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Frasi e citazioni etologiche di Danilo Mainardi

Selezione delle migliori citazioni e delle frasi più interessanti di Danilo Mainardi (Milano 1933 - Venezia 2017), etologo, ecologo e divulgatore scientifico italiano. Danilo Mainardi si laurea in Scienze biologiche presso l'Università di Parma nel 1956. Dal 1967 al 1992, insegna Zoologia, Biologia generale ed Etologia nelle facoltà di Scienze e di Medicina della stessa Università di Parma. Successivamente, insegna Ecologia comportamentale e Biologia presso la Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell'Università Ca' Foscari di Venezia. Dal 1973 è direttore della Scuola internazionale di etologia del Centro di Cultura Scientifica Ettore Majorana di Erice.

Danilo Mainardi è autore di oltre duecento pubblicazioni scientifiche dedicate soprattutto all'ecologia, l'etologia e la zoologia. Al grande pubblico, Mainardi è noto per le sue numerose partecipazioni ai programmi televisivi di Piero Angela (Quark e Super Quark), con uno spazio dedicato alla spiegazione del comportamento degli animali.

Numerosi sono anche i suoi libri di divulgazione scientifica, tra i quali si possono ricordare: Dizionario di etologia (1992), Lo zoo aperto (1994), Arbitri e galline. Le sorprendenti analogie tra il mondo animale e il mondo umano (2004), Nella mente degli animali (2006), L'intelligenza degli animali (2009), Il cane secondo me (2010), Noi e loro. Cento piccole storie di animali (2013).

Per la sua attività didattica e di ricerca, e per il suo impegno come divulgatore, sia attraverso la stampa sia attraverso la televisione, nel 1986 è stato attribuito a Danilo Mainardi il Premio Anghiari “Una vita per la natura”. L’Associazione Critici Radiotelevisivi gli ha assegnato il Premio Chianciano 1987 quale migliore autore di programmi culturali televisivi.
L'ecologia ci insegna che la nostra patria è il mondo. (Danilo Mainardi)
Dalla parte degli animali
© Longanesi, 1990 - Selezione Aforismario

È la forza della vita: in ogni cambiamento c'è chi soffre e chi gode, chi si estingue e chi invece lussureggia.

L'asino non è meno nobile del cavallo. Ma che significa poi nobile? Che significa bello? Facendo l'etologo, studiando gli animali, ho scoperto altre bellezze, altre nobiltà. Ho scoperto la bellezza degli adattamenti. Non c'è animale, se conosciuto, che non sia bello.

Molto significa, per me, comprensione e rispetto per ogni forma di vita. Noi, noi umani, che colla nostra evoluzione culturale abbiamo modificato, spesso sconvolto, il mondo, noi umani abbiamo speciali doveri. E forse speciali piaceri. Sarebbe amabile coincidenza la compenetrazione degli uni cogli altri. Il piacere del rispetto, il piacere della protezione. Il piacere della conoscenza. E vi assicuro: non sarebbe soltanto una cosa bella vista «dalla parte degli animali». Perché la parte degli animali è la nostra parte.

Occorre, nel caso delle «feste con animali», soppesare quanto vale il rito e quanto costa, invece, la sofferenza di quegli esseri coinvolti per il nostro vizio (in questo caso assurdo) di giocare coi simboli, di antropomorfizzare tutto ciò che ci capita intorno. E a mio parere nessun rito vale la sofferenza d'un singolo animale.

Animali famosi e altri animali
© Mondadori, 1992 - Selezione Aforismario

Chi può dubitare, sulla base di personali esperienze, delle capacità canine di esprimere l'affetto? Eppure, se ben ci si pensa, quest'affetto che pure percepiamo fortissimo è così tangibile proprio perché noi sappiamo leggere i comportamenti di coesione che lo esprimono. Che poi sono gli stessi che il lupo antenato del cane manifestava all'interno della muta e che l'addomesticamento ha incanalato, per nostra grande fortuna, anche verso di noi.

Gli animali, è risaputo, hanno la sfortuna di poter ben funzionare come simboli di qualità e difetti umani; bene si prestano, inoltre, come comodi sostituti d'umanità. Così nella corrida il toro viene letto come simbolo della forza bruta e irriflessa. Da ciò nasce, per gli amanti del barbaro esercizio, "l'alta valenza culturale" dell'antica tradizione.

Che la tigre sia davvero, come voleva Salgari, buona e cattiva insieme? Certo è che tra i misteri della jungla nera ancora bene si piazza il meraviglioso felino, e speriamo che ci rimanga a lungo. Che sopravvivano per sempre, lui e l'indispensabile jungla.

Ogni estinzione è sempre una tragedia.

Noi abbiamo due pesi e due misure: certe specie le consideriamo d'utilità, le mangiamo tranquillamente, le facciamo lavorare. Altre, gli animali da compagnia, come sono appunto cani e gatti, le antropomorfizziamo, addirittura le personalizziamo dando loro un nome proprio, insomma le usiamo in un modo diverso, e cioè come sostituti d'umanità, come bersaglio privilegiato del nostro affetto. Il cane fa parte della famiglia umana, il maiale no, e poco importa se anche quest'ultimo possiede una sua intelligenza, se ha sue capacità sociali e affettive. Anzi, preferiamo non venirlo a sapere, perché quest'ignoranza indubbiamente ci facilita la digestione.

Del cane, del gatto e di altri animali
© Mondadori, 1996 - Selezione Aforismario

Come è facile per la femmina del cane tirar su bene la sua prole, com'è difficile per noi umani fare altrettanto.

Se il cane esiste è perché nessuna specie più del lupo poteva «aderire» all'uomo.

Secondo alcuni la corrida dovrebbe essere, nonostante tutto, salvata, perché rappresenta un'antichissima tradizione. Nella mia esperienza ho trovato che spesso sono proprio certe tradizioni a frenare il naturale progredire di azioni in favore degli animali.

Parlar bene dei topi è un po' come dir male di Garibaldi. Si corrono rischi.

I topolini delle case - lasciatelo dire a uno che ne ha conosciuti e frequentati tanti - sono animali deliziosi. Belli e intelligenti. Eppure è così forte in noi l'istinto (o la cultura) a eliminarli al primo apparire, che mai da noi qualcuno ha pensato di trarne una razza domestica. Se non, ma questa è un'altra storia, per farne animali da laboratorio.

Se io penso al cavallo io penso all'uomo, li vedo come un elemento unitario. I loro destini li vedo fusi, perché in effetti per migliaia di anni lo sono stati.

L'animale irrazionale
L'uomo, la natura e i limiti della ragione © Mondadori, 2000

Credo davvero sia giunto il tempo di percepire la nuova centralità della cultura naturalistica. Una centralità necessaria per conoscerci meglio e, di conseguenza, per calibrare più positivamente il nostro rapporto con la natura, con i nostri simili, con noi stessi.

Gli scienziati dovrebbero avere il culto della ragione; eppure, di norma trincerandosi dietro l'adusata argomentazione delle aree di competenza, trovano anche loro uno spazio per credere.

L'uomo è, tra gli animali, il più razionale. Eppure anche in quest'epoca dominata dalla scienza, o almeno dove la scienza ha prodotto straordinari avanzamenti conoscitivi, l'uomo continua a credere in una varietà di fenomeni, esseri o entità di non provata esistenza.

La bella zoologia
© Cairo, 2008

Agli scienziati piace sempre moltissimo inventare nuove teorie, nuove spiegazioni e, soprattutto, nuovi nomi possibilmente astrusi. È così, oltretutto (ma questa senza dubbio è una malignità), che si raggiunge la gloria. Se non altro una bella visibilità.

Il cane secondo me
© Cairo, 2010 - Selezione Aforismario

La mente del cane è assai speciale, perché non c’è animale, più del cane, che sappia mettersi in contatto, mentalmente e con ciò che ne consegue, con la mente umana, anche se i possessori di quest’ultima, purtroppo, se ne sono accorti troppo tardi. Quando e se, se ne sono accorti.

Il bello dei cani, che da loro si può ottenere, e con facilità, molto di più intellettualmente se non li si considera come semplici macchinette viventi, capaci solo di rispondere in maniera sensata associando risposte prefabbricate a premi o a punizioni.

Per farsi un’idea delle capacità emotive non umane, basterebbe possedere un cane e starselo un poco a osservare...

Lo scodinzolare dei cani rivela le loro emozioni. Se la coda vira leggermente a destra è perché il cane tende ad avvicinarsi bonariamente a qualcosa o a qualcuno, mentre se vira a sinistra indica la presenza di una componente di paura, come in presenza di un possibile pericolo.

Quanta memoria, quanta sapienza, quanta capacità di soluzione di problemi risiede nella mente di un cane. E quanta bontà, quanto altruismo, soprattutto se il cane è cresciuto senza aver accumulato cattive esperienze. Ciò perché - ultima sacrosanta verità - quando un cane ha la possibilità di esprimere liberamente se stesso senza essere stressato, o spaventato, è come se fosse ancora più buono e intelligente. Esattamente come succede, del resto, a noi esseri umani.

Il cucciolo non dovrebbe mai lasciare la sua famiglia canina prima dei due mesi e mezzo di vita. Prima di allora infatti la presenza della madre e dei fratelli è essenziale perché il cucciolo apprenda le basi della buona educazione canina. Della convivenza cioè con altri cani.

Quel cucciolo di lupo che per primo venne adottato, molti millenni fa, da una primitiva famiglia umana, riconobbe in essa la propria famiglia. Perciò nella specie umana scoprì un’estensione della sua stessa specie. E da allora niente è cambiato.

Frasi da interviste
Selezione Aforismario

Essere animalisti non coincide o non si sovrappone con le scelte alimentari che uno adotta, bensì con l'attenzione al benessere degli animali. È un impegno che dovremmo tutti sentire e non accettare di mettere nel piatto carni di animali stressati in allevamenti lager. Mi sembra più importante insistere a perseguire questo fine procedendo verso un consumo inferiore di carne, come la medicina stessa ci invita con ragione a fare, e puntare su carne di qualità speciale, quella che si ottiene da allevamenti che hanno come priorità il benessere dei loro animali.

L'ecologia ci insegna che la nostra patria è il mondo.

La mente degli animali non è migliore né peggiore della nostra. Semplicemente è adatta per altri stili di vita.

Noi esseri umani veniamo al mondo con una forte curiosità per tutti gli animali, curiosità che è scritta dentro nei nostri geni [...]. La nostra specie, per decine di migliaia di anni, è vissuta immersa nella natura e in quel lungo spazio temporale era indispensabile, per la sua sopravvivenza, saper interagire, e conoscendoli davvero, con gli altri esseri che con noi condividevano il medesimo ambiente. È per questa "necessità di sapere" che ancora nasciamo con questa curiosità. La vediamo infatti ancora molto forte nei nostri bambini, anche se poi col tempo si attenua perché ormai viviamo in un mondo "vuoto di natura".

Ora sappiamo che nostre aree cerebrali ricche di neuroni reattivi alla dopamina risultano attivate quando spontaneamente compiamo azioni altruistiche. Il che sta a significare che otteniamo una sorta di ricompensa biologica ogni volta che facciamo un qualcosa di positivo per qualcun altro. Essere altruisti, in pratica, ci fa sentire meglio e, al proposito, mi pare affascinante vedere confermata sul piano scientifico l'intuizione aristotelica che la virtù, già in se stessa, è felicità.

Penso che la causa all'origine di tutti i guai della nostra specie sia che si è andata riproducendo in un modo insostenibile, tale da diventare una vera anomalia ecologica. Tutti i nostri problemi nascono dal fatto che siamo in troppi per questo pianeta.

Può essere sorprendente, ma l'animalismo è un atteggiamento di carattere etico connaturato alla natura umana, anche se solo da poco tempo ha assunto un'importanza così rilevante. E, quando dico connaturato, intendo che le sue radici stanno proprio nel profondo della nostra biologia, che è quella di una specie molto sociale.

Quando capiremo, a fatti e non a parole, che le scelte esercitate contro gli animali sono anche scelte contro di noi?

Secondo me, non è il mangiare gli animali il problema eticamente più sbagliato, ma la mancanza di rispetto e di attenzione quando sono vivi, la scarsa volontà di regalare loro una vita e poi una morte priva di sofferenza.

Libro di Mainardi consigliato da Aforismario
Animali famosi e altri animali
Editore: Mondadori, 1992

Esistono animali che, per particolari circostanze, diventano “casi unici, individui che sanno assumere una loro precisa identità, divenire addirittura personaggi. L’Etologia (ma non soltanto questa scienza) si è incentrata, soprattutto ai suoi inizi, su questi individui “con nome e cognome” e ciò è stato molto utile anche a livello di divulgazione. Non si tratta però di un mezzo strumentale per narrare storie melense di animali-eroi, storie tese soprattutto a commuovere il lettore. Gli animali hanno valori propri, valori veri, straordinari, nell'ambito della loro realtà concreta e non hanno quindi bisogno di “valori aggiunti”. Questo volume, di uno dei più noti etologi italiani, prende lo spunto proprio dal ricordo di alcuni dei più famosi “primi attori”, ma tratta anche di particolari specie descritte nella generalità delle loro caratteristiche, oppure di fenomeni, come per esempio l’altruismo, l’amicizia, il cannibalismo, certe forme di comunicazione, che coinvolgono gli animali più diversi. L’ultima parte del volume, “Animali in cronaca”, è una lunga serie di interventi provocati dall'attualità. In quasi tutti si parla di animali, ma qualche volta sono eventi strettamente umani che stimolano il pensiero, il commento dell’etologo. E anche il confronto: infatti è bene ribadire che anche l’uomo, qualora qualcuno se ne fosse scordato, appartiene al regno animale. Un libro divertente per chi conosce e ama gli animali, ma indirizzato soprattutto, come dichiara lo stesso autore, a "quelle persone cui gli animali non interessano", le quali possono invece scoprire in questi racconti, semplici nella forma ma profondi nei contenuti, aspetti insospettati nel mondo animale, esserne conquistate ed essere indotte a cambiare il loro atteggiamento.

Note
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