Frasi di Helene Deutsch da "Psicologia della donna"
Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Helene Deutsch, nata Rosenbach (Przemyśl 1884 - Cambridge 1982), psicoanalista austriaca. Helene Deutsch si è interessata in modo particolare alla studio psicoanalitico dell'identità femminile e dello sviluppo psicosessuale della donna. Il suo concetto più conosciuto è quello della personalità "Come-Se", fenomeno da lei descritto per spiegare la tendenza di certe donne ad assumere una falsa identità strutturata sulle aspettative altrui.
Come osserva lo psicoanalista Emilio Servadio: "Freud ebbe a dichiarare a più riprese che quello della femminilità è un problema irto di oscurità e d'incognite, e che, essendo egli uomo, i suoi contributi al riguardo non potevano andare oltre certi limiti. Freud ha anche ripetutamente invocato o sottolineato il lavoro che le donne stesse, specie quelle più allenate alle ricerche di psicoanalisi e di psicologia clinica, potevano svolgere per arricchire le nostre cognizioni generali sui loro problemi; e le ha più volte esortate ad approfondire il suo solco. Tra queste indagatrici degli enigmi della femminilità, la dottoressa Helene Deutsch occupa un posto di singolare importanza".
Le seguenti citazioni di Helene Deutsch sono tratte dalla sua opera fondamentale: Psicologia della donna (Psychologie der Frau, 1948-1954), uno studio psicoanalitico del sesso femminile dall'età dell'adolescenza fino all'età adulta, con interessanti approfondimenti sull'attività sessuale della donna e sulla maternità.
Ogni donna cela, in un angolo del suo cuore, il bisogno masochistico di provare i tormenti della passione e le sofferenze legate a un profondo amore. (Helene Deutsch) |
Psicologia della donna
Psychologie der Frau, 1948-1954 - Selezione Aforismario
La conquista da parte della donna di una completa eguaglianza sociale non sarà utile per lei stessa e per l'umanità tutta, se essa non potrà nello stesso tempo avere ampia possibilità di sviluppare la sua femminilità e il suo spirito materno.
Ogni donna cela, in un angolo del suo cuore, il bisogno masochistico di provare i tormenti della passione e le sofferenze legate a un profondo amore; e insieme cela il desiderio narcisistico che l'amante le dia grandi prove dei suoi sentimenti e che sia pronto a sacrificarsi.
Il bisogno di un erotismo sublimato è cosi insito nella psiche femminile, che quelle ragazze le quali si rifiutano di ammettere la necessità che l'amore sia platonico, ideale, e iniziano prima del tempo una vera attività sessuale, hanno poi per reazione un senso di vuoto e di delusione; queste esperienze le rendono, in seguito, più inclini a creare una scissione, sempre penosa, tra la sessualità e l'aspirazione erotica per un amore ideale.
Gli amanti più erotici spesso sono incapaci di proseguire in buona armonia una relazione, quando debbano vivere in condizioni prosaiche e monotone, perché per essi l'amore è possibile solo sotto forma d'ammirazione estatica e a patto di sentirsi costantemente desiderati; ed è difficile appagare questo bisogno narcisistico nella routine della vita quotidiana.
Vi sono molte donne che per tutta la vita, anche se sono mogli felici e sessualmente soddisfatte, sospirano d'incontrare un amore erotico, una «grande passione».
Nelle donne che vivono nell'astinenza sessuale, gli stati depressivi hanno di solito poco a che vedere con la tensione sessuale organica; si tratta di manifestazioni non già di un'esigenza fisica, ma di un desiderio erotico, del bisogno narcisistico di essere amata, e della tendenza masochistica a donare.
Il coito per la donna è prima di tutto un atto di fecondazione, l'inizio della funzione di riproduzione, che termina con la nascita del figlio.
Nell'estasi dell'orgasmo, la donna si sente una debole creatura alla mercé del suo amante; esperienza profonda nella quale il suo io diventa il bambino che essa concepisce nella fantasia e con il quale continuerà a identificarsi, se la sua fantasia diventa realtà.
L'amore materno è la diretta espressione affettiva della relazione positiva col figlio (o col suo sostituto); la sua principale caratteristica è la tenerezza. Tutta l'aggressività e la sensualità sessuale esistenti nella personalità della donna vengono soppresse e deviate da quest'espressione emotiva, che sta al centro dello spirito materno.
I metodi che segue la madre per assolvere i suoi compiti sono diversi. La sua guida migliore è il complesso affettivo dell'amore materno.
L'amore di una donna per il figlio è, nei casi normali, più grande dell'amore ch'essa ha per sé stessa.
La funzione femminile della riproduzione non è soltanto un atto individuale, unico o ripetuto, di natura organica; al contrario, i fatti organici possono essere considerati come manifestazioni individuali della universale fluttuazione umana tra il polo della creazione e quello della distruzione, e come una vittoria della vita sulla morte.
Le donne spesso accolgono con entusiasmo i benefici del parto indolore, senza minimamente capire che, cosi facendo, rinunziano all'esperienza del parto e all'estasi del primo contatto col figlio.
La grande "saggezza" delle madri è frutto della fusione di due funzioni, quella affettivo-istintiva e quella intellettuale.
I due massimi compiti della donna, in quanto madre, consistono nel raggiungere armonicamente la sua unità col figlio prima, e nello sciogliere altrettanto armonicamente quest'unità più tardi.
La grande "saggezza" delle madri è frutto della fusione di due funzioni, quella affettivo-istintiva e quella intellettuale.
I due massimi compiti della donna, in quanto madre, consistono nel raggiungere armonicamente la sua unità col figlio prima, e nello sciogliere altrettanto armonicamente quest'unità più tardi.
La donna intellettuale può considerare come sua creatura il frutto del suo lavoro, e rinunciare cosi alla maternità.
Le ragioni per cui le donne intellettuali apprezzano tanto la teoria matriarcale sono evidenti: è un modo di protestare contro la pretesa inferiorità sociale femminile e contro l'ingiustizia delle condizioni culturali.
Vi sono donne nelle quali il sentimento materno non si riversa sui propri figlioli, ma su altri oggetti, cioè sui figli di altre donne o anche su persone adulte, che esse prendono sotto la loro protezione materna. Molte di queste donne scelgono professioni che possano costituire uno sbocco ai loro sentimenti materni.
Una madre adottiva può equivalere in tutto a una madre vera, per quanto riguarda il bambino; e qualsiasi difficoltà egli possa provare in seguito è d'importanza psicologica secondaria, se gli viene donata una sufficiente parte di soddisfazioni biologiche e un'atmosfera emotiva adatta.
L'adozione offre ogni possibilità di soddisfare l'amore materno, di manifestare tenerezza a un essere umano che ne ha bisogno, e cosi pure di esplicare la tendenza masochistico-femminile al sacrificio.
La fierezza narcisistica che ha la donna per il frutto del suo corpo può trasferirsi facilmente sul successo ch'essa ottiene grazie alle sue premure affettuose, all'educazione e alla sua influenza personale nella relazione col figlio di un'altra donna.
L'amore e la vicinanza continua possono rendere sua, se cosi si può dire, la creatura adottata e, dopo un tempo relativamente breve, il fatto che non è del suo sangue può essere completamente dimenticato.
Specialmente il bambino adottato nei primi mesi di vita, che fin dall'inizio è stato sottratto alle condizioni nelle quali era nato, che non ha mai gustato altro amore materno che quello della sua madre adottiva, che ha imparato a pensare e a sentire come lei, cessa d'essere un estraneo per la donna materna; diventa una parte del suo io, prediletto e amato come se lei stessa l'avesse generato.
Oggi è generalmente acquisito che i disturbi del bambino sono spesso quelli dei genitori. Il fatto che lo studio della psicologia materna sia diventato un ramo
Il cane più mite assale furibondo il rivale, non solo per strappargli un osso, ma anche se sente che il padrone lo trascura e gli preferisce l'altro.
L'accettazione della realtà è determinata da una parte dall'amore e dal bisogno di protezione, dall'altra dal timore di essere puniti e dalla paura di sentirsi affettivamente isolati.
Per lo psicologo sono i motivi più profondi quelli che hanno importanza decisiva.
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