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Citazioni e frasi celebri di Benito Mussolini

Selezione di citazioni e frasi celebri di Benito Mussolini (Predappio 1883 - Giulino di Mezzegra 1945), politico e dittatore italiano, fondatore del fascismo. Nel 1922, Mussolini diviene presidente del Consiglio del Regno d'Italia, carica che mantiene fino al 1943. Nel 1925 assume poteri dittatoriali e acquisisce il titolo di capo del governo primo ministro segretario di Stato. Dopo la guerra d'Etiopia, oltre al titolo di duce, prende anche quello di "Fondatore dell'Impero" e, nel 1938, diventa Primo Maresciallo dell'Impero. Dal 1943 al 1945 è capo della Repubblica Sociale Italiana.

Le seguenti frasi di di Benito Mussolini sono tratte per la maggior parte da suoi scritti e discorsi che vanno dal 1914 al 1945. Su Aforismario trovi anche una raccolta di opinioni su Mussolini e citazioni sul fascismo. [i link sono in fondo alla pagina].
Foto di Benito Mussolini
Bisogna porsi delle mete per avere il coraggio di raggiungerle. (Benito Mussolini)

Scritti e discorsi
1914-1939 - Selezione Aforismario

Ad un dato momento bisogna che uomini e partiti abbiano il coraggio di assumere la grande responsabilità di fare la grande politica, di provare i loro muscoli. Può darsi che falliscano. Ma ci sono dei tentativi anche falliti che bastano a nobilitare e ad esaltare per tutta la vita la coscienza di un movimento politico.

Al popolo non resta che un monosillabo per affermare e obbedire. La sovranità gli viene lasciata solo quando è innocua o è reputata tale, cioè nei momenti di ordinaria amministrazione.

Amate il pane, cuore della casa, profumo della mensa, gioia del focolare. Rispettate il pane, sudore della fronte, orgoglio del lavoro, poema di sacrificio.

Bisogna porsi delle mete per avere il coraggio di raggiungerle.

Bisogna volere, fortemente volere! Solo con questa potenza di volontà potremo superare ogni ostacolo.

Che cosa sarebbe lo Stato se non avesse un suo spirito, una sua morale, che è quella che dà la forza alle sue leggi, e per la quale esso riesce a farsi ubbidire dai cittadini? Che cosa sarebbe lo Stato? Una cosa miserevole, davanti alla quale i cittadini avrebbero il diritto della rivolta o del disprezzo.

Chi dice Fascismo dice prima di tutto bellezza, dice coraggio, dice responsabilità, dice gente che è pronta a tutto dare ed a nulla chiedere quando sono in gioco gli interessi della Patria.

Chi non è pronto a morire per la sua fede non è degno di professarla.

Chi vuol governare, deve imparare a dir: no.

Come negli individui, nelle categorie sociali, così nelle Nazioni, vi sono popoli che salgono agli orizzonti, popoli che sono fermi, popoli che muoiono.

Con 300 mila giovani armati di tutto punto, decisi a tutto e quasi misticamente pronti ad un mio ordine, io potevo castigare tutti coloro che hanno diffamato e tentato di infangare il Fascismo. Potevo fare di questa Aula sorda e grigia un bivacco di manipoli: potevo sprangare il Parlamento e costituire un Governo esclusivamente di fascisti. Potevo: ma non ho, almeno in questo primo tempo, voluto.

Contiamo sulla giovinezza, alla quale additiamo le virtù della disciplina, del coraggio, della tenacia, dell'amor di patria, del disprezzo della vita comoda.

Dicono che ho potere, ma io non ho nessun potere. Forse ce l'hanno i gerarchi, ma non io. Io posso solo decidere se far andare il mio cavallo a destra o a sinistra, ma nient'altro.

Dobbiamo essere pronti a tutti i sacrifici.

Dopo aver conquistato la sicurezza dobbiamo tendere alla potenza.

È l'aratro che traccia il solco, ma è la spada che lo difende. E il vomere e la lama sono entrambi di acciaio temprato come la fede dei nostri cuori.

Elezioni: ludi cartacei.

Fascisti di tutta Italia! Tendete romanamente gli spiriti e le forze. Bisogna vincere. Vinceremo! Viva l'Italia! Viva il fascismo!

I fascisti debbono essere doppiamente disciplinati: come fascisti e come cittadini.

I filosofi risolvono dieci problemi sulla carta, ma sono però incapaci di risolverne uno solo nella realtà della vita.

I laghi sono un compromesso tra il fiume e il mare: e io non amo i compromessi.

I neutrali non hanno mai dominato gli avvenimenti. Li hanno sempre subiti.

I popoli che non amano portare le proprie armi finiscono per portare le armi degli altri.

I trattati non sono eterni.

Ieri, come oggi il prestigio delle nazioni è determinato in linea quasi assoluta dalle loro glorie militari, dalla loro potenza armata.

Il contadino deve rimanere fedele alla terra, dev'essere orgoglioso di essere contadino, fiero di lavorare il suo campo, né cercare altrove una vita più facile perché una vita più facile non esiste.

Il credo del fascista è l'eroismo, quello del borghese l'egoismo.

Il Fascismo è tal cosa che quando si è impadronito di un'anima non la lascia più.

Il Fascismo non conosce idoli, non adora feticci: è già passato e, se sarà necessario, tornerà ancora tranquillamente a passare sul corpo più o meno decomposto della Dea Libertà.

Il genio è anche metodo e pazienza.

Il Governo fascista ha reso il più alto omaggio alla burocrazia, l'ha elevata allo stesso suo piano.

Il lavoratore che assolve il dovere sociale senz'altra speranza che un pezzo di pane e la salute della propria famiglia, ripete ogni giorno un atto di eroismo.

Il Partito deve fascistizzare la nazione dal basso all'alto e dall'alto al basso

In un uomo di Stato, la cosiddetta "cultura" è in fin dei conti un lusso inutile.

Io rispetto i calli alle mani. Sono un titolo di nobiltà.

La burocrazia è lo Stato, è nello Stato e nelle viscere profonde dello Stato, non può straniarsi da questi sua inserzione.

La cinematografia è l'arma più forte.

La disciplina deve cominciare dall'alto, se si vuole che sia rispettata in basso.

La disciplina non può essere una cosa soltanto formale, deve essere una cosa sostanziale. Cioè non si può essere, disciplinati soltanto quando ciò è facile o fa comodo, perché questa non è vera disciplina. Bisogna essere disciplinati soprattutto quando la disciplina costa sacrificio o rinunzia. Quella è la vera disciplina, la disciplina fascista.

La forza politica crea la ricchezza, e la ricchezza ingagliardisce a sua volta l'azione politica.

La geniale invenzione nasce quasi sempre nel cervello dell'uomo isolato, ma solo l'opera tenace di pazienti ricercatori, con mezzi larghi ed adatti, può efficacemente svilupparla ed utilizzarla.

La giustizia senza la forza sarebbe una parola priva di significato, ma la forza senza la giustizia non può e non deve essere la nostra formula di governo.

La guerra sta all'uomo, come la maternità alla donna.

La libertà non è un diritto: è un dovere. Non è una elargizione: è una conquista. Non è una uguaglianza: è un privilegio.

La libertà non è un fine; è un mezzo.

La libertà senza ordine e senza disciplina significa dissoluzione e catastrofe.

La lotta è l'origine di tutte le cose perché la vita è tutta piena di contrasti.

La mia formula è semplice: niente per niente. Chi vuole avere da noi prove concrete di amicizia, tali prove di concreta amicizia ci dia.

La natura è il regno della disuguaglianza. Si può nella società partire da un minimo denominatore comune, ma la natura, la forza delle cose, la vita stessa dei popoli, inducono a disuguaglianze necessarie.

La pace, per essere sicura, deve essere armata.

La parola d'ordine è una sola, categorica e imperativa per tutti. Essa già trasvola e accende i cuori dalle Alpi all'Oceano Indiano: vincere. E vinceremo!

La poltrona e le pantofole sono la rovina dell'uomo.

La storia non è dei vili, ma dei coraggiosi; non è dei poltroni, ma degli operanti. La storia è di coloro che sanno prenderla e piegarla alla propria tenace volontà.

Le fedi che sorgono sono necessariamente intransigenti, mentre sono transigentissime le fedi che declinano e muoiono.

Le forme in cui gli Stati si esprimono, mutano, ma la necessità rimane. È lo Stato che educa i cittadini alla virtù civile; li rende consapevoli della loro missione; li sollecita all'unità; armonizza i loro interessi nella giustizia; tramanda le conquiste del pensiero nelle scienze, nelle arti, nel diritto, nell'umana solidarietà; porta gli uomini dalla vita elementare delle tribù alla più alta espressione di potenza umana.

Le mie parole vengono dopo i fatti.

Libertà di pensiero, di parola e di stampa? Sì, purché regolata e moderata da limiti giusti, chiaramente stabiliti. Senza di che, si avrebbe anarchia e licenza.

Lo Stato che cos'è? È il carabiniere.

Nei rapporti, la massima schiettezza.

Nella mia concezione, nella concezione del Fascismo, tutto è nello Stato, nulla fuori dello Stato, e soprattutto, nulla contro lo Stato.

Nessuno mi ha negato fino ad oggi queste tre qualità: una discreta intelligenza, molto coraggio e un sovrano disprezzo del vile denaro.

Niente c'è di definitivo nel mondo, ma le cose meno definitive di questo mondo sono le vittorie elettorali.

Noi possiamo guardare con un sovrano disprezzo talune dottrine d'oltralpe, di gente che ignorava la scrittura con la quale tramandare i documenti della propria vita, in un tempo in cui Roma aveva Cesare, Virgilio ed Augusto.

Noi suoniamo la lira su tutte le corde: da quella della violenza a quella della religione, da quella dell'arte a quella della politica. Siamo politici e siamo guerrieri.

Non bisogna essere preparati alla guerra domani, ma oggi.

Non esaltiamo la guerra per la guerra, come non esaltiamo la pace per la pace.

Non possiamo accettare la morale umanitaria, la morale tolstoiana, la morale degli schiavi. Noi, in tempi di guerra, adottiamo la formula socratica: superare nel bene gli amici, superare nel male i nemici.

Non si può fare a meno di essere intransigenti quando si è fascisti.

Ognuno si ricordi che il Regime Fascista, quando impegna una battaglia, la conduce a fondo e lascia dietro di sé il deserto.

Per il Fascismo la tendenza all'impero, cioè all'espansione delle nazioni, è una manifestazione di vitalità; il suo contrario, o il piede di casa, è un segno di decadenza.

Per noi fascisti la vita è un combattimento continuo, incessante, che noi accettiamo con grande disinvoltura, con grande coraggio, con la intrepidezza necessaria.

Per noi fascisti le frontiere, tutte le frontiere, sono sacre. Non si discutono: si difendono.

Più che guardare al passato siamo sempre intenti verso il futuro.

Pochi sono coloro – eroi o santi – che sacrificano il proprio io sull'altare dello Stato. Tutti gli altri sono in stato di rivolta potenziale contro lo Stato.

Popoli che sorgono o risorgono sono imperialisti, popoli che muoiono sono rinunciatari.

Popolo di eroi, di santi, di poeti, di navigatori, di trasmigratori.

Popolo italiano! Corri alle armi, e dimostra la tua tenacia, il tuo coraggio, il tuo valore!

Quale è la chiave magica che apre la porta alla potenza? La volontà disciplinata.

Quando mancasse il consenso, c'è la forza.

Quando si ha un amico si marcia con lui sino in fondo.

Quando spara il cannone è veramente la voce della Patria che tuona.

Regimi democratici possono essere definiti quelli nei quali, di tanto in tanto, si dà al popolo l'illusione di essere sovrano.

Rinunziare alla lotta significa rinunciare alla vita.

Rispettate il pane, sudore della fronte, orgoglio del lavoro, poema di sacrificio.

Senza una chiara, definitiva, onnipresente coscienza di razza, non si tengono gli imperi.

Si è o non si è fascisti, cioè si ha o non si ha il senso religioso e tragico di questa necessità.

Solo creando un modo di vita, cioè un modo di vivere, noi potremo segnare delle pagine nella storia e non soltanto nella cronaca. E quale è questo modo di vita? Il coraggio, prima di tutto; l'intrepidezza, l'amore del rischio, la ripugnanza per il panciafichismo e per il pacifondaismo; l'essere sempre pronti ad osare nella vita individuale come nella vita collettiva ed aborrire tutto ciò che è sedentario.

Solo la guerra porta al massimo di tensione tutte le energie umane e imprime un sigillo di nobiltà ai popoli che hanno la virtù di affrontarla.

Sono ottimista per un semplice atto di volontà, perché la volontà è una forza grande nella vita degli individui e nella vita dei popoli.

Tutto il potere a tutto il fascismo.

Un'idea è al tramonto, quando non trova più nessuno capace di difenderla anche a prezzo della vita.

Un grande popolo è veramente tale se considera sacri i suoi impegni e se non evade dalle prove supreme che determinano il corso della storia.

Una delle più gravi malattie di cui soffre il mondo contemporaneo è lo spaccio della menzogna.

Una menzogna è una menzogna finché la si esprime con timidezza; rimane una menzogna se si ripete cento volte; ma diviene una verità quando si ripete mille volte.

Una Nazione esiste in quanto è un popolo. Un popolo ascende in quanto sia numeroso, laborioso e ordinato. La potenza è la risultante di questo fondamentale trinomio.

Voglio correggere gli italiani da qualcuno dei loro difetti tradizionali. E li correggerò. Voglio correggerli dal troppo facile ottimismo, dalla negligenza che segue talvolta una troppo rapida ed eccessiva diligenza, a questo lasciarsi ingannare dopo la prima prova, a questo credere che tutto sia compiuto. Se mi riuscirà, e se riuscirà al Fascismo di sagomare così come io voglio il carattere degli italiani, state tranquilli e certi e sicuri che quando la ruota del destino passerà a portata delle nostre mani noi saremo pronti ad afferrarla ed a piegarla alla nostra volontà.

Chi non è con noi è contro di noi.

Chi vuol governare, deve imparare a dire "no".

Fermarsi significa retrocedere.

O l'amicizia preziosa o l'ostilità durissima.

O Fascismo o antifascismo.

Si tiene duro e si dura.

Vivere è la lotta, il rischio, la tenacia.

Chi si ferma è perduto.
[cfr. proverbio e "Citazione errate" su Aforismario].

Se avanzo seguitemi, se indietreggio uccidetemi, se mi uccidono vendicatemi.
[citazione di Henri du Vergier conte de la Rochejaquelein - vedi "Citazione errate" su Aforismario]

La razza italiana è una razza di pecore, non bastano diciotto anni per trasformarla, ce ne vogliono 180 o forse 180 secoli.
[citato in Galeazzo Ciano, Diario, 1937/43]
Foto di Benito Mussolini
La massa ama gli uomini forti. La massa è femmina. (Benito Mussolini)

Colloqui con Mussolini
Emil Ludwig, 1932

[- È difficile governare un popolo come quello italiano?] - Difficile? Ma per nulla. È semplicemente inutile!  [attribuito anche a Giovanni Giolitti - vedi "Citazioni errate" su Aforismario].

La massa per me non è altro che un gregge di pecore, finché non è organizzata. Non sono affatto contro di essa. Soltanto nego che essa possa governarsi da sé. Ma se la si conduce, bisogna reggerla con due redini: entusiasmo e interesse. Chi si serve solo di uno dei due, corre pericolo.

La massa ama gli uomini forti. La massa è femmina.

Con la libertà di stampa i giornali pubblicano solo ciò che vogliono veder stampato le grandi industrie o le banche, le quali pagano il giornale.

In ogni anarchico sta dentro un dittatore fallito.

Ma... ma... ma, signor colonnello...
[Ultime parole di Mussolini prima della sua esecuzione da parte del comandante partigiano Walter Audio, detto "Colonnello Valerio". Secondo alcune fonti, le ultime parole di Mussoline furono più coraggiose: "Mirate al cuore"].