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Frasi e citazioni di Frans de Waal

Selezione di frasi e citazioni di Frans de Waal ('s-Hertogenbosch, 1948), etologo olandese specializzato in primatologia (studio dei primati).
Foto di Frans de Waal
Si può strappare la scimmia dalla giungla, ma non la giungla dalla scimmia.
Questo vale anche per noi, grandi scimmie bipedi. (Frans de Waal)

Naturalmente buoni
Good Natured, 1996 - Selezione Aforismario

Oltre a essere umani, noi ci gloriamo di essere umanitari. Quale modo brillante di eleggere la moralità a marchio distintivo della natura umana, quello di adottare un aggettivo riferito al nostro nome di genere - Homo - per definire la tendenza a essere caritatevoli!

A qualche livello, deve esservi una continuità fra il comportamento dell'uomo e quello degli altri primati. Nessun aspetto del comportamento - nemmeno la nostra tanto celebrata moralità - può essere escluso da questa assunzione.

La scienza occidentale sembra allontanarsi da una visione del mondo netta e meccanicistica. Consapevoli del fatto che l'universo non è necessariamente organizzato lungo linee logicamente congruenti, gli scienziati - seppure con una certa riluttanza - stanno iniziando a dare spazio alle contraddizioni.

In nessuna società degna di questo nome il membri mancano del senso di appartenenza e della necessità di essere accettati. La capacità e la tendenza a costruire tali associazioni e a cercare sicurezza al loro interno sono prodotti della selezione naturale osservati fra gli individui delle specie che hanno maggiori probabilità di sopravvivenza in gruppo piuttosto che in solitudine.

I vantaggi della vita di gruppo sono numerosi, e i più importanti sono le maggiori probabilità di trovare cibo, una miglior difesa contro i predatori e la forza del numero contro i concorrenti.

Universalmente, le comunità umane sono comunità morali; un'esistenza moralmente neutra ci è tanto impossibile quanto un'esistenza del tutto solitaria.

Nello stesso modo in cui gli uccelli e gli aeroplani sembrano sfidare la legge di gravità pur essendole pienamente assoggettati, può sembrarci che il decoro morale sfidi apertamente la selezione naturale pur rimanendo uno dei suoi numerosi prodotti.

L'uomo e altri animali sono stati dotati della capacità di provare autentico amore, simpatia e interesse, un fatto che un giorno potrà essere pienamente conciliato con l'idea che l'autopromozione genetica sia il motore dei processi evolutivi.

La storia umana fornisce ampie testimonianze del fatto che i principi morali sono orientati verso il proprio gruppo, e solo con riluttanza (ma mai con assoluto egualitarismo) vengono applicati al mondo esterno.

Natura e cultura possono essere separate solo parzialmente.

L'evoluzione ha prodotto i requisiti per la moralità: una tendenza a sviluppare norme sociali e a farle rispettare, le capacità di empatia e simpatia, l'aiuto reciproco e il senso di equità, i meccanismi di risoluzione dei conflitti e così via.

L'aggressività è l'unico carattere che la nostra specie non ama vedere quando si guarda allo specchio. È il foruncolo deturpante sulla nostra faccia, e i biologi sono stati biasimati per avere ipotizzato che potrebbe essere piuttosto difficile disfarsene.

È difficile prendersi cura degli altri senza prendersi cura innanzitutto di se stessi. Non che la gente abbia bisogno di una dimora lussuosa e di un pingue conto in banca per essere altruista, ma certamente non ci aspettiamo molta assistenza da chi ha cattiva salute o non possiede i più elementari mezzi di sussistenza. Paradossalmente, quindi, l'altruismo inizia con un obbligo verso se stessi.

Personalmente non mi sento superiore a una farfalla, e meno ancora a un gatto o a una balena. Ma chi può negare alla nostra specie il diritto di costruire il proprio universo morale da una prospettiva umana?

Certamente non sottoscrivo l'affermazione che Dio ci ha conferito il diritto di fare degli altri animali tutto ciò che ci piace.

Il cervello umano è un prodotto dell'evoluzione. Benché sia maggiore per volume e per complessità, esso è fondamentalmente simile al sistema nervoso centrale degli altri mammiferi.

La coscienza non è un concetto a sé, comprensibile solo in termini di cultura e di religione. La moralità ha una salda base neurobiologica, come ogni altra cosa che facciamo o che siamo.

La coscienza del proprio interesse per la comunità è l'elemento essenziale della morale umana.

Il fatto che il senso morale fosse presente in epoche della nostra storia evolutiva più antiche di quanto sia accaduto in altre specie dimostra che la nostra moralità è fermamente radicata nell'area centrale della nostra tanto criticata natura. Non si tratta né di un'innovazione recente né di un sottile strato che copre una bestialità e un egoismo di fondo.

Il senso morale occupa uno spazio nella nostra testa, si proietta verso gli altri esseri umani e fa parte della nostra natura tanto quanto le pulsioni che mantiene sotto controllo.

La scimmia che siamo
 Our Inner Ape, 2005 - Selezione Aforismario

Si può strappare la scimmia dalla giungla, ma non la giungla dalla scimmia. Questo vale anche per noi, grandi scimmie bipedi.

Quando le persone si macchiano di un genocidio le definiamo «animali», ma quando fanno la carità ai poveri ne tessiamo le lodi perché si dimostrano «umane». Quest’ultimo comportamento ci piace riconoscerlo come nostro.

Con un lato crudele e uno compassionevole, ci ergiamo in questo mondo come una testa di Giano, con le nostre due facce rivolte in direzioni opposte. Talvolta questo può confonderci al punto di portarci a un’eccessiva semplificazione di ciò che siamo: o sosteniamo di essere «l’apice della creazione» o ci dipingiamo come gli unici veri cattivi.

Ben lontano dall’essere una finzione dell’immaginazione, la nostra moralità è un prodotto dello stesso processo selettivo che ha forgiato il nostro lato competitivo e aggressivo.

Il bonobo e l'ateo
The Bonobo and the Atheist, 2013

Perché non supporre che la nostra umanità, compreso l'autocontrollo necessario in una società vivibile, sia innata in noi? C'è qualcuno che crede davvero che i nostri antenati non abbiano avuto norme sociali prima di avere la religione?

Contrariamente alla concezione abituale della natura cruenta che gronda sangue dai denti e dagli artigli, gli animali manifestano spesso tendenze morali.

I mammiferi sono sensibili alle emozioni dei propri simili tanto che spesso si offrono di aiutarli.

La ragione per cui molte persone si riempiono la casa di mammiferi pelosi, e non, per esempio, di iguane e tartarughe, è il fatto che i mammiferi offrono qualcosa che nessun rettile potrà mai offrirci. Essi danno affetto, cercano affetto, e rispondono alle nostre emozioni così come noi rispondiamo alle loro.

Tutto ciò che la scienza ha imparato negli ultimi decenni fornisce argomenti contro la visione pessimistica secondo cui la moralità è una patina sottile su una natura umana malvagia. Al contrario, il nostro sfondo evolutivo ci offre un enorme aiuto, senza il quale non saremmo mai arrivati così lontano.

L'ultimo abbraccio
Mama's Last Hug, 2019 - Selezione Aforismario

Oggi è difficile trovare uno scienziato che neghi completamente le emozioni animali, molti però provano disagio a parlarne.

Per me, da biologo, non c’è nulla di più evidente del fatto che siamo tutti parte dello stesso regno. Noi siamo animali.

Esiste una profonda differenza tra il comportamento che esprime le emozioni e l’esperienza, conscia o meno, di quegli stati. Chiunque dichiari di sapere che cosa provano gli animali non ha la scienza dalla sua parte. Rimane nella congettura.

Le emozioni certo possono essere evasive, ma rappresentano anche l’aspetto di gran lunga più saliente della nostra vita. Aggiungono un significato a tutto. 

Le emozioni sono dappertutto nel regno animale: dai pesci agli uccelli, fino agli insetti e ai molluschi provvisti di cervello come i polpi.

Le emozioni hanno il vantaggio di permettere a chi le prova di prestare maggiore attenzione alle cose, di rendere gli eventi memorabili e di preparare l’individuo a interagire con l’ambiente.

Siamo esseri emotivi in tutto e per tutto.

Tenendo conto delle similitudini tra il comportamento degli animali e il nostro, di come condividono le nostre reazioni psicologiche, le stesse espressioni facciali e lo stesso tipo di cervello, non sarebbe davvero strano se le loro esperienze interiori fossero radicalmente diverse dalle nostre?

Le emozioni infondono un significato in ogni cosa e sono la principale ispirazione della capacità cognitiva, anche per noi. Invece di girarci tanto intorno, è venuto il momento di riconoscere francamente quanto anche gli animali sono influenzati dalle emozioni.

Il fatto che le emozioni dei robot siano un campo di studi in crescita, noto come affective computing o “informatica affettiva”, suggerisce che il modo migliore per organizzare il comportamento è quello di equipaggiare le entità con stati interiori finalizzati all’azione, proprio come l’evoluzione ha fatto con noi.

Note
Leggi anche le citazioni degli etologi: Konrad LorenzDesmond Morris - Danilo Mainardi