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Aforismi, frasi e citazioni di Orazio Rinaldi

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Orazio Rinaldi (Bologna? - 1592 ca.), medico e umanista italiano. Le seguenti massime di Orazio Rinaldi sono tratte da Dottrina delle virtù e fuga de' vizi, stampato a padova nel 1585. Si tratta di una raccolta di detti sentenziosi e proverbi che ebbe un discreto successo in Europa.
Di quattro cose è nociva l'abbondanza: delle donne,
dei cibi, del giuoco, e delle parole. (Orazio Rinaldi)
Dottrina delle virtù e fuga de' vizi
1585 - Selezione Aforismario

Abbondanza. Di quattro cose è nociva l'abbondanza: delle donne, dei cibi, del giuoco, e delle parole.

Afflizione. Per quattro cagioni s'affligge l'uomo: per acquistar onore, per fuggir la povertà, per opprimer il disonore, e per arricchire i figlioli.

Auditore. Quattro cose avvertisca l'auditore: ascoltar con pazienza chi parla, considerar con sapienza le cose udite, tener a mente le cose buone, e dimenticarsi subito delle cattive.

Avvocato. Quattro cose dee osservare l'avvocato: udir con pazienza l'avversario, considerar bene le cose udite, apparecchiar la debita risposta alle considerate, e conchiuder allegando le cose aggiunte.

Carità. Quattro cose vengono dalla carità: riverir Dio, il prossimo, sollevar l'oppresso, e corregger chi erra. 

Casa. Quattro cose fanno tornar spesso l'uomo a casa: l'amor verso la moglie, l'amenità della casa, il mancar di compagni, e l'avversità del tempo.

Costanza. Quattro cose induce la costanza: il timor della vergogna, del supplizio, della laude, e della spesa. 

Danari. Quattro sorti d'uomini acquistano danari: gl'ingannatori, gli avari, i discreti, e i curiosi. Quattro cose si acquistano senza danari: il disprezzo di se stesso, la stoltizia, la carestia, e l'infermità.

Diletto. Quattro cose sono di sommo diletto: una voce soave, un volto bello, un cibo delicato, e un giorno sereno. Quattro cose piacciono all'uomo: il figliuol prudente, le splendide ricchezze, il conseguir gran dignità, e far vendetta contro gl'inimici.

Domandare. Quattro cose sono utili da considerarsi a chi domanda: chi domanda, da cui domanda, per qual cagion domanda, e che cosa domanda.

Donna. Quattro cose convengono alla donna: bellezza di faccia e di membra, castità di corpo, onestà di costumi, curiosità famigliare. Quattro desideri hanno le donne: aver un bel giovane per marito, dilettarsi di più figliuoli, esser ornate di preziose vesti, e dominare in casa sopra tutti. Quattro dispiaceri hanno le donne: che il marito ami altra che sé, che si faccia spesso tumulto in casa, che i figliuoli abbiano bisogno del vivere, e vedere la lor immatura morte.

Fatica. Quattro cose non si possono acquistar senza fatica: la lode eccellente, la scienza grande, la robba, e la potenza. 

Fuga utile. Quattro cose si fuggono con utile: non accostarsi spesso a ciascuno, non s'affaticare indarno per ogni cosa, non si doler molte volte delle cose passate, e non desiderare ciò che non si può avere.

Giustizia. Quattro cose spengono la giustizia: l'amore, l'odio, il timore, e il guadagno.

Gola. Quattro cose scemano il vizio della gola: l'ansietà del guadagno, il combatter con la fame, lo straccar il corpo, e il desiderar danari. Quattro cose fanno l'uomo goloso: l'esser uso all'osteria, l'imitar della corte, le molte entrate, e 'l riposo continuo.

Governatore. Quattro cose dee osservare il governator d'un luogo: serbar l'egualità, mantener l'abbondanza, dar udienza, e conservar la giustizia.

Libro di Orazio Rinaldi consigliato
Dottrina delle virtù e fuga dei vizi
Curatore: E. Malato
Editore: Salerno, 1990

La Dottrina delle virtù e fuga dei vizi è la prima e più ampia raccolta di proverbi, sentenze, aforismi che abbia visto la luce in Italia tra il Cinque e il Seicento. Documento tra i più notevoli di quella letteratura sapienziale e paremiografica che ebbe ampia fortuna in tutta l’Europa del Rinascimento, l’operetta di Orazio Rinaldi, si segnala in particolare non solo per la struttura quadrimembre di tutti gli enunciati, ma anche per la materia, spesso originale o comunque non ripetitiva delle raccolte più note e diffuse; e non meno per la qualità del testo, che può risultare ancor oggi di gradevole lettura al di là della sua valenza di documento storico. Curiosamente, l’operetta di Rinaldi ebbe grande fortuna europea, ma scarsa fortuna italiana. Venne ben presto tradotta in inglese e in spagnolo, ma in Italia risulta poco diffusa, generalmente ignorata e comunque mai ristampata. Divenuta presto rarissima, venne invano inseguita dai bibliografi dell’Ottocento. Questa è la prima edizione moderna, che consenta un pieno recupero del testo.

Note