Cerca Autori o Argomenti in Aforismario

Frasi e citazioni di Vittorio Messori

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Vittorio Messori (Sassuolo 1941), giornalista e scrittore italiano, tra i principali intellettuali cattolici italiani. Le seguenti riflessioni di Vittorio Messori, che riguardano soprattutto i temi della fede, sono tratte da: Ipotesi su Gesù (1976), Scommessa sulla morte (1982), Inchiesta sul cristianesimo (1987), Dicono che è risorto (2000), Ipotesi su Maria (2005).
La disperante esperienza umana è che nessuna divinità fa capolino
da dietro le nuvole. Il cielo e la terra tacciono. (Vittorio Messori)
Ipotesi su Gesù
© SEI 1976 - Selezione Aforismario

Di Gesù non si parla tra persone educate. Con il sesso, il denaro, la morte, Gesù è tra gli argomenti che mettono a disagio in una conversazione civile.

Che lo si voglia o no, che piaccia o no, da secoli in Europa, nelle Americhe, in Oceania, in Africa, in parte dell’Asia, quelle due sillabe (Gesù) sono legate al senso del nostro destino.

Nella intera storia degli uomini, [Gesù] è il solo uomo cui sia mai stato associato senza mediazioni il nome di Dio. Ma a questo scandalo inaudito molti devono essersi abituati. Lo danno per scontato. È come se l’incenso (ha osservato un impertinente) li avesse ormai intossicati.

Troppi i secoli di sacrocuorismo. Troppe le immagini di sentimentali nazareni con i capelli biondi e gli occhi azzurri: il Signore delle signore. Troppe quelle prime comunioni presentate come «Gesù che viene nel tuo cuoricino». Non a torto tra persone di gusto quel nome suona dolciastro. È irrimediabilmente tabù.

È singolare: la misura del tempo finisce con Gesù e da lui riparte. Eppure egli sembra nascosto. O lo si trascura o lo si dà per già noto.

Dio, se c'è, è nascosto. Se esiste, da sempre gli uomini sono costretti a cercarlo a tentoni. E non sempre la loro ricerca ha uno sbocco, ottiene un risultato.

Dice un detto “segreto” attribuito a Gesù da un vangelo apocrifo: «Chi si stupisce, regnerà». Molti sembrano aver perduto il dono dello stupore.

C'è da meravigliarsi e diffidare da coloro che affermano di non avere difficoltà a credere. Forse (com'è stato detto) è perché non hanno ben capito di che cosa si tratta.

La disperante esperienza umana è che nessuna divinità fa capolino da dietro le nuvole. Il cielo e la terra tacciono.

Se un dio esiste, non si nasconde solo dietro il silenzio della natura. Si cela anche dietro la realtà del male degli innocenti che sembra accusarlo senza possibilità di difesa.

Ciò che appare nel mondo non indica né l’esclusione totale, né la manifesta presenza di una divinità. Ma piuttosto la presenza di un Dio che si cela. Un Dio cui l’uomo non può giungere fuori della via del dono, di una rivelazione.

La discrezione di Dio che non sfolgora maestoso sembra un omaggio alla libertà dell’uomo, la salvaguardia suprema della facoltà che gli è data di scegliersi il suo destino. Un Dio nascosto è il solo che possa instaurare con gli uomini un rapporto di libertà e non di necessità.

Molti ignorano che a proposito di Gesù tutte le ipotesi sono state fatte, tutte le obiezioni confutate, ribadite, riconfutate all'infinito. Ogni parola del Nuovo Testamento è stata passata al vaglio mille volte; tra i testi di ogni tempo e paese questo è di gran lunga il più studiato, con incredibile accanimento.

C’è un futuro per noi, al di là della linea di un orizzonte indefinito? O davvero, come canticchia amaro Petrolini, non siamo che pacchi, campioni senza valore, che l’ostetrico spedisce al becchino?

Al di qua dell’ostetrico e al di là del becchino, la vita è aperta su due misteri. Prima della nascita e dopo la morte, da entrambi i capi la nostra esistenza è immersa nell'ignoto. Senza dubbio, sull'eterno. Eterno, il nulla da cui forse siamo venuti. Eterno, il niente nel quale forse sprofonderemo.

Gesù, ha detto un poeta contemporaneo, non si trova al termine dei nostri ragionamenti; ma, semmai, al termine del nostro impegno.

Scommessa sulla morte
La proposta cristiana: illusione o speranza? © SEI 1982

Da questa avventura della vita nessuno di noi uscirà vivo. Alla nascita non c'è rimedio: sin dalla culla siamo dei condannati a morte in un Paese ove l'istituto della grazia è sconosciuto.

La statistica ci segnala che possiamo contare in tutto su un venticinquemila giorni; qualche migliaio in più per qualcuno. Ma dopo non ce ne saranno altri. Per nessuno. Sì: anche per me che scrivo, anche per te che leggi sarà subito sera.

No, non siamo diventati eterni, neppure nell'era dei prodigi tecnologici. Non ti inganni il lampeggiare delle spie colorate sui marchingegni elettronici. Non ti illudano i cosiddetti "trionfi" della medicina. Qui poco o niente è cambiato da venticinque secoli, dal tempo del salmo biblico: «Gli anni della nostra vita sono settanta / ottanta per i più robusti … / passano presto e noi ci dileguiamo» (Salmi 89, 10)

Inchiesta sul cristianesimo
Sei tu il Messia che deve venire? © SEI 1987

Sono tra coloro che non sanno abituarsi al cristianesimo. Mai mi riuscì di dare per scontato che la verità sull'uomo e sul mondo, sulla storia e sull'eternità, sia celata nella persona e nelle parole di quel "piccolo ebreo", come Friedrich Nietzsche chiamava Gesù di Nazareth; stia nelle parole di quel predicatore, vagante lungo le strade della più oscura tra le province del Grande Impero.

Dicono che è risorto
Un'indagine sul Sepolcro vuoto © SEI 2000

Credente, cristiano non è solo colui che, attraverso un laborioso ragionare sugli indizi, giunge a riconoscere che questa risurrezione, malgrado tutto, è accettabile come evento storico. Credente, cristiano è - innanzitutto - colui che, in quell'evento "vero", sa anche scorgere una realtà che lo coinvolge personalmente. La risurrezione è anche un fatto del passato da ricostruire e da accettare; ma è poi un fatto da vivere ogni giorno.

Se non c'è risurrezione non c'è cristianesimo.

Che un uomo ritorni alla vita uscendo dalla galleria della morte è contrario a ogni verosimiglianza umana. Non sappiamo nemmeno che significhi davvero il termine "risorgere". Possiamo spingerci al massimo a comprendere che sia una "rianimazione"; non che sia una "risurrezione", per la quale ci manca ogni termine di confronto, non esiste possibile esperienza.

Quell'uscita dal sepolcro nel quale il cristiano crede non riguarda il Risorto soltanto: riguarda anche noi, qui e ora.

Ipotesi su Maria
Fatti, indizi, enigmi © Ares 2005 - Selezione Aforismario

Unica tra le religioni, il cristianesimo non annuncia solo la salvezza dell'anima, la sopravvivenza dello «spirito», bensì pure la risurrezione della carne. Anch'essa è destinata – seppur misteriosamente trasfigurata – a vivere nell'eternità: è anche per mostrare questo che Gesù risorto, il modello e anticipo della risurrezione di ogni uomo, chiede da mangiare, siede di nuovo a mensa con i discepoli.

Non ha torto chi – di fronte a certi eccessi o deviazioni della pur ricca, preziosa, spesso commovente devozione popolare mariana – ha osservato: «Alla Madonna rischiamo di chiedere troppo “le grazie” e troppo poco “la Grazia”».

Il Dio cristiano propone e non impone, lasciando sempre un margine di penombra che permetta la negazione e che salvi, per l'uomo, la libertà; e, per Lui, il diritto di perdonare.

L'ebraismo – come è stato detto, seppure in modo un po' semplificato – è la religione della speranza; il cristianesimo della carità; l'islamismo della fede.

La mariologia è unita strettamente alla cristologia: abbandonare o anche solo ridimensionare la prima significa mettere in causa pure la seconda.

Solo un Dio che si propone con segni, indizi, tracce, impronte e che non si impone, apparendo sfolgorante nella Sua gloria, può instaurare con le Sue creature un rapporto libero e non una dipendenza necessaria.

I negatori, talvolta anche cristiani, di Lourdes, hanno fatto spesso dell’ironia su questa Madonna che si sarebbe scomodata dal Cielo per venire a dire a un’ignorante «poche e banali parole». In realtà, si potrebbe dimostrare (e qualcuno l’ha fatto) che in quelle espressioni «poche e banali» è compresa un’intera catechesi cristiana.

Lourdes – se i credenti hanno ragione – è uno squarcio aperto all'improvviso su un Mondo Altro; è la verità affidata non ai professori e agli esperti, ma agli analfabeti.

Libro di Vittorio Messori consigliato
Ipotesi su Gesù
Editore SEI, 2001

Dal 1976 sino a oggi, questo libro è stato continuamente ristampato e tradotto. Venticinque anni dopo, l'autore ha riletto questo suo lavoro d'esordio e dopo la rilettura, ha deciso di procedere solo a un modesto lavoro di editing e di aggiungere, in appendice, un testo di commento. Ai lettori vagliare se siano ancora convincenti le risposte proposte qui sul più decisivo enigma della storia: le origini del cristianesimo. Quanto a Messori è più che mai convinto della tesi centrale di "Ipotesi su Gesù". La ragione stessa, cioè, se impiegata fino al limite delle sue possibilità, può portare a "scommettere" sul mistero della verità del vangelo. L'ipotesi della fede resta un rifugio dell'intelletto che rifletta sul "caso Cristo".

Note
Vedi anche frasi e citazioni di: Vito Mancuso - Sergio QuinzioGianfranco Ravasi