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Aforismi, frasi e citazioni di Cicerone

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Marco Tullio Cicerone (in latino: Marcus Tullius Cicero - Arpino 106 a.e.c. - Formia 43 a.e.c.), filosofo, scrittore e politico romano.
Molte delle seguenti citazioni di Cicerone sono riportate sia in italiano sia in latino, come la celebre affermazione: "O fortunatam natam me consule Romam!" (O fortunata Roma, nata sotto il mio consolato!).
Nulla di tanto assurdo può essere detto
che non sia sostenuto da qualche filosofo. (Cicerone)
Verrine
In Verrem, 70 a.e.c.

Nulla v'è di tanto sacro che non possa essere violato.
[Nihil tam sanctum, quod non violari].

In difesa di Aulo Cluenzio Abito
66 a.e.c.

Siamo schiavi delle leggi per poter essere liberi. 
[Legum servi sumus ut liberi esse possimus].

Il benessere dello Stato risiede nelle sue leggi.
[Salus civitatis in legibus sita est].

Manualetto di campagna elettorale
Commentariolum Petitionis, ca. 65 a.e.c.

La fronte è la porta dell'anima.
[Frons est animi ianua].

Epistole agli amici
Epistolae ad familiares, 63-43 a.e.c.

La lettera non arrossisce.
[Epistula non erubescit].

Hai ottenuto tutti i risultati migliori, con la virtù come guida, la fortuna per compagna.

Non vi è male all'infuori della colpa.

Non vi è dolore che il trascorrere del tempo non diminuisca o allievi.
[Nullus dolor est quem non longinquitas temporis minuat ac molliat].

Se presso la biblioteca ci sarà un giardino, non ci mancherà nulla.
[Si hortum in bibliotheca habes, deerit nihil].

In difesa di Archia
Pro Archia poeta, ca. 62 a,e,c,

Siamo tutti sospinti dal desiderio della lode.
[Trahimur omnes laudis studio].

Siamo motivati ​​da un vivo desiderio di lode, e migliore è un uomo, più è ispirato dalla gloria. Gli stessi filosofi, anche in quei libri che scrivono in disprezzo della gloria, iscrivono i loro nomi.

Catilinarie
Orationes in Catilinam, 60 a.e.c.

Fino a quando dunque, Catilina, abuserai della nostra pazienza?
[Quousque tandem abutere, Catilina, patientia nostra?].

Il loro silenzio è un'eloquente affermazione.
[Cum tacent, clamant].

Sul proprio consolato
De consulatu suo, 60 a. e. c.

Cedano le armi alla toga.
[Cedant arma togae].

Orazione dopo il rientro in Senato
Post reditum ad Quirites, 57 a.e.c.

La buona salute è più cara a coloro che son guariti da grave malattia che non a coloro che mai son caduti infermi.

Sull'oratore
De oratore, 55 a.e.c.
 
La memoria è tesoro e custode di tutte le cose.
[Memoria est thesaurus omnium rerum et custos].

La storia è testimone dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita, nunzio dell'antichità.
[Historia vero testis temporum, lux veritatis, vita memoriae, magistra vitae, nuntia vetustatis].

Il volto è lo specchio dell'anima.
 
Come il volto è l'immagine dell'anima, gli occhi ne sono gli interpreti.
[Nam ut imago est animi vultus, sic indices oculi].

Mieterai ciò che avrai seminato.

In verità, preferisco la prudenza silenziosa alla stoltezza loquace.
[Malim equidem indisertam prudentiam quam stultitiam loquacem]

In difesa di Gneo Plancio
Pro Gneo Plancio, 54 a.e.c.

La gratitudine non è soltanto la più grande delle virtù, ma anche la madre di tutte le altre virtù.
[Gratius animus est una virtus non solum maxima, sed etiam mater virtutum omnium reliquaram].

Sulla repubblica
De re publica, 54/52 a.e.c.
 
La libertà non consiste nell'avere un padrone giusto, ma nel non averne alcuno.
[Libertas, quae non in eo est ut iusto utamur domino, sed ut nullo].

Nei dissensi civili, quando i buoni valgono più dei molti, i cittadini si devono pesare, non contare.  
 
Le leggi
De legibus, ca. 52 a.e.c.

Sicuramente non c'è nulla di più utile che comprendere che noi siamo nati per la giustizia e che il diritto non è stato costituito dalla convenzione, bensì dalla natura. La cosa risulterà evidente, se si considererà con attenzione l'attitudine umana alla socievolezza e alla vita comunitaria.

Ci facciamo servi della legge, per poter essere liberi.
[Servi legum sumus, ut liberi esse possimus].

Il potere è del popolo, l'autorità del senato.
[Potestas in populo, auctoritas in senatu].

La pena sia commisurata alla colpa. 
[Noxiae poena par esto].

La salute del popolo sia la suprema delle leggi.
[Salus populi suprema lex esto].

Non c'è nessun individuo di nessun popolo che, se guidato dalla natura, non possa pervenire alla virtù. 

Orazione in difesa di Tito Annio Milone
Oratio pro Tito Annio Milone, 52 a.e.c.

In mezzo alle armi, le leggi tacciono.
[Silent leges inter arma].

Paradossi degli stoici
Paradoxa stoicorum, 47 a.e.c.

È impossibile che non sia felice chi dipende totalmente da se stesso e che punta tutto soltanto su di sé.
[Nemo potest non beatissimus esse, qui est totus aptus ex sese, quique in se uno sua ponit omnia].

In difesa di Quinto Ligario
Pro Quinto Ligario, 46 a.e.c.

Gli uomini si avvicinano agli dèi solo dando la salvezza agli altri uomini.

Bruto
Brutus, 46 a.e.c.

Nulla che sia del tutto nuovo è perfetto.

Le grandi cose non si fanno con la forza o con la velocità o con l'agilità del corpo, ma con la saggezza, con l’autorità, con il prestigio; delle quali virtù la vecchiaia di solito non solo non è priva, ma anzi ne è arricchita.

Accademia
Academicae quaestiones, 45 a.e.c.

Il contemplare la natura è cosa che nutre l'anima.
[Est pabulum animorum contemplatio naturae].

Il sommo bene e il sommo male
De finibus bonorum et malorum, 45 a.e.c.

Con la consuetudine si forma quasi un'altra natura.
[Consuetudine quasi alteram naturam effici].

Anche il ricordo dei mali passati è piacevole.
[Jucunda memoria est praeteritorum malorum].

Non basta acquistar la sapienza, bisogna anche usarla.

Non ci si vergogni di dire quel che non ci si vergogna di pensare.

Ricordo anche ciò che non voglio, e non posso dimenticare ciò che voglio.
[Memini etiam quae nolo, oblivisci non possum quae volo].

L'oratore
Orator, 46 a.e.c.
 
Nulla è difficile per chi ama.
[Nihil difficile amanti puto].

Per chi aspira al primo posto non è indecoroso fermarsi al secondo o al terzo. 
 
Conversazioni a Tusculum
Tusculanae disputationes, 45 a.e.c.
 
È meglio subire un'ingiustizia che commetterla.
[Accipere quam facere praestat iniuriam].

Il sonno è immagine della morte. 
[Somnum, imaginem mortis].

La patria è in qualsiasi luogo dove si sta bene.

La ragione è signora e regina di tutte le cose.
[Domina omnium et regina ratio].

Siamo pronti a contraddire senza ostinazione e a lasciare, senza adirarci, che altri ci contraddica.

Sui limiti del bene e del male
De finibus bonorum et malorum, 45 a.e.c. 
 
Il miglior condimento del cibo è la fame.
[Cibi condimentum esse famem].

Sulle profezie
De divinatione, 45/44 a.e.c.
 
Al bugiardo non si crede neppure quando dice il vero
[Mendaci ne verum quidem dicenti creditur.].

Che tutto avvenga per determinazione del fato, la ragione ci costringe ad ammetterlo.

Chi non sa trovare la propria strada, indica la via agli altri
[Qui sibi semitam non sapiunt, alteri monstrant viam].

Come se ci fosse qualcosa di più comune della mancanza di buon senso.
[Quasi vero quidquam sit tam valde, quam nil sapere vulgare].

Il fato è da concepire, non superstiziosamente ma scientificamente, come la causa eterna in virtù della quale le cose passate sono avvenute, le presenti avvengono, le future avverranno.

Nulla di tanto assurdo può essere detto che non venga sostenuto da qualche filosofo.
[Sed nescio quo modo nihil tam absurde dici potest quod non dicatur ab aliquo philosophorum].

Sull'amicizia
Laelius de amicitia, 44 a.e.c. - Selezione Aforismario
 
Ama come se più tardi dovessi odiare.
[Ama tamquam osurus].

Bisogna mangiare insieme molti moggi di sale, perché si sia soddisfatto il dovere dell’amicizia.
[Multos modios salis simul edendos esse, ut amicitiae munus expletum sit].

Non sono l'acqua e il fuoco, come dicono, a esser utili in tante situazioni, è l'amicizia.
 
L'amicizia comporta moltissimi e grandissimi vantaggi, ma ne presenta uno nettamente superiore agli altri: alimenta buone speranze che rischiarano il futuro e non permette all'animo di deprimersi e di abbattersi. 
 
La prima legge dell’amicizia è di chiedere agli amici cose oneste, e di fare per gli amici cose oneste.
 
Le vere amicizie sono eterne.
[Verae amicitiae sempiternae sunt].

Chi guarda un vero amico, in realtà, è come se si guardasse in uno specchio.
 
Niente è più amabile della virtù, niente spinge di più a voler bene, se è vero che proprio per la loro virtù e moralità ci sono care, in un certo senso, anche persone che non abbiamo mai visto.
 
Quanto più uno ha fiducia in sé, quanto più è armato di virtù e di saggezza, in modo da non aver bisogno di nessuno e da considerare ogni suo bene un fatto interiore, tanto più eccelle nel cercare e nel coltivare le amicizie.
 
Chi osa chiedere all'amico qualsiasi favore, con la sua stessa richiesta ammette di esser pronto a tutto per l'altro.
 
Bisogna rivolgere agli amici solo richieste oneste, compiere per gli amici solo azioni oneste senza aspettare di esserne richiesti, mostrarsi sempre disponibili e mai esitanti, avere il coraggio di dare liberamente il proprio parere.
 
Devi dare all'amico in primo luogo quanto sei in grado di dare, in secondo luogo quanto la persona che ami e vuoi aiutare è in grado di sostenere.
 
Bisogna cercare di impedire tra amici le lacerazioni, ma, se si verificano, bisogna comportarsi in modo che la fiamma dell'amicizia sembri essersi consumata da sola, e non che sia stata soffocata.
 
Degno di amicizia è chi ha dentro di sé la ragione di essere amato.
 
Il vero amico è come un altro te stesso.
 
I tiranni sono riveriti, ma da chi finge, e solo per un tempo limitato. Se mai cadono, come succede generalmente, allora viene a galla quanto fossero poveri di amici.

Priva l'amicizia del suo più bell'ornamento chi la priva del rispetto.
 
La Fortuna non solo è cieca, ma acceca spesso anche le persone cui ha concesso i propri favori.
 
Sui doveri
De officiis, 44 a.e.c.
 
Essere lodati dai buoni, o vituperati dai cattivi, è la stessa cosa.
[Laudari a bonis, et vituperari a malis, unum atque idem est].

L'ordine, la coerenza, la moderazione e le altre simili virtù sono di natura tale che esigono non solo un'attività intellettuale, ma anche un'attività pratica. Se dunque alle operazioni della vita comune conferiamo una certa misura e un certo ordine, ecco, noi preserviamo a un tempo l'onestà e la dignità.

Sommo diritto, somma ingiustizia. 
[Summum ius summa iniuria].

Nessuno cerchi di trarre profitto dall'ignoranza altrui.

I desideri devono obbedire alla ragione.
[Appetitus rationi oboediant].

In due modi si offende la giustizia; col fare ingiuria o col non difendere, possibilmente, colui a cui vien fatta.
[Sed iniustitiae genera duo sunt: unum eorum, qui inferunt; alterum eourum, qui ab iis, quibus infertur, si possunt, non propulsant iniuriam].

Non può essere veramente onesto ciò che non è anche giusto.
 
Fondamento della giustizia è la fede, cioè la costanza e la sincerità nel mantenere le cose dette e convenute.
[Fundamentum (autem) est justitiae fides, id est dictorum conventorumque constantia et veritas].

Non siamo nati soltanto per noi stessi.
[Non nobis solum nati sumus].

Vana è la sapienza se non serve al sapiente.

Due sono i modi di contendere, uno con la ragione, e un altro con la forza; e poiché quello è proprio dell'uomo, questo delle bestie, si deve ricorrere al secondo quando non è possibile valerci del primo.

Un animo grande e veramente saggio ritiene che il bene più conforme alla natura risieda nelle azioni, non nella gloria
[Vera et sapiens animi magnitudo honestum illud quod maxime naturam sequitur, in factis positum, non in gloria, iudicat].

Sulla natura degli dèi
De natura deorum, 44 a.e.c.
 
C'è da stupirsi che un aruspice non rida incontrandone un altro.

Grave è il peso della propria coscienza.
[Grave ipsius conscientiae pondus].

Non si guadagna niente a sapere ciò che sarà; poiché è una gran miseria angustiarsi senza poter far nulla per evitare ciò che deve essere.
 
Per dio nulla è impossibile.
[Nihil esse, quod deus efficere non possit].

Poniamo la felicità della vita nella tranquillità e nella libertà da ogni impegno.

Tolta la coscienza, tutto il resto è nulla per l'uomo.
[Sublata conscientia, iacent omnia].

Catone il Vecchio - Sulla vecchiaia
Cato Maior - De senectute, 44 a.e.c. - Selezione Aforismario
 
Ai giovani l'intrepidezza, la perseveranza all'adulto, ai vecchi la prudenza e il consiglio.

Il piacere dei banchetti non si deve misurare dalle ghiottonerie della mensa, ma dalla compagnia degli amici e dai loro discorsi.
 
Non patisce mancanza chi non sente desiderio. 
 
Anche una vita breve è abbastanza lunga per vivere con virtù e onore. 
 
Come non tutti i vini, così non tutti i caratteri inacidiscono invecchiando. 
 
I simili si accompagnano molto più facilmente con i loro simili.
[Pares cum paribus facillime congregantur].

L'avarizia in età avanzata è insensata: cosa c'è di più assurdo che accumulare provviste per il viaggio quando siamo prossimi alla meta? 
 
La leggerezza è propria dell'età che sorge, la saggezza dell'età che tramonta. 
 
La memoria diminuisce se non la eserciti.
[Memoria minuitur nisi eam exerceas].

Nessuno è tanto vecchio da non credere di poter vivere ancora un anno. 
[Nemo est tam senex qui se annum non putet posse vivere].

La vecchiaia è il compimento della vita, l'ultimo atto della commedia. 
 
Filippiche
Philippicae orationes, 44/43 a.e.c.
 
A un uomo non sobrio non si deve richiedere prudenza.
[Non est ab homine nunquam sobrio postulanda prudentia]. 

È grande la forza delle consuetudini.
[Consuetudinis magna vis est].

Sbagliare può succedere a tutti, ma è solo dell'insipiente perseverare nell'errore.
[Cuiusvis hominis est errare: nullius nisi insipientis, in errore perseverare].

Se vogliamo godere della pace, bisogna fare la guerra. 
 
La vita dei morti è riposta nel ricordo dei vivi. 
 
Epistole ad Attico
Epistulae ad Atticum, 68-44 a.e.c.
 
Bisogna essere servi delle circostanze.
[Tempori serviendum est].

Finché c'è vita c'è speranza.

Finché respiro, spero.
[Dum spiro, spero].

Per me val più la mia coscienza che il discorso di tutti.
[Mea mihi conscientia pluris est quam omnium sermo].

Fonte Sconosciuta
Selezione Aforismario

Come il campo, benché fertile, senza coltivazione non può dare frutti, così l'intelligenza senza lo studio.

Chi crede nel destino giustifica l’inerzia.

Chi obbedisce con modestia si mostra degno di essere un giorno un comandante.

Dare consigli è sempre più facile che aiutare.

Godi questo bene, finché c’è, per non ricercarlo quando non ci sia più.

I libri sono l'alimento della giovinezza e la gioia della vecchiaia.

Il bilancio deve essere equilibrato, il tesoro ripianato, il debito pubblico ridotto, l'arroganza della burocrazia moderata e controllata, e l'assistenza alle nazioni estere tagliata, per far sì che Roma non vada in bancarotta.

Il buon cittadino è quello che non può tollerare nella sua patria un potere che pretenda d'essere superiore alle leggi.
[Bonus civis est, qui non potest pati eam in sua civitate potentiam quae supra leges esse velit].

Il giudizio dei posteri è il più vero, perché è libero da invidia e malevolenza.

L’uomo non è mai così vicino agli dèi di quando fa del bene al proprio prossimo.

Nessun artificio può imitare l'operosità della natura.

Nessuno può darti consigli più saggi che te stesso.

Non c'è niente di tanto sacro che il denaro non possa violare, niente di tanto saldo che il denaro non possa espugnare.

Non è attraverso i muscoli, la velocità o la destrezza fisica che si ottengono grandi cose, ma mediante la riflessione, la forza del carattere e il giudizio.

Non essere avido di ricchezze è una ricchezza, non essere scialacquatore è un gran capitale. 

Oh, filosofia, guida della vita! Oh, ricercatrice della virtù e annientatrice dei vizi! Che cosa avrebbe potuto essere la vita degli uomini senza di te?

Ricco è colui che non desidera altro al di fuori di ciò che ha.

Una giovinezza dissoluta e sregolata consegna alla vecchiaia un corpo logoro e stanco.

Una stanza senza libri è come un corpo senz'anima.
[attribuito]

Note
Vedi anche aforismi, frasi e citazioni di: SenecaMarco Aurelio