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Frasi e pensieri di Giuseppe Moscati

Selezione delle frasi più belle e delle citazioni più significative di Giuseppe Moscati (1880-1927), medico e fisiologo italiano, beatificato da papa Paolo VI nel corso dell'Anno Santo 1975 e canonizzato da papa Giovanni Paolo II nel 1987, fu definito "medico dei poveri": "San Giuseppe Moscati, che, medico, mai venne meno al suo servizio di quotidiana e infaticabile opera di assistenza ai malati, per la quale non chiedeva alcun compenso ai più poveri, e nel prendersi cura dei corpi accudiva al tempo stesso con grande amore anche le anime".

Papa Giovanni Paolo II, nell'omelia durante il Solenne rito di Canonizzazione del Beato Giuseppe Moscati, ha detto: "Per indole e vocazione il Moscati fu innanzitutto e soprattutto il medico che cura: il rispondere alle necessità degli uomini e alle loro sofferenze, fu per lui un bisogno imperioso e imprescindibile. Il dolore di chi è malato giungeva a lui come il grido di un fratello a cui un altro fratello, il medico, doveva accorrere con l'ardore dell'amore. Il movente della sua attività come medico non fu dunque il solo dovere professionale, ma la consapevolezza di essere stato posto da Dio nel mondo per operare secondo i suoi piani, per apportare quindi, con amore, il sollievo che la scienza medica offre nel lenire il dolore e ridare la salute".

Le seguenti citazioni di san Giuseppe Moscati, tratte da discorsi, scritti e lettere, riguardano per lo più la fede, la sua relazione con la scienza, la medicina, la cura del malato e il rapporto tra medico e paziente.
La scienza ci promette il benessere e tutto al più il piacere;
la religione e la fede ci danno il balsamo della consolazione
e la vera felicità, che è una cosa sola con la moralità
e col senso del dovere. (Giuseppe Moscati)
Pensieri sulla Medicina e la Cura
Abbiate, nella missione assegnatavi dalla Provvidenza vivissimo sempre il senso del dovere: pensate cioè che i vostri infermi hanno soprattutto un'anima a cui dovete sapervi avvicinare, e che dovete avvicinare a Dio; pensate che vi incombe l'obbligo di amore allo studio, perché solo così potrete adempiere al grande mandato di soccorrere le infelicità. Scienza e fede!

Ahimè la nostra scienza, se fosse tutta fredda e destinata solo a mantenere i minuti piaceri del corpo, a che cosa servirebbe? Sarebbe un'ancella del materialismo e dell'egoismo! E perciò per metterla al riparo di simile accusa, noi medici, in momenti supremi, ricordiamoci di avere di fronte a noi, oltre che un corpo, un'anima, creatura di Dio.

Gli ammalati sono le figure di Gesù Cristo. Molti sciagurati, delinquenti, bestemmiatori, vengono a capitare in ospedale per disposizione della misericordia di Dio, che li vuole salvi! Negli ospedali la missione delle suore, dei medici, degli infermieri, è di collaborare a questa infinita misericordia, aiutando, perdonando, sacrificandosi.

Il medico si trova in una posizione di privilegio, perché si trova tanto spesso a cospetto di anime che, malgrado i loro passati errori, stanno lì lì per capitolare e far ritorno ai principi ereditati dagli avi, stanno lì ansiose di trovare un conforto, assillate dal dolore. Beato quel medico che sa comprendere il mistero di questi cuori e infiammarli di nuovo. 

La prima medicina, l'infinito Amore.

Ho creduto che tutti i giovani meritevoli, avviatisi tra le speranze, i sacrifici, le ansie delle loro famiglie, alla via della medicina nobilissima, avessero diritto a perfezionarsi, leggendo in un libro che non fu stampato in caratteri neri su bianco, ma che ha per copertura i letti ospedalieri e le sale di laboratorio, e per contenuto la dolorante carne degli uomini e il materiale scientifico, libro che deve essere letto con infinito amore e grande sacrificio per il prossimo. Ho pensato che fosse debito di coscienza istruire i giovani, aborrendo dall'andazzo di tenere misterioso gelosamente il frutto della propria esperienza, ma rivelarlo a loro.

Gli ammalati sono il Corpo di Gesù Cristo.

Noi altri medici che cosa possiamo? Ben poco! E perciò, non potendo soccorrere il corpo, soccorriamo l'anima, e di fronte ai casi disgraziati, ricordiamo i doveri dello spirito che ci provengono dalla fede dei nostri padri!

È possibile l'errore, ma in Ospedale non dovrebbe avvenire. 

Ricordatevi che con la medicina vi siete assunto la responsabilità di una sublime missione. Perseverate, con Dio nel cuore, con gli insegnamenti di vostro padre e di vostra mamma sempre nella memoria, con amore e pietà per i derelitti, con fede e con entusiasmo, sordo alle lodi e alle critiche, tetragono all'invidia, disposto solo al bene.

Ricordatevi che vivere è missione, è dovere, è dolore! Ognuno di noi deve avere il suo posto di combattimento.

Ricordatevi che non solo del corpo vi dovete occupare, ma delle anime gementi, che ricorrono a voi. Quanti dolori voi lenirete più facilmente con il consiglio, e scendendo allo spirito, anziché con le fredde prescrizioni da inviare al farmacista! Siate in gaudio, perché molta sarà la vostra mercede; ma dovrete dare esempio a chi vi circonda della vostra elevazione a Dio.

Vi ricordo che vi è un Medico al di sopra di noi: Iddio! 

Il progresso sta in una continua critica di quanto apprendemmo. Una sola scienza è incrollabile e incrollata, quella rivelata da Dio, la scienza dell'al di là!

È mia abitudine di parlare agli infermi di cose oltre al corpo, perché essi hanno anche un'anima.

Sono pronto a coricarmi nel letto stesso dell'ammalato!

Il successo dipende da se stessi.

A questo mondo non si raccolgono che ingratitudini, e non bisogna meravigliarsi più di nulla. 

Non sono venuto in casa sua con l'impaludamento del medico, ma come un tale, un amico, il quale per avventura abbia avuto qualche cognizione dell'arte stregata della medicina.

Oggi l'individuo non ha più alcuna probabilità di successo, se non quando avrà compreso che deve fare parte di una catena, il suo merito consiste solo nel sapere scegliere la catena, di cui deve divenire un anello.

Sentirete, nella vita, non l'abbandono, ma l'assistenza arcana dell'essere amato scomparso!

Oh se i giovani, nella loro esuberanza, sapessero che le illusioni d'amore, per lo più frutto di una viva esaltazione dei sensi, sono passeggere! E se un Angelo avvertisse loro, che giurano così facilmente eterna fedeltà a illegittimi affetti, nel delirio di cui sono presi, che tutto quello che è impuro amore deve morire, perché è un male, soffrirebbero meno e sarebbero più buoni. Ce ne accorgiamo in età più inoltrata, quando ci avviciniamo per le umane vicende, per caso, al fuoco che ci aveva infiammati e non ci riscalda più.

Tutti i giovani dovrebbero comprendere che nella pratica della continenza è il modo migliore per tenersi lontani dalla massima malattia trasmissibile... Mantenendo il loro spirito e il loro cuore lontano dalla turpitudine, in un esercizio di rinuncia e di sacrificio, dovrebbero giurare di concedere la loro maturità e sanità sessuale solamente all'essere unicamente amato.

Pensieri sulla Fede e Dio
Amiamo il Signore senza misura, vale a dire senza misura nel dolore e senza misura nell'amore... Riponiamo tutto il nostro affetto, non solo nelle cose che Dio vuole, ma nella volontà dello stesso Dio che le determina.

Ama la verità, mostrati qual sei, e senza infingimenti e senza paura e senza riguardi. E se la verità ti costa la persecuzione, e tu accettala; e se il tormento, e tu sopportalo. E se per la verità dovessi sacrificare te stesso e tua vita, e tu sii forte nel sacrificio. 

Al di sopra di beghe, pettegolezzi, livori, deve ispirarci la carità cristiana. 

Chi non abbandona Dio, avrà sempre una guida nella vita, sicura e diritta. Non prevarranno deviazioni, tentazioni, passioni a smuovere colui che del lavoro e della scienza di cui l'initium est timor Domini, ha fatto il suo ideale.

È indubitato che la vera perfezione non può trovarsi se non estraniandosi dalle cose del mondo, servendo Iddio con un continuo amore, e servendo le anime dei propri fratelli con la preghiera, con l'esempio, per un grande scopo, per l'unico scopo che è la loro salvezza.

Esercitiamoci quotidianamente nella carità. Dio è carità: chi sta nella carità sta in Dio e Dio sta in lui. Non dimentichiamo di fare ogni giorno, anzi ogni momento offerta delle nostre azioni a Dio, compiendo tutto per suo amore.

Io mi sento squarciare il cuore al pensiero che tante anime sono lontane da Dio: vorrei tutte condurle ai piedi del Signore, vorrei che si convertissero tutte

La scienza ci promette il benessere e tutto al più il piacere; la religione e la fede ci danno il balsamo della consolazione e la vera felicità, che è una cosa sola con la moralità e col senso del dovere.

Perseverate nell'amore alla verità, a Dio che è la verità medesima, a tutte le virtù e così potrete espletare il vostro esercizio professionale, come una missione.

Non la scienza, ma la carità ha trasformato il mondo, in alcuni periodi; e solo pochissimi uomini son passati alla storia per la scienza; ma tutti potranno rimanere imperituri, simbolo dell'eternità della vita, in cui la morte non è che una tappa, una metamorfosi per un più alto ascenso, se si dedicheranno al bene.

Bellezza, ogni incanto della vita passa... Resta solo eterno l'amore, causa di ogni opera buona, che sopravvive a noi, che è speranza e religione, perché l'amore è Dio. 

Anche l'amore terreno Satana cercò d'inquinare, ma Dio lo purificò attraverso la morte. Grandiosa morte che non è fine, ma è principio del sublime e del divino,

Dalla mia infanzia mi sono inteso trasportato verso la terra ove la Regina del Rosario ha attratto tanti cuori e operato tanti prodigi. E voglia ella, Madre benigna, proteggere il mio spirito e il mio cuore in mezzo ai mille pericoli in cui navigo, in questo orribile mondo! 

Il vostro amore, Gesù, mi volge non verso una sola creatura ma verso tutti gli esseri creati a vostra immagine e somiglianza.

La vita è un attimo; onori, trionfi, ricchezza e scienza cadono, innanzi alla realizzazione del grido della Genesi, del grido scagliato da Dio contro l'uomo colpevole: tu morrai! Ma la vita non finisce con la morte, continua in un mondo migliore. A tutti è stato promesso, dopo la redenzione del mondo, il giorno che ci ricongiungerà ai nostri cari estinti, e che riporterà al supremo Amore!

La vita fu definita un lampo nell'eterno. E la nostra umanità, per merito del dolore di cui è pervasa, e di cui si saziò Colui che vestì la nostra carne, trascende dalla materia, e ci porta ad aspirare una felicità oltre il mondo. Beati quelli che seguono questa tendenza della coscienza, e guardano all'al di là dove saranno ricongiunti gli affetti terreni che sembrano precocemente infranti.

Quali che siano gli eventi, ricordatevi di due cose: Dio non abbandona nessuno. Quanto più vi sentite solo, trascurato, vilipeso, incompreso, e quanto più vi sentirete presso a soccombere sotto il peso di una grave ingiustizia, avrete la sensazione di un'infinita forza arcana, che vi sorregge, che vi rende capaci di propositi buoni e virili, della cui possanza vi meraviglierete, quando tornerete sereno. E questa forza è Dio!

In tutte le vostre opere, mirate al Cielo, e all'eternità della vita e dell'anima, e vi orienterete allora molto diversamente da come vi suggerirebbero pure considerazioni umane, e la vostra attività sarà ispirata al bene.

Sotto ogni croce e ogni stele di questo cimitero, ove pare che non rinserrino che mucchi di ossa informi e di polveri, c'è il ricordo di un cuore che visse d'infinito amore e soffrì un immenso dolore; c'è la sede d'uno spirito che non può essere estinto.

Note
Vedi anche citazioni di: Gino StradaFrasi di Santi