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Frasi di Giancarlo Livraghi da "Il potere della stupidità"

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Giancarlo Livraghi (Milano 1927-2014), pubblicitario, bibliografo e scrittore italiano. Le seguenti riflessioni di Giancarlo Livraghi sono tratte dal suo libro più noto, cioè Il potere della stupidità, pubblicato nel 2004 e tradotto in inglese (con il titolo The Power of Stupidity) e in spagnolo (con il titolo El poder de la estupidez).

Ha scritto Giancarlo Livraghi: "Sono sempre stato afflitto e affascinato dal problema della stupidità umana. A cominciare, naturalmente, dalla mia − e dalle tante cose stupide che ci circondano, complicandoci la vita tutti i giorni". [...]  Ho superato varie prove di "quoziente di intelligenza" con buoni risultati. Purtroppo conosco il funzionamento di quei formulari e so che significano poco o nulla. Molte persone mi hanno detto che, secondo loro, sono intelligente. Ma anche questo non è significativo. Potrebbero essere troppo gentili per dirmi la verità. O, al contrario, potrebbero voler sfruttare la mia stupidità a loro vantaggio. O, più semplicemente, potrebbero essere stupide come me. Mi rimane un filo di speranza. Spesso sono acutamente cosciente di quanto sono stupido (o lo sono stato). E questo indica che non sono completamente stupido.
In ognuno di noi c'è un fattore di stupidità che è sempre maggiore
di ciò che pensiamo. (Giancarlo Livraghi)
Il potere della stupidità
© Monti e Ambrosini, 2004 - Selezione Aforismario

Ci sono molte persone che non vogliono vera libertà. La responsabilità è un peso. E più comodo essere "seguaci". Lasciare il compito di pensare e di decidere a governanti, capi, dirigenti, "intellettuali", guru di ogni specie, personalità "famose", eccetera - e dare la colpa a loro se non siamo contenti.

È sempre pericoloso sottovalutare il potere distruttivo della stupidità. Ed è illusorio credere di poter sfruttare la stupidità altrui senza esserne contagiati.

I sistemi di potere tendono spesso a collocare al vertice persone più dedite al proprio vantaggio (o a quello di gruppi ristretti) che al bene collettivo - e questi, a loro volta, tendono a favorire e proteggere la stupidità e a tenere la vera intelligenza il più lontano possibile.

In ognuno di noi c'è un fattore di stupidità che è sempre maggiore di ciò che pensiamo.

In questa epoca che immaginavamo governata dalla conoscenza, dalla scienza e dal pensiero "illuminato" della ragione, siamo ancora preda di ogni sorta di pregiudizi, di superstizioni e di insostenibili "credenze".

La marea della stupidità è così dominante che si aprono occasioni sempre più interessanti per andare "controcorrente".

La paura, l'ignoranza e la stupidità si nutrono a vicenda. Ridurne una vuol dire controllare meglio anche le altre.

La più ovvia idiozia, se ripetuta abbastanza spesso, può essere scambiata per verità.

La stupidità umana è onnipresente, ma non è onnipotente. Se impariamo a conoscerla meglio possiamo non solo limitare i danni, ma anche talvolta rovesciare il processo, cogliendo un barlume di intelligenza che si nasconde in ciò che sembrava una desolante palude di stupidità.

La stupidità ha una così pericolosa tendenza a riprodursi e moltiplicarsi che può anche travolgere o coinvolgere persone abitualmente intelligenti quando, senza accorgersene, si lasciano influenzare dalla stupidità collettiva.

La stupidità è pericolosa perché è imprevedibile. Lo dice il buon senso - e lo conferma chi ha studiato l'argomento. Ma questo è vero solo se ci aspettiamo che il comportamento umano (amico o nemico, favorevole o contrario) sia sempre ragionevole e coerente. Cioè se cadiamo nel pericoloso errore di sottovalutare il potere della stupidità.

Le persone al potere sono spesso indotte a pensare che "poiché" stanno al potere sono migliori, più capaci, più intelligenti, più sagge del resto dell'umanità. Sono anche circondate di cortigiani, seguaci e profittatori che rinforzano continuamente quell'illusione.

Non c'è alcuna correlazione, univoca e diretta, fra ignoranza e stupidità. Ma quando i due fattori si combinano il risultato è molto preoccupante.

Non sempre la stupidità viene sconfitta dall'intelligenza, ma sempre tende all'autodistruzione.

Poche sono così fastidiose, così balorde, così esasperanti e quotidianamente persecutorie come l'ottusità burocratica.

La burocrazia ha una tendenza, difficilmente eliminabile, a soddisfare i propri ottusi meccanismi a scapito della generale utilità. Ed e estremamente conservatrice. Tende a riprodurre continuamente i suoi metodi, anche quando sono inutili o nocivi, come se fossero necessità inderogabili e impenetrabili a ogni considerazione di praticità e di buon senso.

Quando la stupidità di una persona si combina con la stupidità di altre, l'effetto cresce in modo geometrico - cioè per moltiplicazione, non addizione, dei fattori individuali di stupidità.

Se è insidioso e pericoloso, in tutte le sue forme, il potere della stupidità − lo è ancora di più la stupidità del potere.

Se riusciamo a capire come funziona la stupidità, possiamo controllarne un po' meglio le cause e le conseguenze. Non possiamo sconfiggerla del tutto, perché fa parte della natura umana. Ma i suoi effetti possono essere meno gravi se sappiamo che c'è, capiamo come funziona, e così non siamo presi del tutto di sorpresa.

Spesso la stupidità umana è all'origine di una catena di eventi che si complicano sempre di più, fino a produrre conseguenze talvolta comiche, ma troppo spesso tragiche.

Tendiamo abitualmente ad attribuire ogni sorta di decisioni sbagliate (o catastrofiche) a intenzionale perversità, malvagità, astuta cattiveria, megalomania, eccetera. Questi comportamenti ci sono - e in esagerata abbondanza. Ma ogni attento studio della storia antica e recente (come la lettura delle cronache e l'esperienza di ogni giorno) porta all'inevitabile conclusione che la principale causa di terribili errori è una: la stupidità.

Una constatazione abbastanza evidente è che le persone intelligenti generalmente sanno di esserlo, i malvagi sono quasi sempre consapevoli del proprio atteggiamento e anche le vittime meno consapevoli hanno qualche percezione del fatto che qualcosa non va. Ma gli stupidi non sanno di essere stupidi - e questo li rende ancora più pericolosi.

Una delle più gravi manifestazioni dell'ignoranza è "credere di sapere".

Uno degli strumenti per non essere troppo condizionati dall'ignoranza è una insaziabile curiosità - una "voglia di sapere e di capire" anche cose che a prima vista possono sembrarci non necessarie. La curiosità (insieme alla capacità di ascoltare) è una vivace e simpatica sorella dell'intelligenza.

Libro di Giancarlo Livraghi consigliato
Il potere della stupidità
Editore Monti e Ambrosini, 2008

Ragionare sulla stupidità vuol dire avventurarsi in un territorio poco conosciuto, poco e male studiato, generalmente trascurato per un misto di imbarazzo e di disagio. Come se tutti sapessimo di essere stupidi, ma avessimo una gran paura di ammetterlo. Tendiamo abitualmente ad attribuire ogni sorta di decisioni sbagliate (o catastrofiche) a intenzionale perversità, malvagità, astuta cattiveria, megalomania, eccetera. Questi comportamenti ci sono - e in esagerata abbondanza. Ma ogni attento studio della storia antica e recente (come la lettura delle cronache e l'esperienza di ogni giorno) porta all'inevitabile conclusione che la principale causa di terribili errori è una: la stupidità. I fatti confermano, oggi come sempre, che la stupidità è la più grande forza distruttiva nella storia dell'umanità. Ma non è invincibile: capirla, conoscerla e guardarla in faccia vuol dire controllarla e ridurne le conseguenze.