenti esatti.
Paul Valéry, Quaderni, 1894/1945 (postumi, 1957/61)

Leonardo - un uomo capace, stando sdraiato sull'erba sulla sponda di un fiumicello, di seguire il tragitto dei mulinelli sull'acqua, di pensare la storia di quegli esseri e di non trascurarli / non vederli / come effimeri, di cogliere il susseguirsi dei filamenti fluidi, le loro strozzature, il loro espandersi, le rotazioni in cui s'impigliano, capace di tirar fuori un quaderno di grandi fogli - di tracciarvi il movimento, di raggiungere così gli argini, di tratteggiare le terre, le sabbie lambite, di notare l'incurvatura del letto, la riva opposta più alta e di annotare che così deve essere, a causa della diversa velocità lungo le due rive del fiume." Mettendo su questa riva la contadina che avanza allattando il suo bambino, col passo del corpo spostato sul lato dove non ce il bambino, il seno destro sulla verticale del centro di gravità del suo corpo, il piede destro nascosto sotto la sottana, l'altro visibile; e cogliendo con lo stesso sguardo e la stessa mano l'uccello che s'innalza nei turbini dell'aria sottostante... cosi errando verso gli sfondi azzurri e portando l'analisi verso le loro decrescenti trasparenze; uomo tutto intelligenza servita da una mano intrepida, da una logica e una chiarezza − che alla minima impressione sostituisce un sistema completo, − non conosce il vago, l'effimero, ma sa tuttavia ricostruirli con la sua arte.
Paul Valéry, Quaderni, 1894/1945 (postumi, 1957/61)

Grandissimi doni si veggono piovere da gli influssi celesti ne' corpi umani molte volte naturalmente; e sopra naturali talvolta strabocchevolmente accozzarsi in un corpo solo bellezza, grazia e virtù, in una maniera che dovunque si volge quel tale, ciascuna sua azione è tanto divina, che lasciandosi dietro tutti gli altri uomini, manifestamente si fa conoscere per cosa (come ella è) largita da Dio, e non acquistata per arte umana. Questo lo videro gli uomini in Leonardo da Vinci. [2]
Giorgio Vasari, Le vite de' più eccellenti pittori, scultori, e architetti, XVI sec.

De' cavalli si dilettò molto, e particularmente di tutti gli altri animali, i quali con grandissimo amore e pazienza governava; e mostrollo, che spesso, passando dai luoghi dove si vendevano uccelli, di sua mano cavandoli di gabbia e pagatogli a chi li vendeva il prezzo che n'era richiesto, li lasciava in aria a volo, restituendoli la perduta libertà. 
Giorgio Vasari, Le vite de' più eccellenti pittori, scultori, e architetti, XVI sec.

Laonde volle la natura tanto favorirlo, che dovunque e' rivolse il pensiero, il cervello e l'animo, mostrò tanta divinità nelle cose sue, che nel dare la perfezzione, di prontezza, vivacità, bontade, vaghezza e grazia, nessuno altro mai gli fu pari.
Giorgio Vasari, Le vite de' più eccellenti pittori, scultori, e architetti, XVI sec.

Leonardo per l'intelligenza de l'arte cominciò molte cose e nessuna mai ne finì, parendoli che la mano aggiugnere non potesse alla perfezzione dell'arte ne le cose, che egli si imaginava, conciò sia che si formava nell'idea alcune difficultà sottili e tanto maravigliose, che con le mani, ancora ch'elle fussero eccellentissime, non si sarebbono espresse mai.
Giorgio Vasari, Le vite de' più eccellenti pittori, scultori, e architetti, XVI sec.

In Italia per trecento anni sotto i Borgia ci sono stati guerra, terrore, criminalità, spargimenti di sangue. Ma hanno prodotto Michelangelo, Leonardo, il Rinascimento. In Svizzera vivevano in amore fraterno, avevano 500 anni di pace e di democrazia. E cosa hanno prodotto? L'orologio a cucù.
Orson Welles, in Il terzo uomo, 1949

Pareva che a ogni ora tremasse, quando si poneva a dipingere, e però non diede mai fine ad alcuna cosa cominciata, considerando la grandezza dell’arte, tal che egli scorgeva errori in quelle cose, che ad altri parevano miracoli.
Anonimo [discepolo di Leonardo], citato in Edmondo Solmi, La resurrezione dell’opera di Leonardo, in AA. VV.. Leonardo da Vinci: Conferenze fiorentine, 1910

Note
  1. Paul Klee: pittore tedesco (1879-1940) tra i maggiori esponenti dell'astrattismo.
  2. Abbiamo tradotto il nome "Lionardo" usato dal Vasari con il "Leonardo" dell'italiano moderno.
  3. Vedi anche: Aforismi di Leonardo da Vinci