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Frasi e citazioni di Stefano Zecchi

Selezione di frasi e citazioni di Stefano Zecchi (Venezia, 1945), filosofo, scrittore e opinionista italiano, professore ordinario di estetica presso l'Università degli Studi di Milano Dal 1984 al 2013.
Foto di Stefano Zecchi
Il lusso, l’arte, i fiori sono bellezza, e la bellezza «non serve», ma proprio perché
«non serve» è ciò che illumina il senso della vita. (Stefano Zecchi)

L'artista armato
Contro i crimini della modernità © Mondadori, 1998

L’arte riscatta la vita quando restituisce senso alla vita, combattendo contro la decadenza per affermare e difendere la forma dell’espressione.

La vita imita l’arte molto più di quanto sia l’arte a imitare la vita.

Dove non c’è arte c’è il tramonto dell’esistenza.

Gli artisti sono profeti dell’avvenire. 

Oggi l’arte sperimentale non può che friggere e rifriggere cose passate: è l’arte più noiosa e manieristica che l’Occidente, nella sua storia millenaria, abbia mai visto.

Per arginare il gaio e spettacolarizzante nichilismo del nostro tempo, abbiamo bisogno di nuovi simboli e di nuova bellezza, riconoscendo sempre di nuovo il fondo teologico della bellezza mondana, che la preserva dalla disgregazione e non la lascia cadere nell’effimero. 

Fedeltà
© Mondadori, 2001

Le cose belle che abbiamo conosciuto ci accompagnano solo fino a un certo punto del nostro cammino; poi, quando l'emozione si affievolisce, incominciano a sbiadire lentamente, lasciandoci sentimenti vaghi ai quali la memoria cerca di trovare un senso. E, d'altra parte, non c'è bellezza senza emozioni, e non c'è emozione senza il presentimento che tutto trascorre.

Talvolta è sorprendente che all'origine di un avvenimento cruciale, che non ci lascerà più come prima, vi siano persone di cui sappiamo poco o niente e di cui continueremo ad avere una vaga conoscenza. Eppure, per un caso o per qualche coincidenza, queste finiscono per assumere un'importanza inattesa, per imporsi quasi come una presenza simbolica, ignota e segreta, che si rivela essenziale nella storia della nostra vita.

Nelle storie della nostra vita dovremmo trovare un posto per quegli episodi a cui non sappiamo dare una spiegazione, che sembrano accadere così, apparentemente senza un significato, e poi, a poco a poco o all'improvviso, ma sempre senza che ne siamo consapevoli, cambiano profondamente la nostra esistenza.

Dopo l'infinito cosa c'è papà?
Fare il padre navigando a vista © Mondadori, 2012 - Selezione Aforismario

La famiglia [...] è decisiva nella vita dei suoi componenti, e non si ha il diritto di sbagliare, soprattutto se ci sono figli.

Se i genitori non ascoltano i figli, non sapranno mai chi sono.

Se un uomo desidera fare il papà, all’inizio della sua avventura genitoriale lo svantaggio rispetto alla moglie è disastroso: è bene che lo sappia subito e non s’illuda di cambiare le regole del gioco. Le mamme hanno una fortuna sfacciata.

La madre possiede un potere smisurato: quello di legittimare o erodere, fino a farla sparire, l’immagine del padre. È lei che gli assegna la funzione paterna. Se questo non accade, se la moglie non riconosce uno spazio d’azione al marito, una dimensione assolutamente sua che lei non possa invadere, provoca – da irresponsabile – l’assenza del ruolo paterno e commette un’ingiustizia verso il marito che mina alla base la stessa struttura famigliare e con essa il sistema educativo.

Oggi si vive in una società mammizzata, dove crescono adolescenti insicuri, impauriti, che si arrendono di fronte a modeste difficoltà e crollano al primo insuccesso perché non hanno avuto quell’esperienza della realtà e quell’apertura al mondo che si riceve attraverso l’educazione paterna.

Alla prima difficoltà, questi giovani mammizzati si perdono, credono che tutto sia vano, diventano indifferenti. E l’indifferenza può esplodere nel nichilismo più violento contro gli altri e contro se stessi.

«Asilo» è parola culturalmente scorretta, che non può essere usata perché dà un’idea di modestia assistenziale rispetto alla volontà moderna e progressista di costruire un efficiente percorso formativo. Ecco allora «scuola materna», modificata in «scuola dell’infanzia», che non cambia il concetto di «asilo» e la sua funzione: un ricovero dove affidare i propri figli.

Quando si è felici, il cervello funziona meglio e il lavoro è molto più produttivo. La felicità è un seme che germoglia prima di tutto in casa propria: se le cose incominciano ad andare storte lì, è difficile arrestare la reazione a catena dell’infelicità. È possibile, ovviamente, ma è un bella fatica.

Vorrei insegnare a mio figlio ad avere fiducia in se stesso e in chi gli vuole bene, fargli comprendere che mai, nella vita, qualcosa è stabilito una volta per sempre e che una realtà che si suppone immodificabile può cambiare da un momento all’altro. Vorrei insegnargli a non rinunciare mai a sperare, anche quando la vita potrà apparirgli ingiusta e crudele, perché ci sarà sempre una via d’uscita che dopo il buio farà vedere la luce.

I figli pagano le conseguenze di questo marasma esistenziale, frutto di una laicità che non sa regolarsi sul principio di responsabilità famigliare.

In apparenza tanto impegnativa da impaurire, la fedeltà è il sentimento semplice che regola la nostra vita, attribuendo quei significati e quei valori che segnano le nostre relazioni, che determinano le nostre azioni.

La fedeltà è il sentimento dei cani, si dice, senza riflettere sul fatto che un cane può essere più sincero e coraggioso nei suoi affetti di un uomo.

In questo nostro tempo, ridondante di intrecci amorosi che generano quel pettegolezzo con cui s’insaporisce ogni genere di comunicazione, la persona fedele sembra recitare la parte dell’ipocrita allo sguardo disincantato di chi pensa di avere in tasca la verità del mondo.

Oggi più di ieri, un amore che sfida il tempo e non si lascia annientare dai capricci dell’esistenza è raro come la fortuna.

Il destino – o chiamatelo come volete – è generoso con chi ha il dono della memoria, con chi sa ricordare. È generoso con tutte quelle coppie che hanno avuto la fortuna di crescere insieme senza sacrifici, senza rinunciare alla propria identità, contraddicendo il pensiero convenzionale, apparentemente libero e anticonformista, che invece considera la fedeltà nell’amore una rinuncia alle ricchezze offerte dalle esperienza di vita.

Prima di essere una prerogativa del padre, l’autorità è un bisogno del figlio.

Il lusso 
Eterno desiderio di voluttà e bellezza © Mondadori, 2015 - Selezione Aforismario

Un’insopportabile volgarità è l’idea che sia lussuoso soltanto ciò che è molto costoso. Cosa sia lusso ce lo fa comprendere l’educazione estetica: il conto in banca spesso consente di appropriarsene, ma ciò non significa capirne il valore, con la conseguenza che una persona, pur fregiandosi di oggetti di lusso, può – anche senza saperlo – continuare a esibire la sua volgarità, se volgare era prima di adornarsi di collane e anelli lussuosi.

Non c’è lusso senza cultura.

Chi davvero si lascia sedurre dal lusso non è preda di un bisogno di esibizione ma, piuttosto, è catturato dal desiderio di naufragare in una bellezza che oltrepassa il gusto soggettivo e possiede una sua universalità.

Il lusso, l’arte, i fiori sono bellezza, e la bellezza «non serve», ma proprio perché «non serve» è ciò che illumina il senso della vita.

Una società moderna, come quella dei nostri tempi, devota all’utile e alla funzionalità, alla praticità e alla quantità, vede nella bellezza l’effimero e nel lusso ciò che è costoso. La bellezza finisce per essere confusa con il gusto, troppe volte con il cattivo gusto (non si dice che è bello ciò che piace? e se ci si guarda intorno ci si accorge che è proprio così, che piacciono grandi porcherie); il lusso viene scambiato per l’opulenza, il comfort, l’oggetto utile e costoso. Chi riconosce ciò che davvero è lusso, ama la bellezza e ne fa un principio fondamentale di esperienza di vita,

Il lusso è figlio del desiderio di bellezza, creato da geniali artigiani dell’arte.

Il lusso è fondamentalmente uno stile culturale di chi conosce bene le regole dell’estetica e del gusto, la bellezza della natura e dell’arte, indipendentemente dal denaro: uno stile culturale che non è favorito ma, al contrario, spesso minacciato dall’eccesso di denaro.

Lusso è desiderio, volontà d’espressione, è un fantasma inseguito per oltrepassare il banale, l’ordinario, che sono le condizioni prevalenti in cui si svolge la nostra esistenza.

L’idea soggettiva di bellezza che viene equiparata a una questione di gusto diventa la bandiera della libertà del giudizio estetico: tutti, indipendentemente dalla loro cultura, si sentono autorizzati a emettere sentenze su ciò che è bello e su ciò che è brutto.

Viaggi, amori, lavoro formano la nostra identità attraverso esperienze che il tempo e la storia ci consentono di vivere. Ma l’educazione che abbiamo ricevuto, le letture che abbiamo fatto, la musica che abbiamo ascoltato sono il terreno su cui crescono quelle esperienze: disporre di questo pantheon è un lusso inestimabile.

Paradiso Occidente
La nostra decadenza e la seduzione della notte © Mondadori, 2016

Cosa muove la Storia? La fame e la speranza. L’Occidente non sa più cosa sia la fame e ha paura di sperare. 

L’Occidente è visto come un paradiso: sarà anche mediocre, senza quelle tensioni utopiche e quelle energie progettuali che un tempo ha conosciuto, ma chi si guarda intorno non trova di meglio di questo modesto paradiso.

Anime nascoste
Romanzo di una gioventù incendiata © Mondadori, 2022

Il dolore è un grande maestro, ci ha insegnato le arti e le scienze, ci ha fatto conoscere l’amicizia, ci ha ispirato l’eroismo senza farci dimenticare il sentimento della pietà. Il dolore ha messo l’infinito nell’amore.

Il rimedio per ogni colpa è riconoscerla.

In nome dell'amore
Le molte forme di un sentimento antico e misterioso © Mondadori, 2022 - Selezione Aforismario

L’amore è un’idea che diventa concreta nel tempo, entrando e realizzandosi in una storia, e proprio perché è un’esperienza che si sviluppa nel tempo, ha una fine. Ma questa «fine» non cancella l’idea di amore che permane, che, sempre di nuovo, può ancora realizzarsi nel tempo della Storia. 

L’amore è un’idea assoluta, non una realtà; l’amore è un’idea come la bellezza: sono due «assoluti» che accompagnano la storia di civiltà e culture, sono sempre identici a se stessi, ciò che cambia è il modo di rappresentarli e di viverli, appunto, in una storia.

Nella parola «amore» c’è il dare e il prendere, il gesto del donare e quello dell’afferrare, la benevolenza e l’avidità, l’atto con cui si chiede e quello con cui si possiede. Raro che una parola abbia aperture di significato tanto ampie e contraddittorie.

Il poeta Arthur Rimbaud diceva che era venuto il momento di reinventare l’amore. Ma non c’è niente da reinventare, perché l’amore è sempre lo stesso, perché possiede la magia di apparire diverso, non cambiando mai, sempre di nuovo con le stesse parole.

Il sogno aiuta a rimanere giovani perché apre al futuro, e nel futuro c’è sempre un sogno d’amore.

Quando l’amore diventa un ideale astratto, una visione senza riferimenti concreti, prosciuga ogni vera relazione, deforma la vita degli amanti che, invece di cercare di conoscersi sempre meglio, misurano il valore e la qualità del loro rapporto sulla base di quell’ideale. 

La felicità dell’amore è una conquista personale; l’infelicità è causata da errori sempre personali. Così è per il matrimonio: il successo lo si deve a se stessi; l’insuccesso sempre a se stessi. Non si può invocare la crudeltà del destino o la sottomissione a volontà esterne se l’amore (e il matrimonio) portano dolore.

Note
Leggi anche le citazioni dei critici d'arte italiani: Vittorio Sgarbi - Federico Zeri