Frasi e citazioni di Georges Bernanos
Selezione di frasi e citazioni di Georges Bernanos (Parigi 1888 - Neuilly-sur-Seine 1948), scrittore francese.
Le seguenti citazioni di Georges Bernanos sono tratti dai suoi romanzi e dai suoi saggi più importanti, tra cui: Diario di un curato di campagna (Journal d'un curé de campagne, 1936) e I grandi cimiteri sotto la luna (Les Grands Cimetières sous la lune, 1938).
Il primo segno di corruzione in una società ancora viva si ha quando il fine giustifica i mezzi. (Georges Bernanos) |
L'impostura
L'Imposture, 1927
L'orgoglio non ha niente di proprio; altro non è che il nome dato all'anima che divora sé stessa. Quando questa sconcertante perversione dell'amore ha dato il suo frutto, essa porta ormai un altro nome, più ricco di senso, sostanziale: odio.
La gioia
La Joie, 1928
Chi cerca la verità nell'uomo deve farsi padrone del suo dolore.
L'ipocrisia è soltanto un vizio simile agli altri, debolezza e forza, istinto e calcolo. Invece una menzogna così totale che alimenta ciascuno dei nostri atti deve abbracciare strettamente la vita, sposarne il ritmo.
L'eretica e santa Giovanna
1929
La mediocrità non cerca che certezze solide contro i rischi del divino.
Se non fosse per questo dolce scandalo dell'infanzia, in uno o due secoli l'avarizia e l'inganno avrebbero disseccato la terra.
La Grande Paura dei benpensanti
La Grande Peur des bien-pensants, 1931
La scienza non libera che un ben piccolo numero di spiriti fatti per lei, predestinati. Gli altri li asservisce.
Diario di un curato di campagna
Journal d'un curé de campagne, 1936
A che serve parlare del passato? M'importa solo l'avvenire.
Dubitare di sé non è umiltà, credo persino che spesso sia la forma più esaltata, quasi delirante, dell'orgoglio, una sorta di ferocia gelosa che fa rivoltare un disgraziato contro sé stesso, per divorarsi.
Dio ci scampi anche dai santi!
È il timore incessante della paura, la paura della paura che modella il viso dell'uomo coraggioso.
Il desiderio della preghiera è già una preghiera.
Il peccato contro la speranza: il più mortale di tutti, e forse quello accolto meglio, il più carezzato.
Il più miserabile degli uomini viventi, anche se non crede più di amare, conserva ancora la possibilità d'amare.
L'inferno, signora, è non amare più.
L'uomo è dappertutto il nemico di sé stesso, il proprio segreto e subdolo nemico.
Le piccole cose hanno l'aria di nulla, ma ci danno la pace.
Lo sguardo della Vergine è il solo veramente infantile, il solo vero sguardo di bambino che mai si sia posato sulla nostra vergogna e sulla nostra miseria.
Nulla può separarci, in questo mondo o nell'altro, da ciò che abbiamo amato più di noi stessi, più della vita, più della salvezza.
Non fosse per la vigilante pietà di Dio, mi sembra che al primo prender coscienza di sé stesso l'uomo ricadrebbe in polvere.
Odiarsi è più facile di quanto si creda. La grazia consiste nel dimenticarsi.
Tutto è grazia.
Un ventre di un miserabile ha più bisogno d'illusioni che di pane.
I grandi cimiteri sotto la luna
Les Grands Cimetières sous la lune, 1938
Appiccherebbero il fuoco all'umanità per un colpo in Borsa, senza curarsi un istante di sapere come spegnerlo.
Esiste una borghesia di sinistra e una borghesia di destra. Non c'è invece un popolo di sinistra e un popolo di destra, c'è un popolo solo.
È chiaro che la moltiplicazione dei partiti a tutta prima lusinga la vanità degli imbecilli. Dona loro l'illusione di scegliere.
È meglio mille volte crepare che vivere nel mondo che state per costruire.
Il popolo ha perduto il suo proprio carattere, la sua originalità razziale e culturale ed è diventato un immenso serbatoio di stupidi intrighi, cui si aggiunge un minuscolo semenzaio di futuri borghesi.
Il regime dei sospetti è anche il regime della delazione.
L'uomo di questo tempo ha il cuore duro e la pancia sensibile.
L'uomo supera sempre le definizioni con le quali si pretende di delimitarlo.
La democrazia è un'invenzione di intellettuali.
Le elezioni favoriscono i chiacchieroni.
Le smanie polemiche di un vecchio mi paiono una forma di erotismo.
Mi sforzo di parlare sempre senza ironia. So bene che l'ironia non ha mai toccato il cuore di nessuno.
Quel che voi chiamate semplicità è proprio il suo contrario. Voi siete facili, non semplici.
Quel poco che ho fatto in questo mondo m'è sempre apparso in principio inutile, inutile sino al ridicolo, inutile sino al disgusto. Il demone del mio cuore si chiama "a che pro?".
Sono quasi soltanto le classi medie a fornire l'esemplare tipo dell'imbecille.
Solidamente radicata al proprio terreno natale come un banco di mitili allo scoglio, la colonia degli imbecilli può essere ritenuta innocua e perfino capace di fornire allo stato e all'industria un prezioso materiale. L'imbecille è innanzitutto abitudinario e vive di partito preso.
Un polemista è divertente sino a vent'anni, tollerabile sino ai trenta, noioso verso la cinquantina e osceno oltre questa età.
Vi è in ogni uomo una capacità enorme di rassegnazione, l'uomo è naturalmente rassegnato. È per questo che dura.
Noi altri francesi
Nous autres Français, 1939
L'uomo può guarire da tutto, non dall'uomo.
I veri nemici della società non sono quelli che essa sfrutta o tiranneggia, ma quelli che umilia.
Le democrazie non possono fare a meno di essere ipocrite più di quanto i dittatori possano fare a meno di essere cinici.
Non vi è nulla di irreparabile oltre la menzogna.
Scandalo della verità
Scandale de la vérité, 1939
Lo scandalo non sta nel non dire la verità, ma di non dirla tutta intera, introducendo per distrazione una menzogna che la lascia intatta all'esterno, ma che le corrode, così come un cancro, il cuore e le viscere.
Il signor Ouine
Monsieur Ouine, 1943
Chi di noi ha mantenuto la purezza di cuore? Chi può credersi senza macchia? Ma la grazia di Dio fa dell'uomo più indurito un bambino.
Diffido della pietà. Esalta in me sentimenti piuttosto vili, un prurito di tutte le piaghe dell'anima.
L'infanzia è il sale della terra. Perda il proprio sapore, e il mondo sarà in poco tempo solo putrefazione e cancrena.
La Via Crucis delle anime
Le Chemin de la croix-des-âmes, 1943-1945
Le più grandi canagliate della storia non sono state commesse dalle più grandi canaglie, ma dai vigliacchi e dagli incapaci.
Non si può insieme essere ed apparire: bisogna scegliere.
La Francia contro i robot
La France contre le robots, 1947
Un mondo dominato dalla forza è un mondo abominevole, ma il mondo dominato dal numero è ignobile.
La grande disgrazia, l'unica disgrazia di questa società moderna, la sua maledizione, è che essa si organizza visibilmente per fare a meno della speranza come dell'amore; immagina di supplirvi con la tecnica, aspetta che i propri economisti e i propri legislatori le forniscano la doppia formula di una giustizia senza amore, di una sicurezza senza speranza.
Dialoghi delle Carmelitane
Dialogues des carmélites, 1949 (postumo)
Bisogna saper rischiare la paura come la morte, il vero coraggio è in questo rischio.
Occorre consacrare la nostra vita ad acquistare lo spirito dell'infanzia, o a recuperarlo, se l'abbiamo conosciuto, poiché è un dono dell'infanzia che, per lo più, non sopravvive all'infanzia.
Un ventre di miserabile ha più bisogno d'illusioni che di pane.
Una volta usciti dall'infanzia, occorre soffrire molto a lungo per rientrarvi, così come proprio in fondo alla notte si ritrova un'altra aurora.
La libertà, perché?
La liberté, pour quoi faire?, 1953 (postumo)
Il pessimista e l'ottimista hanno in comune il fatto di non vedere le cose così come sono: l'ottimista è un imbecille felice, il pessimista un imbecille infelice.
L'ottimismo è un surrogato della speranza, di cui la propaganda ufficiale si riserva il monopolio. Approva tutto, subisce tutto, è per eccellenza la virtù del contribuente.
L'ottimismo è una falsa speranza ad uso dei vili e degli imbecilli.
La speranza è un rischio da correre. È addirittura il rischio dei rischi.
La speranza è una virtù, virtus, una determinazione eroica dell'anima. La più alta forma della speranza è la disperazione vinta.
Corrispondenza
Correspondance, 1904-1948 (postumo 1971/83)
La peggiore disgrazia che possa capitare ad un uomo è essere soddisfatto di sé.
Niente giustifica la tristezza: soltanto il diavolo ha ragioni per essere triste.
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