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Aforismi dal "Dizionario antiballistico" di Pitigrilli

Selezione di aforismi e definizioni ironiche di Pitigrilli, pseudonimo di Dino Segre (Torino 1893 - 1975), tratte da Dizionario antiballistico (1953), una raccolta di aforismi sarcastici, paradossi, battute ironiche ed epigrammi di diversi autori, inframezzati da aforismi dello stesso Pitigrilli. Il tutto è suddiviso per argomenti e ordinato alfabeticamente come un dizionario.

Così, all'epoca della sua uscita, era descritto il Dizionario antiballistico dall'editore Sonzogno: "È come uno smagliante mazzo di fiori dalle tinte più vivide, colti nei più diversi giardini spirituali di ogni angolo del mondo. È come un arcobaleno, non di sette, ma di mille colori, opposti o accostati in deliziosi contrasti ed accordi. È una rara sintesi-analisi di ciò che su cento e cento argomenti un osservatore acuto o un ironista implacabile può pensare o dire. È una stupefacente collezione di verità, raramente o mai intraviste, e di paradossi che dapprima sgomentano, ma appaiono pur essi, sprazzi di verità, che nella vita reale dobbiamo fingere di non credere tali". E Pitigrilli, in maniera lapidaria: "Nel mio dizionario non ci sono né «filo» né «anti». C'è un «anti» collettivo contro tutte le balle, da chiunque siano state gonfiate".
Non datemi consigli: so sbagliare da me. (Pitigrilli)
Dizionario antiballistico
© Sonzogno 1953 - Selezione Aforismario

Altruismo: siamo fatti gli uni per gli altri, dicono gli altri.

Amore: un bacio, due baci, tre baci, quattro baci, cinque baci, quattro baci, tre baci, due baci, un bacio, nessun bacio.

Capisco il bacio al lebbroso ma non la stretta di mano al cretino.

Ci vogliono dieci anni per imparare a scrivere, ma non basta tutta la vita per imparare a cancellare.

Coloro che accendono candele sull'altare dell'ideale, nove volte su dieci hanno una fabbrica di candele che li sovvenziona.

Con nessuno osiamo essere impudicamente bugiardi come con noi stessi.

Conversazione: gara nell'interrompersi a vicenda.

Di scrittori originali non ce ne sono e si è sempre il plagiario di qualcuno.

Fregio decorativo per una banca: %%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%

Gastronomo. Un cuoco che ha fatto il liceo.
Riconoscenza: sentimento di colui che ha ancora
qualche cosa da chiedere. (Pitigrilli)
Il paradosso è un'elegantissima cravatta, che, a stringer troppo, diventa un nodo scorsoio.

L'imbecille che si fa fotografare con le bestie uccise ai piedi non è superato che dall'imbecille che si fa fotografare col pesce pescato in mano.

Menopausa. Periodo di follia nella donna, che in certi casi conduce al manicomio il marito.

Non datemi consigli, so sbagliare da me.

Parole incrociate. Chewing-gum dell'intelligenza.

Riconoscenza: sentimento di colui che ha ancora qualche cosa da chiedere.

Rispetto delle idee: il rendersi complici delle ipocrisie altrui.

Se il cammello potesse parlare darebbe del gobbo al dromedario.
Statistica: la scienza per la quale se io ho mangiato un pollo e tu non hai
mangiato nessun pollo, abbiamo mangiato in media un pollo ciascuno.
(Pitigrilli)
Statistica: la scienza per la quale se io ho mangiato un pollo e tu non hai mangiato nessun pollo, abbiamo mangiato in media un pollo ciascuno.

Torero. Macellaio vestito da canzonettista.

Umorista: un bimbo che canta attraversando le camere buie per nascondere a se stesso la propria paura.

Una volta al giorno anche gli orologi fermi dicono la verità.

Undicesimo comandamento: non far dire a Dio delle stupidaggini e non attribuirgli dei risentimenti meschini.

Libro di Pitigrilli consigliato da Aforismario
Dizionario antiballistico 
Sonzogno, Milano, 1953

In certe pergamene indiane che insegnano i riti purificatori nelle acque del Gange, è scritto: "Non mettete questo libro nelle mani di un idiota". Io non posso impedire agli idioti di comperare il mio libro, ma adotterò anch'io quell'epigrafe indù. Il mio "Dizionario antiballistico" non è una lozione profumata né una gommina per spianare su crani conformisti idee consacrate e inarrufabili. È un detersivo. Ho cominciato a compilare questo libro per divertire me stesso. Si comincia sempre così, nel nostro mestiere, si tratti di prosa, poesia, teatro o galanteria. Successivamente, ci si lascia prendere la mano, si riempiono i vuoti, si arricchisce la materia, si mercantilizza I'innocente e disinteressato piacere. Il solitario hobby diventa un genere di commercio. Non ho voluto fare una miscellanea di filosofia, né dare un particolare rilievo a questa o a quella posizione estetica, a questa o a quella dottrina morale. Di una cosa mi sono preoccupato: di emulsionare omogeneamente gli ingredienti che compongono il libro, in modo che nessuna droga predominasse sulle altre. Come nelle buone acque di Colonia non si deve riconoscere né la lavanda, né il bergamotto, né il neroli, né l'alcool, così da queste pagine non deve trapelare l'opinione mia.

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