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Frasi e aforismi di Guido Morselli

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Guido Morselli (Bologna 1912 - Varese 1973), scrittore italiano. Nel corso degli anni, Guido Morselli scrive romanzi e saggi, ma dalle case editrici riceve soltanto rifiuti. Deluso e amareggiato, nel 1973 compie suicidio. 
Il successo letterario di Morselli comincia postumo, nel 1974, con la pubblicazione del romanzo Roma senza papa da parte della casa editrice Adelphi. A questo proposito, Giuseppe Pontiggia afferma che Morselli è diventato una "proiezione esemplare dello scrittore postumo, respinto in vita dall'incomprensione dei giudici... le resistenze che hanno ritardato il suo riconoscimento hanno come causa particolare l'essersi, Morselli, scostato dalla linea tradizionale del romanzo italiano".

In una nota del suo Diario del 6 novembre 1959, Guido Morselli scrive: 
"Tutto è inutile. Ho lavorato senza mai un risultato; ho oziato, la mia vita si è svolta nella identica maniera. Ho pregato, non ho ottenuto nulla; ho bestemmiato, non ho ottenuto nulla. Sono stato egoista sino a dimenticarmi dell'esistenza degli altri; nulla è cambiato né in me né intorno a me. Ho amato, sino a dimenticarmi di me stesso; nulla è cambiato né in me né intorno a me. Ho fatto qualche poco di bene, non sono stato compensato; ho fatto del male, non sono stato punito. – Tutto è ugualmente inutile".
Tra i romanzi di Guido Morselli, pubblicati postumi da Adelphi, ricordiamo: Roma senza papa (1974), Contro-passato prossimo (1975), Il comunista (1976), Dissipatio H.G (1977), Un dramma borghese (1978), Uomini e amori (1998).
Foto di Guido Morselli
Il suicidio è una condanna a morte della cui esecuzione il giudice incarica il condannato.
(Guido Morselli)
Roma senza papa
Cronache romane di fine secolo ventesimo
© Adelphi, 1974

Le vie del progresso coincidono con quelle della Provvidenza, inutile e dannoso tirarsi da parte, per poi accodarsi ultimi. La Chiesa volta a volta si è messa contro l'uso del tabacco, la vaccinazione, il parto indolore, gli anticoncettivi, l'eutanasia, e alla fine ha dovuto approvare tutto.

In materia di fede l'autorità religiosa sia severa, in materia di costume indulga.

Incanalare i fenomeni sociali, non ignorarli o combatterli, questa è sapienza cristiana: non l'odium theologicum, o l'intransigenza velleitaria.

Spesso, ammoniva «Civiltà Cattolica», le cose sono dannose perché sono proibite, non sono proibite perché sono dannose.

L'uomo d'oggi è una galassia. La vita di oggi è pluralismo. Senza limiti. Bisogna prenderne atto.

Il culto dei figli si consacra nel rapporto fra il terreno e l'eterno, e i figli sono le creature per eccellenza: la gioia di possederli è dell'uomo e della donna, la responsabilità di averli messi al mondo e mantenerceli è senz'altro di Dio.

Bambino-crazia: chi anima e domina l'Italia, e la ossessiona, sono immutabilmente i bambini.

Il Cielo cristiano e il cielo romano per noi rimangono di segno opposto. Una dialettica invincibile.

In tempi come i nostri, chi è ai remi li deve usare, la navicella è sugli scogli.

Roma senza papa è una rovina, [...] Una femmina senza marito.

Contro-passato prossimo
© Adelphi, 1974

Fatalità a parte, il nostro mondo non è fatto come è, e come domani sarà, da questa o quella Astrazione, è fatto da ciò che avviene in noi uomini, o in qualcuno di noi.

Dissipatio H.G.
© Adelphi, 1977

Ho sempre pensato che il Caso, supposto che esista col C maiuscolo e non sia «asylum ignorantiae», non si distinguerebbe in alcun modo da una superiore volontà imperscrutabile. I Lloyd's, i grandi assicuratori londinesi, non consideravano uragani e colpi di mare, incendi e terremoti, fatti accidentali o 'accidenti', li chiamavano, ufficialmente, «acts of God».

Kosmos olos en tòo poneròo kèitai, tutto il mondo giace nel male. «Male» non in senso morale, si capisce; il male morale comincia e finisce col moralismo, il solo male è la sofferenza. Un individuo che soffre, a cui manca quello che gli occorre per essere.

L'aspirazione a possedere materialmente una cosa o una persona, nasconde, con qualche approssimazione, il nostro intento di liberarci di essa, di passare a altro. Quello che abbiamo posseduto, ce lo possiamo mettere dietro le spalle, confinarlo nel passato, nel già-fatto.

Un dramma borghese
© Adelphi, 1978

Bisogna coricarsi con una donna per sapere di lei qualche cosa, anche come entità fisica.

Per poco che si dia fisica affinità fra i due, la coppia umana comunque assortita, l'uomo con la donna che dividono il silenzio di una camera e il caldo di un giaciglio, formano una società primordiale e conclusa, la sola in cui si dia complementarità piena e spontanea.

Foto di Guido Morselli
Negli uomini, non esiste veramente che una sola coerenza: quella delle loro contraddizioni.
(Guido Morselli)

Diario
1938-1973 - postumo © Adelphi 1988

A coloro che vanno cercando una definizione della vita, vorrei proporre la seguente: «la materia quando incomincia a soffrire».

Chi può negare che ci sia qualche cosa di divino nelle cose quando esse si fan vive per noi e ci parlano la stessa lingua arcana del nostro sentimento?

Chi sa «ascoltarsi» vive più vite. Per chi attinge alla propria sensibilità profonda, il passato non è mai morto; non solo, ma la sua vita presente si dilata immensamente di là dai suoi limiti apparenti, ad abbracciare innumerevoli esperienze.

Dagli dèi, dobbiamo imparare per lo meno una virtù: la discrezione. Essi si comportano in ogni caso come se non esistessero.

Del capitalismo sono emblema le catene: e precisamente, fuori di ogni metafora, le catene di montaggio.

Desideriamo ardentemente e attendiamo impazienti qualche cosa; poi, quando l’abbiamo ottenuta, ci accorgiamo che quel bene è soltanto, rispetto a ciò che consideriamo la nostra felicità, un preliminare, un antecedente, indispensabile forse, ma niente di più che un antecedente. Quello da cui facevamo dipendere il nostro esser felici, vediamo che è solo una condizione necessaria ma non sufficiente. E ciò ha anche l'effetto di diminuire la nostra gratitudine per il destino che ci ha favoriti concedendoci quel bene.

Dio è come il mare: sorregge chi gli si abbandona.

Dio è il nome di una psicosi, di cui prima o dopo tutti soffriamo.

Dopo la morte, per gli scettici c'è il nulla. Per le anime religiose, dopo la morte c'è Dio, ossia il tutto. Ma sparire nel nulla o nel tutto, non è la stessa cosa?

Era di quegli uomini che non sanno ignorare Dio: o lo bestemmiano, o lo pregano.

Essere fedeli a una donna significa essere fedeli a se stessi.

Fede (religiosa) significa: prestare a Dio, supplire a Dio, perdonare a Dio.

Gli unici rimproveri che noi non siamo mai disposti e ricevere, sono quelli che abbiamo meritati.

I nostri rapporti con una donna possono a un certo punto divenire una consuetudine. Forse questo è il punto «cruciale» di ogni amore. Poiché la consuetudine approfondisce l'amore, o lo riduce a un involucro di gesti senz'anima.

L'amore non è mai morto, sinché non è morto in tutti e due gli amanti.

Incolta io chiamo non già la persona attualmente priva di cultura, ma la persona che, qualunque sia il suo corredo culturale, non sente il bisogno di estenderlo. D’«incolti» vi è dovìzia anche tra quei che seggono in cattedre o in accademici seggi : gente che non ha mai sentito il bisogno d’andar oltre il segno che le è bastato toccare per conseguire il seggio o la cattedra. Gente che non conosce «curiosità». Colto secondo me è anche chi lo sia solo potenzialmente, in quanto cioè è «curioso».

Innamorarsi di una donna non è difficile. Difficile è amarla.

I sentimenti quando sono manifestati perdono d’intensità. Questa è la ragione per cui il dolente, l’amante trovan sollievo nella confidenza. Questa è la ragione per cui taluno preferisce tener i propri sentimenti per sé. Non diversamente una quantità data di un liquido, estendendosi sopra uno spazio maggiore, diminuisce di profondità, e un gas perde in pressione ciò che acquista in volume.

Io mi sono conosciuto nel sogno.

Il castigo, in quanto sia sofferenza, è sempre ingiusto perché sempre sproporzionato alla colpa. Infatti il piacere che sentiamo commettendo il male, non incide mai profondamente come il dolore. Carattere di quello è la labilità, di questo, la stabilità. Il piacere non impegna quasi mai l'animo, il dolore, anche fisico, sì. Il piacere sfiora, il dolore si radica.

L'Italia, un paese adorabile che meriterebbe d'essere meglio abitato.

La monotonia della vita affligge non meno della sua crudeltà.

La natura è una musica alla quale gli uomini sono quasi sempre sordi.

La religione. Venti secoli di vertiginose acrobazie teologiche, di dispute implacabili, di scismi, di scomuniche, di inquisizioni, di guerre, per concludere che «Dio è morto».

Meglio la superstizione che la bestemmia, meglio la bestemmia che la negazione, meglio la negazione che l’indifferenza.

Negli uomini, non esiste veramente che una sola coerenza: quella delle loro contraddizioni. Non so se delle donne si possa dire diversamente...

Nessun partito politico è di sinistra, dopo che ha assunto il potere.

Preferisco non avere un Dio, che averne uno malvagio.

Per ben vivere (o soltanto per vivere) occorre che l’uomo spregi il passato, che ami il presente e confidi nell’avvenire. È un’infelice e innaturale condizione, quella di chi ama il passato dispregia il presente e teme l’avvenire; e purtroppo le circostanze e una ingenita tendenza del mio animo mi obbligano proprio a ciò.

Perché fossimo colpevoli di ciò che facciamo, dovremmo essere colpevoli di ciò che siamo.

Possiamo perdonare a chi ci ha offeso. Difficilmente perdoneremo a chi ci ha, sia pure una sola volta, e involontariamente fatto paura.

Quello che pesa, in questa nostra condizione umana, sono le poche gioie di cui godiamo, o meglio sono le nostre speranze, poiché esse c'incatenano alla vita.

Sino a Copernico e a Galileo, l’illimitata presunzione degli uomini si è manifestata in due loro opinioni principalmente: essere Dio fatto a loro immagine e somiglianza, ed esser la terra il centro dell’Universo. Dimostratasi insostenibile questa seconda opinione, gli uomini ne hanno trovato subito un’altra, non meno presuntuosa né meno errata: e si son dati a credere di poter conseguire, e d’avere in effetti conseguito, il dominio sulle forze della natura (su quelle, naturalmente, che si manifestano sul nostro esiguo pianeta). La credenza in un Dio simile all'uomo (antropomorfico, direbbero i filosofi) è la più vana e la più superba delle umane illusioni, a rigore (come è la più antica e la più diffusa): ma, a differenza delle altre di cui si parlava, offre un’utilità all’uomo ed è quindi, in un certo senso, legittima.

«Soffro, dunque sono».

Tutta la nostra esperienza interiore è il gioco di due fattori: la memoria (il passato), l'angoscia (il presente).

Un buono stomaco, un sistema nervoso a posto, una certa fortuna nella vita, sono condizioni molto utili per fare di un uomo un credente, religiosamente parlando.

Una donna può esserci necessaria, e non esserci sufficiente.

Vi è in noi una specie di timore della felicità. Si potrebbe dire che la consuetudine alla noia e al dolore determina da parte nostra una inerzia una resistenza alla gioia.

Libro di Morselli consigliato da Aforismario
Libro di Guido Morselli
Diario 
Curatrice: Valentina Fortichiari
Prefazione: Giuseppe Pontiggia
Editore: Adelphi, Milano, 1988

A partire dal 1938, e fino alla morte, avvenuta nel luglio del 1973, Guido Morselli tenne un diario, dove annotava le sue riflessioni sui temi più svariati. Con il suo atteggiamento di eterno dilettante, che doveva poi rivelarsi, dopo la morte, un talento ben più saldo di quello di tanti suoi illustri contemporanei, Morselli prende spunto dalle sue letture, dagli incontri, dai fatti della sua vita per chiarire a se stesso, innanzitutto, che cosa pensare. C'è una freschezza, e un'acutezza, in queste note di diario, che subito ricolleghiamo al memorabile narratore dei romanzi e al delicato tessuto di pensiero che questi sottintendono. Come anche vi ammiriamo un'agilità mentale e l'innata capacità di schivare quelle trappole che ogni epoca presenta come obbligatorie. Al tempo stesso, attraverso i sogni e le annotazioni di carattere più intimo, si apre qui uno spiraglio prezioso sulla persona Guido Morselli.

Note
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