Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Karl Kraus (Jičín 1874 - Vienna 1936), scrittore, saggista, giornalista e aforista austriaco. Le seguenti citazioni sono tratte da: Pro domo et mundo (1912), Di notte (Nachts, 1918) e Aforismi in forma di diario (Die Fackel, 1906-1913). Su Aforismario trovi anche una raccolta di detti e contraddetti di Karl Kraus. [Il link è in fondo alla pagina].
Pro domo et mundo
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Cultura è quella cosa che i più ricevono, molti trasmettono e pochi hanno. (Karl Kraus) |
Pro domo et mundo, 1912 © Adelphi - Selezione Aforismario
Al mondo c'è sempre la voglia di mortificare un cuore perché un portafogli è stato offeso.
Amare, venir ingannato, essere geloso – sono cose che capitano. Ma più scomoda è l'altra via: essere geloso, venire ingannato, amare!
Anche in arte il povero non può prendere niente al ricco; mentre il ricco può prendere tutto al povero.
Arte è ciò che il mondo diventerà, non ciò che il mondo è.
Bisognerebbe combattere la beneficenza per ragioni di concetto, non per avarizia.
C'è abbastanza spazio nella più piccola capanna, ma non nella stessa città per una coppia di amanti felici.
C'è solo una possibilità di salvarsi dalla macchina. E cioè quella di adoperarla. Solo con l'auto si torna in se stessi.
Che cos'è uno storico? Uno che scrive troppo male per poter collaborare a un quotidiano.
Che tortura, questa vita in società! Capita che uno sia così premuroso da offrirmi del fuoco e allora, per essere premuroso con lui, mi devo tirar fuori di tasca una sigaretta.
Chi mai vorrà cacciar via un errore che lui stesso ha messo al mondo, per sostituirlo con una verità adottata?
Chi sa che succede in casa nostra, quando le stanze sono vuote? Certo non potremo sapere se ci sono gli spiriti. Perché proprio nel momento in cui comincia il sapere sono già stati scacciati.
Chiedi al tuo prossimo soltanto cose che tu sai meglio di lui. Allora il suo consiglio potrà essere prezioso.
Ci sono dei precursori che imitano gli originali. Se due hanno un pensiero, esso non appartiene a quello che lo ha avuto prima, ma a quello che lo ha avuto meglio.
Ci sono delle persone che per tutta la loro vita serbano rancore a un mendicante perché non gli hanno dato niente.
Ciò che entra con facilità nell'orecchio ne esce con facilità. Ciò che entra con difficoltà nell'orecchio, ne esce con difficoltà. Questo vale per lo scrivere ancor più che per il fare musica.
Cultura è quella cosa che i più ricevono, molti trasmettono e pochi hanno.
Amare, venir ingannato, essere geloso – sono cose che capitano. Ma più scomoda è l'altra via: essere geloso, venire ingannato, amare!
Anche in arte il povero non può prendere niente al ricco; mentre il ricco può prendere tutto al povero.
Arte è ciò che il mondo diventerà, non ciò che il mondo è.
Bisognerebbe combattere la beneficenza per ragioni di concetto, non per avarizia.
C'è abbastanza spazio nella più piccola capanna, ma non nella stessa città per una coppia di amanti felici.
C'è solo una possibilità di salvarsi dalla macchina. E cioè quella di adoperarla. Solo con l'auto si torna in se stessi.
Che cos'è uno storico? Uno che scrive troppo male per poter collaborare a un quotidiano.
Che tortura, questa vita in società! Capita che uno sia così premuroso da offrirmi del fuoco e allora, per essere premuroso con lui, mi devo tirar fuori di tasca una sigaretta.
Chi mai vorrà cacciar via un errore che lui stesso ha messo al mondo, per sostituirlo con una verità adottata?
Chi sa che succede in casa nostra, quando le stanze sono vuote? Certo non potremo sapere se ci sono gli spiriti. Perché proprio nel momento in cui comincia il sapere sono già stati scacciati.
Chiedi al tuo prossimo soltanto cose che tu sai meglio di lui. Allora il suo consiglio potrà essere prezioso.
Ci sono dei precursori che imitano gli originali. Se due hanno un pensiero, esso non appartiene a quello che lo ha avuto prima, ma a quello che lo ha avuto meglio.
Ci sono delle persone che per tutta la loro vita serbano rancore a un mendicante perché non gli hanno dato niente.
Ciò che entra con facilità nell'orecchio ne esce con facilità. Ciò che entra con difficoltà nell'orecchio, ne esce con difficoltà. Questo vale per lo scrivere ancor più che per il fare musica.
Cultura è quella cosa che i più ricevono, molti trasmettono e pochi hanno.
Democratico vuol dire poter essere schiavo di tutti.
Dire la verità in malafede dovrebbe essere considerato disonesto.
E se la terra avesse solo una vaga idea della paura che ha la cometa di toccarla!
Hanno la stampa, hanno la Borsa, ora hanno anche il subconscio!
I ristoranti sono occasioni in cui gli osti salutano, i clienti ordinano e i camerieri mangiano.
Il borghese non tollera in casa sua niente di incomprensibile.
Il debole dubita prima di prendere una decisione, il forte dopo.
Il diavolo è un ottimista se crede di poter peggiorare gli uomini.
Il giornalista è stimolato dalla scadenza. Scrive peggio se ha tempo.
Il liberale non si fa nessuno scrupolo di tirar fuori contro il tiranno gli argomenti del bigotto.
Il linguaggio è la madre, non l'ancella del pensiero.
Il pensiero è ciò che manca a una banalità per essere un pensiero.
Il respiro più lungo è dell'aforisma.
Il voyeur supera la prova di forza della sensibilità naturale; fa prevalere il piacere di vedere la donna con l'uomo sulla nausea di vedere l'uomo con la donna.
In certe fanciulle l'indignazione viene prima della indiscreta richiesta. Ma che mancanza di galanteria se quest'ultima non si manifesta neppure!
Io non sono per le donne, ma contro gli uomini.
L'etica cristiana è riuscita a trasformare le etere in suore. Disgraziatamente è riuscita anche a trasformare i filosofi in libertini. E grazie a Dio la prima metamorfosi non è poi tanto sicura.
La capacità di dubitare dopo una rapida decisione è la più alta e la più virile.
La fantasia non fa castelli in aria, ma trasforma le baracche in castelli in aria.
La gelosia è un abbaiar di cani che attira i ladri.
La moderna fine del mondo si compirà in questo modo: in occasione dell'ultimo perfezionamento delle macchine si dichiarerà la incapacità a circolare degli uomini. Le automobili non riescono a portare avanti gli autisti.
La morale è la tendenza a buttare via il bambino con l'acqua sporca.
La satira è estranea a qualsiasi ostilità e significa una benevolenza per una totalità ideale, che essa raggiunge non andando contro ma attraversando i singoli esseri reali.
La vita è uno sforzo che sarebbe degno di miglior causa.
L'amore del prossimo non è il migliore, ma comunque il più comodo.
L'architettura moderna è una superfluità creata sulla base del giusto riconoscimento di una mancanza di necessità.
Le buone opinioni non hanno valore. Ciò che importa è chi le ha.
Le opinioni sono contagiose; il pensiero è un miasma.
L'odio deve rendere produttivi. Altrimenti è più intelligente amare.
Non avere un pensiero e saperlo esprimere − è questo che fa di qualcuno un giornalista.
Non basta non salutare. Non si salutano anche persone che non si conoscono.
Oggi chi esagera ha buone probabilità di venir sospettato di dire la verità. Chi inventa, di essere informato.
Oggi un originale è chi ha rubato per primo.
Per l'uomo sano basta la donna. Per l'uomo erotico basta la calza per giungere alla donna. Per l'uomo malato basta la calza.
Quando Dio vide che tutto era buono la fede umana gli ha attribuito la vanità ma non l'incertezza del creatore.
Quando uno si è comportato come una bestia dice: non sono che un uomo! Ma quando lo stesso viene trattato come una bestia dice: eppure sono anch'io un uomo!
Quanto darei per sapere questo: cosa se ne fa tanta gente di un orizzonte allargato?
Se bisogna proprio credere in qualcosa che non si vede, allora preferisco comunque credere ai miracoli che ai bacilli.
Se il sesso avesse a che fare soltanto con la procreazione, l'educazione sessuale sarebbe una cosa ragionevole. Ma il sesso ha a che fare anche con altre funzioni, per esempio con l'educazione sessuale.
Se, prima del compimento, sono capace di chiedere consiglio a un qualsiasi inetto, dopo però non c'è maestro a cui chiederei un giudizio.
Spesso lo storico è soltanto un giornalista voltato all'indietro.
Un cameriere è un uomo che porta un frac senza che nessuno se ne accorga. Per contro ci sono degli uomini che hanno l'aspetto di camerieri appena si mettono un frac. Così in ambedue i casi il frac non ha nessun valore.
Un pensiero è legittimo soltanto se si ha la sensazione di essere colti in flagrante plagio di sé stessi.
Una certa psicoanalisi è il mestiere di lascivi razionalisti che riconducono a cause sessuali tutto quel che esiste al mondo, salvo il loro mestiere.
Una delle malattie più diffuse è la diagnosi.
Uno che sa scrivere aforismi non dovrebbe disperdersi a fare dei saggi.
Nachts, 1918 © Adelphi - Selezione Aforismario
Artista è soltanto chi sa fare della soluzione un enigma.
C'è un'idea che un giorno scatenerà la vera guerra mondiale: che Dio non ha creato l'uomo come consumatore e produttore. Che i viveri non sono il fine della vita. Che lo stomaco non ha da crescere sulla testa della testa. Che la vita non si fonda esclusivamente sul profitto. Che l'uomo è posto nel tempo per avere tempo e non per arrivare con le gambe da una qualche parte prima che col cuore.
Censura e giornale – come potrei non decidermi in favore della prima? La censura può sopprimere la verità per un certo tempo, togliendole la parola. Il giornale sopprime costantemente la verità, in quanto le dà delle parole. La censura non danneggia né la verità né la parola; il giornale entrambe.
Ci sono donne talmente orgogliose che non si sentono attratte da un uomo neppure per disprezzo.
Ci sono degli ipocriti che si vantano di una certa loro mentalità disonesta per poterla avere veramente dietro quello schermo.
Dire la verità in malafede dovrebbe essere considerato disonesto.
Il genio ha il difetto di venire da una famiglia, e può compensarlo soltanto se non ne lascia nessuna.
Il male non cresce mai così bene come quando ha un ideale davanti a sé.
La bourse est la vie.
La camera matrimoniale è la convivenza di brutalità e martirio.
La donna prende uno per tutti, l'uomo tutte per una.
La psicoanalisi è quella malattia mentale di cui crede di essere la terapia.
"La vita va avanti". Più del lecito.
L'amore e l'arte non abbracciano ciò che è bello, ma ciò che proprio grazie al loro abbraccio diventa bello.
Le barbe non mi ingannano più. Ormai so bene quale sesso porta i pantaloni in casa.
L'uomo si immagina di colmare la donna. Ma è soltanto un riempitivo.
Nero su bianco: ora la menzogna si presenta così.
Quando gli animali sbadigliano assumono un volto umano.
Sono già talmente popolare che uno che mi insulta diventa più popolare di me.
Spesso l'ingratitudine è del tutto sproporzionata al beneficio ricevuto.
Un testa perversa può risarcire la donna di tutti i peccati che dieci corpi sani non hanno commesso su di lei.
Una donna deve avere un aspetto così intelligente che la sua stupidità si presenti poi come una piacevole sorpresa.
Una poesia è buona finché si sa di chi è.
Aforismi in forma di diario
Die Fackel, 1906-1913 - Traduzione di Paola Sorge © Newton 1993
Chi ha il coraggio di stropicciarsi per bene gli occhi una buona volta e vedere in che modo tutta l'immoralità è venuta in questo mondo, rimarrà abbagliato dalla scoperta che il male l'ha causato tutta la morale di questo mondo.
Chi ha il cuore vuoto, ha la bocca che trabocca.
«Con quale desiderio Lei entra nell'anno nuovo?» Con il desiderio di essere risparmiato da domande del genere.
Confessiamo una buona volta a noi stessi che da quando l'umanità ha introdotto i diritti dell'uomo, si fa una vita da cani.
Conoscevo un uomo che mentre parlava metteva le dita nel naso. Fosse stato almeno il suo!
Era bella come il peccato, ma aveva le gambe corte come le bugie.
Gli uomini vogliono di nuovo la barba e le donne il seno. Un tempo avevano asserito che le caratteristiche sessuali erano superflue e le avevano abolite. Quale fu la conseguenza? Che le donne sentirono la mancanza della barba, e gli uomini del seno.
In una pagina stampata non si deve voler dire di più di quanto gli scrittori mediocri tentano di dire in otto.
La perversità dei piaceri della vita ci mostra i suoi aspetti più spaventosi in casa e nella società, e crea l'esigenza di andare ogni tanto in un bordello dove poter ricordare che la purezza dei sentimenti è inestimabile. E dove mai la buona educazione borghese è tenuta in tanto onore, in questo nostro mondo che va in sfacelo, se non presso un paio di ruffiane?
Megalomania non è considerarsi più di quello che si è, ma considerarsi per quello che si è.
Se uno ha venti pagine a disposizione, ha la possibilità di propagare la sua, la mia, o la tua concezione della vita e del mondo, e il lettore non noterà nessuna differenza. Un aforisma invece rivela se uno ha una propria concezione del mondo o no.
Tutte le più grosse bestialità avvengono di mattina: l'uomo si dovrebbe svegliare solo quando è terminato l'orario di ufficio.
Un medico animato da fede religiosa? Può contestare il fatto che la Chiesa abbia lo stomaco buono. Ma che nell'acqua benedetta ci siano batteri, lo deve ammettere per forza!
La fiaccola
Die Fackel, 1913
Nella rivista fiorentina Lo Voce c'è una rubrica intitolata «Opere di Carlo Kraus». È una cosa rimarchevole, dato che a Firenze presumibilmente nessuno compera queste opere e dato che a Vienna a nessun libraio verrebbe in mente di annunciarle al pubblico; a Monaco poi, dove sono pubblicate, a nessuno verrebbe in mente di metterle in vetrina. Dunque la pagina in questione ha un valore puramente onorifico, ma la curiosità italiana va pur segnalata a scopo di autoincensamento che notoriamente consiste nel dire di fronte a gente muta che da qualche parte si parla di sé. Ma aldilà di tutte le esigenze della vanità è necessario menzionare il fatto che in un giornale italiano − ancora una volta La Voce − leggo: "Die Fackel di Karl Kraus: mi è cosa gratissima segnalare ancora una volta questa rivista e quest'uomo all'attenzione degli italiani intelligenti. Più si legge Karl Kraus e più bisogna convincersi che egli è uno dei maggiori stilisti tedeschi di tutti i tempi. Non gli domandate la ragione dei suoi amori e dei suoi odi: badate allo stile. E troverete la sua lingua tanto avvincente che il contenuto materiale, l'aneddotico delle sue satire va perdendo, durante la lettura, importanza e sapore originali: resta puro godimento, la perfezione della forma e delle idee. Riparlerò di Kraus nella Voce". Ma come può essere, come si spiega in questo mondo dei collegamenti che sia recensita una persona che non ha mai mandato un numero della rivista a Firenze e che non ha un'idea della letteratura che viene là pubblicata? Ma la mia idea di aver fortuna in Italia è stata presto superata. A Bologna Il Resto dei Carlino, in un articolo con il titolo a grandi lettere, KRAUS, provvede a spazzar via gli errori propagati dalla rivista di Firenze. Si tratta di un quadro del favore di cui gode La Fiaccola a Vienna e che io stesso non mi sono mai immaginato tanto insopportabile: "Diciamo che nessuno scrittore di Vienna gode la popolarità dell'uomo della Fiaccola — ma è dir poco. Kraus è come il mezzo sigaro: qualche cosa tra l'inutile e il piacevole, un'abitudine, un passatempo. A lungo andare può riuscire insopportabile, ma sa frantumarsi. Si divide da se stesso in centellini. La sua rivista è sgranellata, una rivistina bijou dove non c'è mai pericolo di perdere il filo...". Se fosse vero, sarebbe terrificante. Per l'autore dell'articolo sono anche «un uomo senza fede e senza princìpi, dalla chiacchiera piacevole, per il quale la filosofia è più detestabile d'un catarro intestinale»: sì, questo è vero, la filosofia davvero mi piace meno di un catarro intestinale. Forse si è andata lamentando di me in Italia? Ma alla fine lo stesso giornalista ammette che La Fiaccola è l'unica rivista di Vienna che si possa consigliare a uno straniero perché sprizza da ogni pagina intelligenza viva. Dunque, perlomeno servo al turismo.
Die Fackel, 1906-1913 - Traduzione di Paola Sorge © Newton 1993
Chi ha il coraggio di stropicciarsi per bene gli occhi una buona volta e vedere in che modo tutta l'immoralità è venuta in questo mondo, rimarrà abbagliato dalla scoperta che il male l'ha causato tutta la morale di questo mondo.
Chi ha il cuore vuoto, ha la bocca che trabocca.
«Con quale desiderio Lei entra nell'anno nuovo?» Con il desiderio di essere risparmiato da domande del genere.
Confessiamo una buona volta a noi stessi che da quando l'umanità ha introdotto i diritti dell'uomo, si fa una vita da cani.
Conoscevo un uomo che mentre parlava metteva le dita nel naso. Fosse stato almeno il suo!
Era bella come il peccato, ma aveva le gambe corte come le bugie.
Gli uomini vogliono di nuovo la barba e le donne il seno. Un tempo avevano asserito che le caratteristiche sessuali erano superflue e le avevano abolite. Quale fu la conseguenza? Che le donne sentirono la mancanza della barba, e gli uomini del seno.
In una pagina stampata non si deve voler dire di più di quanto gli scrittori mediocri tentano di dire in otto.
La perversità dei piaceri della vita ci mostra i suoi aspetti più spaventosi in casa e nella società, e crea l'esigenza di andare ogni tanto in un bordello dove poter ricordare che la purezza dei sentimenti è inestimabile. E dove mai la buona educazione borghese è tenuta in tanto onore, in questo nostro mondo che va in sfacelo, se non presso un paio di ruffiane?
Megalomania non è considerarsi più di quello che si è, ma considerarsi per quello che si è.
Se uno ha venti pagine a disposizione, ha la possibilità di propagare la sua, la mia, o la tua concezione della vita e del mondo, e il lettore non noterà nessuna differenza. Un aforisma invece rivela se uno ha una propria concezione del mondo o no.
Tutte le più grosse bestialità avvengono di mattina: l'uomo si dovrebbe svegliare solo quando è terminato l'orario di ufficio.
Un medico animato da fede religiosa? Può contestare il fatto che la Chiesa abbia lo stomaco buono. Ma che nell'acqua benedetta ci siano batteri, lo deve ammettere per forza!
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Die Fackel N.1 1899 |
Die Fackel, 1913
Nella rivista fiorentina Lo Voce c'è una rubrica intitolata «Opere di Carlo Kraus». È una cosa rimarchevole, dato che a Firenze presumibilmente nessuno compera queste opere e dato che a Vienna a nessun libraio verrebbe in mente di annunciarle al pubblico; a Monaco poi, dove sono pubblicate, a nessuno verrebbe in mente di metterle in vetrina. Dunque la pagina in questione ha un valore puramente onorifico, ma la curiosità italiana va pur segnalata a scopo di autoincensamento che notoriamente consiste nel dire di fronte a gente muta che da qualche parte si parla di sé. Ma aldilà di tutte le esigenze della vanità è necessario menzionare il fatto che in un giornale italiano − ancora una volta La Voce − leggo: "Die Fackel di Karl Kraus: mi è cosa gratissima segnalare ancora una volta questa rivista e quest'uomo all'attenzione degli italiani intelligenti. Più si legge Karl Kraus e più bisogna convincersi che egli è uno dei maggiori stilisti tedeschi di tutti i tempi. Non gli domandate la ragione dei suoi amori e dei suoi odi: badate allo stile. E troverete la sua lingua tanto avvincente che il contenuto materiale, l'aneddotico delle sue satire va perdendo, durante la lettura, importanza e sapore originali: resta puro godimento, la perfezione della forma e delle idee. Riparlerò di Kraus nella Voce". Ma come può essere, come si spiega in questo mondo dei collegamenti che sia recensita una persona che non ha mai mandato un numero della rivista a Firenze e che non ha un'idea della letteratura che viene là pubblicata? Ma la mia idea di aver fortuna in Italia è stata presto superata. A Bologna Il Resto dei Carlino, in un articolo con il titolo a grandi lettere, KRAUS, provvede a spazzar via gli errori propagati dalla rivista di Firenze. Si tratta di un quadro del favore di cui gode La Fiaccola a Vienna e che io stesso non mi sono mai immaginato tanto insopportabile: "Diciamo che nessuno scrittore di Vienna gode la popolarità dell'uomo della Fiaccola — ma è dir poco. Kraus è come il mezzo sigaro: qualche cosa tra l'inutile e il piacevole, un'abitudine, un passatempo. A lungo andare può riuscire insopportabile, ma sa frantumarsi. Si divide da se stesso in centellini. La sua rivista è sgranellata, una rivistina bijou dove non c'è mai pericolo di perdere il filo...". Se fosse vero, sarebbe terrificante. Per l'autore dell'articolo sono anche «un uomo senza fede e senza princìpi, dalla chiacchiera piacevole, per il quale la filosofia è più detestabile d'un catarro intestinale»: sì, questo è vero, la filosofia davvero mi piace meno di un catarro intestinale. Forse si è andata lamentando di me in Italia? Ma alla fine lo stesso giornalista ammette che La Fiaccola è l'unica rivista di Vienna che si possa consigliare a uno straniero perché sprizza da ogni pagina intelligenza viva. Dunque, perlomeno servo al turismo.
Note
Vedi anche: Detti e contraddetti di Karl Kraus
Vedi anche: Detti e contraddetti di Karl Kraus
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