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Frasi e citazioni di Thomas Bernhard

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Thomas Bernhard (Heerlen 1931 - Gmunden 1989), scrittore e drammaturgo austriaco, considerato uno dei più grandi autori tedeschi del Novecento. Le seguenti citazioni di Thomas Bernhard, spesso caratterizzate da un profondo pessimismo, sono tratte dai suoi libri più noti, tra i quali: Perturbamento (1967), L'origine (1975), La cantina (1976) Il respiro (1978), Un bambino (1982), Il soccombente (1983). In Italia, le opere di Thomas Bernhard sono pubblicate dalla casa editrice Adelphi.
Se ci guardiamo intorno, ci accorgiamo di essere circondati soltanto da
ridicolaggine e meschinità. Quel che importa è sottrarsi a questa ridicolaggine
e a questa meschinità. Fissare lo sguardo sull'eccelso! (Thomas Bernhard)
Gelo
Frost 1963

Da un lato vorrei essere solo, dall'altro tutti mi ripugnano.

È l'insicurezza che sprona gli uomini alle grandi imprese, grazie a essa uomini che in realtà non erano fatti per nessuna cosa, sono diventati capaci di tutto. Gli eroi sono il prodotto dell'insicurezza.

Tutto è incomprensibile perché è umano.

Perturbamento
Verstörung, 1967 - Selezione Aforismario

Anche se questo mondo pretendeva o fingeva di essere sano, era pur sempre un mondo malato e gli uomini, gli individui, anche quelli cosiddetti sani, erano malati.

Ci sono degli uomini [...] che si accontentano della vita nel suo stato grezzo e non si preoccupano di lavorarla, gli basta la materia grezza.

Ci sono ore in cui dico a me stesso: non possiedi più nulla al di fuori del tuo sconforto e di questo devi accontentarti, ogni giorno puoi dipingergli addosso una faccia diversa, dico a me stesso, puoi mostrargli la lingua per vederlo ridere.

Ciascuno di noi è completamente isolato in sé stesso, anche se tra noi il legame è strettissimo. La vita intera non è altro che un tentativo ininterrotto di ritrovarci.

Gli uomini camminano insieme, parlano insieme, dormono insieme, ma non si conoscono. Se gli uomini si conoscessero non camminerebbero insieme, non parlerebbero insieme, non dormirebbero insieme.

Il mondo è la scuola della morte. Dapprima il mondo è la scuola elementare della morte, poi la scuola media della morte, poi, per pochissimi […], è l'università della morte.

Il più delle volte, ormai, trovo conforto soltanto nello sconforto.

L'amore è un'assurdità che in natura non c'è.

La maggior parte della gente è in liquidazione fin dalla nascita.

La salvezza è là dove noi non andiamo, perché non saremmo capaci di tornare indietro.

La verità è tradizione, non è la verità.

La vita ha l'alito sempre più cattivo.

Noi ci costringiamo a non percepire il nostro abisso. Eppure, per tutta la vita, non facciamo altro che guardare giù, al nostro abisso fisico e psichico, pur senza percepirlo. 

Questo mondo di sofferenze, è orrore, nient'altro che orrore.

Tutta la nostra vita non è che un avvicinarsi ai limiti estremi della vita stessa. 

La fornace
Das Kalkwerk, 1970

La cosiddetta convivenza ideale è una menzogna e poiché la cosiddetta convivenza ideale non esiste, nessuno ha il diritto di pretenderla.

Contrarre un matrimonio, come stringere un'amicizia, vuol dire decidere di sopportare in piena consapevolezza una situazione di doppia disperazione e di doppio esilio, vuol dire passare dall'antinferno della solitudine all'inferno della vita in comune. 

Correzione
Korrektur, 1975

La maggior parte delle persone, la percentuale più alta, vive di idee altrui e sfrutta queste idee altrui fino all'estremo, senza vergogna, ma a queste persone nessuno chiede conto, al contrario, sono lodate ovunque. Ovunque guardiamo, sfruttatori di idee, che ne traggono un buon guadagno.

Non è possibile una vera chiarezza, ma solo una chiarezza generica, approssimativa, non è possibile una conoscenza effettiva, ma solo approssimativa, tutto è sempre solo approssimativo e può essere sempre solo approssimativo. 

L'origine
Un accenno
Die Ursache. Eine Andeutung, 1975 - Selezione Aforismario

Chi è per lo sport ha le masse al suo fianco, chi è per la cultura ha le masse contro, e per questo tutti i governi sono sempre per lo sport e contro la cultura.

È sempre stata attribuita allo sport, in ogni epoca e soprattutto da ogni governo, un'importanza grandissima, per la buona ragione che lo sport intrattiene e obnubila e rimbecillisce le masse.

I genitori non esistono, esistono soltanto dei criminali che procreano nuovi esseri umani e che procedono con grandissima stoltezza e ottusità contro il nuovo essere umano da essi procreato, e in questa attività criminosa sono appoggiati dai governi, i quali non hanno alcun interesse ad avere un essere umano informato e quindi effettivamente adeguato ai tempi, poiché costui agirebbe, come è ovvio, contro i loro fini, e così da milioni e da miliardi di imbecilli saranno generati in continuazione, verosimilmente per altri decenni e probabilmente per secoli, milioni e miliardi di imbecilli.

Noi siamo procreati, ma non educati: i nostri procreatori procedono contro di noi con assoluta ottusità dopo averci procreati, con una sprovvedutezza che distrugge qualsiasi umanità, e già nei primi tre anni di vita essi rovinano tutto nel nuovo essere umano, del quale non sanno nulla se non ammesso che lo sappiano - di averlo sconsideratamente e irresponsabilmente fatto, e non sanno neppure di aver commesso in tal modo il più grande di tutti i crimini.

Non dobbiamo aver paura di dire con chiarezza, anche a rischio di essere ritenuti pazzi, che i nostri procreatori in quanto genitori hanno compiuto il crimine della procreazione in quanto crimine premeditato per rendere infelice il nostro essere e che, in combutta con tutti gli altri - proprio come avevano fatto i loro avi e così via -, hanno compiuto questo crimine per rendere infelice il mondo intero che diventa man mano sempre più infelice.

La cantina
Una via di scampo
Der Keller. Eine Entziehung, 1976 - Selezione Aforismario

I paroloni e le frasi altisonanti io li ho sempre presi per quello che sono: manifestazioni di incompetenza alle quali non bisogna far caso.

In fondo io non ho percorso una strada, probabilmente perché ho sempre avuto paura di imboccare una strada senza fine e quindi senza senso. Se volessi, dicevo ogni volta a me stesso, potrei farlo. Ma non ho imboccato nessuna strada. Qualcosa è successo, sono diventato più vecchio, non sono rimasto fermo, ma non ho imboccato nessuna strada.

Ogni giorno che viene, si tratta sempre e soltanto di uomini con tutte le loro debolezze e tutta la loro lordura fisica e intellettuale. Che importa se uno si dispera con il martello pneumatico e un altro con la macchina da scrivere. Sono solo le teorie che storpiano ciò che in fondo è chiarissimo, le filosofie e le scienze che con le loro inservibili nozioni intralciano la via che porta alla chiarezza.

Ogni uomo, a prescindere da quello che è e a prescindere totalmente da quello che fa, viene ricacciato continuamente in se stesso, ogni uomo è un incubo abbandonato soltanto a se stesso.

Ja
1978

La necessità di isolarsi per dedicarsi al proprio lavoro scientifico è la prima di tutte le necessità di un uomo di scienza.

Il respiro 
Una decisione
Der Atem. Eine Entscheidung, 1978 - Selezione Aforismario

È senz'altro possibile che tutte le malattie siano, in generale, malattie inventate, malattie che sembrano reali perché producono gli stessi effetti delle malattie reali. Si tratta di capire se di malattie reali in generale ne esistano, se tutte le malattie non siano malattie inventate, essendo la malattia un'invenzione per sua stessa natura.

I medici sono o dei megalomani o degli sprovveduti e, in ogni caso, nuocciono ai malati se questi ultimi non prendono essi stessi l'iniziativa.

Ignorare una malattia, non volerne prendere atto, benché essa reclami i propri diritti, è un comportamento contro natura certamente destinato allo scacco.

Il malato è un veggente, nessuno possiede un'immagine del mondo più chiara della sua.

In definitiva ogni malattia inventata è una malattia reale.

Pochissimi sono i medici che ammettono di non sapere quasi niente e, di conseguenza, di non poter fare quasi niente.

Se siamo entrati in ospedale, possediamo in ogni caso un documento di legittimazione per entrare nel quartiere del pensare. In questo quartiere del pensare ci è possibile raggiungere un grado di coscienza che è impossibile raggiungere al di fuori del quartiere del pensare. In questo quartiere del pensare otteniamo ciò che al di fuori di esso non è mai possibile ottenere, la coscienza di noi stessi e la coscienza di tutto ciò che è.

L'artista, e soprattutto lo scrittore che non si faccia di tanto in tanto ricoverare in ospedale, che non si faccia perciò ricoverare in un quartiere del pensare come questo, di vitale e decisiva importanza per la sua esistenza, finisce col tempo per smarrirsi nella futilità perché rimane impigliato alla superficie delle cose.

Tra cento cosiddetti medici solo di rado si trova un vero medico, e di conseguenza i malati sono sempre e in ogni caso una comunità condannata all'infermità e alla morte.

I mangia a poco
Die Billigesser, 1980

Chi non impiega fin da giovanissimo gran parte delle proprie energie per contrapporsi alla follia della massa, diventa inevitabilmente vittima dell'idiozia.

La scuola si contrappone alla natura di ogni singolo individuo ed è fatta solo per disgregare la natura di ogni singolo individuo e per distruggerla e in seguito poi per annientarla. Gli insegnanti e i professori [...] soltanto manovali addetti a questa macchina disgregatrice, distruttrice e annientatrice della natura, una macchina che ogni anno annienta il novanta percento dell'umanità provvista di intelligenza.

Il freddo
Una segregazione
Die Kälte. Eine Isolation, 1981

Il linguaggio non serve quando si tratta di dire la verità, di comunicare qualcosa, il linguaggio permette a chi scrive soltanto l'approssimazione, sempre e soltanto la disperata e quindi anche dubbia approssimazione all'oggetto, il linguaggio non riproduce che un'autenticità contraffatta, un quadro spaventosamente deformato, sebbene chi scrive si dia un gran da fare, le parole calpestano e deformano tutto, e sulla carta trasformano la verità assoluta in menzogna.

La vita è un penitenziario con scarsissima libertà di movimento. Le speranze si rivelano malintesi.

Per combattere l'insensatezza, alzarsi dal letto, lavorare e pensare immersi in nient'altro che nell'insensatezza. […] Svegliarsi, cominciare il lavoro e continuarlo fino allo sfinimento, finché gli occhi non possono e non vogliono più vedere, smettere, spegnere la luce, cadere in balìa degli incubi, consegnarsi ad essi come a una cerimonia senza pari. E il mattino dopo far di nuovo la stessa cosa, con la massima precisione, con la massima concentrazione, fingendo che tutto ciò abbia un significato.

Siamo in errore quando crediamo di essere nel vero e viceversa. La via dell'assurdo è la sola praticabile.

Teniamo in serbo le nostre domande perché noi stessi ne abbiamo paura, poi ad un tratto è troppo tardi per porle. Vogliamo lasciare in pace l'interrogato, non vogliamo ferirlo profondamente perché vogliamo lasciare in pace noi stessi e non ferirci profondamente. Rimandiamo le domande decisive e facciamo senza posa domande ridicole, inutili e meschine, e quando facciamo le domande decisive è ormai troppo tardi.

Goethe muore
Goethe schtirbt, 1982 - Selezione Aforismario

La nostra inermità la dobbiamo ai nostri procreatori, e così la nostra inettitudine, tutte le nostre difficoltà che nell'intero corso della vita non riusciamo a superare.

Noi diciamo pure di amare i nostri genitori, e in realtà li odiamo, perché non possiamo amare i nostri procreatori non essendo noi persone felici, la nostra infelicità non è immaginaria come lo è invece la nostra felicità, di cui ogni giorno cerchiamo di convincerci per trovare il coraggio di alzarci e lavarci, vestirci, bere il primo sorso, mandar giù il primo boccone.

Ogni nuovo mattino ci ricorda immancabilmente che è solo in una terribile sopravvalutazione di se stessi e nella loro effettiva megalomania procreativa che i nostri genitori ci hanno concepiti e figliati, gettandoci in questo mondo più orribile e disgustoso ed esiziale che non piacevole e utile.

Il nipote di Wittgenstein
Un'amicizia
Wittgensteins Neffe. Eine Freundschaft, 1982 - Selezione Aforismario

Come il novanta per cento dell'umanità, vorrei sempre essere altrove, dove non sono, nel luogo dal quale sono or ora fuggito.

Non c'è ipocrisia più diffusa di quella del sano nei confronti del malato. I sani, in fondo, non vogliono avere più niente a che fare con i malati e non sono affatto contenti che i malati, sto parlando dei veri malati, e cioè dei malati gravi, esigano tutt'a un tratto di ritornare in buona salute, o almeno di normalizzarsi o almeno di migliorare le loro condizioni di salute. Il sano, se è una persona sincera, ammetterà che non vuole avere più niente a che fare con il malato, non vuole che nessuno gli rammenti la malattia e, attraverso la malattia, logicamente e forzatamente la morte.

Soltanto seduto in automobile, solo lungo il tragitto tra il luogo che ho appena lasciato e quello dove sto andando io sono felice, solo in automobile e solo in viaggio sono felice, non appena arrivo in un posto, invece, sono l'uomo più infelice che si possa immaginare, dovunque io arrivi, come sono arrivato divento infelice. Sono uno di quegli individui che in definitiva non sopportano un solo luogo al mondo, che sono felici soltanto in viaggio tra due luoghi, quello che hanno appena lasciato e quello che stanno per raggiungere.

Un bambino
Ein Kind, 1982 - Selezione Aforismario

È la scuola in sé, sosteneva mio nonno, che assassina il bambino.

Entrando a scuola tremavo, uscendo da scuola piangevo. Andavo a scuola come si va al patibolo, la mia decapitazione era sempre soltanto rinviata, e questa era per me una tortura.

Ero abituato a essere indipendente, a star solo la maggior parte del mio tempo, detestavo la truppa, aborrivo la massa, e tutte quelle urla cento volte, mille volte ripetute dalla stessa bocca.

I più intelligenti sono continuamente minacciati dalla follia.

Il fatto che esiste al mondo anche qualcosa di diverso dalla banalità dovremmo sempre tenerlo presente. Ma la volgarità è da ogni parte intorno a noi, e ogni giorno, inevitabilmente, soffochiamo nell'imbecillità.

La vita era una tragedia, e noi nella migliore delle ipotesi potevamo trasformarla in una commedia. 

Le scuole sono soltanto fabbriche di imbecillità e di depravazione. 

Sempre la mia ambizione è stata superiore alle mie forze.

Sempre, quando siamo in alto, desideriamo più di ogni altra cosa avere accanto a noi un osservatore in qualità di ammiratore. 

Se ci guardiamo intorno, ci accorgiamo di essere circondati soltanto da ridicolaggine e meschinità. Quel che importa è sottrarsi a questa ridicolaggine e a questa meschinità. Fissare lo sguardo sull'eccelso!

Il soccombente
Der Untergeher, 1983 - Selezione Aforismario

Chi non è capace di ridere non va preso sul serio.

Detestava le persone che parlano senza aver finito di pensare, dunque detestava quasi tutta l'umanità.

I genitori sanno perfettamente che l'infelicità ad essi connaturata la perpetuano nei figli, ma nella loro crudeltà vanno avanti a fare figli e a gettarli nell'ingranaggio dell'esistenza.

Le nostre biblioteche sono in un certo senso istituti di pena dove noi abbiamo rinchiuso i nostri grandi spiriti.

Non c'è una persona al mondo che noi abbiamo il diritto di legare a noi contro la sua volontà.

Non siamo neanche capaci di vivere, non siamo in grado di esistere, giacché in verità non esistiamo, ma piuttosto veniamo esistiti!

Sarebbe stato ancora più infelice se dall'oggi al domani avesse smarrito la sua infelicità.

Senza neanche accorgersene, chi vive in campagna, col passare del tempo rimbecillisce, crede per un certo periodo che la sua sia una vita originale che fa bene alla salute, e invece la vita di campagna non è affatto originale, anzi per chi non sia nato in campagna e cresciuto per la campagna è una vita insipida che fa solo male alla salute.

Antichi maestri
1985

L'arte, insomma, è il tentativo reiterato, che commuove perfino l'intelligenza, di sbrogliarsela in questo mondo e nelle sue avversità, cosa che, come sappiamo, è possibile solo facendo ripetutamente uso della menzogna e della falsità, dell'ipocrisia e dell'autoinganno.

Nei cimiteri abbiamo brutalmente sotto gli occhi il cattivo gusto più indecente dell'umanità.

Estinzione
Uno sfacelo
Auslöschung. Ein Zerfall, 1986

Quanto più imponente suona il titolo, tanto più grande è l'imbecille che lo porta.

Solo gli ottusi credono che il mondo finisca dove finiscono loro.

Spesso ci addentriamo a tal punto in un'esagerazione [...] che finiamo per considerare quell'esagerazione il solo fatto coerente, e non percepiamo neanche più il fatto reale, ma solo l'esagerazione smisuratamente spinta all'estremo.

Libro di Thomas Bernhard consigliato
Perturbamento
Curatore E. Bernardi 
Editore Adelphi, 1995

Un medico condotto della Stiria, accompagnato dal figlio, fa un giro di visite: insieme a loro, dalla prima frase fin oltre l’ultima, siamo presi in un «perturbamento» che avvolge tutto come uno scirocco metafisico. Una vibrazione di malattia e di tristezza emana dalla psiche e dalla natura. Il romanzo che rivelò Thomas Bernhard – e rimane il suo libro più grande ed inquietante, il suo capolavoro.

Note
Di Thomas Bernhard vedi anche: L'arte deteriore dell'aforisma