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Aforismi, frasi e citazioni di Friedrich Hebbel

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Christian Friedrich Hebbel (Wesselburen 1813 - Vienna 1863), poeta e drammaturgo tedesco. I seguenti pensieri di Friedrich Hebbel sono tratti dai suoi Diari, scritti dal 1835 al 1863, anno della sua morte.
La vita non è mai qualcosa; è solo l'occasione a qualcosa.
(Friedrich Hebbel)
Diari
Tagebücher, 1835-1863
(postumo 1885-1887) - Selezione Aforismario

Adesso si vive dell'arte di spendere i centesimi che il prossimo ha in saccoccia.

Alcune persone credono in un Dio, in un'immortalità perché non s'attentano d'opporsi a un'idea così terribile.

Alla gioventù si rimprovera spesso di credere che il mondo cominci appena con essa. Ma la vecchiaia crede anche più spesso che il mondo cessi con lei. Cos'è peggio?

Buttarsi intorno il dolore come un mantello.

C'è della gente che si consolerebbe persino della fine del mondo, purché essi l'avessero preannunziata.

Chi conta le proprie gocce di sudore, non conterà mai denaro.

Chi non ha la forza di essere vero non ha neanche la forza di credere alla verità di un altro.

Chi tratta dei segreti della trinità, almeno almeno non può dire che egli espone matematica.

Dio, prima della creazione, era a sé stesso un segreto: dovette creare per conoscersi.

Durante il terremoto nessuno guarda una galleria artistica.

Grande idea quella della religione cattolica che gli uomini importanti siano qualcosa agli occhi della divinità, e possano influirvi con la mediazione.

I grandi uomini sentono le leggi universali con più intensità degli altri uomini; da questo derivano la loro forza e il loro coraggio.

Il caso è un enigma proposto all'uomo dal destino.

Il gusto di un popolo non precede mai il genio, ma di continuo gli zoppica dietro.

Il mondo non vuole salvezza, vuole un salvatore: l'intermediario è il suo bisogno più specifico.

Il popolo non viene soltanto maltrattato; è portato al punto di doversi maltrattare da sé stesso.

Il sole non si vede per troppa luce.

La bestialità s'è infilata dei guanti sulle zampe. Questo è il risultato di tutta la storia universale.

La coscienza è la ferita che non guarisce mai, ma di cui nessuno muore.

La libertà e la salute non sono più per me beni della vita, ma la vita stessa. La libertà è l'indipendenza dal mondo, la salute quella dalla natura.

La massa non fa nessun progresso.

La nascita è lo stesso processo che strappa la foglia dall'albero affinché essa, per un attimo apparentemente autonoma, volteggi nel gioco dei venti ricadendo poi al suolo per marcirvi e contribuire a concimare l'albero.

La natura ha nell'arte il grande vantaggio di apparirvi conclusa.

La nostra vita è il dolore irregolarmente pulsante di una ferita.

La provvidenza: la forza che dirige; il caso: la forza che si frappone.

La vita dei più è una fuga fuor di sé stessi.

La vita è per i più un affare.

La vita è soltanto aprire e chiudere gli occhi. La cosa importante è ciò che si vede nella piccola pausa intermedia.

La vita è soltanto un'altra morte. Il principio della vita, non la fine, è la morte.

La vita non è mai qualcosa; è solo l'occasione a qualcosa.

L'argomento principale contro l'esistenza di Dio è che ci manca il sentimento assoluto della nostra immortalità.

L'uomo è ciò che egli pensa.

L'uomo è un cieco che sogna di vedere.

Nel cuore di alcuni lirici pare abbia nido un cuculo invece di un usignolo.

Non si può mettere la chiave dell'armadio nell'armadio.

Ogni opera d'arte la sai quando ti diventa facile; quella dello scrivere quando ti diventa difficile.

Ogni ubriacone è la temperanza stessa, quando beve acqua.

Qualche libro lo si legge col sentimento di fare un'elemosina all'autore.

Romanzi d'amore − pasticche di sospiri.

Scrivere romanzi è un buon affare quando si è ammogliati con la critica.

Se alcuni fossero stati già creati, avrebbero impartito consigli a Dio per la creazione.

Se ti seduce un lumicino, seguilo. Ti conduce nella palude? certo tu ne esci; ma se non lo segui, per tutta la vita ti martoria il pensiero che esso forse poteva essere la tua stella.

Si dice che il mondo sia fatto dal niente. Molto probabilmente è fatto dalla merda.

Si può conquistare il mondo non solo come capitano, sottomettendolo, ma anche come filosofo, penetrandolo, e come artista, accogliendolo in sé e rigenerandolo.

Si può passeggiare con una pistola carica, si può passeggiare con una pistola scarica, ma non si può passeggiare con una pistola che non si sa se sia carica o scarica.

Star seduti in tutti i casi toglie il pericolo di cadere.

Tutti i sogni sono forse soltanto ricordi!

Un uomo che pianga bisogna trasformarlo subito, con uno schiaffo, in un furibondo.

Viviamo in un'epoca da giudizio universale, ma silenzioso, in cui le cose crollano da sé.

Libro di Hebbel consigliato
Diari
Curatore: L. Rega
Editore: Diabasis, 2009

Sono cronache argute, taglienti aforismi e profondi pensieri questi Diari di Friedrich Hebbel; o meglio, secondo le sue parole, "riflessioni, sotto forma di diario, sul mondo, la vita e i libri, ma soprattutto su me stesso". Un importante autore tedesco ed europeo si racconta, vitalmente radicato nella totalità ottocentesca e proteso verso il nichilismo novecentesco: l'universo poetico presente nei Diari è un grande mosaico della realtà, e insieme una tormentata indagine dei lati più oscuri dell'uomo che affascinavano il grande drammaturgo. Il senso dell'ordine che traspare dai Diari (sistematicamente e precisamente suddivisi) messo in luce e anche criticato da Bertolt Brecht, è più che altro apparente, e rappresenta un disperato tentativo di dare forma all'esistenza. E, come sostiene Claudio Magris nella prefazione, in questi affascinanti Diari "specchi dell'anima" oppure "del mondo", il pathos inquieto, ambiguo e contraddirtene, tutto ottocentesco, è in realtà più vicino a noi di quanto non sembri.