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Frasi su Contrappasso e Legge del Taglione

Raccolta di aforismi, frasi e citazioni sulla pena del contrappasso e sulla legge del taglione, per cui a una determinata colpa viene inflitta una pena corrispondente. Se, ad esempio, un individuo provoca un danno o una lesione a un altro individuo, gli viene inflitto il medesimo danno o la medesima lesione. Tutto ciò è ben sintetizzato dal celebre passo della Bibbia: "Occhio per occhio, dente per dente".

Il termine contrappasso (o contrapasso) deriva dal latino contrapassum, composto di contra "contro" e passus, participio passato di pati "soffrire", e indica la corrispondenza della pena alla colpa, consistente nell'infliggere all'offensore la stessa lesione da lui provocata all'offeso. In alcuni casi la pena può essere anche in contrasto con la colpa, per cui, ad esempio, nella Divina Commedia i golosi sono puniti a mangiare fango.

La pena del contrappasso è detta anche legge del taglione, termine che etimologicamente pare derivi dal latino talis "tale", nel senso di "pena altrettale", e non da "tagliare" come molti credono [cfr. Vocabolario Treccani]. La pena del taglione è un istituto giuridico presente in alcune civiltà antiche (come quelle dei Sumeri, degli Ebrei o dei Romani) e in molti stati europei di epoca medievale e rinascimentale, che  consiste nell'infliggere all'autore di una lesione personale la stessa lesione da lui provocata alla vittima.

Su Aforismario trovi altre raccolte di citazioni correlate a questa sulla giustizia, la vendetta, la legge e il karma. [I link sono in fondo alla pagina].
Occhio per occhio, dente per dente, e alla fine rimarremo tutti ciechi e sdentati.
Perch’io parti’ così giunte persone / partito porto il mio cerebro, lasso!, / dal suo principio ch’è in questo troncone. / Così s’osserva in me lo contrapasso.
Dante Alighieri, Inferno, Divina Commedia, 1304/21

Lo spirito vendicativo dei tempi danteschi si placava solo quando l'offensore soffriva quello stesso male da lui cagionato e, se possibile, ancor più gravemente. Lo Stato, quindi, si giovava del contrappasso in quelle forme di punizione che più si accostavano alla vendetta. Ai ladri, ai falsari, ai deturpatori delle immagini si tagliava la mano, perché di essa avevano fatto cattivo uso. Al falso testimone e al bestemmiatore si strappava o si perforava la lingua, cosi come si mozzava il piede a chi fosse stato sollecito a prendere parte a un tumulto.
Francesco Forlenza, Il diritto penale nella Divina Commedia, 2003

Il principio del contrappasso non si adatta soltanto alla vendetta, bensì anche all'espiazione, perché la pena, secondo il criterio del tempo, tanto più riesce a cancellare le orme del peccato quanto più nella sua forma materiale ricorda il delitto compiuto. La pena risulta tanto più efficace quanto più si ponga su una linea di perfetta opposizione con il reato, poiché solo in questo caso la sanzione ha la forza di dissolvere il delitto.
Francesco Forlenza, Il diritto penale nella Divina Commedia, 2003

Pare che il giusto si identifichi semplicemente con il contrappasso. Infatti: 1. Il giudizio di Dio è il giusto in senso assoluto. Ma il criterio del giudizio di Dio è che uno patisca in proporzione di ciò che ha fatto, come si legge nel Vangelo [Mt 7, 2]: «Col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati». Quindi il giusto si identifica senz‘altro con il contrappasso.
Tommaso d'Aquino, Somma teologica, 1265/74 (incompiuto)

Come dice il Filosofo [Ethic. 5, 8], nella giustizia non sempre si può applicare materialmente il contrappasso: poiché c‘è una grande differenza fra il danneggiare il prossimo volontariamente e il farlo involontariamente. La volontarietà infatti merita il castigo e l‘involontarietà il perdono.
Tommaso d'Aquino, Somma teologica, 1265/74 (incompiuto)

[La pena di morte] chiamiamola col suo nome che, in mancanza di una qualsiasi altra nobiltà, le restituirà almeno quella della verità, e riconosciamola per quel che essenzialmente è: una vendetta. Infatti, il castigo che sanziona senza prevenire si chiama vendetta. E' una risposta quasi aritmetica che la società fornisce a chi infrange la sua legge primordiale. Questa risposta è antica come l'uomo: si chiama taglione. Chi mi ha fatto del male, deve averne; chi mi ha strappato un occhio, deve perderne uno dei suoi; chi ha ucciso, deve morire. Si tratta di un sentimento, e particolarmente brutale, non di un principio.
Albert Camus, Riflessioni sulla pena di morte, 1957

Il taglione rientra nell'ordine della natura, dell'istinto, non rientra nell'ordine della legge. La legge, per definizione, non può obbedire alle stesse regole della natura. Se l'assassinio è nella natura umana, la legge non è fatta per imitare o riprodurre questa natura. È fatta per correggerla. Ora, il taglione si limita a ratificare e a dar forza di legge a un puro movimento naturale. Noi tutti abbiamo conosciuto questo impulso, spesso a nostra vergogna, e conosciamo la sua potenza: ci viene dalle foreste originarie.
Albert Camus, ibidem

Generalmente l'uomo è distrutto dall'attesa della pena capitale molto tempo prima di morire. Gli si infliggono due morti, e la prima è peggiore dell'altra, mentre egli ha ucciso una volta sola. Paragonata a questo supplizio, la legge del taglione appare ancora come una legge di civiltà. Non ha mai preteso che si dovessero cavare entrambi gli occhi a chi aveva reso cieco di un occhio il proprio fratello.
Albert Camus, ibidem

Per finirla con questa legge del taglione, bisogna constatare che, persino nella sua forma primitiva, essa non scatta che tra due individui di cui il primo sia assolutamente innocente, e l'altro assolutamente colpevole. La vittima, certo, è innocente. Ma la società che si presume debba rappresentarla, può forse sostenere di essere innocente? Non è forse responsabile, almeno in parte, del crimine che reprime con tanta severità?
Albert Camus, Riflessioni sulla pena di morte, 1957

Sei un essere umano, forte del proprio libero arbitrio. Questo ti pone sopra il livello di un animale. Ma se tu vivi la tua vita senza sentimenti e senza compassione per i tuoi simili – sei come un animale – stai dentro la logica dell’«occhio per occhio, dente per dente» e non c’è né serenità né pace nel vivere in questa maniera.
Truman Capote, A sangue freddo, 1965

Peccando l'uomo perse la vita e trovò la morte: Dio stesso l'aveva infatti predetto – e rispondeva a giustizia – che se l'uomo avesse peccato sarebbe morto. Cosa avrebbe potuto ricevere di più giusto se non la pena del taglione?
Bernard de Clairvaux (Bernardo di Chiaravalle), In lode della nuova milizia, 1128/36

Occhio per occhio finisce per rendere tutti ciechi.
[An eye for an eye will leave everyone blind].
Louis Fischer, La vita di Mahatma Gandhi, 1950 [attribuito erroneamente a Gandhi].

In quel «Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori» Gesù sovverte i codici primitivi tribali; sembra voler ribadire con forza la validità dei Dieci Comandamenti e di quel «Non uccidere» che la “legge del taglione” voleva far dimenticare. Gesù supera la legge degli uomini cancellando il concetto di vendetta nel riconoscimento del Dio-amore, Padre dell’intera umanità.
Andrea Gallo, Come un cane in Chiesa, 2012

Occhio per occhio finisce soltanto per rendere tutto il mondo cieco.
Ben Kingsley, in Gandhi, 1982

Equilibrio è un concetto molto importante per la dottrina più antica del diritto e della morale; l'equilibrio è la base della giustizia. Quando questa nei tempi più rozzi dice: «Occhio per occhio, dente per dente», essa presuppone l'equilibrio raggiunto e lo vuole conservare mediante questa rappresaglia: sicché, se ora l'uno manca nei confronti dell'altro, l'altro non prende più una vendetta di cieca esasperazione. E invece, in forza dello jus talionis, viene ripristinato il turbato equilibrio dei rapporti di potenza: giacché un occhio, un braccio in più sono, in tali condizioni primitive, un pezzo di potenza, un peso in più.
Friedrich Nietzsche, Umano troppo umano II, 1879/80

Gesù insegna che non abolisce l'Antico Testamento ma lo completa. Riguardo al taglione, spiega che cosa significa completare: superare. A coloro che ricambiano occhio per occhio e dente per dente, contrappone una nuova teoria: per un colpo sulla guancia destra, porgere l'altra guancia (che, probabilmente, ne riceverà un altro...).
Michel Onfray, Trattato di Ateologia, 2005

La legge del taglione determina ed applica in un modo approssimativo e generale quel principio del Diritto penale che dichiarava giusto che chi fa un male al suo simile, provasse il male stesso ch'egli fa; regola conseguente al dettame naturale «fare altrui quello che vorremmo fosse fatto a noi: non fare altrui quello che non vorremmo fosse fatto a noi». 
Antonio Rosmini, Filosofia del diritto, 1841/45

La legge del taglione, occhio per occhio, dente per dente, sei pronto a giurare che sia un codice superato. Poi, però, accade che, se qualcuno ti tocca l’amico, il fratello, la fidanzata, imbracci il kalashnikov e allora può anche darsi che neppure ti limiti all’occhio per occhio, dente per dente, ma inizi a ragionare in termini di rappresaglia: tu cavami un occhio, io te ne faccio saltare venti, i tuoi e quelli della tua famiglia. 
Roberto Saviano, Gridalo, 2020

Lo so. La rappresaglia fa schifo. E anche la legge del taglione. E non c’è da stare a discuterne. Però devi ammettere che il concetto di vendetta ha su di noi una certa presa, mantiene una sua aura di nobiltà.
Roberto Saviano, ibidem

La Natura, prima ancora di qualsiasi riflessione sull’utilità della punizione, ha stampato nel cuore umano, a caratteri nettissimi e indelebili, un’immediata e istintiva approvazione per la sacra e necessaria legge del taglione.
Adam Smith, Teoria dei sentimenti morali, 1759

Occhio per occhio, dente per dente, e alla fine rimarremo tutti ciechi e sdentati.
[An eye-for-eye and tooth-for-tooth would lead to a world of the blind and toothless].
Anonimo (attribuito a Martin Luther King e Sheldon Harnick)

Se uno farà una lesione al suo prossimo, si farà a lui come egli ha fatto all'altro: frattura per frattura, occhio per occhio, dente per dente; gli si farà la stessa lesione che egli ha fatta all'altro.
Levitico, Antico Testamento, VI-V sec a.e.c.

Il tuo occhio non avrà compassione: vita per vita, occhio per occhio, dente per dente, mano per mano,
piede per piede.
Deuteronomio, Antico Testamento, VI-V sec a.e.c.

Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente; ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra; e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello.
Gesù di Nazaret, in Vangelo secondo Matteo, I sec.

O voi che credete, in materia di omicidio vi è stato prescritto il contrappasso : libero per libero, schiavo per schiavo, donna per donna. E colui che sarà stato perdonato da suo fratello, venga perseguito nella maniera più dolce e paghi un indennizzo : questa è una facilitazione da parte del vostro Signore, e una misericordia. Ebbene, chi di voi, dopo di ciò, trasgredisce la legge, avrà un doloroso castigo.
Corano, VII sec. a.e.c.

Mese sacro per mese sacro e per ogni cosa proibita un contrappasso. Aggredite coloro che vi aggrediscono. Temete Allah e sappiate che Allah è con coloro che Lo temono.
Corano, VII sec. a.e.c.

Coloro che non giudicano secondo quello che Allah ha fatto scendere, questi sono i miscredenti. Per loro prescrivemmo vita per vita, occhio per occhio, naso per naso, orecchio per orecchio, dente per dente e il contrappasso per le ferite. Quanto a colui che vi rinuncia per amor di Allah, varrà per lui come espiazione. Coloro che non giudicano secondo quello che Allah ha fatto scendere, questi sono gli ingiusti.
Corano, VII sec. a.e.c.

A chi te la fa fagliela
Proverbio

Oculum pro oculo dentem pro dente.
[Occhio per occhio, dente per dente].
Proverbio

Note
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