Cerca Autori o Argomenti in Aforismario

Frasi e citazioni di Alfred Adler

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Alfred Adler (Rudolfsheim 1870 - Aberdeen 1937), psichiatra, psicoanalista e psicoterapeuta austriaco, fondatore della psicologia individuale. La maggior parte dei seguenti pensieri di Alfred Adler sono tratti da Prassi e teoria della psicologia individuale (Praxis und Theorie der Individualpsychologie, 1920) e Il senso della vita (Der Sinn Des Lebens, 1933)
A mo' d'introduzione, riportiamo una bella quanto significativa riflessione di Alfred Adler sull'imparare a vivere: 
"Qual è la prima cosa che fai quando impari a nuotare? Commetti degli errori, non è vero? E poi cosa succede? Fai altri errori, e quando hai fatto tutti gli errori che si possono fare senza annegare – e alcuni di loro anche molte volte – cosa scopri? Che sai nuotare? Bene – la vita è proprio come imparare a nuotare. Non aver paura di commettere degli errori, perché non c’è altro modo di imparare a vivere". [Phyllis Bottome, Alfred Adler: una biografia, 1939].
Essere uomini significa avvertire un sentimento di inferiorità
che esige di essere superato. (Alfred Adler)
Il temperamento nervoso
Über den nervösen Charakter, 1912

La sola virtù della coerenza è la prevedibilità, e troppi la usano semplicemente per evitare di rischiare.

Prassi e teoria della psicologia individuale
Praxis und Theorie der Individualpsychologie, 1920 - Selezione Aforismario

Ogni nevrosi può essere intesa come un tentativo culturalmente sbagliato di liberarsi da un senso di inferiorità per procacciarsi un senso di superiorità.

La via della nevrosi non porta sulla linea dell'attività sociale, non tende alla soluzione dei problemi che sono stati posti, ma sbocca invece nella stretta cerchia familiare e costringe il paziente a finire in una posizione di isolamento.

La grande cerchia sociale viene eliminata, del tutto o in gran parte, con un «arrangement» d'ipersensibilità e di intolleranza. Con ciò non rimane che una cerchia ristretta per gli artifizi atti a procurarsi una superiorità e per il modo di raggiungerla. Contemporaneamente si rendono possibili la sicurezza e la ritirata di fronte alle esigenze della società e alle decisioni della vita, mentre in genere continua a rimanere una parvenza di volontà.

La nevrosi e la psiche nevrotica si rivelano come un tentativo di sottrarsi a ogni costrizione da parte della società, con una costrizione contraria. Quest'ultima è tagliata in modo da poter opporsi in modo efficace alle peculiarità dell'ambiente e alle esigenze. Dalla forma in cui si manifesta questa costrizione, dunque dalla scelta della nevrosi si possono trarre delle deduzioni precise sull'ambiente e sulle sue esigenze.

La logica, l'estetica, l'amore, la solidarietà umana, la collaborazione e il linguaggio scaturiscono dalle necessità della convivenza umana. Contro di esse si rivolta automaticamente l'atteggiamento del nervoso, che tende all'isolamento e che è assetato di potenza.

La guarigione dalla nevrosi e dalla psicosi esige una diversa educazione del paziente, la correzione dei suoi difetti e il suo ritorno definitivo in seno alla società umana, senza riserve.

Tutte le vere aspirazioni e tutte le tendenze del nervoso sottostanno alla dittatura della sua politica di prestigio, si aggrappano a qualsiasi pretesto per non risolvere i suoi veri problemi, e si rivoltano automaticamente contro lo sviluppo del senso sociale.

Problemi di nevrosi
Problems of Neurosis, 1929

È spesso più facile combattere per i principi di qualcuno che vivere in nome di quelli.

La verità è spesso una terribile arma d'offesa. È possibile mentire e perfino uccidere con la verità.

Il senso della vita
Der Sinn Des Lebens, 1933 - Selezione Aforismario

Sentimento di inferiorità, aspirazione alla superiorità e sentimento sociale sono i fondamentali pilastri cui la ricerca psicologica individuale non può rinunciare nello studio dell’individuo o di una collettività. Si può dubitare della loro concreta essenzialità, si possono fraintendere, ma non si possono trascurare. Ogni corretto studio della personalità deve tener conto in qualche misura di questi dati di fatto e accertare la presenza o meno di un sentimento di inferiorità, dell’aspirazione alla superiorità, del senso sociale.

È necessario fare una precisa distinzione tra il sentimento d'inferiorità e il complesso di inferiorità. Il sentimento di inferiorità non abbandona mai l'essere umano. Esso si trasforma in complesso di inferiorità nel momento in cui l'individuo si mostra incapace di risolvere un problema vitale di natura sociale, a causa del suo insufficiente sentimento sociale. Il risultato è sempre uno scacco, rappresentato dal suo carattere nevrotico.

Essere uomini significa avvertire un sentimento di inferiorità che esige di essere superato.

I grandi errori, difetti e insuccessi dell’umanità: guerre, pena di morte, odio per razze e l’odio fra nazioni, come pure nevrosi, suicidio, criminalità, etilismo ecc., sono imputabili a carenza di sentimento sociale, sono tentativi scorretti e inadeguati di risolvere le situazioni, dettati da complessi di inferiorità.

Nell'incessante confronto con la irraggiungibile perfezione ideale, l’individuo è continuamente preda e succube di un sentimento d’inferiorità.

L’incessante aspirazione alla superiorità cerca di nascondere [un complesso di inferiorità] per mezzo di un «complesso di superiorità» il quale, sempre alieno al sentimento sociale, mira a esibire una falsa superiorità personale.

La tecnica della Psicologia Individuale, per scoprire lo stile di vita di un individuo, deve presupporre la conoscenza dei problemi della vita e delle richieste che essi gli pongono. Si constaterà che la loro soluzione presuppone un certo grado di sentimento sociale e la capacità di cooperazione e di convivenza. Quando questa capacità è carente si può osservare un forte sentimento di inferiorità e di conseguenza un «atteggiamento esitante» e di arretramento.

Sia l’individuo che la massa tendono a raggiungere una situazione di plus partendo da una situazione di minus: ecco perché siamo autorizzati a parlare di costante senso di inferiorità, che affligge sia l’individuo sia la massa. L’evoluzione non conosce tregua. La meta della perfezione (das Ziel der Vollkommenheit) ci attrae senza requie.

Non vi è errore educativo più grande del viziare i bambini.

Il mondo fittizio degli individui viziati, le loro prospettive, le loro opinioni e la loro concezione della vita sono molto lontani dal mondo reale. Questi soggetti sono praticamente incapaci di adattarsi alle esigenze dell’evoluzione umana, per cui sono in continuo conflitto con la vita; e i disastrosi risultati dell’educazione viziata che li ha ridotti così fanno soffrire anche le persone che li amano.

È l'individuo che non si interessa agli altri quello che ha più difficoltà nella vita e che procura più danno al prossimo. E sono questi gli individui che falliscono nei loro intenti!

Non bisogna far notare ai bambini la loro puerilità, la loro ignoranza e la loro scarsa abilità; è necessario invece incoraggiarli a impegnarsi, rassicurarli, e quando manifestano interesse per qualcosa non bisogna aiutarli troppo a superare le difficoltà, ma esortarli a fare da sé, facendo presente che solo l’inizio di una nuova impresa è difficile.

Molto di più sappiamo di quanto comprendiamo.

Oggi l’amore non ha più solo il compito di provvedere alla perpetuazione della specie, ma anche un ruolo da esso indipendente: contribuire a elevare la persona, ad assicurare una felicità maggiore e a promuovere il bene dell’umanità. Nessuna legge o formula potrà più frenare questo processo che, tra l’altro, distingue l’uomo dall'animale.

Tutti i problemi della vita sono riconducibili a tre grandi problemi: quello della vita sociale, quello del lavoro e quello dell’amore. È chiaro che si tratta di problemi che dobbiamo affrontare di continuo, che non ci danno tregua. Il modo con cui ci comportiamo verso di essi riflette il nostro stile di vita.

I problemi esistenziali ci mettono continuamente alla prova in ogni età e rivelano il grado del nostro sentimento sociale.

Può essere coraggioso e felice e può risolvere tutti i problemi esistenziali solo chi è capace di cooperare, solo chi possiede sufficiente sentimento sociale.

Tutte le ipotesi secondo le quali il nevrotico è il diretto responsabile della propria sofferenza sono concezioni sbagliate. Il nevrotico soffre, però preferisce la sua sofferenza a una sofferenza ancora maggiore, quella che gli procurerebbe la presa d’atto della sua incapacità ad affrontare la vita.

Fonte sconosciuta
Il maggior pericolo nella vita consiste nel prendere troppe precauzioni.

Note
Leggi anche le citazioni degli psicoanalisti: Sigmund FreudCarl Gustav Jung - Wilhelm Reich