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Aforismi, frasi e citazioni di Simone Weil

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Simone Weil (Parigi 1909 - Ashford 1943), scrittrice, filosofa e mistica francese. La maggior parte delle seguenti riflessioni di Simone Weil, che fanno spesso riferimento a Dio e alla fede cristiana, sono tratte dai suoi diari e quaderni pubblicati postumi.
La pienezza dell'amore del prossimo è semplicemente l'essere capaci
di domandargli: "Qual è il tuo tormento?". (Simone Weil)
Riflessioni sulla guerra
Écrits historiques et politiques, 1933

I soldati non si espongono alla morte, sono mandati al massacro.

Riflessioni sulle cause della libertà e dell'oppressione sociale
Réflexions sur les causes de la liberté et de l'oppression sociale, 1934 

Il lavoro non viene più eseguito con la coscienza orgogliosa di essere utile, ma con il sentimento umiliante e angosciante di possedere un privilegio concesso da un favore passeggero della sorte, un privilegio dal quale si escludono parecchi esseri umani per il fatto stesso di goderne.

La parola rivoluzione è una parola per la quale si uccide, per la quale si muore, per la quale si mandano a morte le masse, ma che non ha alcun contenuto.

Una visione chiara del possibile e dell'impossibile, del facile e del difficile, delle fatiche che separano il progetto dalla messa in opera, basta a cancellare i desideri insaziabili ed i vani timori: da questo, e non da altro derivano la temperanza ed il coraggio, virtù senza le quali la vita è solo un vergognoso delirio.

La prima radice
L'enracinement, 1943 

Ciò che una nazione chiama i suoi «interessi economici vitali» non sono le cose che permettono ai cittadini di vivere, ma le cose che permettono alle nazioni di fare la «guerra».

La cultura è uno strumento maneggiato da professori per fabbricare professori che, a loro volta, fabbricheranno professori.

La fede nella provvidenza consiste nella certezza che l’universo, nella sua totalità, è conforme alla volontà di Dio [...]; e cioè che, in questo universo, il bene vince il male. In questo caso si può parlare solo dell’universo nella sua totalità, perché nei particolari non possiamo purtroppo aver dubbi sulla presenza del male.

La storia non è altro che una compilazione delle deposizioni fatte dagli assassini circa le loro vittime e se stessi.

La superstizione moderna del progresso è un sottoprodotto della menzogna con la quale si è trasformato il cristianesimo in religione romana ufficiale.

La conoscenza sovrannaturale
La connaissance surnaturelle, 1942-1943 (postumo, 1950)

La gioia è la nostra fuga dal tempo.

Lezioni di filosofia
Leçons de philosophie, 1933-1934 (postumo, 1959)

La gioia d'imparare è indispensabile agli studi, come la respirazione ai corridori. Dove essa è assente non ci sono studenti, ma povere caricature di apprendisti che al termine del loro apprendistato non avranno neppure un mestiere.

Tutte le tragedie che si possono immaginare si riassumono in una sola e unica tragedia: il trascorrere del tempo.

Si può, volendo, riportare l'intera arte del vivere a un buon uso del linguaggio.

Pensieri senza ordine sull'amore di Dio
Pensées sans ordre concernant l'amour de Dieu
1940-1943 (postumo, 1962) - Selezione Aforismario

Prima di tutto Dio è amore.

Se l'anima cessa di amare precipita giù qui sulla terra in uno stato quasi equivalente all'inferno.

Gli amanti e gli amici desiderano due cose: di amarsi al punto di entrare l'uno nell'altro e diventare un solo essere e di amarsi al punto che la loro unione non ne soffra, quand'anche fossero divisi dalla metà del globo terrestre.

Tutti i nostri desideri impossibili sono il segno del nostro destino e diventano buoni per noi proprio nel momento in cui non speriamo più di realizzarli.

Tutto ciò che l'uomo desidera invano quaggiù, è perfetto e reale in Dio.

Finché un essere umano non è stato conquistato da Dio, non può avere fede, ma solo una semplice credenza.

L'infelicità rende Dio assente agli occhi degli uomini per un certo tempo, più assente di un morto, più assente della luce in una prigione oscura.

L'ombra e la grazia
La pesanteur et la grace, 1940-1942 (postumo, 1948) - Selezione Aforismario

Due concezioni dell'inferno. Quella comune (sofferenza senza consolazione); la mia (falsa beatitudine, credersi per errore in paradiso).

Due forze regnano sull'universo: luce e pesantezza.

Fra gli esseri umani, si riconosce pienamente l'esistenza soltanto di coloro che amiamo.

Chi prende la spada, morirà di spada. Ma chi l'abbandona morirà sulla croce.

Chiunque soffre cerca di comunicare la sua sofferenza – sia maltrattando, sia provocando la pietà – per diminuirla; e, così facendo, la diminuisce veramente. Colui che è più in basso d'ogni altro, che nessuno compiange, che non ha la possibilità di maltrattare nessuno (se non ha figli, se non ha nessuno che l'ami), la sofferenza gli rimane dentro e lo avvelena.

Credere all'esistenza di altri esseri umani in quanto tali è amore.

«Datemi un punto di appoggio e vi solleverò il mondo». Questo punto d'appoggio è la croce. Non ce ne possono esser altri. Bisogna che esso si trovi all'intersezione del mondo e di ciò che non è il mondo. La croce è questa intersezione.

Dobbiamo attraversare – e Dio prima di noi, per venire fino a noi, perché egli viene per primo – lo spessore infinito del tempo e dello spazio. Nei rapporti fra Dio e l'uomo, l'amore è il più grande possibile. È grande come la distanza che dev'esser superata.

Essere nulla per essere al proprio vero posto nel tutto.

I santi (i quasi santi) sono più esposti degli altri al diavolo, perché la reale conoscenza che posseggono della propria miseria rende loro la luce quasi intollerabile.

Iddio ha potuto creare solo nascondendosi. Altrimenti ci sarebbe stato egli solo. Anche la santità deve quindi essere nascosta, persino alla coscienza, entro una certa misura. E deve esserlo nel mondo.

Il male è l'illimitato, ma non è l'infinito.

Immaginazione e fantasia concorrono alla formazione di più di tre quarti della nostra vita reale.

In modo generale, non desiderare la sparizione di nessuna delle proprie miserie, bensì la grazia che le trasfiguri.

In quanto creatore, Iddio è presente in ogni cosa che esiste, dal momento che esiste.

In tutto quel che suscita in noi il sentimento puro e autentico del bello, c'è realmente la presenza di Dio. C'è quasi una specie di incarnazione di Dio nel mondo, di cui la bellezza è il segno.

L'amicizia deve essere una gioia gratuita come quelle che danno l'arte, o la vita. Bisogna rifiutarla per essere degni di riceverla: essa partecipa della natura della grazia.

L'amor di Dio per noi è passione. Come il bene potrebbe amare il male senza soffrire? Anche il male soffre amando il bene. L'amore reciproco di Dio e dell'uomo è sofferenza.

L'amore istruisce gli dèi e gli uomini, perché nessuno impara senza desiderare di imparare.

L'attaccamento è fabbricatore d'illusioni; chi vuole il reale dev'essere distaccato.

La grandezza suprema del cristianesimo viene dal fatto che esso non cerca un rimedio sovrannaturale contro la sofferenza bensì un impiego sovrannaturale della sofferenza.

La necessità è il velo di Dio.

La soddisfazione di sé dopo una buona azione (o un'opera d'arte) è una degradazione di energia superiore. Perciò la mano destra deve ignorare...

L'uomo vorrebbe essere egoista e non può. È questo il carattere più impressionante della sua miseria e l'origine della sua grandezza.

Nel nostro essere, Dio è lacerato. Siamo la crocifissione di Dio.

Non cercare di non soffrire o di soffrir meno, ma di non essere alterato dalla sofferenza. La grandezza suprema del cristianesimo viene dal fatto che esso non cerca un rimedio sovrannaturale contro la sofferenza bensì un impiego sovrannaturale della sofferenza.

Non desiderare la sparizione di nessuna delle proprie miserie, bensì la grazia che le trasfiguri.

Non è forse la massima sventura, quando si lotta contro Dio, quella di non essere vinti?

Non la religione, ma la rivoluzione è oppio del popolo.

Ogni opera d'arte ha un autore, e tuttavia, quando è perfetta ha qualcosa in sé di anonimo.

Se non ci fosse, a questo mondo, l'infelicità, ci potremmo credere in paradiso.

Se una cosa è ardua e sgradevole, è la prova che fa parte della realtà. Ciò che è piacevole appartiene al sogno.

Solo compiendolo si ha l'esperienza del bene.

Si ha l'esperienza del male solo vietandoci di compierlo; o, se lo si è compiuto, pentendosene.

Siccome siamo creature siamo contraddizione; perché siamo Dio e, al tempo stesso, infinitamente altro da Dio.

Sul piano intellettuale l'umiltà non è né più né meno che il saper prestare attenzione alle cose.

Tra gli esseri umani, si riconosce pienamente l'esistenza soltanto di coloro che amiamo

Tutte le colpe sono eguali. C'è una colpa sola: non aver la capacità di nutrirsi di luce. Perché, abolita questa capacità, tutte le colpe sono possibili.

Tutti i moti naturali dell'anima sono retti da leggi analoghe a quelle della pesantezza materiale. Solo la grazia fa eccezione.

Tutti i peccati sono tentativi per colmare dei vuoti.

Uno qualsiasi è come un ramo per chi annega.

Quaderni
Cahiers, 1940-1942 (postumo 1951-1956)

L'attenzione dovrebbe essere l'unico oggetto dell'educazione.

La religione come fonte di consolazione è un ostacolo alla vera fede, e in questo senso l'ateismo è una purificazione.

Il metodo proprio della filosofia consiste nel concepire in modo chiaro i problemi insolubili nella loro insolubilità, quindi contemplarli senz'altro, fissamente, instancabilmente, per anni, senza nessuna speranza, nell'attesa (en upomoné; in patientia). Se ci atteniamo a questo criterio, ci sono pochi filosofi. Pochi è già dire tanto.

Uccidere è sempre uccidersi.

Attesa di Dio
 Attente de Dieu, 1941-1942 (postumo 1950) - Selezione Aforismario

Cristo vuole che gli si preferisca la verità, perché prima di essere Cristo egli è verità. Se ci si allontana da lui per andare verso la verità, non si farà molta strada senza cadere fra le sue braccia.

È vero che bisogna amare il prossimo, ma nell'esempio che Cristo dà per illustrare questo comandamento il prossimo è un essere nudo e sanguinante, svenuto sulla strada e di cui non si sa niente. Si tratta di un amore del tutto anonimo, e per ciò stesso universale.

Gli effetti esteriori della vera sventura sono quasi sempre cattivi e quando li si vuol dissimulare, si mente. Ma è proprio nella sventura che risplende la misericordia di Dio; nel profondo, nel centro della sua inconsolabile amarezza. Se perseverando nell'amore si cade fino al punto in cui l'anima non può più trattenere il grido: «Mio Dio, perché mi hai abbandonato?», se si rimane in quel punto senza cessare di amare, si finisce col toccare qualcosa che non è più la sventura, che non è la gioia, ma è l'essenza centrale, essenziale, pura, non sensibile, comune alla gioia e alla sofferenza, cioè l'amore stesso di Dio.

Il mondo ha bisogno di santi che abbiano genio come una città dove infierisce la peste ha bisogno di medici.

In un'epoca come la nostra, nella quale la sventura incombe su tutti, l'aiuto prestato alle anime è efficace soltanto se riesce veramente a prepararle alla sventura.

La capacità di prestare attenzione a uno sventurato è cosa rarissima, difficilissima; è quasi un miracolo, è un miracolo. Quasi tutti coloro che credono di avere questa capacità, non l'hanno. Il calore, lo slancio del sentimento, la pietà non bastano.

La pienezza dell'amore del prossimo è semplicemente l'essere capaci di domandargli: "Qual è il tuo tormento?".

Le persone infelici hanno bisogno solo di qualcuno che sia capace di prestare loro un po' d'attenzione.

Non soltanto l'amore di Dio è sostanzialmente fatto di attenzione: l'amore del prossimo, che sappiamo essere il medesimo amore, è fatto della stessa sostanza.

Oggi non è sufficiente essere santo: è necessaria la santità che il momento presente esige, una santità nuova, anch'essa senza precedenti.

Ogni volta che penso alla crocifissione di Cristo pecco d'invidia.

Quando un'anima è pervenuta a un amore che pervade con la stessa intensità tutto l'universo, questo amore diventa il pulcino dalle ali d'oro che spezza il guscio del mondo. Da questo istante essa ama l'universo non dall'interno ma dall'esterno, dal luogo in cui risiede la Sapienza di Dio, che è il nostro fratello primogenito. Un simile amore non ama gli esseri e le cose in Dio ma dal punto più prossimo a Dio. Stando accanto a Dio, china il suo sguardo, confuso con lo sguardo di Dio, su tutti gli esseri e su tutte le cose.

Un racconto eschimese spiega così l'origine della luce: «II corvo che nella notte eterna non poteva trovare cibo, desiderò la luce, e la terra si illuminò». Se c'è un vero desiderio, se l'oggetto del desiderio è veramente la luce, il desiderio della luce produce la luce.

Gli studi scolastici sono come il campo che racchiude una perla: per averla, vale la pena di vendere tutti i propri beni, nessuno eccettuato, al fine di poter acquistare quel campo.

I beni più preziosi non devono essere cercati ma attesi. L'uomo, infatti, non può trovarli con le sue sole forze, e se si mette a cercarli troverà al loro posto dei falsi beni di cui non saprà neppure riconoscere la falsità.

Manifesto per la soppressione dei partiti politici
Note sur la suppression générale des partis politiques
1943 (postumo 1950) - Selezione Aforismario

I partiti sono organismi pubblicamente, ufficialmente costituiti in maniera tale da uccidere nelle anime il senso della verità e della giustizia.

L'istituzione dei partiti sembra proprio costituire un male senza mezze misure. Sono nocivi nel principio, e dal punto di vista pratico lo sono i loro effetti. La soppressione dei partiti costituirebbe un bene quasi allo stato puro.

Ogni partito è totalitario in nuce e nelle aspirazioni. Se non lo è nei fatti, questo accade solo perché quelli che lo circondano non lo sono di meno.

Se l'appartenenza a un partito obbliga sempre, in ogni caso, alla menzogna, l'esistenza dei partiti è assolutamente, incondizionatamente, un male.

Corrispondenza
XX sec. - Selezione Aforismario

Cambiare religione è una cosa tanto grave e pericolosa quanto cambiare lingua per uno scrittore.

L'attenzione è la forma più rara e più pura della generosità. A pochissimi spiriti è dato scoprire che le cose e gli esseri esistono.

Fonte sconosciuta
Selezione Aforismario

Amore, dolore dell'esistenza separata. Due esseri vogliono essere uno, ma se fossero uno, quest'essere amerebbe sé stesso. Quale peggiore incubo? È una sete ancora più implacabile di quella di Narciso.

C'è nell'intimo di ogni essere umano, dalla prima infanzia sino alla tomba e nonostante tutta l'esperienza dei crimini commessi, sofferti e osservati, qualcosa che ci si aspetta invincibilmente che gli faccia del bene e non del male. È questo, prima di tutto, che è sacro in ogni essere umano. Il bene è l'unica fonte del sacro.

I giorni della nostra vita sono come un libretto di assegni in bianco: li puoi spendere come vuoi. Ma l'ultimo lo devi riservare a Lui.

Il senso di colpa si combatte solo con la pratica della virtù.

La verità diserta il campo dei vincitori.

Nessuno ha amore più grande di colui che sa rispettare la libertà dell'altro.

Libro di Simone Weil consigliato
L'ombra e la grazia
Traduttore F. Fortini 
Editore Bompiani, 2002 

"L'ombra e la grazia" è una raccolta di pensieri, aforismi, sentenze e meditazioni che Simone Weill definì "investigazioni spirituali". Il libro nasce come scelta dalle pagine del "diario intimo" che l'autrice tenne tra il 1940 e il 1942. Vive, in ogni suo pensiero, un profondo "senso universale" illuminato da una luce che trae origine dall'eternità, dall'assoluto, dalla certezza che soltanto l'amore sovrannaturale sia libero, lecito e naturale.

Note
Vedi anche aforismi, frasi e citazioni di: Simone de Beauvoir