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Aforismi, frasi e citazioni sul Déjà Vu

Raccolta di aforismi, frasi e citazioni sul déjà vu (espressione francese che in italiano significa: "già visto"), e sul déjà-vécu (già vissuto). In ambito psicologico, il déjà-vu è una paramnesia, cioè "un un disturbo qualitativo della memoria per il quale si ha la sensazione illusoria di aver già visto una certa immagine o addirittura di aver già vissuto una determinata situazione (déjà-vécu), anche se la circostanza può essere facilmente smentita per via razionale". Opposte a quella del déjà-vu sono le esperienze del jamais-vu, "mai visto" e del jamais-vécu, "mai vissuto", nelle quali situazioni ben note, ripetutamente vissute e quindi familiari, vengono percepite come nuove ed estranee, spesso con carattere perturbante o minaccioso.  [Bruno Callieri, Universo del Corpo, 1999].

Il termine déjà vu è stato coniato nel 1896 dal ricercatore francese Emile Boirac. Il fenomeno però era stato studiato alcuni decenni prima dal dottor Arthur Ladbroke Wigan che aveva avanzato l’ipotesi che fosse dovuto all'arrivo sfasato al cervello della stessa percezione con microsecondi di differenza.

La sensazione di familiarità del déjà vu può essere spiegata: come un'errata generalizzazione di esperienze passate applicata a una situazione che risulta parzialmente somigliante; come la perseverazione di uno stato emotivo precedentemente causato da una difficoltà di adattamento al contesto presente; come il ricordo di fantasie inconsce riattivato dalla situazione attuale. [Umberto Galimberti, Dizionario di psicologia, 1992].

Come nota Remo Bodei, il déjà vu "in termini religiosi ha dato luogo all'idea della trasmigrazione delle anime, una metempsicosi dove in un lampo ci ricordiamo di vite trascorse. Ed era un atteggiamento condannato dalla Chiesa, Sant'Agostino diceva che era una trappola del demonio".
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Il déjà vu non trasmette quel senso di familiarità che è tipico del ricordo
vero, ma si associa piuttosto a un senso di estraneità e di vaghezza,
all'impressione che la realtà sia un sogno. (Marco Piccolino)
Moltissime persone hanno spesso la sensazione di aver già vissuto certe situazioni in precedenza, e di rivedere certe sequenze di vita già conosciute in passato (il cosiddetto "dejà vu"). Si tratta di "squarci" verso dimensioni sconosciute, o più semplicemente di errori di percezione? Sarebbe bene ricordare a questo punto che il nostro sistema nervoso può essere soggetto a distorsioni, che alterano le cose che vediamo (o che crediamo di vedere).
Piero Angela, Viaggio nel mondo del paranormale, 1978

Déjà-vu. Nulla dovrebbe tranquillizzarci quanto osservare che il mondo va in rovina.
Paolo Bianchi, Lampi, 2017

Il déjà vu è un lampo senza preavviso che può apparire in momenti di tensione emotiva, in situazioni di stress o di cali di energie. Con questo fenomeno vogliamo mettere in discussione la linearità e l’irreversibilità del tempo.
Remo Bodei, su D-Repubblica delle Donne, 2007

Le interpretazioni scientifiche del déjà vu sono necessarie, ma non sufficienti. La struttura del cervello può essere paragonata a una centralina telefonica. Se ci sono dei disturbi nella centralina io capisco che il senso dei messaggi non è corretto, ma nel déjà vu non ci sono disturbi. Si potrebbe fare un parallelo con il sorriso che in realtà è una normale contrazione di muscoli, ma se noi riduciamo il sorriso a questo semplice movimento togliamo tutto il suo fascino, così accade per il déjà vu. Non si può confinare questo fenomeno all'aspetto cerebrale, dobbiamo considerare anche i lati emotivi e comunicativi.
Remo Bodei, su D-Repubblica delle Donne, 2007

Il rapporto con il tempo è ambiguo e il fenomeno del déjà vu rende più visibile la caducità della vita, l’idea della morte. Noi tutti vorremmo rivivere i momenti belli e cancellare quelli tristi, ma con la logica sappiamo che ciò non è possibile.
Remo Bodei, ibidem

Il mistero del déjà vu è stato descritto al meglio dai poeti, grazie alla loro sensibilità. Penso alle piramidi del tempo di Shakespeare che in un verso descrive gli artifici del tempo che confondono l’uomo e gli fanno dubitare della sua identità, ma anche a Gabriele D’Annunzio, Dante, Paul Verlaine, Charles Baudelaire, Giuseppe Ungaretti, che hanno descritto con inquietudine e smarrimento il fenomeno del déjà vu. Io lo considero come l’equivalente fisico del crampo muscolare, uno spasmo del cervello che ci sorprende a tradimento e forse per questo è così affascinante.
Remo Bodei, su D-Repubblica delle Donne, 2007

Passiamo e ripassiamo sulle nostre vecchie orme come pattinatori artistici e proprio mentre leggevo un nuovo manoscritto un fortissimo déjà vu mi è penetrato nelle ossa! Ero già stato qui, un'altra vita fa.
Jim Broadbent, in Cloud Atlas, 2012 

Il déjà vu è uno stimolo elettrico anomalo che si manifesta in seguito a un disordine neurologico, come l’epilessia. La sensazione di realismo vissuta è giustificata dal coinvolgimento delle molteplici aree cerebrali, in particolare dall'amigdala (materia grigia) e dal sistema limbico, le strutture che sono appunto considerate le sedi delle emozioni. Può anche essere collegato ad ansietà e schizofrenia.
Carlo Caltagirone, su D-Repubblica delle Donne, 2007

Il deja-vu è assai differente da una sorpresa che archiviamo in fretta poiché la giudichiamo insensata. Esso ci mostra che il tempo non passa. È il ritorno a una situazione già realmente vissuta e che, in quel momento, si ripresenta identica. 
Paulo Coelho, Aleph, 2010

Una profonda quiete avvolse il suo essere e, con quella, un senso del passato, un'esperienza come di déjà vu: era lì ma non era lì, era qui e anche la, era un bambino che giocava e un uomo in guerra e la terza cosa che era diventato. 
Justin Cronin, I Dodici, 2012

Il dejà vu come contrattempo fra realtà e fenomeno.
Carlo Dante, Minime pervenute, 2010

[Esiste una spiegazione semplice del dejà vu]: e cioè che il cervello sta producendo un ricordo falso. Per esempio, in quel momento stiamo facendo qualcosa di talmente simile a una cosa già fatta in passato che il cervello erroneamente ritiene che abbiamo già fatto quella stessa, identica cosa. [...] È come "riconoscere" qualcosa e provare una sensazione di familiarità. Poi il cervello si rende conto di aver sbagliato e l'esperienza svanisce.
Christopher Evans, in Piero Angela, Viaggio nel mondo del paranormale, 1978

Mi sono convinto sia su me stesso che su altri che l’inspiegabile sentimento di familiarità sia da far risalire a fantasie inconsce fatteci ricordare inconsciamente dalla situazione attuale.
Sándor Ferenczi, citato in Sigmund Freud, Psicopatologia della vita quotidiana, 1901

Alla categoria del miracoloso e del perturbante appartiene anche quella particolare sensazione che si ha in certi momenti e in certe situazioni, di avere già vissuto una volta proprio quella esperienza, di essersi già trovato una volta nella medesima circostanza, senza che abbia mai successo lo sforzo di rammentare chiaramente quel passato che sentiamo così vivamente.
Sigmund Freud, Psicopatologia della vita quotidiana, 1901

Non so se questo fenomeno del “già veduto” (déjà vu) sia stato seriamente addotto a prova di un’esistenza psichica anteriore dell’essere singolo; so però che gli psicologi hanno rivolto il loro interesse a questo enigma cercandone la soluzione per le più svariate vie speculative. Nessuno dei tentativi di spiegazione tentati mi sembra essere giusto, perché in nessuno si prende in considerazione altro che non siano le manifestazioni che accompagnano e le condizioni che favoriscono il fenomeno stesso.
Sigmund Freud, ibidem

Quei processi psichici che secondo le mie osservazioni sono i soli responsabili per la spiegazione del “già veduto”, vale a dire le fantasie inconsce, sono ancora oggi generalmente trascurati dagli psicologi.
Sigmund Freud, ibidem

Ritengo che si sia nel torto definendo una illusione la sensazione di qualcosa di già vissuto una volta. È vero invece che in quei momenti effettivamente viene toccato qualcosa che si è già vissuto una volta, soltanto che questo qualcosa non può essere ricordato coscientemente perché cosciente non è mai stato. Detto in breve, l’impressione del “già veduto” corrisponde al ricordo di una fantasia inconscia.
Sigmund Freud, ibidem

Anch'io ho potuto derivare in modo simile le mie fugaci esperienze di “già veduto”, dalla mia costellazione affettiva del momento. Posso affermare che si tratta di nuovo di un’occasione per destare quella fantasia (inconscia e ignota) che in quella tale epoca si è formata in me come desiderio di migliorare la situazione.
Sigmund Freud, Psicopatologia della vita quotidiana, 1901

Il coinvolgimento emotivo che accompagna queste esperienze [del déjà vu] ha condotto molti autori ad attribuire loro un significato trascendente o paranormale. Secondo alcuni il déjà-vu sarebbe un'evidenza diretta della reincarnazione. In altre parole, noi avremmo già vissuto in una vita precedente la stessa esperienza che stiamo vivendo in un dato momento. Secondo altri, verrebbe coinvolta addirittura la telepatia: il soggetto riceverebbe cioè informazioni telepatiche da parte di altri che avrebbero realmente vissuto quell'esperienza. Queste ipotesi sono assolutamente prive di ogni fondamento e rappresentano soltanto speculazioni fantasiose.
Silvano Fuso, Pinocchio e la scienza: come difendersi da false credenze e bufale scientifiche, 2006

Dal fatto che esistano così tante teorie che cercano di interpretare i déjà-vu si capisce facilmente come il fenomeno non sia ancora stato compreso in tutti i suoi aspetti. Questo accade per la maggior parte dei fenomeni che interessano il nostro cervello a causa della sua estrema complessità. Di fronte a un problema complesso occorre estrema prudenza nell'elaborazione di teorie ed è doveroso attenersi rigorosamente ai fatti osservati. Per questo motivo sono da rifiutare tutte quelle teorie «paranormali» che tirano in ballo ipotesi completamente gratuite e prive di ogni fondamento.
Silvano Fuso, ibidem

Una parte dell'anima è continuamente dominata dal ricordo che parla con un linguaggio mitico-poetico, e vede, sente, ode sub specie aeternitatis, colorando ogni esperienza con la caratteristica del déjà vu.
James Hillman, Linguaggio della psicologia e linguaggio dell'anima, 1972

Il sentimento del déjà vu consiste in una negazione del carattere presente del fenomeno più che in un'affermazione del suo carattere passato.
Pierre Janet, Lés Obsessions et la Psychasthénie, 1903

– C'è qualcosa di familiare in tutto questo... hai avuto un déjà vu?
– Non me l'hai appena chiesto? 
Andie MacDowell e Bill Murray, in Ricomincio da capo, 1993 

Il meccanismo impalpabile del déjà vu, proprio per la sua aura di mistero, ha da sempre interessato filosofi, poeti, religiosi, scienziati: ognuno ha cercato di darne una spiegazione.
Monica Melotti, Una spiegazione per il déjà vu: ancora?, su D-Repubblica delle Donne, 2007

Il fenomeno [del déjà vu] è diventato una sorta di ossessione, qualcosa di soprannaturale che ha sempre procurato un certo turbamento. Tanto che si pensava che attraverso il déjà vu si potesse risalire ad aspetti più complessi e oscuri della mente.
Monica Melotti, ibidem

In genere il déjà vu dà un senso di spaesamento perché non ci si sente padroni delle proprie esperienze. È come se un granello di sabbia inceppasse il meccanismo del tempo e il cervello dovesse compiere uno sforzo per congiungere presente e passato, percezione e ricordo.
Monica Melotti, ibidem

Su questo fenomeno non ci sono certezze, ma solo varie teorie. Gli esperti concordano nel sostenere che il déjà vu non si presta a facili spiegazioni. L’arresto del fluire dell’esperienza non solo produce stupore e disagi, ma scompagina la realtà dell’Io.
Monica Melotti, ibidem

In una società dove tutto corre veloce il fenomeno del déjà vu sta tornando di moda. È proprio l’accelerazione del tempo, l’insieme delle più svariate esperienze, che non si riesce a far sedimentare che fanno venire un po’ di nostalgia per la fissità. Insomma è come se non ci si accontentasse delle macchine digitali e delle videocamere per immortalare i ricordi, si desidera qualcosa di più profondo. Così scaturisce una specie di protesta contro l’irreversibilità del tempo che si vorrebbe comandare. Ma ci si rende conto che è impossibile.
Monica Melotti, Una spiegazione per il déjà vu: ancora?, su D-Repubblica delle Donne, 2007

– Ha mai avuto un déjà vu, signora? 
– Non credo ma vado a vedere in cucina.
Bill Murray e Angela Paton, in Ricomincio da capo, 1993

Vivevo in uno stato di perpetuo déjà vu. Ovunque andassi mi sembrava di esserci già stato. Era come seguire un uomo invisibile. 
Edward Norton, in Fight Club, 1999 

Forse tutti quanti ricordano le esperienze vissute in altre linee di universo. Quelle memorie possono essere vaghe e tenui, ma sono lì. Ci parlano sotto forma di sogni, visioni e déjà-vu. 
Rintarō "Okarin" Okabe, in Steins;Gate, 2011

Sotto l’aspetto fisiologico il déjà vu è una sorta di imprecisione della memoria, gli stimoli attivano un aspetto del ricordo e questo può essere associato a memorie del passato. Una determinata situazione, un paesaggio, un tramonto, una strada, la sensazione di aver già conosciuto una persona incontrata per la prima volta, attivano in noi il ricordo di un’esperienza simile fatta nel passato che però non abbiamo codificato con precisione. Questo si manifesta anche con il déjà écouté, il déjà veçu, fenomeni che si verificano raramente nei bambini, e con maggior frequenza nelle persone anziane perché hanno una banca dati di ricordi più vasta. Gli psicanalisti hanno un’altra teoria, per loro il déjà vu fa parte di desideri repressi, di esperienze precoci che vengono rianimate. La persona avrebbe realmente vissuto questa esperienza, ma anziché un ricordo cosciente, riaffiora solo una vaga sensazione di familiarità.
Alberto Oliverio, su D-Repubblica delle Donne, 2007

Esiste il contrario del déja vu. Lo chiamano jamais vu. È quando incontri le stesse persone o visiti gli stessi posti in continuazione, ma ogni volta è come fosse la prima. Tutti sono sconosciuti, sempre. Niente risulta mai familiare.
[There's an opposite to déjà vu. They call it jamais vu. It's when you meet the same people or visit places, again and again, but each time is the first. Everybody is always a stranger. Nothing is ever familiar].
Chuck Palahniuk, Soffocare, 2002

Il déjà vu non trasmette quel senso di familiarità che è tipico del ricordo vero, ma si associa piuttosto a un senso di estraneità e di vaghezza, all'impressione che la realtà sia un sogno: il déjà vu rivela infatti molti punti di contatto con il sentimento di depersonalizzazione, che trae origine dall'impressione di percepire se stessi in modo incompleto e imperfetto.
Marco Piccolino, Neuroscienze controverse, 2008
E se il deja vu non fosse un inganno della mente? (Tony Scott)
È un fenomeno conosciuto come déjà vu. Arrivi in in luogo dove non sei mai stato ma ti sembra... familiare. Guardi in faccia un'estranea e senti che la conosci da una vita.
Tony Scott, Déjà vu - Corsa contro il tempo, 2006

Nelle sensazioni ci sono indizi, e nei ricordi ci sono avvertimenti.
Tony Scott, ibidem 

È quel senso di familiarità quando incontri un estraneo. È quella strana sensazione quando entri in una stanza. È quel lampo improvviso quando riconosci un oggetto. È un déjà vu.
Tony Scott, ibidem

Se credi che sia solo una sensazione torna indietro... e guarda di nuovo.
Tony Scott, ibidem 

E se il deja vu non fosse un inganno della mente? 
Tony Scott, Déjà vu - Corsa contro il tempo, 2006

L'esperienza del déjà vu, del già vissuto, che avviene nella veglia, ha una delle sue origini, senza dubbio, in un aprirsi della coscienza che è un anticipare, per aggrapparsi poi all'oggetto che gli si presenta preceduto da tanta ansia. C'è un volgersi indietro, una ricaduta o retrocedere nel trascorrere temporale, nel fatto che appaia come passato il presente dell'oggetto o dell'evento.
María Zambrano, I sogni e il tempo, 2004

Può essere inquietante sperimentare un déjà vu: ti trovi in una situazione nuova, ma senti in ogni cellula che non lo è. Per qualcuno questa sensazione inquietante ha un tocco in più: sei convinto di sapere cosa succederà dopo.
Anonimo, su Adnkronos, 2018

Note
Vedi anche aforismi, frasi e citazioni su: Memoria - Ricordi - Ricordare - Dimenticare

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