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Frasi di Carlo M. Cipolla da "Le leggi della stupidità umana"

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Carlo M. Cipolla (Pavia 1922-2000), storico italiano specializzato in storia economica. La "M" puntata, che viene spesso interpretata in maniera erronea come Maria, è in realtà l'iniziale di un inesistente secondo nome aggiunta da Cipolla stesso per distinguersi da studiosi omonimi. Dopo aver insegnato presso varie università italiana, Carlo M. Cipolla si trasferisce negli Stati Uniti dove insegna all'Università di Berkeley in California.

Carlo M. Cipolla è noto al grande pubblico per il suo saggio Le leggi fondamentali della stupidità umana (The Basic Laws of Human Stupidity, 1976), in cui l'autore abbandona gli austeri panni dello studioso e, giocando sul filo del paradosso, elabora un'ironica teoria generale sulla stupidità umana, secondo la quale gli stupidi costituiscono un gruppo molto potente, nonostante sia privo di ordinamento e di organizzazione interna. A proposito di questo saggio, ha scritto l'autore: "Quanto al saggio sulla stupidità umana non è né più né meno che quella che gli eruditi settecenteschi avrebbero chiamata «una spiritosa invenzione». Di fatto il saggio non ha alcuna attinenza con la mia vita personale. Peccherei gravemente di ingratitudine contro i fari che sino ad ora hanno presieduto al corso della mia vita se non confessassi di essere stato, nei miei rapporti umani, un essere straordinariamente fortunato nel senso che la stragrande maggioranza delle persone con cui venni in contatto furono di regola persone generose, buone ed intelligenti. Spero che leggendo queste pagine non si convincano che lo stupido sia io".

Qui di seguito sono riportate varie citazioni tratte da: Il ruolo delle spezie (e del pepe in particolare) nello sviluppo economico del Medioevo (1973), Storia economica dell'Europa pre-industriale (1974), Le leggi fondamentali della stupidità umana, (1976) e dalla prefazione di Allegro ma non troppo (1988).
Sempre e inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero
di individui stupidi in circolazione. (Carlo M. Cipolla)
Il ruolo delle spezie (e del pepe in particolare) nello sviluppo economico del Medioevo
The role of spices (and black pepper in particular) in Medieval Economic Development
© Il Mulino 1973 - Selezione Aforismario

Ebbe così inizio il Medioevo i cui primi secoli nella lingua inglese vengono chiamati i «secoli bui» (dark ages). Uno studioso fece notare, non molto tempo fa, che quei tempi «non erano così bui per i barbari». Poiché noi non siamo i «barbari» i primi secoli del Medioevo restano per noi un'epoca buia.

Storia economica dell'Europa pre-industriale
© Il Mulino 1974 - Selezione Aforismario

La storia però non è mai così semplice e lineare come la si racconta: la storia è un gioco dialettico di elementi probabilstici. I disastri non sono solo preceduti da disgrazie, e il successo non fiorisce soltanto da situazioni paradisiache: di più, molti elementi o circostanze possono essere definiti come «positivi» o «negativi» solo dopo che un certo risultato si sia verificato e dopo che a tale risultato non si si sia dato un segno positivo o negativo.

La storia insegna − anche se l'uomo raramente impara − che se Atene piange Sparta non ride.

Il processo storico non consiste nella soluzione di un ben definito set di problemi: nel processo storico la soluzione stessa d'un problema crea altri problemi. 

Noi tendiamo a considerare beni voluttuari «tutto ciò che vorremmo che gli altri non consumassero» mentre tendiamo a considerare come «bisogno» tutto ciò che consumiamo noi.

Dobbiamo stare attenti a non cadere nell'errore di coloro che, abbagliati da un esasperato materialismo, ritengono che un elemento molto importante e necessario sia per questo sufficiente. È facile ma assurdo dimenticare che non sono i capitali che fanno gli uomini, ma sono gli uomini che fanno i capitali.

Una volta che si precisino i limiti delle proprie definizioni, si può dire quello che si vuole, ma il valore di una qualsiasi definizione dipende dall'ausilio che essa può fornire ai nostri sforzi conoscitivi.

Le leggi fondamentali della stupidità umana
The Basic Laws of Human Stupidity © Il Mulino 1976 - Selezione Aforismario

1. Sempre e inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero di individui stupidi in circolazione.

2. La probabilità che una certa persona sia stupida è indipendente da qualsiasi altra caratteristica della persona stessa.

3. Una persona stupida è una persona che causa un danno a un'altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo una perdita. 

4. Le persone non stupide sottovalutano sempre il potenziale nocivo delle persone stupide. In particolare i non stupidi dimenticano costantemente che in qualsiasi momento e luogo, ed in qualunque circostanza, trattare e/o associarsi con individui stupidi si dimostra infallibilmente un costosissimo errore. 

5. La persona stupida è il tipo di persona più pericoloso che esista.

Alcuni individui ereditano notevoli dosi del gene della stupidità e grazie a tale eredità appartengono, sin dalla nascita, all'élite del loro gruppo.

Uno è stupido nello stesso modo in cui un altro ha i capelli rossi; uno appartiene al gruppo degli stupidi come un altro appartiene ad un gruppo sanguigno. Insomma uno nasce stupido per volere imperscrutabile e insindacabile della Divina Provvidenza.

Giorno dopo giorno, con un'incessante monotonia, si è intralciati e ostacolati nella propria attività da individui pervicacemente stupidi, che compaiono improvvisamente ed inaspettatamente nei luoghi e nei momenti meno opportuni.

Persone che uno ha giudicato in passato razionali ed intelligenti si rivelano poi all'improvviso inequivocabilmente e irrimediabilmente stupide.

Sia che si frequentino circoli eleganti o che ci si rifugi tra i tagliatori di teste della Polinesia, che ci si chiuda in un monastero o che si decida di trascorrere il resto della propria vita in compagnia di donne belle e lussuriose, il fatto permane che si dovrà sempre affrontare la stessa percentuale di gente stupida − percentuale che supererà sempre le più nere previsioni. 

La maggior parte delle persone non agisce coerentemente. In certe circostanze una persona agisce intelligentemente e in altre quella stessa persona si comporta da sprovveduto. L'unica importante eccezione alla regola è rappresentata dalle persone stupide che normalmente mostrano una massima propensione per una piena coerenza in ogni campo d'attività.

Essenzialmente gli stupidi sono pericolosi e funesti perché le persone ragionevoli trovano difficile immaginare e capire un comportamento stupido

La persona intelligente sa di essere intelligente. Il bandito è cosciente di essere un bandito. Lo sprovveduto è penosamente pervaso dal senso della propria sprovvedutezza. Al contrario di tutti questi personaggi, lo stupido non sa di essere stupido. Ciò contribuisce potentemente a dare maggior forza, incidenza ed efficacia alla sua azione devastatrice.

Le persone stupide causano perdite ad altre persone senza realizzare dei vantaggi per se stessi. Ne consegue che la società intera si impoverisce.

Una creatura stupida vi perseguiterà senza ragione, senza un piano preciso, nei tempi e nei luoghi più improbabili e più impensabili. Non vi è alcun modo razionale per prevedere se, quando, come e perché, una creatura stupida porterà avanti il suo attacco. Di fronte ad un individuo stupido, si è completamente alla sua mercé. 

Allegro ma non troppo
© Il Mulino 1988 - Selezione Aforismario

La vita è una cosa seria, molto spesso tragica, qualche volta comica.

L'umorismo è la capacità intelligente e sottile di rilevare e rappresentare l'aspetto comico della realtà. Ma è anche molto di più.

L'umorismo che consiste nella capacità di intendere, apprezzare ed esprimere il comico è una dote piuttosto rara tra gli esseri umani.

Schiere di scrittori, filosofi, epistemologi, linguisti hanno ripetutamente tentato di definire e spiegare l'umorismo. Ma dare una definizione dell'umorismo è cosa difficile per non dire impossibile. Tanto è vero che se una battuta umoristica non è percepita come tale dall'interlocutore è praticamente inutile se non addirittura controproducente cercare di spiegargliela.

L'umorismo va distinto dall'ironia. Quando si fa dell'ironia si ride degli altri. Quando si fa dell'umorismo si ride con gli altri.

Fare dell'umorismo sulla precarietà della vita umana al capezzale di un moribondo non è umorismo. D'altra parte quando quel gentiluomo francese che saliva i gradini che lo portavano alla ghigliottina, avendo inciampato in uno dei gradini, rivolgendosi alle guardie esclamò: «dicono che inciampare porti sfortuna», quel gentiluomo meritava certamente che la sua testa venisse risparmiata.

Libro di Carlo M. Cipolla consigliato
Le leggi fondamentali della stupidità umana
Autore Carlo M. Cipolla 
Editore Il Mulino, 2017

Le faccende umane si trovano, per unanime consenso, in uno stato deplorevole. Questa peraltro non è una novità. Per quanto indietro si riesca a guardare, esse sono sempre state in uno stato deplorevole. Il pesante fardello di guai e miserie che gli esseri umani devono sopportare, sia come individui che come membri della società organizzata, è sostanzialmente il risultato del modo estremamente improbabile – e oserei dire stupido – in cui la vita fu organizzata sin dai suoi inizi. Da Darwin sappiamo di condividere la nostra origine con le altre specie del regno animale e tutte le specie, si sa, dal vermiciattolo all'elefante, devono sopportare la loro dose quotidiana di tribolazioni, timori, frustrazioni, pene e avversità. Gli esseri umani, tuttavia, hanno il privilegio di doversi sobbarcare un peso aggiuntivo, una dose extra di tribolazioni quotidiane, causate da un gruppo di persone che appartengono allo stesso genere umano. Questo gruppo è molto più potente della Mafia o del Complesso industriale-militare o dell'Internazionale Comunista. È un gruppo non organizzato, non facente parte di alcun ordinamento, che non ha capo, né presidente, né statuto, ma che riesce tuttavia ad operare in perfetta sintonia come se fosse guidato da una mano invisibile, in modo tale che le attività di ciascun membro contribuiscono potentemente a rafforzare ed amplificare l'efficacia dell'attività di tutti gli altri membri. La natura, il carattere ed il comportamento dei membri di questo gruppo sono l'argomento delle pagine che seguono. Occorre sottolineare a questo punto che questo saggio non è né frutto di cinismo né una esercitazione di disfattismo sociale – non più di quanto lo sia un libro di microbiologia. Le pagine seguenti sono, infatti, il risultato di uno sforzo costruttivo per investigare, conoscere e quindi possibilmente neutralizzare una delle più potenti e oscure forze che impediscono la crescita del benessere e della felicità umana.