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Aforismi, frasi e citazioni di Arthur Schnitzler

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Arthur Schnitzler (Vienna 1862 - 1931), drammaturgo, scrittore e aforista austriaco. Tra le peculiarità della scrittura di Arthur Schnitzler vi è l'uso dell'artificio narrativo conosciuto come "monologo interiore", al quale egli fece spesso ricorso nelle sue opere per descrivere lo svolgersi dei pensieri dei suoi personaggi. Inoltre, Schnitzler possedeva una straordinaria capacità di cogliere in profondità alcuni aspetti della psicologia umana, tanto da conquistarsi il sincero apprezzamento da parte di Sigmund Freud.

Tra le opere più note di Schnitzler si possono ricordare: La signorina Else (Fräulein Else, 1924) e Doppio sogno (Traumnovelle, 1926). La maggior parte delle seguenti citazioni di Arthur Schnitzler sono tratte dalla sua raccolta aforistica Il libro dei motti e delle riflessioni (Buch der Sprüche und Bedenken, 1927), libro che non può mancare nella biblioteca di ogni appassionato di scrittura aforistica.
L'ostinazione è l'unica forza del debole... e una debolezza in più.
(Arthur Schnitzler)
Al pappagallo verde
Der grüne Kakadu, 1899

Una giovinezza che non si gode è come un volano che si lascia per terra, nella sabbia, invece che lanciarlo in aria.

La contessina Mitzi
Komtesse Mitzi, 1909

Noi miseri mortali non possiamo mai pretendere di sapere come si giudichi lassù una vicenda umana.

Il vasto dominio
Das weite Land, 1911

Noi cerchiamo, per quanto possibile, di far ordine dentro di noi, ma quest'ordine è sempre qualcosa di artificioso. Lo stato naturale è il caos.

La signorina Else
Fräulein Else, 1924

Sono così sola. Terribilmente sola, tanto che nessuno può immaginare la mia solitudine. Amore mio, io ti saluto. Chi sei? Ti saluto mio promesso sposo! Ma chi sei?...

Doppio sogno
Traumnovelle, 1926

Nessun sogno [...] è soltanto un sogno.

Mai indagare il futuro.

Sebbene la loro unione si fondasse su una perfetta compenetrazione di sentimenti e di idee, sapevano tuttavia che ieri li aveva sfiorati, e non per la prima volta, un’ombra di avventura, di libertà e di pericolo; trepidamente, tormentandosi, cercarono con sleale curiosità di carpirsi confessioni e, concentrandosi con angoscia sulla loro vita intima, ognuno ricercò in sé qualche fatto anche insignificante, qualche avvenimento anche inconsistente, che potesse esprimere l’ineffabile e la cui sincera confessione riuscisse a liberarli da una tensione e da una diffidenza che cominciavano a diventare a poco a poco insopportabili.

Il libro dei motti e delle riflessioni
Buch der Sprüche und Bedenken, 1927

A volte rappresenta un tradimento peggiore verso la donna amata tenere tra le braccia lei anziché un'altra.

Anche quelli che ci amano e ci onorano non si sentono a loro agio accanto a noi prima di aver scoperto il nostro punto debole.

Chi crede in Dio può rivolgergli le sue preghiere, per chi lo conosce la preghiera si chiama lavoro.

Ciò che logora più rapidamente e nel modo peggiore la nostra anima è perdonare senza dimenticare.

Com'è deliziosa la solitudine, quando sappiamo che da qualche parte nel mondo, fosse anche a grande distanza, qualcuno si strugge per noi. Ma questa può ancora dirsi solitudine? Non è piuttosto quella forma molto comoda e molto irresponsabile di socievolezza che sa soltanto chiedere e prendere senza mai dare qualcosa, anzi senza riconoscere neppure i propri obblighi?

Credo alla tua saggezza solo quando viene dal cuore, e alla tua bontà solo quando viene dalla ragione.

Dilettante è chi non è all'altezza delle proprie idee, ma ne va orgoglioso.

È sempre meglio tendersi freddamente la mano sopra il profondo abisso di un'eterna estraneità piuttosto che abbracciarsi commossi sopra i gorghi ingannevoli della comprensione.

È una tendenza innata dell'uomo rilevare un'altissima percentuale di colpa nelle disgrazie che toccano agli altri, e vedere nelle proprie solo la fatalità.

Essere pronto è molto, saper attendere è meglio, ma sfruttare il momento è tutto.

Esistono molti generi di fuga dalle responsabilità: c'è una fuga nella morte, una fuga nella malattia e infine una fuga nella stupidità. Quest'ultima è la meno pericolosa e la più comoda, perché anche per le persone sagge la strada non è di solito così lunga come amerebbero pensare.

Fare una passeggiata lungo la riva del mare e annegare in una pozzanghera lì accanto: ecco un destino davvero tragicomico.

Guardati dalle persone modeste: non immagini con quale commosso orgoglio coltivano le loro debolezze.

Il cuore è fatto per amare e per odiare, per gioire e per soffrire, per esultare e per piangere. Ma quando si sforza di comprendere - cosa che spetta soltanto all'intelletto - pecca contro la sua stessa natura; e se poi crede di comprendere non fa altro che ingannare sé stesso e finisce per rovinarsi.

In una relazione morbosa dobbiamo interpretare anche l'indizio più irrilevante come sintomo della malattia, allo stesso modo che in un organismo ammalato.

Ingannare per una precisa ragione significa quasi essere fedeli.

L'ostinazione è l'unica forza del debole... e una debolezza in più.

La concezione tragica del mondo, vista dalle altezze dell'umorismo, sembra in ogni caso comunque ristretta, se non ridicola o addirittura assurda.

La politica è l'argomento prediletto di ignoranti e chiacchieroni, la religione l'argomento prediletto di chi non ha altro a cui pensare e dei codardi. Come professione, la politica è per i duri di cuore e gli irresponsabili, la religione è fatta apposta per i poveri di spirito e gli ipocriti.

La pretesa di amare il proprio nemico è altrettanto immorale, in senso lato, della pretesa di una castità assoluta, e altrettanto irrealizzabile per persone normali.

Lamentarsi? No, essere attivo! Deplorare? No, essere soccorrevole! Accusare? No, correggere!

Le nature eternamente scontente sono quelle che vengono colte da una noia mortale nel corso di un'esperienza pur importante, perché in ispirito l'hanno già consumata da tempo. Chi sa veramente godersi la vita, invece, è grato per le modeste sorprese che sono solite attenderlo, o che quanto meno sa di potersi attendere, anche nell'esperienza più insignificante.

Le persone che vogliono sempre essere le più intelligenti sono costrette da questo sforzo incessante a impiegare l'intelletto con una tale intensità che alla fine, di solito, si ritrovano a essere state le più stupide.

Le relazioni umane somigliano agli uomini anche in questo, che poche sanno adattarsi all'inevitabile, a sopportare con dignità dolore e vecchiaia e a morire in bellezza.

Ma perché mai l'indulgenza del prossimo la consideriamo per lo più stupidità, e la nostra invece bontà... la bontà degli altri una debolezza e la nostra un segno di nobiltà d'animo?

Miserabile chi vive non la propria vita ma la propria autobiografia.

Nel cuore di ogni aforisma, per quanto nuovo o addirittura paradossale voglia apparire, pulsa un'antichissima verità.

Nessuno al mondo è più povero del ricco incapace di dissipare.

Non avere alcun motivo per mentire non significa necessariamente essere sincero.

Non è una cortesia voler portare il bastone a un paralitico.

Ogni relazione amorosa conosce tre stadi che trapassano inavvertitamente l'uno nell'altro: il primo, nel quale si è felici anche tacendo; il secondo, nel quale tacendo ci si annoia, e il terzo nel quale il silenzio, avendo per così dire preso forma, si erge tra i due innamorati come un malvagio nemico.

Perdere un'illusione significa arricchirsi di una verità. Ma chi lamenta la perdita non è stato degno del guadagno.

Predicare l'amore del prossimo non è necessariamente una prova di bontà o di saggezza, spesso indica labilità emotiva, se non addirittura debolezza di testa.

Puoi impedire a un uomo di rubare, ma non di essere un ladro.

Rapporti umani deteriorati, e in modo particolare le relazioni amorose, hanno talvolta, come i nobili decaduti, un loro orgoglio da accattoni, ridicolo o anche commovente, che dobbiamo in ogni caso rispettare e soprattutto non ferire con una partecipazione troppo ostentata.

Quando l'odio diventa vile si mette in maschera, va in società e si fa chiamare giustizia.

Quante volte consideriamo inconciliabilità di opinioni ciò che è soltanto diversità di temperamento.

Saggezza di vita significa: dare importanza alle cose per quanto possibile, ma non prenderne completamente sul serio neanche una.

Se la fedeltà non è un regalo in contraccambio, allora è il più folle degli sperperi.

Se magnificate il Dio senza la cui volontà nemmeno un passero cade dal tetto, perché picchiate il ragazzo che lo abbatte?

Siamo veramente spietati solo verso le persone che sappiamo di non poter mai perdere.

Solo la direzione è reale, la meta è sempre fittizia, anche la meta raggiunta... anzi soprattutto questa.

Ti lamenti che non gli hai fatto niente di male, eppure lui medita vendetta? Non c'è motivo di stupirsi. Il rancore che ti serba non è dovuto a una tua colpa, ma alla sua cattiva coscienza.

Un destino tragicomico: sapere che la propria vita è distrutta e non avere nessuno sulla cui spalla si vorrebbe sfogarsi piangendo se non chi ha appunto operato quella distruzione.

Libro di Schnitzler consigliato da Aforismario
Il libro dei motti e delle riflessioni 
Traduzione: Claudio Groff 
Editore: BUR Rizzoli, 2002 

Medico, scrittore, psicologo che anticipa nelle sue opere alcune fondamentali concezioni di Freud, Schnitzler è uno degli autori più significativi del fine secolo austriaco. Tra il 1924 e il 1927 Schnitzler riordina con passione aforismi vecchi e nuovi in cui racchiude, col gusto del frammento che caratterizza il suo pensiero, una visione del mondo e una poetica. Il libro viene pubblicato con grande successo: duemila esemplari sono esauriti in pochi giorni e l'accoglienza della critica è entusiastica. Piace lo stile, la ricchezza dei temi, la varietà delle prese di posizione su problemi artistici, morali e religiosi, le relazioni tra i sessi, la società del tempo, giudicata da Schnitzler con rigore e ironia. Si precisa così un'immagine più netta della personalità dell'autore, che decide di mostrare carattere, valori e debolezze senza ipocrisie né autocompiacimento.