Frasi e citazioni di Desmond Morris

Selezione di frasi e citazioni di Desmond Morris (Purton, 1928), zoologo, etologo, antropologo, conduttore televisivo e divulgatore scientifico britannico. Ricordando i propri studi universitari, ha detto Desmond Morris:
"Mi convinsi senza riserve che l'approccio etologico al comportamento animale era una materia di studio da intraprendere. Mi affascinava perché si trattava essenzialmente di un procedimento osservazionale, che veniva condotto proprio nell'ambiente in cui gli animali vivono e non era basato su esperimenti attraverso cavie − nonostante sia uno zoologo qualificato non ho mai fatto sperimentazione sugli animali, perché li amo troppo − e perché era possibile fare "osservazioni quantificate", che fornivano informazioni scientifiche valide, interferendo in minima parte con la vita dell'animale". [Linguaggio muto, 2004].
Foto di Desmond Morris
A volte siamo mostruosi, a volte magnifici, ma sempre animali. Preferiremmo poter pensare
a noi stessi come angeli caduti, ma in realtà siamo scimmie elevate. (Desmond Morris)

La scimmia nuda
The naked ape: a zoologist's study of the human animal, 1967

Esistono centonovantatré specie viventi di scimmie con coda e senza coda; di queste, centonovantadue sono coperte di pelo. L'eccezione è costituita da uno scimmione nudo che si è auto-chiamato Homo sapiens.

Pur nel diventare tanto erudito, l'Homo sapiens è rimasto uno scimmione nudo e nell'acquistare nuovi ed elevati moventi, non ha perso nessuno dei vecchi moventi più bassi. 

Lo zoo umano
The human zoo, 1969 - Selezione Aforismario

La città non è una giungla di cemento, ma uno zoo umano.
[The city is not a concrete jungle, it is a human zoo].

L’animale in gabbia dello zoo presenta tutte quelle anormalità che abbiamo imparato a conoscere così bene nei nostri compagni umani. Evidentemente, dunque, la città non è una giungla di cemento ma uno zoo umano.

L’animale umano moderno non vive più nelle condizioni naturali della sua specie. Preso in trappola non da un raccoglitore di esemplari per conto di uno zoo ma dalla propria vivacità intellettuale, si è stabilito in un enorme e turbolento serraglio dove corre costantemente il rischio di schiantare sotto la tensione.

La civiltà ha soltanto diecimila anni. E noi in sostanza siamo ancora gli stessi animali che erano i nostri antenati cacciatori.

Abbiamo tutti le stesse proprietà genetiche basilari. Siamo tutti delle scimmie nude sotto la variopinta diversità dei costumi che abbiamo adottato. È bene che ce ne ricordiamo quando cominciamo a fare i nostri giochi etnocentrici.

Nel nostro implacabile progresso sociale, abbiamo gloriosamente sprigionato i nostri più potenti impulsi inventivi ed esplorativi. Essi sono parte sostanziale del nostro retaggio biologico. Non hanno nulla di artificioso o di innaturale. Sono all’origine della nostra grande forza come delle nostre grandi debolezze.

Biologicamente parlando, l’uomo ha il compito innato di difendere tre cose: se stesso, la sua famiglia e la sua tribù. È spinto energicamente a questo in quanto primate che forma coppie e vive in un territorio e in un gruppo.

Le specie più violente sembra siano state tutte sterminate: una lezione che non dovremmo scordare.

Dire che il potere corrompe è vero soltanto in parte. Può corrompere con altrettanta efficacia l’estrema subordinazione.

Niente rafforza i vincoli del gruppo «dei noi» quanto la minaccia di un gruppo «degli altri». Il fatto che le contese interne vengano soffocate dall’esistenza di un nemico comune non è mai sfuggito all’attenzione dei governanti.

L’essere umano individuale non è un organismo semplice che si possa sciupare con noncuranza. È un prodotto d’alta qualità che richiede anni di crescita e di sviluppo e ha bisogno di tutta la protezione che può ottenere. 

Le più grandi e più sanguinose guerre che abbiamo combattuto non hanno fatto, alla lunga, che segnare un piccolo arresto nella curva in continuo aumento della popolazione mondiale. C’è sempre una «esplosione postbellica» della natalità e i vuoti vengono riempiti in fretta. Il gigante umano si rigenera come una tenia e subito riprende il suo cammino.

In uno zoo (o in una città) sono evidentemente le specie opportuniste quelle che più soffrono dell’artificiosità della situazione. Anche se gli si forniscono diete perfettamente equilibrate e se sono impeccabilmente riparati e protetti, si annoieranno e diverranno prima irrequiete e poi nevrotiche. 

Noi tendiamo purtroppo a dimenticare di essere animali con certe particolari forze e certe particolari debolezze. Ci consideriamo dei fogli bianchi sui quali si può scrivere qualsiasi cosa. Non lo siamo. Veniamo al mondo con una serie di istruzioni fondamentali e le ignoriamo o disobbediamo loro a nostro rischio.

Il comportamento intimo
Intimate behaviour, 1971 - Selezione Aforismario

È difficile per un uomo adulto osservare una forma di comportamento umano come se la vedesse per la prima volta, ma è proprio questo che l'etologo deve sforzarsi di fare se vuole gettarvi una nuova luce.

I nostri incontri intimi comportano elementi verbali, visivi e perfino olfattivi; ma, soprattutto, amare significa toccare, significa contatto fisico. 

Disgraziatamente e quasi senza accorgercene siamo diventati sempre meno inclini a toccare, sempre più distanti, e all'intoccabilità fisica si è accompagnato il distacco emotivo.

L'uomo contemporaneo è circondato da estranei o semi-estranei di cui non può fidarsi e il loro numero gli permette di stabilire vincoli emotivi soltanto con una piccolissima parte di essi. Nei confronti dei rimanenti, deve ridurre le sue intimità al minimo.

Nella prima infanzia, quando non sapevamo scrivere né parlare, il contano fisico era il tema dominante. L'interazione fisica diretta con la madre era tutto e ha lasciato il segno.

Limitare i contatti fisici con i figli durante i primi anni di vita può danneggiare in maniera irreversibile la loro capacità di stabilire in seguito profondi legami di attaccamento.

Il bambino che nei due anni precedenti è stato trattato con affettuosa intimità, al terzo comincia la sua esplorazione del mondo con grande vigore, anche se su gambette traballanti, e se batte il naso in terra è meno incline a piangere, mentre quello che ha avuto meno carezze e più disciplina si mostra meno avventuroso, meno curioso riguardo a ciò che si vede intorno e meno pronto ad attuare i primi tentativi d'azione indipendente.

Da adulto, l'individuo che nell'infanzia ha formato un forte legame affettivo con i genitori è meglio equipaggiato per stabilire un forte vincolo amoroso-sessuale, che gli garantirà una nuova "base sicura" per continuare le sue esplorazioni e condurre una vita sociale aperta e attiva.

Non possiamo essere fisicamente vicini senza diventarlo anche emotivamente.

L'intimità forzata si trasforma nel suo contrario così che, paradossalmente, abbiamo bisogno di più spazio per dare al contatto fisico un maggiore significato. Le tendenze architettoniche che ignorano questo fatto sono la causa d'inevitabili tensioni emotive.

Non è l'intimità fisica che porta al sesso, ma il sesso che porta all'intimità fisica.

Gran parte delle critiche che la vecchia generazione rivolge alla condotta dei giovani nasce da un profondamente mascherato senso d'invidia.

Si potrebbe dire che per noi la funzione di un atto di accoppiamento è quella di fecondare non tanto un uovo, quanto un rapporto.

L'animale umano è una specie sociale, capace di amare e molto bisognoso d'amore.

Come tutto sarebbe più facile se ammettessimo che l'amore, la tenerezza e l'intimità fisica non sono debolezze, buone soltanto per i bambini e gli innamorati, e lasciassimo via libera ai nostri sentimenti, concedendoci di tanto in tanto il magico sollievo di un ritorno all'intimità.

L'uomo e i suoi gesti
Manwatching: a field guide to human behaviour, 1977

Come l'ornitologo osserva gli uccelli così l'osservatore dell'uomo osserva la gente. Ma egli è studioso del comportamento umano, non un voyeur. Per lui, il cenno della mano con cui un vecchio signore saluta un amico è altrettanto eccitante del modo in cui una bella ragazza accavalla le gambe.

L'osservatore dell'uomo è uno specialista nel campo delle azioni umane e il suo campo è dovunque: alla fermata dell'autobus, al supermercato, all'aeroporto, all'angolo della strada, a un ricevimento e alla partita di calcio. In qualunque luogo vi sia gente che effettua azioni, qui l'osservatore dell'uomo ha qualcosa da imparare sui suoi simili e quindi, in ultima analisi, su se stesso.

Il nostro corpo
Bodywatching - A Field Guide to the Human Species, 1985

Da quando i nostri lontani progenitori si alzarono sulle gambe posteriori, i nostri muscoli dorsali sono stati costretti a compiere lavoro straordinario e sono rari coloro che, in qualche periodo della loro vita, non abbiano sofferto di mal di schiena. Solo in tali periodi la maggior parte di noi indugia davvero a considerare la schiena una parte a sé della nostra anatomia. In altri casi non pensiamo neppure di avere una schiena.

Il cane
Dogwatching, 1986

Il "migliore amico dell'uomo" è un lupo travestito da cane. E la chiave per comprendere appieno lo stretto legame che esiste tra noi e il cane è proprio questa sua personalità "da lupo". 

Così come noi siamo "scimmie puerili", i cani sono "lupi puerili". Infatti, anche da adulti, tutti i cani domestici - di qualunque razza essi siano - continuano ad aver voglia di giocare, persino in età avanzata.

Chi tiene un cane (o un gatto) in casa, vive mediamente più a lungo di chi non ne vuole accanto a sé. E non si tratta di una fantasia: è stato infatti clinicamente dimostrato che la compagnia di un simpatico animale domestico ha un effetto calmante, abbassa la pressione sanguigna e riduce quindi il rischio di infarti.

Il gatto
Catwatching, 1986

Il gatto è una delle star del nostro tempo: questo compagno pigro e sfuggente, elettrico e carezzevole è una fonte inesauribile di enigmi, delizie e tormenti.

L'animale uomo
The human animal, 1994

A volte siamo mostruosi, a volte magnifici, ma sempre animali. Preferiremmo poter pensare a noi stessi come angeli caduti, ma in realtà siamo scimmie elevate.
[We are sometimes monsters, sometimes magnificent, but always animals. We may prefer to think of ourselves as fallen angels but in reality we are risen apes].

L'animale donna
The naked woman, 2004

Ogni donna ha un bel corpo, bello perché è il brillante risultato di milioni di anni d’evoluzione. È ricco di stupefacenti adattamenti e impercettibili perfezionamenti che lo rendono il più rimarcabile tra gli organismi del pianeta. 

Nell’evoluzione non si è mai posto il problema se un sesso dominasse sull’altro. Contavano l’uno sull’altro per la sopravvivenza comune. C’era un equilibrio primigenio tra i sessi umani, erano diversi, ma uguali.

Le differenze tra uomini e donne, è importante sottolinearlo, sono molto reali e molto interessanti, ma ciò nonostante sono lievi.

Nel corso dell’evoluzione, le donne hanno imparato a fare diverse cose nello stesso tempo; sono diventate più fluenti nella comunicazione verbale; il loro senso dell’olfatto, l’udito, il tatto e la visione a colori erano più raffinati di quelli dei maschi; divennero migliori nutrici, genitori più sensibili. Infine, acquisirono una maggiore resistenza alle malattie: la salute di una madre è di vitale importanza.

Mentre le altre scimmie tremano nei loro ultimi rifugi, in attesa dell’arrivo delle motoseghe, sei miliardi di umani infestano quasi l’intero globo, diffondendosi con una velocità e capillarità tali da aver trasformato la natura in modo drammatico, come un’invasione di locuste giganti.

Gli altri animali amano giocare quando sono piccoli, ma perdono questa proprietà quando crescono. Gli esseri umani giocano per tutta la loro vita, sono la specie di Peter Pan, che non cresce mai.

Linguaggio muto
Dumb language, 2004

Noi umani condividiamo con le grandi scimmie un'intensa curiosità e un'energica giocosità. Secondo me quella giocosità innata è un elemento chiave nella creatività e nell'inventiva umana. La cosa triste delle scimmie è che una volta adulte perdono questa caratteristica. Fortunatamente, a noi invece questo non accade. Gli esseri umani mantengono la loro potenziale giocosità per tutta la vita. Si tratta di una qualità esclusivamente umana, che ci rende creativi, inventivi ed esplorativi (Homo ludens). 

Tutte le forme di gioco adulto sono l'estensione del gioco infantile, solo che "giocare" da adulti significa arte, letteratura, musica, danza, teatro, cinema, televisione, pittura, scultura, sport, ricerca scientifica ed esplorazione. Tutte queste forme di espressione umana possono essere considerate forme avanzate di gioco animale.

Il cervello umano detesta l'inattività: poiché la nostra sopravvivenza dipende da uno stile di vita opportunistico, abbiamo questa necessità di mantenerci attivi tutto il tempo. Una volta soddisfatti i nostri bisogni primari, più tempo libero abbiamo, più possiamo essere creativi.

Se si guarda alle principali invenzioni umane, possiamo notare come esse raramente nascano da un progetto definito. Al contrario, quasi sempre arrivano per caso, mosse dalla nostra inventiva, dal nostro desiderio di tentare, di esperimentare altre possibilità, dal nostro innegabile e inesauribile senso ludico.

Noi esseri umani siamo solo un particolare tipo di scimmia. Tutto qui. Siamo gli animali più interessanti, più meravigliosi che esistano, ma pur sempre animali. Riassunsi questo concetto coniando una frase: "Non siamo angeli caduti, ma scimmie elevate".

Note
Vedi anche frasi e citazioni di: Richard Dawkins - Konrad Lorenz - Frans de Waal

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