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Frasi e citazioni di Rita Levi-Montalcini

Selezione delle frasi più belle e delle citazioni più significative di Rita Levi-Montalcini (Torino 1909 - Roma 2012), neurologa e ricercatrice italiana, Premio Nobel per la medicina nel 1986 per la scoperta e l'identificazione del fattore di accrescimento della fibra nervosa (Nerve Growth Factor - NGF). Primo Levi ha detto di Rita Levi-Montalcini: "Una piccola signora dalla volontà indomita e dal piglio di principessa, che sulla strada scelta tanti anni addietro sta tuttora proseguendo con energia geniale, e con quella rara combinazione di pazienza e d'impazienza che è propria dei grandi innovatori".
Le seguenti riflessioni di Rita Levi-Montalcini sono tratte da interviste, articoli, discorsi e dai libri: Elogio dell'imperfezione (1987), La galassia mente (1999), I nuovi magellani nell'era digitale (2006), La clessidra della vita (2008).
Nella vita non bisogna mai rassegnarsi, arrendersi alla mediocrità,
bensì uscire da quella "zona grigia" in cui tutto è abitudine
e rassegnazione passiva. (Rita Levi-Montalcini)
Elogio dell'imperfezione
© Garzanti 1987 - Selezione Aforismario

Il fatto che l'attività svolta in modo così imperfetto sia stata e sia tuttora per me fonte inesauribile di gioia, mi fa ritenere che l'imperfezione nell'eseguire il compito che ci siamo prefissi, o che ci è stato assegnato, sia più consona alla natura umana così imperfetta che non la perfezione.

L'imperfezione e non la perfezione è alla base dell'operato umano.

La mancanza di complessi, una notevole tenacia nel perseguire la strada che ritenevo giusta e la noncuranza per le difficoltà che avrei incontrato nella realizzazione dei miei progetti, [...], mi hanno enormemente aiutato a far fronte agli anni difficili della vita.

A mio padre come a mia madre debbo la disposizione a considerare con simpatia il prossimo, la mancanza di animosità e una naturale tendenza a interpretare fatti e persone dal lato più favorevole.

Le emozioni provate nei primi anni di vita, e altre sensazioni che hanno suscitato gioia o dolore, lasciano tracce indelebili che condizioneranno le nostre azioni e reazioni nell'intero corso dell'esistenza.

In questo lungo periodo gli incontri «veri» sono stati del tutto casuali e imprevedibili, e come tali sono impressi nella mia memoria non avendo mai avuto l'abitudine, né me ne pento, di scrivere appunti e di redigere un diario. Se infatti la memoria non ha registrato in modo indelebile un evento, è inutile e superfluo tentare di farlo rivivere attraverso la documentazione scritta.

Nel secolo scorso e nei primi decenni del Novecento, nelle società più progredite [...] due cromosomi X rappresentavano una barriera insormontabile per entrare alle scuole superiori e poter realizzare i propri talenti.

Considerando in retrospettiva il mio lungo percorso, quello di coetanei e colleghi e delle giovani reclute che si sono affiancate a noi, credo di poter affermare che nella ricerca scientifica, né il grado di intelligenza né la capacità di eseguire e portare a termine con esattezza il compito intrapreso, siano i fattori essenziali per la riuscita e la soddisfazione personale. Nell'una e nell'altra contano maggiormente la totale dedizione e il chiudere gli occhi davanti alle difficoltà: in tal modo possiamo affrontare problemi che altri, più critici e acuti, non affronterebbero.

I processi evolutivi che nei discendenti di «Lucy», una nostra antenata vissuta tre milioni e mezzo di anni fa, hanno trasformato quell'ominide di sesso femminile, alto un metro e cinque centimetri e dal teschio non più grande di una noce di cocco, nell'Homo Sapiens, non si sono attuati in base a un piano prestabilito, ma a mutazioni casuali.

In questi ultimi tre decenni, i progressi realizzati nella conoscenza della natura dei neurotrasmettitori e dei neuromodulatori, della pluralità di mezzi di comunicazione delle cellule nervose tra di loro e dei meccanismi preposti alla crescita e alla differenziazione delle popolazioni neuronali, hanno aperto illimitate possibilità di indagine della struttura e funzione del sistema nervoso.

Nella profonda ignoranza dei meccanismi che intervengono nella neurogenesi e determinano la formazione di quel formidabile complesso di circuiti tra popolazioni nervose che costituiscono il sistema nervoso centrale, mi parve che la scoperta degli imponenti processi di migrazione e di degenerazione che colpiscono alcune di queste popolazioni in incipienti stadi differenziativi, offrisse un tenue ma valido filo di Arianna per inoltrarsi in quel labirinto affascinante e misterioso che è il sistema nervoso.

L'intera storia del NGF è paragonabile alla scoperta di un continente sommerso rivelato dalla sua sommità emergente.

La saga del Nerve Growth Factor (NGF) offre un esempio tipico di come la scoperta scientifica si differenzia dall'opera d'arte, non soltanto nell'origine, ma anche nelle tappe successive che hanno aperto all'osservatore nuovi orizzonti. Si tratta di un processo creativo in continua evoluzione.

È venuta a cadere – come prospetta il noto neurobiologo Gunther Stent – l'ipotesi che la creatività che si manifesta in campo scientifico, e consiste nella facoltà di scoprire nuovi fenomeni e leggi di natura universale, differisca da quella espressa nelle opere d'arte.

La saga del NGF prospettata con la dovuta umiltà come paradigmatica del decorso a tappe successive delle ricerche scientifiche ha seguito un percorso tortuoso non programmato e imperfetto. Come tale avvalora il concetto che l'imperfezione e non la perfezione sono alla base dell'operato umano.

La galassia mente
© Baldini e Castoldi 1999

Ancora più che la conoscenza dell’universo è di fondamentale importanza pervenire alla conoscenza del nostro cervello, che non soltanto è la chiave di comprensione dell’universo stesso, ma è anche quella per poter penetrare e capire le modalità di funzione della mente umana.

Nonostante i formidabili sviluppi delle nuove tecnologie che permettono indagini molto accurate, non si conoscono a tutt'oggi né la sede, né la natura della mente.

A un secolo dalla comparsa de L’origine della specie - che ha detronizzato l’uomo allo stesso modo in cui tre secoli prima la Terra era stata rimossa dalla sua posizione di centro dell’universo - la violenta reazione emotiva suscitata dall'opera di Darwin si è placata, tuttavia l’uomo non si è riconciliato che in parte con la propria origine. Ha accettato la sua parentela con altri esseri viventi a patto di mantenere su quelli un’assoluta supremazia di ordine materiale e morale.

I nuovi magellani nell'era digitale
© Rizzoli 2006 - con Giuseppina Tripodi

La creatività e l'innata facilità nell'utilizzo delle nuove tecnologie informatiche possono innescare meccanismi di trasformazione sociale a livello globale. Possibilità, queste, non attuabili nelle società statiche e patriarcali delle epoche precedenti.

La clessidra della vita
© Baldini Castoldi Dalai 2008

La scelta di un giovane dipende dalla sua inclinazione, ma anche dalla fortuna di incontrare un grande maestro.

Malgrado l'età io non vivo nel passato, ma nel futuro!

Credo nelle donne, ma non credo nei movimenti femministi.

Nella vita non bisogna mai rassegnarsi, arrendersi alla mediocrità, bisogna uscire da quella "zona grigia" dove tutto è abitudine e rassegnazione passiva e dove la società diventa malvagia; bisogna coltivare, soprattutto nei giovani, il coraggio di ribellarsi.
Rare sono le persone che usano la mente, poche coloro che usano
il cuore, uniche coloro che li usano entrambi. (Rita Levi-Montalcini)
Frasi da interviste, articoli e discorsi
Selezione Aforismario

Affrontare la vita con totale disinteresse alla propria persona e con la massima attenzione verso il mondo che ci circonda, sia quello inanimato che quello dei viventi. Questo, ritengo, è stato il mio unico merito.

A me nella vita è riuscito tutto facile. Le difficoltà me le sono scrollate di dosso, come acqua sulle ali di un'anatra.

La mia intelligenza? Più che mediocre. I miei unici meriti sono stati impegno e ottimismo.

A rovinare l'uomo è il servilismo, il conformismo, l'ossequio, non l'aggressività che è nell'ambiente più che dentro di noi.

Bisogna dire ai giovani quanto sono stati fortunati a nascere in questo splendido Paese che è l'Italia.

Nella ricerca scientifica né il grado di intelligenza né la capacità di eseguire e portare a termine il compito intrapreso sono fattori essenziali per la riuscita e per la soddisfazione personale. Nell'uno e nell'altro contano maggiormente la totale dedizione e il chiudere gli occhi davanti alle difficoltà.

C'è solo una categoria che possa stabilire i limiti alla scienza: gli scienziati. Che non sono affatto delle persone irresponsabili.

Gli abiti eleganti sono un lato debole della mia personalità. Non ho mai tentato di camuffare gli anni: le rughe ci sono e non le nascondo. Ma mi è rimasta questa piccola forma di vanità.

La scienza intimorisce solo chi non la conosce. Colpa anche delle distorsioni dei mass media. Ma in realtà la scienza è l'unica cosa che distingue l'homo sapiens dal resto delle creature viventi. Va coltivata, non certo bloccata.

Il cervello: se lo coltivi funziona. Se lo lasci andare e lo metti in pensione si indebolisce. La sua plasticità è formidabile. Per questo bisogna continuare a pensare.

Purtroppo, buona parte del nostro comportamento è ancora guidata dal cervello arcaico. Tutte le grandi tragedie – la Shoah, le guerre, il nazismo, il razzismo – sono dovute alla prevalenza della componente emotiva su quella cognitiva. E il cervello arcaico è così abile da indurci a pensare che tutto questo sia controllato dal nostro pensiero, quando non è così.

Tutti dicono che il cervello sia l'organo più complesso del corpo umano, da medico potrei anche acconsentire. Ma come donna vi assicuro che non vi è niente di più complesso del cuore. Ancora oggi non si conoscono i suoi meccanismi.

Per la componente femminile del genere umano è giunto il tempo di assumere un ruolo determinante nella gestione del pianeta. La rotta imboccata dal genere umano sembra averci portato in un vicolo cieco di autodistruzione. Le donne possono dare un forte contributo in questo momento critico. 

La donna è stata bloccata per secoli. Quando ha accesso alla cultura è come un’affamata. E il cibo è molto più utile a chi è affamato rispetto a chi è già saturo.

Le donne hanno sempre dovuto lottare doppiamente. Hanno sempre dovuto portare due pesi, quello privato e quello sociale. Le donne sono la colonna vertebrale delle società.

Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla, se non la loro intelligenza.

La differenza tra uomo e donna è epigenetica, ambientale. Il capitale cerebrale è lo stesso: in un caso è stato storicamente represso, nell'altro incoraggiato. Così pure tra popoli. È sempre un dato culturale.

Il corpo può morire. Ma restano i messaggi che abbiamo mandato in vita. Perciò il mio messaggio è questo: credete nei valori.

Non esistono le razze, il cervello degli uomini è lo stesso. Esistono i razzisti. Bisogna vincerli con le armi della sapienza. 

Per me quello che conta, in una persona, non è che sia ebrea o cattolica, ma che sia degna di rispetto. E sono convinta che non esistano le razze, ma i razzisti. 

Sono atea. Non so cosa si intenda per credere in Dio.

Chi ha la fortuna di possedere la fede si avvale di un sostegno impareggiabile in tutte le fasi del percorso vitale. Se si sostituisce a un Dio antropomorfo, che premia i buoni, l'imperativo inciso nel programma genetico dell'Homo sapiens che il bene ha un premio in se stesso, e il male ha il suo castigo, il laico e il credente troveranno la risposta.

Ognuno può essere della religione che vuole: cristiana, musulmana... io sono della religione laica.

Nel momento in cui smetti di lavorare, sei morto

Il corpo non importa, ciò che conta è la mente.

Ho perso un po' la vista, molto l'udito. Alle conferenze non vedo le proiezioni e non sento bene. Ma penso più adesso di quando avevo vent'anni. Il corpo faccia quello che vuole. Io non sono il corpo: io sono la mente.

Il messaggio che invio, e credo anche più importante di quello scientifico, è di affrontare la vita con totale disinteresse alla propria persona, e con la massima attenzione verso il mondo che ci circonda, sia quello inanimato che quello dei viventi. Questo, ritengo, è stato il mio unico merito. Io dico ai giovani: non pensate a voi stessi, pensate agli altri. Pensate al futuro che vi aspetta, pensate a quello che potete fare, e non temete niente.

Fonte sconosciuta
Selezione Aforismario

Meglio aggiungere vita ai giorni che non giorni alla vita.

Non temete i momenti difficili, il meglio viene da lì.

Più affascinante della foresta vergine amazzonica: il sistema nervoso centrale.

Rare sono le persone che usano la mente, poche quelle che usano il cuore, uniche quelle che li usano entrambi. [1]

Se non riesci a ricordare dove hai messo le chiavi, non pensare subito all'alzheimer; inizia invece a preoccuparti se non riesci a ricordarti a cosa servono le chiavi.

Libro di Rita Levi-Montalcini consigliato
Elogio dell'imperfezione 
Editore Dalai Editore, 2010 

"Elogio dell'imperfezione" è un'autobiografia, un bilancio dell'operato di Rita Levi-Montalcini, dove ampio spazio viene dato alla scoperta dell'NGF e alle ricerche che hanno portato la scienziata a ricevere il Premio Nobel per la Medicina. "L'imperfezione", dice la Montalcini, "ha da sempre consentito continue mutazioni di quel meraviglioso e quanto mai imperfetto meccanismo che è il cervello dell'uomo. Ritengo che l'imperfezione sia più consona alla natura umana che non la perfezione."

Note
  1. Questa frase, di attribuzione incerta, si trova su internet in una versione non del tutto corretta dal punto di vista grammaticale: "Rare sono le persone che usano la mente, poche coloro che usano il cuore, uniche coloro che li usano entrambi".
  2. Vedi anche frasi e citazioni di: Margherita Hack