Aforismi, frasi e citazioni di Fausto Gianfranceschi
Selezione dei migliori aforismi e delle frasi più significative di Fausto Gianfranceschi (Roma 1928 - 2012), scrittore, saggista, giornalista e aforista italiano. Gianfranceschi ha collaborato ai quotidiani Il Tempo e Il Giornale, e al mensile Bell'Italia. Tra i suoi romanzi: Diario di un conformista (1965), L'ultima vacanza (1972), Belcastro (1975) e Giorgio Vinci psicologo (1983), satira dell'intellettuale di sinistra con il quale ha vinto il premio Napoli ed è stato finalista allo Strega.
Tra i suoi saggi più significativi, spesso critici nei confronti della classe dirigente italiana degli ultimi decenni del '900, e in particolare della sinistra: L'uomo in allarme (1963), Teologia elettrica (1969), Il sistema della menzogna e della degradazione del piacere (1977), Svelare la morte (1980), Stupidario della sinistra (1992). Un libro a sé è Federica. Morte di una figlia, pubblicato nel 2008, in cui Gianfranceschi rivive i forti legami e i tanti ricordi che lo hanno unito alla figlia scomparsa prematuramente.
Nella premessa al suo libro di riflessioni Il reazionario (1996), Gianfranceschi si descrive brevemente così: "Ho i miei gusti e i miei disgusti; non parlo bene dei drogati e dei malati di Aids, non amo la trasgressione, non sono di sinistra, non faccio footing né vado in bicicletta, non sono ecologo (durante le passeggiate in montagna il ripopolamento dei lupi mi preoccupa più dell'estinzione degli stambecchi), l'arte contemporanea mi fa in buona parte orrore, fuggo quando di un film sentenziano: è da non perdere. Insomma, diciamo lo pure, sono un reazionario".
Fausto Gianfranceschi ha dedicato alla scrittura aforistica diversi libri, dai quali sono stati selezionati gli aforismi riportati in questa pagina; oltre al già citato Il reazionario, vi sono: Elogio della nostalgia (2002), Lode della torre d'avorio (2007) e Aforismi del dissenso, pubblicato nel 2012, anno della sua morte.
Il reazionario
Tra i suoi saggi più significativi, spesso critici nei confronti della classe dirigente italiana degli ultimi decenni del '900, e in particolare della sinistra: L'uomo in allarme (1963), Teologia elettrica (1969), Il sistema della menzogna e della degradazione del piacere (1977), Svelare la morte (1980), Stupidario della sinistra (1992). Un libro a sé è Federica. Morte di una figlia, pubblicato nel 2008, in cui Gianfranceschi rivive i forti legami e i tanti ricordi che lo hanno unito alla figlia scomparsa prematuramente.
Nella premessa al suo libro di riflessioni Il reazionario (1996), Gianfranceschi si descrive brevemente così: "Ho i miei gusti e i miei disgusti; non parlo bene dei drogati e dei malati di Aids, non amo la trasgressione, non sono di sinistra, non faccio footing né vado in bicicletta, non sono ecologo (durante le passeggiate in montagna il ripopolamento dei lupi mi preoccupa più dell'estinzione degli stambecchi), l'arte contemporanea mi fa in buona parte orrore, fuggo quando di un film sentenziano: è da non perdere. Insomma, diciamo lo pure, sono un reazionario".
Fausto Gianfranceschi ha dedicato alla scrittura aforistica diversi libri, dai quali sono stati selezionati gli aforismi riportati in questa pagina; oltre al già citato Il reazionario, vi sono: Elogio della nostalgia (2002), Lode della torre d'avorio (2007) e Aforismi del dissenso, pubblicato nel 2012, anno della sua morte.
Chi spera deve muoversi, la speranza non va incontro ai fannulloni. (Fausto Gianfranceschi) |
Fenomenologia di un bersaglio indispensabile
© Pellicani 1996 - Selezione Aforismario
Alcuni sono resi grandi dalla sconfitta, altri meschini dalla vittoria.
Anche i non credenti sospettano che se non ci fossero i buoni in misura eroica, di cui i Santi sono gli emblemi, il mondo non si salverebbe.
Bisogna evadere dall'irrealtà.
Bisogna separare la cultura dai cretini.
Dimenticare per vivere. Vivere per non dimenticare.
Forse la vita non è altro che un rituale per tenere a bada la paura.
Forse una sola legge basterebbe: è permesso tutto fuorché ciò che ferisce la bellezza.
Ho conosciuto tanti tipi irragionevoli che non erano razionalisti. Non ho conosciuto nessun razionali sta che non fosse irragionevole.
Il trionfo del nichilismo: si muore per niente, in incidenti.
La morte è l'interlocutrice che nobilita la mia sopravvivenza.
La normalità nasconde uno spessore che soltanto gli sciocchi ignorano.
La paurosa efficienza del nulla.
Morte. La più implacabile delle malattie ereditarie.
Non bisogna temere la malinconia, perché temendola la feriamo e la rendiamo più aggressiva. Conviene accettarla educatamente, la si può persino gustare.
Peccato della carne? Direi peccato della forma. Se non avesse quella forma, la carne non indurrebbe in tentazione.
Per quanto certe idee siano cattive, le persone che le rappresentano sono peggiori.
Prima della libertà di coscienza, manca la coscienza.
Se non leggi non scrivi. Forse lo scrittore è il mezzo usato dai libri per riprodursi.
Se non riesci a odiare e a invidiare gli altri, essi ti odieranno e ti invidieranno per questo.
Se temi la solitudine, lei ti divora. Affrontala energicamente sino a signoreggiarla: allora percepirai accanto a te una folla di presenze amiche
Vivere contemporaneamente in tre regni, anche se ognuno si oppone agli altri (qui sta l'abilità): la coltivazione dei piaceri personali, l'impegno per il bene comune, l'intuizione che tutto è vanità delle vanità.
Vivere? I computer potranno farlo per loro.
Elogio della nostalgia
Vivere contemporaneamente in tre regni, anche se ognuno si oppone agli altri (qui sta l'abilità): la coltivazione dei piaceri personali, l'impegno per il bene comune, l'intuizione che tutto è vanità delle vanità.
Se non riesci a odiare e a invidiare gli altri, essi ti odieranno e ti invidieranno per questo. (Fausto Gianfranceschi) |
© Il Minotauro 2002 - Selezione Aforismario
Ai critici che si improvvisano narratori consiglierei un nuovo genere letterario: l'autostroncatura.
Chi non riesce a essere leone, si accontenta di fare la scimmia.
Chi va in macchina e si lamenta del traffico è come una baldracca che deplori la decadenza dei costumi.
Il cinema e il teatro finanziati dallo Stato: andare a vedere porcherie per grazia governativa.
La sinistra è una professione, la più promettente.
Le persone credono in maggioranza di appartenere a una minoranza intelligente.
L'uomo informatizzato: nient'altro che il terminale di un terminale.
L'uomo si adatta a tutto, anche ai propri simili.
Morire, che esagerazione!
Non dobbiamo vergognarci di provare qualche volta vergogna.
Perché le grandi domande sono sempre migliori delle risposte?
Se ci chiedessimo onestamente quanto importi agli altri ciò che stiamo dicendo, si rischierebbe il mutismo.
Se non siete stupidi, riposatevi.
Sopravvivere per curare la propria sopravvivenza, senza tempo né voglia per altro? Meglio scomparire.
Lode della torre d'avorio
© Ares 2007 - Selezione Aforismario
È impervio restare dritti in un mondo rovesciato. Si capisce che molti scivolino.
Gli intellettuali sono divisi su tutto, ma uniti dalla cretineria.
I mezzi informatici ti fanno entrare più velocemente nel futuro. Siccome in fondo al futuro c'è la morte (e io ci sono vicino), meglio procedere lentamente.
Il buonismo è il lato viscido della cattiveria.
Il compito quotidiano: arrivare fino a notte senza annoiarsi.
Il mondo si gioca su tre parole simili: caso, causa, caos.
In vecchiaia si pagano i debiti contratti in gioventù.
La felicità? Basta non badarci per vivere meglio.
La fraternità con i libri è forse la più alta forma di vita sociale.
La vita, una lotta indomabile contro il sospetto che tutto sia vano.
Le cose sarebbero chiarissime se gli intellettuali non le spiegassero.
Le opinioni peggiorano i fatti.
L'uomo è una specie che sta dirazzando.
Nessun rimedio è all'altezza della morte.
Sono un perdente. Qualcuno deve pur farlo.
Una meraviglia degna di re e imperatori: riposare senza essere stanco.
Aforismi del dissenso
© Pagine - Il Borghese 2012 - Selezione Aforismario
Chi sorride con benevolenza, senza alterigia, è su un gradino più in alto di chiunque.
Chi spera deve muoversi, la speranza non va incontro ai fannulloni.
Ci sono silenzi ottusi e silenzi acuti.
È facile perdonare con la mente, difficile perdonare con il cuore.
"Fare l'amore", che obbrobrio; "Fare sesso", poi, è raggelante, Ah, la potenza di "sarete una sola carne"! E la profondità del "conoscere" biblico!
Forse l'antipatico, se mi ronza intorno, ha una missione: esiste per mettermi alla prova, per saggiare se riesco ad amare il mio prossimo. E, disgraziatamente, io spesso fallisco.
Gli imbecilli intelligenti sono il cancro della società.
Godiamo la bellezza perché la bellezza è nel nostro essere, altrimenti non la riconosceremmo.
L'amore senza amicizia è una stella fredda.
L'ansia non mi logora, è soltanto la mia dolce, vischiosa compagna di strada.
La bontà è una virtù eroica; ma Satana cambia le carte in tavola, e la bontà diventa la maschera degli animi vili.
La gente era solita indossare gli indumenti comuni nei giorni feriali e quelli di festa la domenica. Oggi accade esattamente l'inverso.
La parola fiorisce nel silenzio.
La qualità più importante non è l'intelligenza, è la bontà. Anche perché la bontà è intelligente.
La ragione senza virtù è stupida.
La sobrietà in tutto (fuorché nell'amore!) è una medicina per il corpo e per la mente.
La tristezza come inclinazione è un vizio. La tristezza bisogna meritarla.
L'economia è la più misteriosa delle scienze, rasenta la magia. Che si possa avere l'oro in cambio di foglietti di carta supera il sogno degli alchimisti.
L'educazione, il tatto nel trattare gli altri, non è ipocrisia, dissimulazione, inganno. In realtà la cortesia ha la sua origine e il suo conforto nella compassione signorile. Naturalmente non mancano l'ipocrisia, la dissimulazione, l'inganno; ma sono effetti collaterali.
L'euforia, l'entusiasmo, sono stati d'animo privilegiati che ci mettono in contatto con l'energia universale.
L'uomo non è nato per la tranquillità. Sono innumerevoli le forze, interne ed esterne, che lo spingono costantemente in direzioni diverse, spesso opposte. Alle virtù note ne aggiungerei un'altra di natura ginnica: l'equilibrismo, per non vacillare.
Non avere mai incertezze nelle scelte è una virtù che può anche portare al fallimento, ma che ad ogni modo distingue l'uomo libero.
Non ci sono maestri dell'arte di vivere. Quelli che si proclamano tali sono furfanti. Siamo tutti mediocri allievi di questa incerta disciplina.
Non è necessario andare nel deserto, la solitudine della mente è già un atto di liberazione.
Non lancio sassi contro le "apparenze". Le "apparenze" sono le circostanze precise in cui il mondo, nel bene e nel male, si manifesta.
Oggi le emozioni valgono se mandano fuori di testa; le emozioni dolci, delicate, soavi, gradevoli, non sono più percepite.
Ormai non ci si stupisce che divorzino, ci si stupisce che si sposino.
Parla troppo di libertà chi non riesce nemmeno a liberarsi dal telecomando.
Per sentirsi vivi bisogna dare un contributo creativo, anche minimo, alla Creazione.
Prima regola per guadagnare: non comprare libri che insegnano a guadagnare.
Scrivo, quindi sono.
Se arriva la sfortuna, cerca di salirci sopra.
Se Dio non c'è, non è vero niente.
Se io sono unico e irripetibile, l'egualitarismo è una menzogna. lo sono disuguale.
Se, per una bizzarra ipotesi che è stata azzardata, il battito delle ali di una farfalla a New York può provocare un terremoto in Giappone, perché non credere che la mia mania di ordine e concordia delle cose intorno a me possa contribuire all'equilibrio del mondo?
Se tutto è cultura niente è cultura. Difatti uno sgorbio vale quanto un disegno di Leonardo.
Si moltiplicano i centri benessere, piuttosto cari. Come se il benessere si facesse comprare.
Solo gli ignoranti si riempiono la bocca di cultura.
Libro di Gianfranceschi consigliato
Aforismi del dissenso
Autore: Fausto Gianfranceschi
Prefazione: Marcello Veneziani
Prefazione: Marcello Veneziani
Editore: Pagine, 2012
La lettura migliore non è quella che si fa per apprendere; la lettura è fertile quando innerva un dialogo anche polemico con l’autore (se l’autore vale) Questo aforisma di Fausto Gianfrasceschi, autore indiscutibilmente “valido”, rispecchia esemplarmente il messaggio di questo libro che raccoglie un ventaglio di pensieri, divagazioni che spaziano dalla attualità alla filosofia, dall'indagine sull'uomo come “animale sociale”, fino all'introspezione psicologica, dalla politica all'Amore in tutte le sue sfaccettature. Ogni aforisma invita alla riflessione e regala perle di saggezza, costringe il lettore ad interrogare e ad interrogarsi su svariate tematiche, avendo come interlocutore un lucido, polemico, a volte romantico punto di osservazione sulla vita e la realtà che ci circonda. Due ragioni speciali rendono prezioso questo libro. La prima è che questi aforismi sono il frutto consapevole di un congedo dalla vita, sanno di essere gli ultimi, e questo passo d'addio infonde loro un tono acuto e una densità struggente. La seconda è che questi aforismi mirano alla semplicità assoluta, vogliono essere diretti e veri, non obliqui, artificiosi e contorti. Puntano all'essenziale. È lo stesso Gianfranceschi, in un aforisma, ad avvertire con un apparente paradosso che essere semplici non è affatto semplice. A volte, ci vuole una grande profondità di vita, di letture e pensieri per risalire in superficie. La chiarezza non è solo uno stile di scrittura, è il riflesso di uno stile di vita. Questi aforismi che nascono da un corpo a corpo con la morte esprimono l'essenza della vita sulla soglia del suo svanire, con una purezza di stile e intenzioni, una saggia lontananza dal mondo e insieme una partecipazione cordiale agli eventi che ne danno un senso e un destino. "Tornano le primavere ma io non fiorisco più", lo splendore melanconico di un declino si riflette in questo aforisma cosmico e intimo. Ma splendido è anche il suo rovesciamento della massima: "vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo" nel più saggio "vivere ogni giorno come se fosse il primo," che acquista particolare pregnanza quando si ha la consapevolezza di vivere gli ultimi giorni della propria vita.