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Frasi e citazioni di Paul Julius Möbius

Selezione di frasi e citazioni di Paul Julius Möbius (Lipsia 1853-1907), scienziato e neurologo tedesco. Le seguenti riflessioni di Paul Julius Möbius sono tratte dal suo libro più famoso (per qualcuno, famigerato): Sull'inferiorità mentale della donna (Uber den phisiologische Schwachsinn des Weibes, 1900), considerato un classico del razzismo femminile.

Come ha scritto Franca Ongaro, che ha introdotto la prima edizione italiana del libro: "Moebius si preoccupa di dimostrare (negando che in questa sua dimostrazione ci sia un implicito giudizio di valore) l'inferiorità fisiologica della donna rispetto all'uomo, per dedurre la necessità di continuare ad escluderla dal gioco sociale".

Nella presentazione della seconda edizione del libro Sull'inferiorità mentale della donna, scrive Möbius: "Alcuni dei miei critici hanno creduto che il mio libro fosse uno scritto di polemica contro il sesso femminile e che io sia un nemico delle donne. Ciò è semplicemente sciocco, poiché, in realtà, io mi faccio a difendere gli interessi del sesso femminile contro i suoi nemici e combatto contro un fiacco intellettualismo, contro un falso liberalismo che va alla ricerca di uno sterile livellamento. I veri nemici delle donne sono i femministi, i quali vorrebbero annullare le differenze tra i sessi; e anche quand'io mi oppongo alle male arti di costoro, non per ciò combatto le donne, poiché se queste corrono dietro alle seduzioni e si beano per la donna nuova, gli è che manca loro, per l'appunto, la penetrazione, la capacità di critica, che permettano loro di darsi conto di ciò che si facciano; del resto esse non arriverebbero a nessun risultato se fra di loro non si cacciassero degli uomini, i quali suggeriscono loro i pensieri".
Le donne, prese nell'insieme, sono veramente deficienti rispetto agli uomini?
Un vecchio proverbio ci dà la risposta: "Capelli lunghi, cervello corto".
(Paul Julius Möbius)
Sull'inferiorità mentale della donna
Uber den phisiologische Schwachsinn des Weibes, 1900 - Selezione Aforismario

Deficienza mentale è una relazione, e l'espressione «deficienza mentale» non acquista significato se non in un paragone. Così mentre non si può paragonare un membro di un dato gruppo ad un membro d'un altro gruppo, si possono benissimo porre a raffronto due gruppi diversi. Un eschimese che non sa contare al di là di cento, come eschimese non è un deficiente, ma, appunto perché è tale, l'eschimese, posto a confronto con un tedesco o con un francese, è un deficiente.

Dal punto di vista somatico, astrazion fatta dalle caratteristiche del sesso, la donna è qualche cosa di mezzo fra il fanciullo e l'uomo, e lo è altresì, almeno per molti riguardi, anche dal punto di vista psichico.

Ciò che generalmente è ritenuto vero e buono, per le donne è in realtà vero e buono. Esse sono rigide conservatrici e odiano le novità, eccettuato, s'intende, il caso, in cui il nuovo arrechi loro un vantaggio personale, ovvero quando quella novità piaccia all'amante.

Come gli animali, da tempo immemorabile, agiscono sempre alla stessa guisa, così il genere umano sarebbe rimasto nel suo stato originario se non fossero esistite altro che le donne. Ogni progresso è opera dell'uomo.

Come un uomo assennato si guarderebbe bene dallo scegliere, per la cura dei suoi bimbi, una scienziata quale bambinaia, così l'eterna Sapienza non ha messo accanto all'uomo un altro uomo munito di un utero, sebbene la donna, cui diede tutto quanto le era necessario per il suo nobilissimo compito, ma a cui non concesse la forza intellettuale dell'uomo.

L'istinto rende la donna somigliante alle bestie, sempre dipendente da influenze estrinseche, sicura di sé e gaia. In essa s'agita la singolare forza dell'istinto, che la rende veramente mirabile e attraente.

Il gatto si slancia contro la pallottola di carta e si esercita così per la caccia al topo; la donna si esercita, vita natural durante, nella lingua, per trovarsi sempre agguerrita nelle battaglie a parole.

La deficienza mentale della donna non solo esiste, ma per di più è necessaria; non soltanto è un fatto fisiologico, ma è altresì un postulato fisiologico. Se noi vogliamo una donna, la quale possa adempiere bene al suo compito materno, è necessario ch'essa non abbia un cervello mascolino.

La donna rassomiglia ai bimbi, è gaia, paziente e di spirito semplice.

La lingua è l'arma delle donne, poiché la loro debolezza fisica impedisce loro di lottare con le pugna, la loro debolezza mentale le obbliga a rinunziare alla prova dei fatti, per cui non resta loro che la piena delle parole.

La litigiosità e la smania delle chiacchiere non a torto furono in ogni tempo ritenute specifiche del carattere femminino. Il ciarlare arreca alle donne un infinito piacere, è il vero sport femminile.

La natura vuole, dalla donna, amore e dedizione materna.

La Natura è una inflessibile Signora e punisce con pene severe le infrazioni alle sue leggi. Essa ha stabilito che la donna deve esser madre ed ha concentrato tutte le sue forze verso questo scopo; quando la donna viene meno al suo obbligo verso la specie e vuole viversi la sua vita «individuale», essa viene colpita come da una maledizione.

La scaltrezza femminile non è per nulla un indice di alte doti mentali; la donna di fronte all'uomo trovasi, a un dipresso, nelle condizioni di un furbo negoziante di fronte ad un artista o ad uno scienziato. Del resto la scaltrezza femminile deve ammainar tosto le vele se per caso di incontri con l'accortezza mascolina e quest'ultima non sia paralizzata dall'istinto sessuale.

La simulazione, ossia la bugia, è l'arma naturale e più che indispensabile per le donne; esse non possono fame a meno.

Le donne, prese nell'insieme, sono veramente deficienti rispetto agli uomini? Un vecchio proverbio ci dà la risposta: "Capelli lunghi, cervello corto", ma la sapienza moderna non vuol saperne; per essa, l'intelligenza femminile sta, per lo meno, all'altezza di quella degli uomini.

Non appena un uomo imprende un lavoro femminile, si fa sarto, tessitore, cuoco, ecc., tosto produce un lavoro migliore di quello della donna.

Quando si consideri più attentamente la vita della donna, bisogna convenire che la Natura è stata con essa veramente dura. Infatti la Natura non solo è stata per la donna più avara di doti mentali, ma per di più ha disposto in modo che la donna le perda più presto che l'uomo.

Quando la fanciulla s'incontra con un giovane, essa si trova nella posizione di un generale d'armata, il quale si avanza verso un esercito nemico. Questo è il momento in cui essa può agire; da pochi minuti può dipendere tutto l'avvenire

Resta completamente dimostrato, che, nella donna, sono meno sviluppate che nell'uomo porzioni del cervello, le quali sono della massima importanza per la vita psichica, quali le circonvoluzioni del lobo frontale e temporale, e che questa differenza esiste fin dalla nascita.

Se la donna non fosse fisicamente e mentalmente debole, se per lo più non la rendessero innocua le circostanze, essa sarebbe un essere altamente pericoloso. Nei tempi politicamente malsicuri, l'umanità con terrore ha imparato a conoscere l'iniquità e la crudeltà delle donne e così pure quando disgraziatamente una donna è giunta al potere supremo.

Se la donna deve diventare quell'entità voluta dalla Natura, essa deve astenersi dal mettersi in gara con l'uomo. Le esaltate modern-style partoriscono male e sono pessime madri.

Se si potesse far in modo che le facoltà femminili raggiungessero uno sviluppo uguale a quello delle facoltà degli uomini, ne verrebbero atrofizzati gli organi materni e noi ci troveremmo d'innanzi un ripugnante e inutile androgino.

Tutto il significato della vita della donna dipende da ciò, che la fanciulla trovi l'uomo che le si confaccia.

Vi è stato chi ha detto che non bisogna pretender nulla dalla donna dal punto di vista mentale, che cioè essa deve essere «sana e sciocca». In un tale paradosso la forma è grossolana, tuttavia vi è contenuta una verità.

Note
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