Cerca Autori o Argomenti in Aforismario

Frasi e citazioni di Alan Watts

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Alan Watts (Chislehurst 1915 - Mount Tamalpais 1973), filosofo inglese. Trasferitosi negli Stati Uniti nel 1938, Alan Watts è noto soprattutto per i suoi studi di filosofia orientale e per essere uno degli autori di riferimento per tutta l'area della controcultura.
La maggior parte delle seguente riflessioni di Alan Watts sono tratte dai libri: Il significato della felicità (The Meaning of Happiness, 1940) e La saggezza dell'insicurezza (The Wisdom of Insecurity, 1951).
Foto di Alan Watts
Coloro che cercano la felicità non la trovano, perché non capiscono
che l’oggetto della loro ricerca è il cercatore. (Alan Watts)

Il significato della felicità
The Meaning of Happiness, 1940 - Selezione Aforismario

Coloro che cercano la felicità non la trovano, perché tentano di fabbricarsela con gli stessi mezzi che l’annientano.

Coloro che cercano la felicità non la trovano, perché non capiscono che l’oggetto della loro ricerca è il cercatore.

Nel tentativo di essere felice, l’uomo cerca al di fuori di sé ciò che non ha mai perduto.

Quando si dice che quelli che cercano la felicità, non la trovano mai, forse la verità è che non c’è bisogno di cercarla.

Coloro che in vecchiaia sembrano miserandi e odiosi, lo sono solo perché i loro anni li inaspriscono, perché non hanno accettato il ritmo della loro vita e invecchiano lanciando sguardi pieni di rimpianto agli splendori che si sono lasciati alle spalle.

Il rilassamento è una cosa sfuggente come la felicità; è una cosa che nessuno sforzo, anche il più perentorio, è in grado di raggiungere, infatti, siccome è, in un certo senso, assenza di sforzo, ogni sforzo per raggiungerlo è auto frustrante.

L’infelicità è una reazione alla sofferenza, non la sofferenza stessa.

L’uomo è un tappeto per il gioco delle forze di tutto l’universo, che circola in lui in una corrente che è la forza che sta dietro tutti i suoi pensieri e le sue azioni, che anzi, è più veramente il sé dell’uomo che non il suo corpo o la sua mente, suoi strumenti.

Il problema dell’uomo è quello di diventare consapevole di essere una sola cosa con la Vita.

La vita e la morte sono in conflitto solo nella mente, che suscita fra esse una guerra a causa dei suoi desideri e delle sue paure. In realtà la vita e la morte non sono opposte ma complementari, essendo due fattori essenziali di una vita più grande che è fatta di vite e di morti così come la melodia è prodotta dai suoni e dalle pause di singole note.

L’accettazione è la pietra filosofale che “trasforma tutto in oro”.

Non c’è libertà più grande della libertà di essere ciò che sei ora.

La volizione dell’uomo e l’attività della natura sono due nomi per un’unica e identica cosa, perché i fatti della vita sono i fatti dell’uomo e i fatti dell’uomo sono i fatti della vita.

Quando diventiamo consci dei limiti dell’Io e ne cogliamo il rapporto con l’inconscio, allora si apre una possibilità di vera salute mentale.

Quando la vita stessa diventa un’espressione di gratitudine, si ha la felicità più grande.

Quando si è in armonia con la vita e la natura, tanto nelle condizioni esterne quanto in se stessi, s’incontra la felicità. Questa felicità non dipende da fatti esterni ma appartiene alla stessa natura dell’individuo.

Accettando il conflitto fra sé e la vita come parte della natura della vita, l’Io comincia a sentirsi in armonia con il lato “oscuro” della natura. Infatti quel conflitto diventa infelicità solo a causa del nostro desiderio di evitarlo, cosa che aggiunge tensione a tensione.

Nessuna illusione, nessun espediente della ragione o della scienza, nessuna magia, nessuna fiducia in se stessi può renderci indipendenti dall’universo e metterci in grado di evitare il suo aspetto distruttivo. Il dolore è una realtà e non c’è vagheggiamento di teologia che possa minimizzarlo con promesse e apologie della sua esistenza in un universo in cui Dio è ritenuto “amore”.

Le pratiche religiose non sono fine a se stesse. Sono mezzi per una vita più piena e più grande in questo mondo, implicando un atteggiamento positivo e costruttivo verso il piacere non meno che verso il dolore e quindi una crescente capacità di imparare la felicità e la libertà da ogni tipo di esperienza possibile.

La religione fu creata per la vita e non la vita per la religione.

Coloro che sono felici sono interessati alla religione soprattutto come mezzo per esprimere la loro gratitudine alla vita e a Dio e mettere gli altri in grado di vedere come essi vedono; non cercano la salvezza personale, perché non pensano a cose del genere.

Si può dire che dentro di noi portiamo l’esatto duplicato del mondo che ci circonda, perché il mondo è uno specchio dell’anima e l’anima uno specchio del mondo.

La saggezza dell'insicurezza
The Wisdom of Insecurity, 1951 - Selezione Aforismario

Mi ha sempre affascinato la legge dello sforzo alla rovescia. La chiamo a volte 'legge d'inversione'. Se cerchi di stare a galla, vai a fondo; se invece cerchi di immergerti, galleggi. Se trattieni il respiro, lo perdi — il che mi richiama subito alla mente un detto antico e molto trascurato: "Chi vuol salvarsi l'anima la perde".

Il desiderio di sicurezza e il senso di insicurezza sono la stessa cosa. Trattenere il respiro è perderlo. Una società che si fondi sul perseguimento della sicurezza non è altro che una gara a chi trattiene di più il fiato, in cui ognuno è teso come un tamburo e paonazzo come una barbabietola.

La brama di sicurezza è essa stessa dolore e contraddizione, e più la perseguiamo più diventa dolorosa.

Essere posto di fronte all'insicurezza equivale ancora a non capirla. Per capirla non la si deve fronteggiare, si deve essere l'insicurezza.

Gli esseri umani sembrano felici solo se hanno un futuro al quale guardare − sia esso lo 'spassarsela' domani o la vita eterna oltre la morte.

Se la felicità dipende sempre da qualcosa che si attende per il futuro, inseguiamo un fuoco fatuo che sfugge sempre alla nostra presa sino a quando il futuro, e noi stessi, non svaniremo nell'abisso della morte.

Questo modo di vivere nella fantasia dell'attesa piuttosto che nella realtà del presente è il disturbo tipico degli uomini che dedicano interamente la vita a far soldi. Molti ricchi ne sanno assai più sui modi di fare e risparmiare denaro che su quelli di spenderlo e di goderselo. Non riescono a vivere perché continuano a prepararsi a vivere.

Ecco dunque il problema umano: c'è un prezzo da pagare per ogni aumento della consapevolezza. Non possiamo essere più sensibili al piacere senza essere più sensibili al dolore.

Il solo modo di capire il significato del mutamento è di tuffarsi in esso, muoversi con esso e unirsi alla danza.
[The only way to make sense out of change is to plunge into it, move with it, and join the dance].

Sembriamo mosche invischiate nel miele. Siccome la vita è dolce non la vogliamo abbandonare, ma più vi siamo coinvolti più ci sentiamo intrappolati, limitati, frustrati. La amiamo e la odiamo a un tempo.

È chiaro che le sole persone interessanti sono quelle interessate, e per essere completamente interessati occorre essersi dimenticati dell'Io.

Uno dei piaceri più elevati è l'essere più o meno inconsapevoli della propria esistenza, l'essere assorti in spettacoli, suoni, luoghi, gente che ci interessino. Per contro, uno dei maggiori dolori è la consapevolezza di sé, il sentirsi non assorbiti, esclusi dalla comunità e dal mondo che ci circonda.

Quanto più dirigo le mie azioni verso piaceri futuri, tanto meno riesco a godere qualsiasi piacere. Tutti i piaceri sono presenti e non c'è che la piena consapevolezza del presente per avere anche solo una garanzia iniziale di felicità futura.

Finché si è motivati a divenire qualcosa, finché la psiche crede nella possibilità di sfuggire a ciò che essa è in questo istante, non può esserci libertà.

L'insicurezza è proprio il risultato dei nostri tentativi di sentirci sicuri.

La psiche indivisa è libera da questa tensione dovuta al tentativo di uscire sempre da se stessi e d'essere altrove dal qui e ora. Ogni istante è vissuto appieno e si ha quindi un senso di realizzazione e di completezza. La psiche divisa si mette a tavola e pilucca un piatto dopo l'altro, senza digerire nulla, nella ricerca affannosa di un cibo che sia migliore del precedente. Non trova niente di buono, perché non c'è niente che essa gusti veramente.

Più cerchiamo di vivere nel mondo delle parole e più ci sentiamo isolati e soli, e rinunciamo alla gioia e alla vitalità delle cose in cambio della pura certezza e sicurezza. D'altra parte, più siamo costretti a riconoscere che viviamo effettivamente nel mondo reale più ci sentiamo ignoranti, incerti, insicuri verso ogni cosa.

Fuggire dalla paura è paura, combattere il dolore è dolore, cercare d'essere coraggiosi è provare spavento. Se la psiche è nel dolore, la psiche è dolore. Chi pensa non ha altra forma che il proprio pensiero. Non c'è via di scampo. Ma sino a quando non ci rendiamo conto dell'inseparabilità di pensatore e pensiero continuiamo a cercare scampo.

Stando a ogni apparenza esteriore la nostra vita è un guizzo di luce tra due tenebre eterne.

La maggior parte di noi credono per sentirsi sicuri, per dare valore e significato alla loro vita individuale. Credere è quindi un tentativo di aggrapparsi alla vita, di afferrarla e tenersela stretta.

Se ci aggrappiamo alla credenza in Dio, non possiamo anche aver fede, perché la fede non è un aggrapparsi ma un lasciarsi andare.

Il contrasto fra scienza e religione non ha mostrato che la religione è falsa e la scienza è vera. Ha mostrato che tutti i sistemi di definizione sono relativi a vari scopi, e che di fatto nessuno di essi 'coglie' la realtà.

L'arte di vivere [...] non è né un incurante lasciarsi trasportare né, d'altro lato, un timoroso aggrapparsi al passato e al noto. Si tratta invece d'essere completamente sensibili a ogni istante, di considerarlo come assolutamente nuovo e unico, d'avere la mente aperta e totalmente ricettiva.

Psicoterapia in Oriente e in Occidente
Psychotherapy East and West, 1961

Si è molto meno ansiosi se ci si sente perfettamente liberi di esserlo, e lo stesso si può dire della colpa.

Taoismo
Taoism, 1997

Nella pratica zen, dobbiamo vedere noi stessi come una nuvola, perché ovviamente le nuvole non sbagliano mai. Fanno immancabilmente la scelta giusta. Ma in realtà anche noi la facciamo. Siamo naturali come le nuvole e le onde; tuttavia giochiamo giochi complicati che ci inducono a dubitare di noi stessi. Ma se per qualche tempo facessimo finta di essere una nuvola o un’onda, ci accorgeremmo che non sbaglieremmo mai. Perfino se facciamo qualcosa che sembra un disastro totale ne usciremmo, in un modo o nell’altro.

La cultura della controcultura
Culture of Counterculture, 1998

Noi siamo qui per un solo motivo: per essere. È un fatto semplice, ovvio, evidente. Eppure, tutti corrono da tutte le parti, in preda al panico, cercando costantemente di raggiungere qualcosa al di là di sé stessi. E l’aspetto più divertente è che nessuno sa esattamente cosa sta cercando, ma tutti cercano come forsennati.

Non riusciamo a fare esperienza dell’armonia universale quando la ricerchiamo, quando la desideriamo per sottrarci al nostro modo abituale di sentire o per compensarlo. Salta fuori all’improvviso, e quando lo fa è enormemente convincente.

Cos'è lo Zen?
What is Zen? 2000 

La tua anima non è nel tuo corpo; il tuo corpo è nella tua anima!

Rimani al centro e sarai pronto a muoverti in qualsiasi direzione.

Fonte Sconosciuta
Traduzione dall'inglese a cura di Aforismario

Attraverso i nostri occhi, l’universo percepisce sé stesso. Attraverso le nostre orecchie, l’universo ascolta le sue armonie. Noi siamo i testimoni attraverso cui l’universo diventa cosciente della sua gloria e della sua magnificenza.
[Through our eyes, the universe is perceiving itself. Through our ears, the universe is listening to its harmonies. We are the witnesses through which the universe becomes conscious of its glory, of its magnificence].

Avere fede significa affidarsi all'acqua. Quando nuoti non ti aggrappi all'acqua, perché se lo facessi affonderesti e annegheresti; invece ti rilassi e galleggi.

Affrettarsi e rimandare sono modi simili per cercare di resistere al presente.

Andare fuori di testa almeno una volta al giorno è tremendamente importante. Andando fuori di testa, torni in te.

Cercare di definirsi è come cercare di mordersi i denti.

Chi pensa tutto il tempo non ha niente a cui pensare se non pensieri. In tal modo perde il contatto con la Realtà e vive in un mondo di illusioni.

Ciò che ci trattiene dall'essere felici è la nostra incapacità di abitare pienamente il presente.

Di tanto in tanto sorgono tra gli esseri umani persone che sembrano trasudare amore con la stessa naturalezza con cui il sole emette calore.

Gli ospedali dovrebbero essere organizzati in modo tale da rendere la malattia un'esperienza interessante. A volte si impara molto dall'essere malati.

Il futuro è un concetto, non esiste. Non esiste domani. Non ci sarà mai, perché il tempo è sempre adesso. 

Il mondano e il sacro sono la stessa cosa.

Il motivo per cui vogliamo andare avanti all'infinito è perché viviamo in un presente impoverito.

Il ruolo del Guru è quello di mostrare alle persone che possiedono già ciò che stanno cercando.

L'ego non è altro che il centro dell'attenzione cosciente.

L'illuminazione o il risveglio non è la creazione di un nuovo stato di cose, ma il riconoscimento di ciò che già è.

L'unico grave effetto collaterale della marijuana è che potresti essere arrestato.

La destinazione della vita è questo momento eterno.
[The destination of life is this eternal moment].

La meditazione è la scoperta che la meta dell’esistenza è sempre raggiunta nell'istante immediato.
[Meditation is the discovery that the point of life is always arrived at in the immediate moment].

La vera religione è la trasformazione dell'ansia in risate.
[Real religion is the transformation of anxiety into laughter].

Meglio avere una vita breve ma piena di ciò che ti piace fare che una vita lunga trascorsa in modo miserabile.

Molte persone, pensando che la Bibbia sia l'autentica parola di Dio, la adorano, facendone un idolo.

Molte persone non crescono mai; rimangono tutta la vita con un appassionato bisogno di autorità e guida esterne, fingendo di non fidarsi del proprio giudizio.

Nessuna quantità di ansia fa alcuna differenza per tutto ciò che sta per accadere.

Nessuna vita degna può essere vissuta senza rischi.

Non devi aver paura di suonare note sbagliate. Non pensarci, suona male! Ma suona!

Proprio come il vero umorismo è ridere di sé stessi, la vera umanità è conoscere sé stessi.

Questo è il vero segreto della vita − essere completamente impegnato con ciò che stai facendo nel qui e ora. E invece di chiamarlo lavoro, rendersi conto che è un gioco.
[This is the real secret of life − to be completely engaged with what you are doing in the here and now. And instead of calling it work, realize it is play].

Se un fiore avesse un Dio non sarebbe un fiore trascendentale ma un campo.

Smetti di misurare i giorni per livello di produttività e inizia a sperimentarli per livello di presenza.

Sostituendo la paura dell'ignoto con la curiosità, ci apriamo a un flusso infinito di possibilità.

Sei una fessura attraverso la quale l'universo guarda ed esplora sé stesso.

Tutto nel mondo è gloriosamente privo di significato.
[Everything in the world is gloriously meaningless].

Un paradosso è soltanto una verità che sta a testa in giù per attirare l'attenzione.

Vediamo ciò in cui crediamo piuttosto che ciò che vediamo.

Note
Leggi anche le citazioni dei filosofi inglesi: Alfred Jules Ayer - John Nicholas GrayBertrand Russell

Nessun commento: