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Aforismi, frasi e citazioni di Alexis de Tocqueville

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Alexis de Tocqueville (Parigi 1805 - Cannes 1859), filosofo, politico e storico francese, considerato uno degli storici e studiosi più importanti del pensiero liberale. La maggior parte delle seguenti riflessioni di Alexis de Tocqueville sono tratte da due delle sue opere più importanti: La democrazia in America (De la démocratie en Amérique, 1835-1840) e L'Antico regime e la Rivoluzione (L'Ancien Régime et la Révolution, 1856).
La democrazia è il potere di un popolo informato. (Alexis de Tocqueville)
La democrazia in America
De la démocratie en Amérique, 1835-1840 - Selezione Aforismario

La rivoluzione democratica si è effettuata nella società, senza che si operasse nelle leggi, nelle idee, nelle abitudini e nei costumi il cambiamento necessario per renderla utile. Così abbiamo una democrazia senza avere tutto ciò che dovrebbe attenuarne i vizi e farne risaltare i naturali pregi.

In generale, la democrazia dà poco ai governanti e molto ai governati. Il contrario avviene nelle aristocrazie, in cui il denaro dello stato va soprattutto a profitto della classe dirigente.

In un paese in cui regni apertamente il dogma della sovranità del popolo la censura è non solo un pericolo ma anche una grande assurdità.

La stampa è per eccellenza lo strumento democratico della libertà. 

La maggioranza erige enormi barriere alla libertà di opinione: un autore può scrivere ciò che più gli aggrada entro i limiti di queste barriere. Se vuole oltrepassarle, dovrà pentirsene. Non lo minacciano i terrori di un autodafé, ma è vessato ed angariato dal biasimo popolare e la sua carriera politica è troncata dal momento che ha osato mettersi contro l’unica autorità in grado di favorire il suo successo.

La democrazia è il potere di un popolo informato.

Per raccogliere i beni inestimabili prodotti dalla libertà di stampa, bisogna sapersi sottomettere ai mali inevitabili che essa fa nascere. 

Non vi è niente di più difficile da valutare di un fatto.

I partiti sono un male inerente ai governi liberi.

In questi secoli le religioni devono mantenersi più discretamente nei loro limiti senza cercare di uscirne poiché volendo estendere il loro potere al di fuori del campo strettamente religioso, rischiano di non essere credute in alcun campo.

L'incredulità è un accidente; la fede sola è lo stato permanente dell'umanità.

Come fare di un popolo il padrone di se stesso, se non è sottomesso a Dio?

Le nazioni aristocratiche sono naturalmente portate a restringere troppo i limiti dell'umana perfettibilità, mentre le nazioni democratiche li estendono qualche volta oltre misura.

I grandi partiti rovesciano la società, i piccoli l'agitano; gli uni la ravvivano, gli altri la depravano; i primi talvolta la salvano scuotendola fortemente, mentre i secondi la turbano sempre senza profitto.

Alleandosi a un potere politico, la religione aumenta il suo potere su alcuni uomini, ma perde la speranza di regnare su tutti.

Gli increduli d'Europa combattono i cristiani più come nemici politici che come avversari religiosi: essi odiano la fede più come l'opinione di un partito che come una erronea credenza; e nel sacerdote combattono assai più l'amico del potere che non il rappresentante di Dio.

La libertà vede nella religione cristiana la compagna delle sue lotte e dei suoi trionfi, la culla della sua infanzia, la fonte divina dei suoi diritti. Essa considera la religione come la salvaguardia dei costumi, come la garanzia delle leggi, come il pegno della sua durata.

Ciò che si deve temere, non è tanto la vista dell'immoralità dei grandi, quanto la vista dell'immoralità che conduce alla grandezza.

I grandi partiti rovesciano la società, i piccoli l'agitano; gli uni la ravvivano, gli altri la depravano; i primi talvolta la salvano scuotendola fortemente, mentre i secondi la turbano sempre senza profitto.

L'individualismo è un sentimento ponderato e tranquillo, che spinge ogni singolo cittadino ad appartarsi dalla massa dei suoi simili e a tenersi in disparte con la sua famiglia e i suoi amici; cosicché, dopo essersi creato una piccola società per conto proprio, abbandona volentieri la grande società a sé stessa.

È evidente che nelle società democratiche l'interesse degli individui, così come la sicurezza dello stato, esigono che l'istruzione della maggioranza sia scientifica, commerciale e industriale, piuttosto che letteraria.

Non credo che l'uomo possa mai sopportare insieme una completa indipendenza religiosa e un'intera libertà politica e sono portato a pensare che, se egli non ha fede, bisogna che serva e, se è libero, che creda.

Perché una classe è bassa, non bisogna credere che tutti quelli che ne fanno parte abbiano il cuore basso; sarebbe questo un grande errore.

Un grand'uomo ha detto che l'ignoranza è alle due estremità della conoscenza. Forse sarebbe stato più esatto dire che le convinzioni profonde si trovano solo agli estremi e che nel mezzo è il dubbio. 

Vi sono due cose che un popolo democratico farà sempre con grande fatica: cominciare una guerra e finirla.

L'Antico regime e la Rivoluzione
L'Ancien Régime et la Révolution, 1856 - Selezione Aforismario

Chi cerca nella libertà altra cosa che la libertà stessa è fatto per servire.

Il livello medio degli animi e delle menti non cesserà di degradarsi fino a quando uguaglianza e dispotismo procederanno insieme.

Il momento più pericoloso per un cattivo governo è in genere quello in cui comincia a riformarsi.

La storia è una galleria di quadri dove ci sono pochi originali e molte copie. 
[L’histoire est une galerie de tableaux où il y a peu d’originaux et beaucoup de copies].

Lettere
Le società umane, come gli individui, diventano qualcosa solo grazie alla libertà.

Agli uomini per i quali la parola «democrazia» è sinonimo di rivoluzione, anarchia, distruzioni, stragi, ho tentato di dimostrare che la democrazia poteva governare la società rispettando le fortune, riconoscendo i diritti, risparmiando la libertà, onorando la fede; che se il governo democratico sviluppava meno di altri talune belle facoltà dell'animo umano (rispetto al governo aristocratico), recava tuttavia benefici grandi; e che, forse, la volontà di Dio era di diffondere una felicità parimenti mediana per tutti, e non di rendere alcuni estremamente felici e pochi soltanto quasi perfetti. 

Fonte sconosciuta
Selezione Aforismario

Ciò che il volgo chiama tempo perso è spesso tempo guadagnato.

È nel sonno della coscienza pubblica che maturano le dittature.

Qualunque sia la potenza che esercitino lo stato sociale e le circostanze politiche del tempo sulle idee di coloro che in tal tempo vivono, essa non potrebbe a lungo prevalere contro il bisogno di sperare e di credere, che è tra gli istinti il più permanente e il più invincibile dell'umana natura.