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Frasi e citazioni di Pitigrilli (Dino Segre)

Selezione delle migliori citazioni e delle frasi più significative di Pitigrilli, pseudonimo di Dino Segre (Torino 1893 - 1975), scrittore e aforista italiano. In un'autobiografia ironica pubblicata su una rivista, Pitigrilli riassume così la propria personalità e la propria vita: 
"Ho vissuto molto tempo a Torino, quella città di sogno e di imbecilli ove si crede che Arturo Foà sia un poeta, Berta un commediografo, Golia un artista, Ferrettini un critico, Bosia un genio. Ho pubblicato qualche libercolo ignobile, moralissimo, che piacque molto ai fessi. Ho scritto un profilo dell'unica poetessa che abbia l'Italia, per dimostrare che è falso ciò che si mormorava sui nostri rapporti. Ma non debbo esserci riuscito, perché se prima si mormorava, adesso si urla. Ho al mio passivo dei versi. I versi sono quella cosa che nessuno legge, ma che tutti scrivono. Ho pubblicato degli articoli sulle principali riviste italiane. Qualcuno non è schifoso. Sono stato molte volte sul punto di pubblicare dei libri di 400 pagine. Ma ho il dono di quella benefica fognatura spirituale che è l'autocritica. [...] Sono vegetariano, ma, quando ho dei commensali, mangio della carne per non aver l'aria di posare. Ma poiché non sono abituato, ne mangio anche quando sono solo, per abituarmi. Non bevo alcool. Credo che pochi bevano alcool. Del vino bianco e dei liquori, sì. Mi piacciono i cani; e in ogni novella ne faccio entrare uno, come il Veronese nei suoi quadri. (Nei miei confronti sono anche modesto). Tengo la penna fra l'indice e il medio come tutti i parrucchieri intellettuali, ma non mi sono ancora fatto fotografare dinanzi alla mia scrivania, con la libreria per sfondo, una rosa languente sotto i miei occhi ispirati. Non ho un motto da far imprimere sulla carta da lettere, ma se dovessi sceglierne uno, assumerei questo ammonimento di Yang-Ciù: "Se con uno dei tuoi peli tu potessi salvare l'universo, non darlo!".
In Pitigrilli parla di Pitigrilli (Sonzogno, 1949), così racconta la sua fanciullezza e i suoi primi approcci con la scrittura: 
"Avrei voluto nascere a Torino al principio del secolo scorso, quando vi si parlava francese. Invece vi nacqui cento anni dopo, quando vi si parlava calabrese, pugliese, abruzzese e napoletano. Tuttavia era quella l'epoca degli uomini felici. Chi non è vissuto in Italia sotto re Umberto o, più tardi, in Francia sotto il Presidente Fallières, non ha provato, e forse non la proverà mai più, la gioia di vivere. Ho avuto un'infanzia piuttosto triste, avvelenata dall'olio di fegato di merluzzo e dai «non si dice», «non si fa» e «non si domanda». lo invece domandavo. Le mie domande (perché gli oggetti cadono? Perché la neve è bianca?) apparivano sciocche agli adulti. Mi si rispondeva che gli oggetti cadono perché sono pesanti, che la neve è bianca perché non è nera. Ho poi capito che stupide non erano le mie domande, ma le loro risposte. Il ragazzo non giudica. Registra come su una pellicola fotografica, ma la svilupperà quindici anni dopo. L'affetto che certi figli non sentono per i genitori si è diluito nei reagenti di questa operazione chimica. Mia madre discende da una famiglia di farmacisti piemontesi; mio padre era ufficiale dell'esercito. Ho imparato il latino per la strada, perché mio padre, passeggiando, mi faceva ripetere le lezioni. Era la sola materia nella quale riuscissi brillantemente. Davo pessimi risultati in italiano. Fino all'età di 16 anni, cioè al prim'anno di liceo, non riuscii a fare un componimento, perché tutto mi pareva immeritevole di essere scritto. Sentivo il ridicolo delle frasi fatte, dei luoghi comuni, dei falsi entusiasmi diluiti nei componimenti scolastici. Una volta, a scuola, mi diedero questo tema: «Una bella giornata primaverile», e io scrissi: "Tema: Una bella giornata primaverile. Svolgimento: Era una bella giornata primaverile". Consegnai il foglio al professore e uscì dalla classe. Non mi permisero di rientrarci che quindici giorni dopo, accompagnato da mio padre, il quale per questo atto di insubordinazione del figlio verso l'autorità costituita, temeva di veder compromessa la sua carriera militare. Mi domandarono: «Ma perché hai fatto questo?» «Perché quando si è detto una bella giornata primaverile, mi pare che si sia detto tutto e non ci sia nulla da aggiungere» In questo mio contegno i più pessimisti videro i germi dell'anarchia: i più indulgenti si accontentarono di scoprire i sintomi del cretinismo. Non so se avessero ragione gli uni o gli altri, ma so che alcuni anni dopo ne «Les Caractères» di La Bruyère, che non era né un cretino né un sovversivo, lessi questo precetto sull'arte dallo scrivere: «Se volete dire che piove, dite piove», è questo l'insegnamento più intelligente che sia stato dato sull'arte dello scrivere. Ma ho anche capito una cosa ben più significativa, che se dovendo dire che piove si scrivesse «piove», tutta la menzogna scolastica, che è la più organizzata palestra dell'ipocrisia sociale, andrebbe a catafascio".
Su Aforismario trovi anche una raccolta di frasi di Pitigrilli tratte dal famoso Dizionario antiballistico (1953). [Trovi il link in fondo alla pagina].
Si nasce incendiari e si finisce pompieri. (Pitigrilli)
La vergine a 18 carati
© Sonzogno 1924

La medicina è l'arte di accompagnare con parole greche all'estrema dimora.

L'esperimento di Pott
© Sonzogno 1929 - Selezione Aforismario

Che la donna tradisca, ognuno di voi lo impara, lo ripete e lo insegna; eppure tutti i guai pro-vengono da questo malinteso, che è tutto nelle premesse: ogni uomo vuol trovare per sé l'eccezione e si dispera quando s'accorge d'aver trovato la regola.

L'intelligenza nelle donne è una anomalia che si incontra eccezionalmente come l'albinismo, il mancinismo, l'ermafroditismo, la polidattilia. 

La donna è infedele, mentitrice, incostante, poliandra. L'uomo si ostina a volerla sincera, costante, fedele a uno solo.

Non datemi consigli: so sbagliare da me. 

Non leggo i poeti, questi imbottigliatori di nuvole; apprezzo invece le mirabili acrobazie che si possono compiere sulla sbarra fissa della matematica. 

Quando una donna non ama più, c'è nel suo sguardo qualcosa di assente, lontano, estraneo, che dice assai più di qualunque prova e di qualunque denuncia.

I vegetariani dell'amore
© Sonzogno 1931

Curarsi [...] per certe malattie è come imparare a nuotare. In caso di naufragio non serve che a prolungare l'agonia. 

Pitigrilli parla di Pitigrilli
© Sonzogno 1949

Si nasce incendiari e si finisce pompieri. 

L'ombelico di Adamo
© Sonzogno 1951

Arrestarsi significa indietreggiare.

È una donna e perciò vede la vita come non la vediamo noi, e certe volte ci insegna a guardarla; comprende sfumature, percepisce sottigliezze che i nostri sensi non registrano; sa trovare nel vocabolario quell'aggettivo che a contatto con un sostantivo crea imprevedibili effetti. Se è vero che la donna è il complemento spirituale dell'uomo, essa vede l'altra faccia della verità. 

Gli scrittori che rileggono i loro vecchi libri non ne scrivono dei nuovi, e le donne cominciano a non essere più belle il giorno che si compiacciono nell'ammirare le loro antiche fotografie, e cessano di essere eleganti quando cercano nei loro cassetti, con nostalgia, i nastri e le penne del loro antico splendore. Bisogna considerare la vita come un giardino, e non come le pagine secche di un erbario.

Le donne fatali la danno a intendere facilmente al gran pubblico abbagliato dal loro convenzionale splendore, e a quello sciagurato che ne è vittima cieca. Ma non la danno a intendere alla loro cameriera, alla sarta, alla pettinatrice, alla chiromante.

Qualcuno ha detto che per conoscere un uomo bisogna aver consumato non so quante tonnellate di sale in sua compagnia. Non è vero. Basta un pranzo, e che lo paghi lui.

Sono donne fatali quelle che fra sé stesse e l'uomo che le cerca hanno messo qualche difficoltà o hanno creato qualche complicazione. Nulla di più.

La maledizione
1958

Il buon senso è il senso del momento. 

Il dito nel ventilatore
© Sonzogno 1965

La sola autentica sclerosi è la sclerosi dello spirito.

La donna di 30, 40, 50, 60 anni
© Sonzogno 1967 - Selezione Aforismario

È consigliabile servirsi della menzogna solo nelle grandi occasioni, considerandola come un rimedio eroico al quale si mette mano solo nei casi di emergenza: la menzogna è uno di quei medicinali che presentano rischio di assuefazione.

Il critico è un signore come te e come me, al quale piace o non piace; talvolta deve scrivere che non gli piace. E scrive che gli piace, anche se non gli piace, quando lo pagano.

Il paradosso è un'elegante cravatta che a tirarla troppo diventa nodo scorsoio. 

Il tatto è l'arte di camminare sulla carta bagnata senza lacerarla.

In materia d'amore tutti sappiamo scrivere, ma nessuno sa leggere.

La scuola è, nel concetto del popolo, un locale chiuso, riscaldato, con sedili comodi, ove si mandano i ragazzi per toglierseli dai piedi, e dove s'imparano provvisoriamente delle cose, che dopo l'esame sarà doveroso dimenticare.

Prendete un ditale, riempitelo di un prodotto medicinale, versatelo nella Senna dal ponte di Charenton, poi andate con una cisterna a raccogliere l'acqua sotto il ponte Mirabeau. Avrete così alcuni milioni di litri di rimedio omeopatico.

Queste, coteste e quelle
© Sonzogno 1968

Quando si è vissuto contro corrente, la più bella morte è seguire la corrente, e la più intelligente eccentricità per un uomo eccentrico è morire nella normalità

Quando uno è cafone, il denaro ne esalta la cafoneria, ma offre di pagare ai propri figli una serie di educatori che riparino agli errori ereditari delle famiglie mediocri.

Se la donna non fosse assurda, irrazionale, volubile, incoerente, folle, traditrice, non esisterebbe materia per la letteratura.

Se un giornalista dovesse scrivere solamente le cose alle quali crede, i giornali uscirebbero in bianco.

Amori express
© Sonzogno 1970

Dio ha fatto la femmina, i sarti hanno fatto la donna.

Autobiografia
Gli uomini sono tutti ladri, meno nostro padre e l'uomo col quale stiamo discorrendo. 

L'onestà degli uomini è regolata da una tariffa. Ogni coscienza ha una tariffa. C'è chi fa delle bassezze per otto soldi e c'è chi non si deciderebbe a commetterle per un milione. Ma se gliene offrite due si deciderà. Se per due milioni non cede, provate a offrirgliene tre.

Il grado di corruttibilità delle diverse coscienze è come il punto di fusione dei diversi metalli. Ogni coscienza ha il suo punto di fusione.

Tutte le donne sono prostitute, meno nostra madre e la donna che amiamo in questo momento. 

In ogni donna c'è una prostituta come in ogni uomo c'è un soldato. Le donne virtuose sono i casi sporadici come i riformati e i renitenti. 

Le donne, che da sole farebbero dei chilometri piuttosto di spendere venti centesimi in tranvai, quando sono con un uomo, per attraversare la strada esigono l'automobile. 

Tutte le donne si vendono, una per un caffè, un'altra per una cena, un'altra per un biglietto di cinematografo; questa si darà per ottenere una promozione al marito, quell'altra per dar da mangiare al figlio, quell'altra per una nobile vendetta, e quell'altra ancora per salvare l'onore della famiglia.
    Fonte sconosciuta
    C'è un tale bisogno d'amore nel mondo, che certe donne amano persino il loro marito.

    Fanno i manicomi per i pazzi, le galere per i delinquenti, ma non c'è un asilo chiuso per gli imbecilli.

    Firenze è una città per sposi; Venezia, per amanti; Torino, per i vecchi coniugi che non hanno più nulla da dirsi.

    I medici senza clienti si chiamano scienziati. 

    Il paradosso sta al ragionamento come il jiujitsu sta alla lotta greco-romana.

    Il primo che disse ad una donna: "Sei bella come una rosa", fu un poeta, il secondo un cretino. 

    L'uomo comune ragiona. Il saggio tace. Il fesso discute. 

    La prefazione è quella cosa che si scrive dopo, si stampa prima, e non si legge né dopo né prima.

    La sola ginnastica che faccio è accompagnare al cimitero i miei amici che fanno ginnastica. 

    Mano fredda, cuore caldo. Anche in francese si dice cosi: anche in russo, anche in arabo. Questo dimostra che l'imbecillità è universale.

    Modestia: Falsa modestia? Ma la modestia è sempre falsa!

    Non c'è da vergognarsi a cambiare idea ogni giorno: per cambiare idea bisogna aver idee di ricambio.

    Per capire i paradossi bisogna essere intelligenti, per seguirli imbecilli.

    Quando t'imbatti in un moralista, consideralo con rispetto, ad una prudente distanza, perché la morale è come la trichina: vive nella carne del porco.